08 Giu, 2020 | In evidenza, Io resto a casa, News dal Csv
Bugs Bunny e i Looney Tunes sono pronti a scendere in campo al fianco di Sport e Salute. Per rispondere all’emergenza sanitaria e alla conseguente chiusura delle scuole, a partire da lunedì 8 giugno, Warner Bros. Entertainment Italia e Sport e Salute lanciano il progetto “Lo Sport è di Casa”, una serie di attività di intrattenimento destinate ai più piccoli, da realizzare a casa o all’aperto per divertirsi con gli amici. Si tratta di esercizi che permettono il mantenimento della distanza di sicurezza, strumenti ideali anche per i tutor scolastici, che dovranno organizzare attività ludico sportive, una volta tornati a scuola.
Le schede saranno sempre disponibili gratuitamente nell’apposita sezione dedicata sul sito:
https://www.sportesalute.eu/looney-tunes
Tra le prime disponibili già da ora, la sfida del vento con Duffy Duck, il tris di Bugs Bunny, il basket a punti di Taz e la ruota della fortuna con Titti, per ricordare ai più piccoli che fare sport significa soprattutto divertirsi.
08 Giu, 2020 | Attivi e informati, Consulenza, In evidenza, News dal Csv, Resta informato
È entrato in vigore dal 1 gennaio 2019 l’obbligo di pubblicità e trasparenza per alcuni soggetti – tra cui specifiche categorie di enti di terzo settore – che ricevono finanziamenti dalla pubblica amministrazione. Un provvedimento che qualche anno fa aveva sollevato un gran polverone. Tanti i dubbi, alcuni dei quali poi chiariti prima dal parere del Consiglio di Stato poi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con una apposita circolare .
Tipologia di erogazioni
Come già specificato nel parere del Consiglio di Stato, l’oggetto di interesse è l’erogazione delle risorse finanziarie o la concessione dell’utilizzo di beni immobili o strumentali agli Ets per lo svolgimento delle attività statutarie di interesse generale superiori a 10.000 euro. Nei casi di rapporto di comodato di un bene mobile o immobile, si dovrà far riferimento al valore dichiarato dalla Pa che ha attribuito il bene in questione.
Categorie coinvolte
L’obbligo in questione si applica anzitutto alle associazioni, alle fondazioni e alle Onlus che hanno ricevuto sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti, in denaro o in natura, non aventi carattere generale e privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria, pari o superiori a 10.000 euro, da parte:
Sono inoltre soggette all’obbligo di rendicontazione anche le associazioni di protezione ambientale e le associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale (che in realtà già vi rientravano in quanto appunto “associazioni”), e le cooperative sociali che svolgono attività a favore degli stranieri di cui al Decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.
Pur non menzionando nello specifico gli enti del Terzo settore, è evidente come la normativa richiamata si applichi anche agli enti del terzo settore (e quindi, ad oggi, alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale), nonostante il Codice del Terzo settore disponga già per essi alcuni importanti obblighi in tema di trasparenza.
Arco temporale
L’obbligo è relativamente ai vantaggi economici ricevuti a partire dal 1° gennaio al 31 dicembre 2019. Si usa, quindi, il criterio contabile di cassa, considerando quindi le somme ricevute nell’anno solare precedente indipendentemente dall’anno di competenza a cui si riferiscono.
Il contenuto dell’obbligo e il termine per la pubblicazione
Una fondamentale novità rispetto alla formulazione originaria della disposizione è che non tutte le risorse provenienti dagli enti pubblici rientrano nel plafond dei 10.000 euro, ma solamente quelle relative a “sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti, in denaro o in natura, non aventi carattere generale e privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria”.
Ciò significa che eventuali apporti economici di natura corrispettiva (commerciale) con gli enti pubblici non rientrano nel computo dei 10.000 euro; vi rientrano invece i contributi concessi dall’ente pubblico a titolo di liberalità oppure dietro presentazione di uno specifico progetto da parte dell’associazione. Il fatto che siano esclusi anche i contributi “di carattere generale” porta a ritenere che le somme erogate a titolo di 5 per mille non vadano ricomprese nel computo totale.
La Circolare ministeriale ha inoltre chiarito che il limite dei 10.000 deve essere inteso in senso cumulativo, riferendosi al totale degli apporti pubblici ricevuti e non alla singola erogazione: esemplificando, se l’ente ha ricevuto durante l’anno contributi su due distinte progettualità da 9.000 euro ciascuna (da due differenti enti pubblici), il limite dei 10.000 euro è superato e scatta quindi l’obbligo di pubblicazione di tali somme.
Le informazioni da pubblicare
La Circolare ministeriale ha specificato che le informazioni devono essere pubblicate in modo schematico e comprensibile per il pubblico, individuando come necessarie le seguenti voci:
- la denominazione e il codice fiscale del soggetto ricevente (l’associazione);
- la denominazione del soggetto erogante (la pubblica amministrazione);
- la somma incassata (per ogni singolo rapporto);
- la data di incasso;
- la causale (cioè la descrizione relativa al motivo per cui tali somme sono state erogate: ad esempio, come liberalità oppure come contributo in relazione ad un progetto specifico presentato dall’ente).
Le sanzioni previste
Come conseguenza dell’inosservanza dell’obbligo di pubblicazione è prevista (anche per le associazioni, le fondazioni e le Onlus) in prima battuta una sanzione economica pari all’1% degli importi ricevuti, con un importo minimo di 2.000 euro, oltre alla sanzione accessoria dell’obbligo di pubblicazione. Se da tale contestazione passano 90 giorni e l’organizzazione non provvede alla pubblicazione e al pagamento della sanzione, si avrà l’ulteriore sanzione della restituzione integrale delle somme ricevute. Il soggetto competente a disporre tali sanzioni sarà la pubblica amministrazione che ha erogato il beneficio.
Le modalità e i termini di pubblicazione
Le associazioni, le fondazioni e le Onlus (oltre alle cooperative sociali che svolgono attività a favore degli stranieri) pubblicano entro il 30 giugno 2020 i contributi ricevuti sul proprio sito internet oppure su “analogo portale digitale”. La Circolare ministeriale ha ammesso, per le organizzazioni che non hanno il sito internet, la possibilità di utilizzare la pagina Facebook dell’ente. Sempre secondo la Circolare, qualora l’organizzazione non avesse nemmeno la pagina Facebook, l’obbligo può comunque essere adempiuto pubblicando i contributi sul sito internet della rete associativa alla quale l’ente aderisce.
CSV Napoli offre alle Associazioni dell’Area Metropolitana di Napoli iscritte al nostro ROA o al Registro Regionale del Volontariato, che non abbiano né sito internet né pagina facebook, la possibilità di pubblicare sul sito www.csvnapoli.it la documentazione relativa ai contributi pubblici ricevuti nell’anno 2019. La documentazione deve essere inviata all’indirizzo email progettazione@csvnapoli.it per provvedere alla relativa pubblicazione.
Inoltre, ricordiamo che è sempre a disposizione delle ODV il servizio logistico di progettazione e creazione di siti internet e che è possibile farne richiesta dall’area riservata del sito (http://gestionale.csvnapoli.it)
Per maggiori informazioni sulla normativa, gli adempimenti e le scadenze è possibile rivolgersi all’Area Consulenza del Centro:
Maurizio Grosso
consulenza@csvnapoli.it
081/5628474 int. 0
04 Giu, 2020 | Bandi e opportunità, In evidenza, News dal Csv
Ha preso il via la decima edizione del censimento I Luoghi del Cuore, la campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare, promossa dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
È il più importante progetto italiano di sensibilizzazione sul valore del nostro patrimonio che permette ai cittadini di segnalare al FAI attraverso un censimento biennale i luoghi da non dimenticare.
L’iniziativa si rivolge a tutti i cittadini italiani e stranieri che sono chiamati a votare i luoghi italiani che amano e che vorrebbero vedere difesi, valorizzati, recuperati. Gli obiettivi del progetto sono: – Sensibilizzazione. Per sollecitare l’attenzione di cittadini e Istituzioni sul valore del patrimonio storico-artistico e naturalistico italiano e sull’importanza di proteggerlo e valorizzarlo, invitandoli ad attivarsi e ad agire concretamente in suo favore. – Conoscenza. Per contribuire a portare i luoghi che più amiamo e le loro eventuali esigenze all’attenzione della comunità e delle istituzioni. – Tutela e Valorizzazione. Per favorire, con un percorso “dal basso”, le istanze della società civile, favorendo l’innescarsi di processi virtuosi di tutela e valorizzazione.
Dopo il censimento il FAI sosterrà una selezione di progetti promossi dai territori a favore dei luoghi che hanno raggiunto una soglia minima di voti.
I contributi (che potranno essere erogati solo a enti senza scopo di lucro e ad enti pubblici, non a persone fisiche o enti profit) saranno così suddivisi: – 50.000,00 € primo classificato – 40.000,00 € secondo classificato – 30.000,00 € terzo classificato.
Per votare c’è tempo fino al 15 dicembre 2020.
Scarica e consulta il regolamento del censimento…clicca qui
03 Giu, 2020 | In evidenza, News dal Csv
È uscito da pochi giorni “Volontari inattesi. L’impegno sociale delle persone di origine immigrata” (Edizioni Erickson, pagg. 352), rapporto della prima ricerca nazionale svolta sull’argomento.
Promossa da CSVnet, l’indagine è stata realizzata dal Centro studi Medì di Genova e curata da Maurizio Ambrosini (università di Milano) e Deborah Erminio (università di Genova, Centro Medì). L’intera rete dei Centri di servizio per il volontariato, per buona parte del 2019, ha partecipato direttamente alla raccolta dei dati. Anche CSV Napoli lo ha fatto raccogliendo questionari ed effettuando interviste in profondità ai volontari immigrati che operano nel territorio dell’area metropolitana di Napoli. CSVnet aveva già parlato dei contenuti dell’opera, che sarà presentata on line il 22 giugno (ore 16-17.30).
“Un piccolo gesto rivoluzionario”
I primi dati quantitativi, presentati lo scorso ottobre, individuavano già una figura di immigrato per lo più giovane e con un alto grado di istruzione e di integrazione. Ma soprattutto ribaltavano l’immagine dei migranti come solo destinatari di accoglienza e aiuto, rivelando al contrario l’esistenza di un gran numero di essi impegnati nelle forme più disparate di solidarietà a favore degli italiani. È il frutto di quel “piccolo gesto rivoluzionario”, come spiegano nella prefazione il presidente di CSVnet Stefano Tabò e il consigliere delegato Pier Luigi Stefani, compiuto nel 2018, quando fu scelto di indagare in modo “invertito” la relazione tra volontariato e immigrazione.
Il libro colloca ora quei dati in un contesto di grande ricchezza: lo fa analizzando i racconti di 110 immigrati volontari di più o meno lungo corso, che confidano i timori, le soddisfazioni e le lezioni imparate nella loro esperienza; lo fa raccontando come cinque grandi reti nazionali del non profit (Avis, Aido, Fai, Misericordie, Touring Club) hanno gestito il contributo di questi “nuovi” volontari nelle loro attività; lo fa, infine, attraverso dieci buone pratiche che descrivono i rapporti tra i volontari di origine straniera e altrettante realtà associative locali sparse in tutta Italia.
Un argomento inesplorato
A dare origine alla ricerca era stata una doppia intuizione: da una parte, di come stesse crescendo il ricorso alla consulenza dei Csv da parte di aspiranti volontari stranieri; dall’altra, di come questo fosse “un argomento pressoché inesplorato nelle dimensioni e nei significati”. CSVnet ha quindi contribuito a definire il metodo e il focus della ricerca, “prendendo come riferimento la definizione del volontariato più classica (…): un’attività più o meno organizzata, svolta gratuitamente, in modo spontaneo e a beneficio dell’intera collettività. Pur consapevoli delle infinite sfumature che il nostro oggetto d’indagine presenta, – spiegano Tabò e Stefani, – abbiamo voluto affermare fin dal principio che intendevamo osservare nuovi protagonisti del volontariato nel solco del tradizionale impegno sociale del nostro Paese”.
“La ricerca ha dimostrato che gli immigrati sono ‘carne e sangue’ di questo Paese anche nel volontariato, – dice Ambrosini, – e del resto ciò si evidenzia anche nell’attuale periodo di emergenza sanitaria, in cui gli stranieri sono presenti, oltre che nei lavori essenziali, in tantissime azioni solidali, organizzate e non. Il volontariato, inoltre, si conferma come soggetto più accessibile e ricettivo della politica nel dare la possibilità a queste persone di esercitare una cittadinanza sostanziale”.
La sfida al non profit
L’altro grande filone della ricerca è più “interno” e riguarda la sfida che gli immigrati volontari pongono al mondo non profit. “In che modo, – si era chiesto CSVnet, – questa nuova presenza sta influenzando l’identità delle associazioni ospitanti, il loro modo di organizzarsi e di relazionarsi? Quali opportunità si svelano? Quali criticità si incontrano?”. La risposta è nella grande quantità di argomenti che viene ora consegnata “a tutte le realtà del terzo settore affinché ne traggano motivi di riflessione e piste di lavoro per l’immediato futuro”.
“Il volontariato è chiamato a vivere anche internamente quei valori di accoglienza e rispetto della persona che professa, – è la conclusione di Ambrosini. – Dovrebbe ad esempio chiedersi sempre di più come valorizzare culture ‘altre’ e in generale come fare cultura nel paese attraverso queste nuove figure. Ad esempio, alcuni giovani di origine straniera rivendicano il loro portare il velo o il colore della loro pelle come un messaggio costitutivo della loro pratica di volontariato: ed è solo uno dei risvolti interessanti su cui le associazioni potrebbero interrogarsi”.
Link: la scheda editoriale di “Volontari inattesi”, la prefazione e il focus sul sito di CSVnet.
28 Mag, 2020 | Attivi e informati, In evidenza, News dal Csv
Oggi è stato sottoscritto dai Sindacati Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl il primo contratto collettivo nazionale del lavoro della Croce Rossa Italiana, Enti del Terzo Settore, Organizzazione di Volontariato e Fondazioni che si pone come il Primo CCNL del Terzo Settore in quanto è rappresentativo di questa realtà.
Si tratta di un passo importante – sottolinea la Croce Rossa Italiana – perché questo nuovo contratto guarda a tutto il mondo del Terzo Settore ampliando forme di welfare e di tutele per i lavoratori ma anche fornendo agli enti del terzo settore strumenti per migliorare la capacità operativa e di assistenza. Un contratto che è frutto di un’ampia condivisione all’interno della Croce Rossa da parte degli Organi statutari e dei Comitati territoriali. Un contratto fortemente voluto dal territorio e dai Comitati CRI che contano più del 60% del personale dell’organico complessivo. Un confronto che si è concluso oggi con la sottoscrizione da parte delle organizzazioni sindacali di un contratto che risponde alle peculiarità del personale impegnato nelle attività di soccorso e assistenza.
Il nuovo CCNL oltre a valorizzare con maggiore attenzione alcune figure professionali, soprattutto in ambito sanitario e internazionale, ha l’obiettivo di favorire e garantire per i Comitati territoriali il funzionamento delle attività di soccorso, protezione civile e emergenze nazionali e internazionali.
“Siamo ad un punto di svolta importante – dice il Presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca – perché è fondamentale dare forma ad un settore che spesso non è chiaro nei confronti di chi lavora. Il CCNL sottoscritto oggi va nella direzione di garantire le tutele per i lavoratori e le lavoratrici e di dare alle organizzazioni del Terzo Settore maggiore efficienza organizzativa e operativa. Siamo soddisfatti della grande partecipazione che c’è stata per arrivare a questo risultato e siamo certi che da oggi inizi una pagina importante sul piano del riconoscimento delle professionalità che lavorano nel no profit in un contesto contrattuale più moderno e più proiettato allo sviluppo e al futuro. Il Terzo Settore è una risorsa importante per il Paese e occorrono strumenti adeguati che puntino anche a renderlo adeguato e pronto ai bisogni sempre più importanti che vengono dalla società in una perfetta integrazione e sostegno al volontariato”.
28 Mag, 2020 | Bandi e opportunità, In evidenza, News dal Csv
La fase di emergenza scatenata dal Covid-19 ha sfidato duramente il nostro Paese ma, al contempo, è stata un’occasione per mettere alla prova il nostro sistema sociale e ha rivelato un sentimento civico che sembrava sopito da tempo.Centinaia di migliaia di persone si sono messe in moto, nutrendo l’intelligenza collettiva con esperienze ricche di significato e con modelli e strumenti innovativi, alcuni destinati a durare nel tempo.
Molte di queste storie sono invisibili ai più, ma hanno fatto la differenza.
Da questa convinzione nasce Civic Action, l’iniziativa con cui Fondazione Italia Sociale, insieme ad Onde Alte e SkyTg24, in partnership con VITA si propone di individuare le esperienze che, indipendentemente dall’emergenza corona virus, dovrebbero durare e ampliarsi, per costituire la base di un nuovo e più robusto tessuto civico.
Possono partecipare tutti. Cittadini singoli e organizzazioni, senza limiti anagrafici, geografici o di alcun genere. Le esperienze e pratiche potranno rientrare in una di queste track di interesse.
Viaggi / Arte e cultura / Formazione scolastica / Ambiente / Economia e lavoro / Salute e benessere / Governance /
Media e intrattenimento / Solidarietà in azione (assistenza sociale).
Tutte le proposte devono essere inviate entro il 16 giugno 2020. Le proposte più interessanti verranno raccolte in una presentazione e rese disponibili a tutti online. Tra queste, 5 verranno selezionate dal team di lavoro, per essere raccontate dai protagonisti in un incontro live su SkyTg24.
Civic Action è parte di beCivic, un progetto culturale multicanale promosso da Fondazione Italia Sociale, con lo scopo di dare un nuovo volto e entusiasmo all’impegno della società civile italiana per il bene comune.
Un insieme di iniziative su scala nazionale (una rivista, lezioni, festival, laboratori, blog…) a cui partecipano decine di realtà tra università, organizzazioni non profit, imprese e media.
Per saperne di più:
www.becivic.it