17 Giu, 2021 | Bandi e opportunità, In evidenza, News dal Csv, Senza categoria
Pubblicato sul sito del Comune di Napoli l’Avviso pubblico per l’assegnazione in concessione d’uso a titolo gratuito e per finalità sociali di n° 10 beni immobili confiscati alle mafie e trasferiti al patrimonio indisponibile del Comune, ai sensi dell’art.48 del Decreto legislativo 6 settembre 2011 n.159 e ss.mm.ii.
Gli immobili confiscati sono assegnati, a titolo gratuito, per un periodo di anni sette per i beni con metratura complessiva fino a metri quadri centocinquanta; di anni dieci per i beni con metratura complessiva superiore a metri quadri centocinquanta; di anni quindici per i fondi agricoli, tranne in caso di comprovati finanziamenti che possano vincolare la durata dell’assegnazione al finanziamento stesso. Le assegnazioni sono rinnovabili per un analogo periodo e per una sola volta. Al termine del periodo di assegnazione il bene immobile confiscato sarà reso disponibile per una nuova procedura ad evidenza pubblica alla quale potrà partecipare anche il precedente assegnatario.
I requisiti per l’accesso alla selezione, da possedersi alla data di pubblicazione dell’avviso all’Albo Pretorio dell’Ente, sono:
a. costituzione formale da almeno un anno del soggetto giuridico partecipante alla procedura, documentabile mediante l’atto costitutivo. In caso di A.T.I. e A.T.S., il requisito si intende riferito alla
capogruppo.
b. presentazione di un piano economico-finanziario comprensivo del conto economico previsionale e la previsione di bilancio di almeno tre anni comprovanti la sostenibilità economica e organizzativa del
progetto, con specifico riferimento allo svolgimento e alla continuità delle attività e al mantenimento della struttura e ad eventuali risvolti occupazionali derivanti dall’utilizzo del bene immobile, corredato da un’autodichiarazione attestante la sostenibilità economica e organizzativa del progetto;
c. assenza di sentenze passate in giudicato, di cause di divieto, di decadenza o di sospensione previste dalla normativa vigente a carico del legale rappresentante dell’Ente concorrente, da autocertificare.
Per partecipare c’è tempo fino al prossimo 7 luglio.
Consulta l’Avviso e scarica gli allegati…clicca qui
16 Giu, 2021 | In evidenza, News dal Csv
Parte oggi la nuova edizione di “Volontariato e professione”, un progetto nato dall’ormai consolidata collaborazione tra il CSV Napoli, l’Università Suor Orsola Benincasa e il Servizio di Ateneo per le Attività degli studenti con Disabilità e DSA che intende accendere i riflettori sul valore della coesione e sul potere socializzante del volontariato professionale. Un’iniziativa rivolta ai giovani per stimolare la riflessione sull’importanza di apprendere durante tutto l’arco della vita e in contesti diversi da quelli formali, riconoscendo il volontariato come luogo privilegiato per l’acquisizione di competenze utili anche a progettare la propria professione.
Il percorso, che durerà fino a dicembre 2021, si rivolge agli studenti dei corsi di laurea in Scienze della Formazione e Scienze Umanistiche e prevede metodologie di apprendimento attive, testimonianze di volontari, laboratori esperenziali e momenti di confronto presso enti no profit.
Tanti gli argomenti che saranno affrontati dalla Riforma del Terzo settore alle connessioni tra i percorsi di apprendimento formali e non formali, passando per le esperienze di cittadinanza attiva che aiutano la crescita delle comunità.
Numerose sono anche le realtà di terzo settore della città metropolitana di Napoli che hanno aderito al progetto per raccontare il loro quotidiano impegno nei territori e promuovere il volontariato come modello di vita alternativo, motore di cambiamento, strumento per favorire il benessere collettivo: l’associazione di Poggiomarino Gruppo Archeologico Terramare 3000, le associazioni Torre dei Giovani e Prima Aurora di Torre del Greco, Restiamo umani di Scisciano, Andare oltre di Portici, la Cooperativa Sociale LESS e le associazioni Alessandro Peluso, Banca del Tempo, Fundacion San Giuseppe, Famiglie in rete e Movimento Dehoniani di Napoli.
Per maggiori informazioni sul progetto: promozione@csvnapoli.it
15 Giu, 2021 | In evidenza, News dal Csv, Senza categoria
Riproponiamo l’articolo di Daniele Erler per Cantiere Terzo settore relativo alla scadenza del prossimo 30 giugno per le organizzazioni che hanno ricevuto importi pari o superiori a 10.000 euro.
Il 30 giugno prossimo scade un termine importante per quanto riguarda molti enti non profit, relativo all’obbligo di pubblicazione dei contributi pubblici ricevuti nell’anno precedente, qualora questi siano pari o superiori a 10.000 euro.
I soggetti interessati: associazioni, fondazioni e Onlus
La normativa di riferimento è rappresentata dalla legge 4 agosto 2017, n. 124, in particolare ai commi da 125 a 129, modificata nella formulazione attuale dal decreto legge 30 aprile 2019, n. 34 (“Decreto Crescita”), che ha disposto in modo permanente alcuni obblighi di trasparenza riguardanti i contributi pubblici ricevuti (anche) dagli enti non profit.
Importanti chiarimenti sul tema sono poi stati forniti dalla circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, n. 2 dell’11 gennaio 2019: nonostante tale documento si riferisca in particolare agli enti del Terzo settore (Ets), le indicazioni in esso contenute possono ragionevolmente estendersi anche agli altri soggetti tenuti al rispetto delle disposizioni menzionate.
L’obbligo in questione si applica alle associazioni, alle fondazioni e alle Onlus che hanno ricevuto sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti, in denaro o in natura, non aventi carattere generale e privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria, pari o superiori a 10.000 euro, da parte:
- delle pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, c. 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165;
- dei soggetti di cui all’art. 2-bis del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. Fra essi rientrano anche le società in controllo pubblico, così come le associazioni, le fondazioni ed in generale gli enti di diritto privato con bilancio superiore a 500.000 euro di entrate annuali, la cui attività sia stata finanziata in modo maggioritario per almeno due esercizi finanziari consecutivi nell’ultimo triennio da pubbliche amministrazioni e in cui la totalità dei componenti dell’organo d’amministrazione o di indirizzo sia designata da pubbliche amministrazioni.
Sono inoltre soggette all’obbligo di rendicontazione anche le associazioni di protezione ambientale e le associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale (che in realtà già vi rientravano in quanto appunto “associazioni”), e le cooperative sociali che svolgono attività a favore degli stranieri di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.
Pur non menzionandoli nello specifico, è evidente come la normativa richiamata si applichi anche agli enti del Terzo settore e quindi, ad oggi e in assenza del registro unico nazionale, alle organizzazioni di volontariato (Odv) e alle associazioni di promozione sociale (Aps): questo nonostante il codice del Terzo settore disponga già per essi alcuni importanti obblighi in tema di trasparenza.
L’obbligo in questione si applica come detto anche alle Onlus: è bene infatti ricordare che la normativa Onlus è stata sì soppressa dal codice del Terzo settore, ma tale abrogazione diventerà effettiva solo a partire dal periodo di imposta successivo all’autorizzazione europea sulla nuova parte fiscale per gli Ets.
I soggetti interessati: le società
La legge 124/2017 distingue i soggetti menzionati nel paragrafo precedente da quelli che esercitano attività d’impresa, ai sensi dell’art. 2195 del Codice civile, disponendo per essi modalità di pubblicazione parzialmente diverse rispetto a quelle previste per associazioni, fondazioni e Onlus, di cui si dirà a breve.
Fra tali soggetti rientrano sicuramente le società di cui al Libro V del Codice civile, oltre che le imprese sociali costituite in forma societaria.
Il discorso si fa più problematico per le cooperative sociali, che sono sia “società” che “onlus” (di diritto): la circolare ministeriale menzionata in precedenza afferma la prevalenza del profilo legato alla forma giuridica e quindi le cooperative sociali (tranne quelle che svolgono attività a favore degli stranieri) sono tenute ad adempiere all’obbligo di pubblicazione nelle stesse forme previste per le società. Applicando tale ragionamento alle imprese sociali, si ricava che quelle costituite in forma di associazione o fondazione sono chiamate a rispettare le regole di pubblicazione previste per tali forme giuridiche.
Il contenuto dell’obbligo e il termine per la pubblicazione
L’obbligo scatta solo nel momento in cui gli enti menzionati (associazioni, fondazioni e Onlus da un lato, società dall’altro) abbiano ricevuto contributi pubblici per una cifra pari o superiore a 10.000 euro: il riferimento è l’esercizio finanziario precedente cioè, per gli enti che hanno l’esercizio sociale coincidente con l’anno solare, il periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020.
Una fondamentale novità rispetto alla formulazione originaria della disposizione è che non tutte le risorse provenienti dalle pubbliche amministrazioni rientrano nel plafond dei 10.000 euro, ma solamente quelle relative a “sovvenzioni, sussidi, vantaggi, contributi o aiuti, in denaro o in natura, non aventi carattere generale e privi di natura corrispettiva, retributiva o risarcitoria”.
Ciò significa che eventuali apporti economici di natura corrispettiva (commerciale) con gli enti pubblici non rientrano nel computo dei 10.000 euro, così come quelli dovuti dalla pubblica amministrazione a titolo di risarcimento; vi rientrano invece i contributi concessi dall’ente pubblico a titolo di liberalità oppure dietro presentazione di uno specifico progetto da parte dell’associazione.
I contributi possono essere non solo in denaro ma anche “in natura”. La circolare del Ministero del Lavoro ha precisato che si intendono quindi ricomprese anche le risorse strumentali, quali ad esempio un bene mobile o immobile concesso in comodato dalla pubblica amministrazione: in tal caso si dovrà chiedere alla stessa di comunicare il valore del bene, il quale dovrà essere indicato nel rendiconto. Qualora non fosse possibile individuare una cifra precisa, è consigliabile fare riferimento a quello che è il valore di un bene simile o analogo sul mercato.
Alcune specifiche attribuzioni economiche: 5 per mille e contributi a fondo perduto
Per quanto riguarda il 5 per mille, la richiamata circolare ministeriale del 2019 aveva disposto che le somme derivanti da esso dovessero essere ricomprese nel plafond dei 10.000 euro. Tale circolare era stata però emanata prima della modifica apportata alla Legge 124 del 2017 dal “Decreto Crescita”: il fatto che nel nuovo testo si parli di contributi “non aventi carattere generale” porta a ritenere che le somme erogate a titolo di 5 per mille non vadano conteggiate nel computo, e ciò poiché tale strumento è stato negli ultimi anni definitivamente istituzionalizzato e quindi reso stabile. Mancando però ancora una conferma istituzionale di una simile interpretazione il consiglio, in via prudenziale, è quello di conteggiarle nel computo dei 10.000 euro.
Nel corso del 2020, per far fronte all’emergenza pandemica, sono stati erogati importanti contributi a fondo perduto anche ad associazioni e altri enti non profit: si fa riferimento nello specifico a quelli relativi ai Decreti “Rilancio” e “Ristori”. Visto che tali contributi non sembrano avere carattere generale, il consiglio è quello di conteggiarli nel computo dei 10.000 euro.
Ulteriori precisazioni sul limite dei 10.000 euro
Ai fini della pubblicazione occorre tener conto dei contributi “effettivamente erogati”: ciò significa che vanno conteggiate solo le somme che l’ente ha effettivamente incassato nel corso dell’esercizio finanziario precedente e non quelle che sono state solamente stanziate dall’ente pubblico ma non ancora incassate dall’organizzazione.
La circolare ministeriale ha inoltre chiarito che il limite dei 10.000 deve essere inteso in senso cumulativo, riferendosi al totale degli apporti pubblici ricevuti e non alla singola erogazione: esemplificando, se l’ente ha ricevuto durante l’anno contributi su due distinte progettualità da 9.000 euro ciascuna (da due differenti enti pubblici), il limite dei 10.000 euro è superato e scatta quindi l’obbligo di pubblicazione di tali somme.
Le informazioni da pubblicare
La circolare ministeriale ha specificato che le informazioni devono essere pubblicate in modo schematico e comprensibile per il pubblico, individuando come necessarie le seguenti voci:
- denominazione e codice fiscale del soggetto ricevente (l’associazione);
- denominazione del soggetto erogante (la pubblica amministrazione);
- somma incassata (per ogni singolo rapporto giuridico);
- data di incasso;
- causale (cioè la descrizione relativa al motivo per cui tali somme sono state erogate: ad esempio, come “liberalità” oppure come “contributo in relazione ad un progetto specifico presentato dall’ente”).
Un fac-simile di rendiconto dei contributi pubblici può essere scaricato qui.
Le cooperative sociali che svolgono attività a favore degli stranieri di cui al Decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 devono inoltre pubblicare trimestralmente nei propri siti internet o portali digitali l’elenco dei soggetti a cui sono versate somme per lo svolgimento di servizi finalizzati ad attività di integrazione, assistenza e protezione sociale: peraltro sulla ragionevolezza, e quindi sulla costituzionalità, di una simile previsione, si potrebbero avanzare diversi dubbi.
Le modalità e i termini di pubblicazione
Le associazioni, le fondazioni e le Onlus (oltre alle cooperative sociali che svolgono attività a favore degli stranieri) devono pubblicare entro il 30 giugno 2021 i contributi ricevuti sul proprio sito internet oppure su “analogo portale digitale”. La circolare ministeriale ha ammesso, per le organizzazioni che non hanno il sito internet, la possibilità di utilizzare la pagina Facebook dell’ente. Sempre secondo la circolare, qualora l’organizzazione non avesse nemmeno la pagina Facebook, l’obbligo può comunque essere adempiuto pubblicando i contributi sul sito internet della rete associativa alla quale l’ente aderisce.
Le società (comprese le cooperative sociali e le imprese sociali costituite in forma societaria) sono invece tenute a pubblicare le stesse informazioni nella nota integrativa del bilancio di esercizio e dell’eventuale bilancio consolidato. Il termine è quello ordinario previsto per l’approvazione del bilancio. I soggetti che redigono il bilancio in forma abbreviata e quelli comunque non tenuti alla redazione della nota integrativa assolvono all’obbligo pubblicando le informazioni, entro il 30 giugno 2021, sul proprio sito internet, secondo modalità liberamente accessibili al pubblico o, in mancanza, sui portali digitali delle associazioni di categoria di appartenenza.
Nonostante la normativa non stabilisca nulla riguardo a quanto debbano essere mantenuti sul sito i diversi rendiconti, si consiglia di lasciare pubblicati anche i rendiconti precedenti, posizionandoli all’interno di una sezione specifica ed in evidenza.
Le sanzioni previste
Il controllo sull’adempimento dell’obbligo di pubblicazione dei contributi pubblici è in capo ai soggetti erogatori oppure all’amministrazione vigilante o competente per materia.
Come conseguenza dell’inosservanza dell’obbligo di pubblicazione è prevista, sia per associazioni/fondazioni/Onlus che per le società, in prima battuta una sanzione economica pari all’1% degli importi ricevuti, con un importo minimo di 2.000 euro, oltre alla sanzione accessoria dell’obbligo di pubblicazione. Se da tale contestazione passano 90 giorni e l’organizzazione non provvede alla pubblicazione e al pagamento della sanzione, si avrà l’ulteriore sanzione della restituzione integrale delle somme ricevute.
15 Giu, 2021 | In evidenza, News dal Csv
Si terrà venerdì 18 giugno, dalle 9.30 alle 13.00 presso l’Auditorium alla Torre C del Centro direzionale di Napoli (isola C3) il II forum regionale “Famiglia e Minori” organizzato dal Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Campania.
All’evento parteciperà la ministra per la Famiglia, per l’Infanzia e la Pari Opportunità Elena Bonetti, che si confronterà con rappresentanti delle famiglie campane, delle associazioni e delle istituzioni, che proporranno alla ministra riflessioni e idee per un nuovo welfare sociale.
Dopo i saluti di apertura del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Campania Giuseppe Scialla, interverranno la Vicepresidente del Consiglio regionale della Campania Loredana Raia, il Presidente di Anci Campania Carlo Marino, la Vicepresidente dell’Ordine degli psicologi della Campania Liliana D’Acquisto, la Presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali della Campania Gilda Panico, la Portavoce del Progetto Family Group Conference Barbara Preziosi, il Presidente di CSVnet Campania Nicola Caprio.
Le prolusioni saranno, invece, affidate al Presidente della Pontificia Accademia della Scienze Sociali Stefano Zamagni e al Magnifico Rettore dell’Università “Giustino Fortunato” di Benevento Giuseppe Acocella.
“Ora più che mai è necessario interrogarsi e riflettere insieme sulla famiglia come elemento di coesione della società e sui minori, sulle fragilità ma anche sulle opportunità del futuro. Questo forum rappresenta il primo passo verso un ritorno al confronto in presenza su tematiche di straordinaria rilevanza sociale”, commenta il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Campania Giuseppe Scialla.
Comunicare il Sociale, la rivista edita dal CSV Napoli, sarà media partner dell’evento.
L’evento è aperto al pubblico. Per partecipare inviare una mail a garante.infanzia@cr.campania.it
Per gli assistenti sociali è previsto il rilascio di crediti formativi.
Scarica la locandina
11 Giu, 2021 | In evidenza, News dal Csv
Nominato, in Consiglio comunale, il Garante degli Anziani e le due consigliere nella Consulta per le Pari Opportunità. Licenziati all’unanimità, diversi regolamenti. L’unità dimostrata da maggioranza e opposizione è il segnale di una sinergia che, anche attraverso il lavoro delle commissioni, ha come obiettivo il bene di San Giorgio a Cremano.
– Al primo punto all’ordine del giorno oggi vi è stata l’elezione del GARANTE DEGLI ANZIANI. Eletto all’unanimità Nicola Aceto, vice presidente dell’Associazione Auser, già impegnato sul territorio a favore degli over 65. Questa figura, frutto del lavoro della Commissione Politiche Sociali, presieduta da Antonio Esposito, avrà come finalità quella di interagire con l’amministrazione per la tutela dei cittadini che rientrano in questa fascia di età;
– Tra i regolamenti approvati vi è quello relativo all’utilizzo di PALESTRE, LOCALI E SPAZI APERTI DI PERTINENZA DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI. La commissione, presieduta dal consigliere Franco Iacono, ha lavorato alacremente per l’implementazione dell’attività sportiva sul territorio e per i campi estivi. Attraverso il contributo di tutti, è stato stabilito che le somme che verranno incassate dall’Ente per ciascuna struttura scolastica saranno destinate al miglioramento della qualità dell’offerta scolastica e per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei plessi, dedicando a tale proposito, uno specifico capitolo di bilancio comunale.
– Inoltre è stato modificato il regolamento “ADOTTA UN’AIUOLA”, elaborato nella commissione presieduta da Ciro Di Giacomo, che consentirà all’amministrazione di intervenire in maniera tempestiva in caso di inadempienze da parte di chi adotta. In tale circostanza infatti, l’ente potrà agire in danno a chi ha effettuato richiesta di adozione, ripristinando quindi lo spazio verde trascurato e lasciato senza cura. Inoltre è stato stabilito che la superficie dell’aiuola da adottare non può essere inferiore a 20 mq.
– Approvato ex novo anche il regolamento per la CONCESSIONE DEI PATROCINI da parte della Città di San Giorgio a Cremano, elaborato dalla commissione presieduta da Cira Cozzuto, al fine di incentivare lo svolgimento di attività e iniziative culturali e sociali nella nostra comunità; aboliti 4 regolamenti considerati obsoleti in quanto superati da altri successivi regolamenti o norme europee.
– Infine sono stati nominati i consiglieri che entreranno a far parte della CONSULTA PER LE PARI OPPORTUNITÀ. Si tratta di Grazia Fatalò per la maggioranza e Luisa Mirabelli per l’opposizione. A loro va un grande in bocca al lupo per l’impegno che hanno assunto, all’interno di un organo di consultazione che si pone come obiettivo quello di rimuovere ogni forma di violenza fisica, psicologica e sociale, avendo come riferimento i principi di uguaglianza e non discriminazione, sanciti dagli art. 3 della Costituzione e 7 del Regolamento comunale, nei confronti di categorie di persone che come la storia racconta, sono state troppo spesso oggetto di persecuzione.
“Grazie al lavoro delle commissioni consiliari, quindi al lavoro congiunto di maggioranza e opposizione – ha detto il Sindaco Giorgio Zinno – si è lavorato per migliorare i regolamenti cittadini. Lo spirito di condivisione e collaborazione che ha contraddistinto in maniera positiva il lavoro del Consiglio è importante per la nostra comunità che può contare, al di là del colore politico, sulla volontà congiunta di tutti di migliorare la città in piena collaborazione tra le parti”.
D’accordo il presidente del Consiglio Comunale Michele Carbone: “E’ stata una bella pagina di politica Un ringraziamento da parte mia va a tutti i consiglieri per il lavoro continuativo e impegnativo che stanno svolgendo nelle singole commissioni e per il dialogo proficuo e il confronto sereno che sta portando ottimi risultati, contribuendo a migliorare costantemente la nostra meravigliosa città”.