Crescere Insieme. Online il numero di Ottobre di Comunicare il Sociale

Dialogo, inclusione e solidarietà nel numero di ottobre di Comunicare il Sociale. Storie, interviste e approfondimenti sul mondo del volontariato e del Terzo settore.
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Le Onlus possono partecipare alla co-progettazione

Riproponiamo l’articolo di Chiara Meoli relativo alla sentenza del Tar della Lombardia nella quale ha stabilito che le Onlus possono accedere ai dispositivi di sussidiarietà previsti del codice 

Il Tar Lombardia ha recentemente affermato il principio per cui le Onlus possono partecipare ai processi di co-programmazione e co-progettazione previsti dall’art. 55 del codice del Terzo settore ­anche se non iscritte al registro unico nazionale del Terzo settore (Runts).

Con la sentenza n. 2533 del 1° ottobre 2024, il Tar Lombardia (sezione II) ha difatti affermato la piena legittimità per gli enti aventi ad oggi la qualifica di Onlus di partecipare alle procedure di co-programmazione e di co-progettazione previste dalla normativa del Terzo settore in forza del regime transitorio previsto dalla riforma del Terzo settore e, in particolare, dall’articolo 101, comma 3 del decreto legislativo n. 117/2017.

Il caso

La sentenza trae origine da un contenzioso sorto in ordine a un avviso emesso dal Comune di Milano per l’individuazione di soggetti del Terzo settore ai fini della gestione, in regime di co-progettazione, di una struttura per l’accoglienza di adulti in condizione di povertà e di emarginazione sociale.

Tra i destinatari dell’avviso venivano ricomprese anche le Onlus, considerate enti del Terzo settore (Ets) in forza del regime transitorio (art. 101, comma 3 dlgs. 117/2017).

Avverso tale avviso avevano presentato ricorso alcuni Ets sulla base della (non corretta) considerazione che le Onlus non iscritte al Runts non potessero essere considerate enti del Terzo settore.

La decisione del Tar

Il Tar ha respinto il ricorso riconoscendo la legittimità per gli enti qualificati come Onlus di partecipare alle procedure di co-programmazione e di co-progettazione previste dalla normativa del Terzo settore in forza del regime transitorio previsto dal codice del Terzo settore.

In particolare – si legge nella pronuncia – (…), considerato che attualmente le Onlus non hanno ancora un preciso obbligo di iscrizione al Runts, valendo ancora per le stesse il regime transitorio dell’art. 101 del Codice del Terzo Settore, la scelta del Comune di Milano di consentire la partecipazione a tutte le Onlus non appare certamente contra legem oppure illogica”.

Il Tar ha anche ricordato che in base alla normativa attualmente vigente le Onlus “sono obbligate a presentare la domanda di iscrizione al Runts fino al 31 marzo del periodo di imposta successivo all’autorizzazione della Commissione Europea di cui all’art. 101 comma 10 del (Codice del Terzo Settore)”. Autorizzazione che peraltro, ad oggi, non risulta ancora pervenuta.

Questa decisione riveste estrema importanza confermando principi importanti in merito agli istituti della co-programmazione e della co-progettazione dagli articoli 55 e 56 del codice del Terzo settore che prevedono il coinvolgimento attivo in un’ottica “collaborativa” degli enti del Terzo settore nella gestione dei servizi: un modello alternativo a quello “competitivo” caratterizzato dall’acquisizione di beni e servizi mediante appalto pubblico o concessione (Codice dei contratti pubblici, dlgs n. 36 del 2023).

Proprio a quest’ultimo proposito, i giudici amministrativi hanno ribadito che:

“Gli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore delineano un modello di gestione dei servizi fondato sul coinvolgimento attivo degli enti del Terzo Settore e tale modello è alternativo a quello caratterizzato dall’acquisizione di beni e servizi mediante lo strumento dell’appalto pubblico o della concessione di cui al vigente codice dei contratti pubblici; l’art. 6 del d. lgs. n. 36/2023 consente alla pubblica amministrazione di utilizzare modelli organizzativi di amministrazione condivisa, senza alcun rapporto sinallagmatico e mediante condivisione con gli enti del Terzo settore di cui al CTS; l’ultimo periodo del suindicato art. 6 specifica che gli istituti del CTS non rientrano nel campo di applicazione del codice dei contratti pubblici; la norma dell’art. 6 deve reputarsi espressione degli articoli 2 e 118 della Costituzione; Si configurano due modelli alternativi di gestioni dei servizi rivolti: nel caso di utilizzo del modello previsto dal CTS, le norme sulla contrattualistica pubblica non possono estendersi alla procedura di co-programmazione e di co-progettazione di cui al medesimo CTS”.

Dalla non applicabilità del Codice dei contratti alle procedure di co-programmazione e co-progettazione consegue poi che “l’Amministrazione procedente non è tenuta al rispetto letterale delle norme del codice dei contratti pubblici, ma che la stessa è vincolata ai principi di trasparenza di cui alla legge n. 241 del 1990, come del resto espressamente richiamata dall’art. 55 comma 1 del CTS”.

© Foto in copertina di Enrico Andreis, Nicolò Pastorello, Marina Vercellio, progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”

Visioni e valori del volontariato: un nuovo corso di formazione per aiutare gli ETS a promuovere partecipazione e cambiamento

Si intitola “Visioni e valori del volontariato. Da antenna sociale ad animazione territoriale” il nuovo corso di formazione promosso da CSV Napoli per rispondere alla sempre più urgente necessità di rivedere le modalità di intervento degli ETS che, in considerazione della crescente complessità delle esigenze sociali, devono non solo rispondere a bisogni immediati, ma anche creare spazi in cui i cittadini possano sentirsi protagonisti della propria comunità.

L’animazione sociale emerge come strumento fondamentale in questo scenario. Essa non si limita a fornire servizi, ma promuove la partecipazione attiva dei cittadini, favorendo processi di co-costruzione e di crescita collettiva. In questo modo, gli ETS possono contribuire a formare una rete di relazioni solidali che sostiene i più vulnerabili, riducendo l’esclusione sociale e favorendo la costruzione di comunità più coese e resilienti. Sviluppare azioni che incoraggino il protagonismo dei cittadini non solo aiuta a rispondere ai bisogni immediati, ma contribuisce anche a creare un senso di appartenenza e identità collettiva. Così, il “fare bene il bene” diventa un imperativo non solo etico, ma anche pratico: un modo per ristrutturare l’azione sociale in un contesto che chiede sempre più di essere ascoltato e coinvolto attivamente nel processo di cambiamento. In sintesi, l’integrazione delle pratiche di animazione sociale all’interno delle strategie degli ETS rappresenta una risposta necessaria e attuale alle sfide del welfare moderno, offrendo non solo servizi, ma anche opportunità di partecipazione e costruzione comune del bene collettivo.

È previsto un attestato finale di partecipazione, rilasciato da CSV Napoli con la scuola S.C.I.C. PAIA MARI e accreditato per le ore di lavoro al CNCP – Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti.

Il corso partirà il 12 ottobre e sarà svolto in modalità blended: tre appuntamenti on line e due in presenza. Le attività formative in presenza prevedono laboratori, esercitazioni in piccoli gruppi, restituzione in itinere e finale. La metodologia sarà incentrata sulla teoria e sulla parte esperenziale con il coinvolgimento attivo di ogni partecipante per creare spazi di costruzione e condivisione del senso.

L’attività formativa è gratuita. Per partecipare compilare l’apposito form online accedendo direttamente all’Area Riservata, registrando la propria anagrafica e quella del proprio ente (se non già censiti) e poi sarà possibile iscriversi al corso entro e non oltre il 9 ottobre 2024.

Per maggiori informazioni scarica la locandina

“In ascolto” parte il roadshow sui bisogni del terzo settore

Tutto pronto per “In Ascolto”, il roadshow articolato in 10 tappe che attraverserà l’Italia con l’obiettivo di raccogliere i bisogni e le sfide emergenti delle realtà del terzo settore nei diversi territori, capirne le specificità e articolare risposte adeguate, valorizzando le nuove tendenze nel campo dell’innovazione e della progettazione sociale.

Attraverso workshop dinamici, l’iniziativa prevede in ciascuna tappa il coinvolgimento e la partecipazione di realtà protagoniste del terzo settore, dal volontariato alla cooperazione sociale, dall’associazionismo alle fondazioni, fino alle Ong, con le quali saranno approfonditi temi-chiave quali la gestione finanziaria, la raccolta fondi, l’accesso ai bandi, la digitalizzazione, l’amministrazione condivisa, la transizione energetica, l’inclusione finanziaria, il tutto alla luce della quadro delineato dalla recente riforma del terzo settore.

L’iniziativa è promossa da Bper bene comune, l’unità dell’istituto di credito specializzata in servizi e soluzioni per il non profit e si avvale del patrocinio e della collaborazione scientifica e organizzativa di CSVnet oltre che di Legacoopsociali e di Fondazione Unipolis (Gruppo Unipol).

La prima tappa si terrà l’8 ottobre a Brescia. Seguirà un percorso che toccherà le principali città della penisola, da Torino a Napoli, da Genova a Catania.

Management del Welfare Territoriale. Aperte le iscrizioni al Master UniSa

E’ stato pubblicato il bando della VII edizione del Master UniSa in Management del welfare territoriale https://corsi.unisa.it/management-del-welfare-territoriale ). 

Il master è il risultato di un progetto collettivo caratterizzato da un lungo e approfondito processo di ricerca e di confronto tra l’OPS UNISA e molte realtà significative nel campo del welfare nazionale, regionale e locale. Il confronto tra i partner ha fatto emergere la consapevolezza che il continuo mutamento delle condizioni sociali, politico-economiche e normative, sia su base nazionale che internazionale, richiedono un lavoro di rete e un costante adeguamento dei sistemi locali, attraverso l’individuazione e l’utilizzo di risorse orientate allo sviluppo sociale del territorio e al benessere delle persone. Occorrono nuovi strumenti interpretativi e tecnologie per comprendere a fondo i bisogni delle comunità ma anche nuove competenze per promuovere strategie di open innovation e di co-progettazione con gli stakeholder e gli assetholder per definire nuove azioni quanto più rispondenti ai bisogni della cittadinanza e alle richieste di sostenibilità, sociale, ambientale ed economica. Pertanto, i welfare manager dovranno assumere un ruolo sempre più specifico di leader di promozione e di governo del territorio che consenta loro di combinare mezzi e fini in modo efficace ed efficiente, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone, valorizzando le loro diversità.

Per l’Anno Accademico 2024/2025 tutte le attività formative (corsi e laboratori) e gli esami saranno erogati on-line e partiranno il 9 gennaio 2025 (calendario).

Le borse di studio a disposizione sono 14, 5 totali e 9 da 750 euro (50% del costo del master), grazie al contributo dei partner e al residuo degli anni precedenti. Gli studenti possono iscriversi contemporaneamente a un corso di laurea magistrale e ad un master. Per le persone con invalidità di almeno il 66% il master è gratuito.

Inoltre, il master aderisce a PA 110 e lode, con una riduzione del 30% sul costo d’iscrizione.

Scarica il bando (scadenza 11 novembre 2024) e la locandina. Guarda il video di presentazione: https://fb.watch/uVlOzrs_Cq/

Martedì 15 ottobre (a UniSa) e giovedì 24 ottobre (presso Fondazione della Comunità salernitana, prima fondazione di comunità del Sud Italia) si terranno, in presenza e su Microsoft Teams, due incontri per presentare il percorso formativo e aver un confronto con gli interessati: MailScanner has detected definite fraud in the website at “t.ly”. Do not trust this website: https://t.ly/nOCUG

Come ogni anno, sarà a disposizione degli interessati al master la tutor dr.ssa Angela Lugiero, così da fornire chiarimenti e sostenere i futuri partecipanti nella procedura d’iscrizione alla selezione: e mail angelalugiero@gmail.com, cell. 3271205039.