Proseguono gli appuntamenti delle Assemblee Consultive Territoriali. Giovedì 29 aprile spazio alle associazioni dell’area nolana e area vesuviana interna

Giovedì 29 aprile toccherà alle associazioni dell’area dell’area nolana e area vesuviana interna di confrontarsi con il CSV Napoli per condividere processi, azioni e strategie utili a supportare il volontariato di questi territori.

Sono invitati a partecipare (Comuni di Camposano, Carbonara di Nola, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Nola, Palma Campania, Roccarainola, San Gennaro Vesuviano, San Paolo Bel Sito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino, Visciano) e l’area Vesuviana interna (Comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Massa di Somma, Ottaviano, Poggiomarino, Pollena Trocchia, Pompei, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Striano, Terzigno, Trecase e Volla). Clicca qui per partecipare

 

L’appuntamento con l’Assemblea Consultiva Territoriale è online alle ore 15.30.

Ampio spazio al dialogo e al confronto per consentire a tutti di esprime le proprie idee e offrire il proprio contributo per partecipare alla costruzione della nostra programmazione futura.

Al via la campagna #ClimateOfChange guidata da WeWorld in tutta Europa nata per sviluppare la consapevolezza dei giovani cittadini e cittadine dell’UE sul nesso tra cambiamento climatico e migrazioni.

Oltre il 70% dei giovani tra i 15 e i 35 anni di 23 Paesi europei ritiene che i governi che non agiscono contro l’inquinamento e cambiamento climatico arrechino un danno all’economia. Questo il dato di partenza dell’indagine realizzata da Ipsos per #ClimateOfChange, la nuova campagna di comunicazione europea che mira a coinvolgere i giovani per creare un movimento pronto non solo a cambiare il proprio stile di vita ma anche a sostenere la giustizia climatica globale.

La campagna vede coinvolti 13 Paesi europei e 26 realtà – tra cui le italiane Università degli studi di Bologna e Comune di Bologna – e nei prossimi 2 anni metterà in campo tante iniziative tese a sviluppare la consapevolezza dei giovani cittadini dell’UE sull’impatto che ha il cambiamento climatico sulle migrazioni.

Il sondaggio confronta le opinioni e la conoscenza del nesso tra migrazione, cambiamento climatico e l’attuale modello economico dei giovani tra i 16 e i 35 anni di 23 paesi dell’EU ed identifica anche il profilo di chi esprime maggiore preoccupazione per il cambiamento climatico e per questo è più motivato all’attivismo, come under 24, studente, donna, altamente istruita e in zone urbane soprattutto dell’Europa meridionale.

Proprio dal sondaggio, infatti, emerge che i giovani europei considerano il cambiamento climatico e il degrado ambientale come priorità assolute. La grande maggioranza dei giovani europei pensa infatti che se i governi non fronteggiano l’inquinamento e il cambiamento climatico, questo sia “un male per l’economia” (70% d’accordo), “un segno che il governo ha le priorità sbagliate” (75% d’accordo), “la prova che il governo non ascolta la gente comune” (74% d’accordo), e “pericoloso e irresponsabile” (72% d’accordo).

Quasi la metà (46%) dei giovani europei considera il cambiamento climatico come uno dei problemi più gravi del mondo, il che lo pone al primo posto tra i problemi elencati, anche nel bel mezzo della pandemia COVID-19. Meno di un giovane europeo su dieci (8%) nega invece il cambiamento climatico.

Una proporzione sostanziale di giovani europei (43%) crede che i paesi economicamente avanzati dovrebbero fare la maggior parte degli sforzi economici e politici per ridurre gli effetti del cambiamento climatico. Degno di nota è che in Europa occidentale, rispetto ad altre regioni, i giovani sono relativamente meno propensi a dire che i paesi economicamente avanzati dovrebbero fare più sforzi per affrontare gli effetti del cambiamento climatico ma sostengono che tutti i governi debbano sostenere queste responsabilità.

Anche i giovani Italiani (più della metà degli intervistati) sono molto o estremamente preoccupati per il cambiamento climatico, dato che è superiore alla media europea (54% contro 46%). Ma non è una preoccupazione fine a sé stessa poiché i giovani italiani sono motivati a far partire il cambiamento: 8 su 10 potrebbero votare o hanno votato per i politici che danno la priorità alla lotta al cambiamento climatico e alla migrazione climatica.

#ClimateofChange ha una missione coraggiosa: in questo mondo interconnesso, l’unica via da seguire è quella di affrontare contemporaneamente le molteplici crisi e di chiedere un’azione per creare un futuro giusto, sostenibile e un’economia umana.   

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“E’ andato tutto bene? Parliamone”. Sabato 24 aprile la presentazione del libro che racconta emozioni e vissuti in tempo di pandemia

“E’ andato tutto bene? Parliamone” è il titolo del libro, edito da Utopia Edizioni, prodotto dall’Associazione socio culturale l’Incrocio delle Idee, nel quale sono riportati racconti, riflessioni, testimonianze, emozioni e aneddoti inviati da cittadini che hanno, rispondendo all’invito della stessa associazione, hanno scelto di raccontare il proprio vissuto in tempo di pandemia.

Un’ idea nata appunto dall’attuale drammatica situazione che, oltre a produrre indelebili ferire dal punto di vista sanitario, sta provocando disagi di natura economica, psicologica, sociali e comportamentali. Si è trattato di un’iniziativa pensata dai volontari e dalle volontarie per continuare ad essere vicini, nonostante la distanza, e recuperare quel minimo di relazioni contro isolamento e solitudine.

La prefazione del libro è stata affidata alla psicologa Rosaria Varrella.

Il libro sarà presentato in diretta facebook sulla pagina dell’associazione sabato 24 aprile 2021 alle ore 18.00.

Dopo il saluto della presidente dell’associazione Giovanna Massafra, interverranno la psicologa Rosaria Varrella, l’assessore alle Politiche Sociali Sabrina Di Gennaro, la docente per una città che legge Tiziana Esposito e l’editore Tonino Scala.

Food4Future: la nuova Campagna del WWF per non mangiarci il pianeta

Il Pianeta non può reggere l’attuale sistema di produzione e consumo di cibo, che da solo causa l’80% di estinzione di specie e habitat a livello globale. Per il WWF non c’è più tempo per aspettare l’avvio della transizione ecologica dei sistemi alimentari, e in occasione della Giornata Mondiale della Terra lancia la sua Campagna Food4Future per promuovere modelli di produzione e consumo alimentari che, a cominciare dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che il Governo sta reimpostando, proteggano e conservino la natura, garantendo al tempo stesso cibo sufficiente, equo, pulito, sano e nutriente, per le generazioni attuali e future.

Quattro le aree d’azione urgenti che se messe in pratica subito a livello globale consentirebbero di rendere i sistemi alimentari più resilienti, inclusivi, sani e sostenibili, tenendo conto delle necessità umane e dei limiti del Pianeta: agire in campo (grow better), in mare (fish better), a tavola (eat better), riducendo perdite e sprechi alimentari (use better).

La visione del WWF è spiegata nel Manifesto Food4Future, dove si chiede a tutti un impegno concreto per fronteggiare la sfida più importante del secolo. Una delle chiavi del cambiamento si trova nelle abitudini alimentari dei singoli: con l’iniziativa #DoEatBetter rivolta ai consumatori, infatti, il WWF li identifica come perno centrale per un reale cambiamento e per indirizzare le abitudini alimentari verso comportamenti sani, sostenibili e responsabili. Il 2021 sarà un anno cruciale per l’alimentazione e per il ruolo che tutti (cittadini, governi e industrie) dovranno svolgere nell’affrontare una delle più grandi minacce per il nostro futuro.

Per saperne di più sulla campagna…clicca qui

Al via la nuova edizione del Premio all’innovazione amica dell’ambiente

È la sfida sulla quale si giocano la competitività, l’attrattiva e il benessere di città e territori, quella per un futuro più green e innovativo: riconoscere il valore delle realtà aziendali e locali che in Italia traducono i principi della sostenibilità in azioni concrete è l’obiettivo dichiarato del Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente, giunto alla sua 17esima edizione.

Primo riconoscimento nazionale rivolto all’innovazione in campo ambientale, il premio organizzato da Legambiente, in rete con altri enti, associazioni e istituzioni e realizzato quest’anno in partnership con Groupama Assicurazioni e con il contributo di UPS Fondation, punta a creare un contesto favorevole alla ricerca, contribuendo a diffondere buone pratiche e valorizzando i soggetti capaci di cogliere la sfida ecologica quale opportunità irrinunciabile di sviluppo economico e sociale.

Al centro dell’edizione 2021 le start up, gli spin off universitari e aziendali e, per il primo anno, anche le PMI (piccole medie imprese) innovative a vocazione ambientale e sociale che maggiormente faticano a inserirsi e affermarsi sul mercato.

Il bando appena pubblicato mira a intercettare iniziative, interventi, piani e progetti che si muovono verso questo paradigma, con riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals) dell’Agenda ONU 2030. Un premio destinato, dunque, a tutte quelle innovazioni di prodotto, processo o servizio, di tipo tecnologico, gestionale o sociale che contribuiscano a una significativa riduzione degli impatti ambientali, al rafforzamento della resilienza agli effetti del cambiamento climatico e che si segnalino, al contempo, per originalità, replicabilità e potenzialità di sviluppo.

La partecipazione al premio è gratuita, riservata alle realtà che hanno per protagonisti i giovani e con sede legale in Italia. Costituisce titolo preferenziale la specifica anagrafica under 35.

Queste le categorie per le quali è possibile concorrere: Agricoltura e Filiere Agro-alimentari; Mobilità Sostenibile; Digital green, comunità in rete, dai piccoli Comuni alle Smart Cities; Economia Circolare; Ecodesign; Transizione energetica. Nel bando, in corrispondenza di ciascuna categoria, sono indicati i riferimenti specifici ai rispettivi Sustainable Development Goals, in accordo con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, e sono contenute le indicazioni per presentare la domanda. C’è tempo fino al prossimo 30 luglio per partecipare, mentre la premiazione avverrà nel mese di dicembre a Milano.

I primi classificati di ogni categoria potranno utilizzare il logo del Premio Innovazione 2021 e riceveranno un premio in denaro di 3 mila euro. Oltre al vincitore, potranno essere effettuate delle altre segnalazioni.

Nell’edizione di quest’anno è previsto anche un “Premio speciale Groupama Assicurazioni”, costituito da una copertura assicurativa che verrà pensata “ad hoc” per il settore di appartenenza dell’azienda vincitrice.

Tra i criteri di valutazione che orienteranno le scelte del comitato scientifico, chiamato a decretare i vincitori, figurano la riduzione dei rifiuti prodotti lungo l’intero ciclo di vita; gli effetti positivi dell’innovazione su aria, acqua, suolo, territorio e biodiversità; la capacità dell’innovazione di modificare le modalità di acquisto o consumo; il suo potenziale impatto sul sistema produttivo o sui consumi in generale; la generazione di benefici misurabili per il miglioramento della qualità della vita delle comunità locali (recupero e riuso dei beni, welfare di comunità, ripristino di aree degradate); la capacità di comunicare in modo creativo ed efficace le informazioni sulle proprie prestazioni sociali e ambientali.

Per qualsiasi altra informazione, è possibile contattare la segreteria organizzativa del premio, sita presso Legambiente Nazionale APS – Ufficio di Milano, al numero 02 97699301.