Come il Codice dei contratti pubblici riconosce il rapporto con il Terzo settore

Condividiamo il commento del costituzionalista Luca Gori, pubblicato su Cantiere Terzo Settore, sulle modifiche all’articolo 6 che integrano i dispositivi di amministrazione condivisa previsti dal codice del Terzo settore. 

La “dialettica” fra Codice dei contratti pubblici (Ccp) e codice del Terzo settore (Cts) – è noto – non è stata semplice sin dall’entrata in vigore di quest’ultimo. La radici di questo rapporto difficile sono antiche e preesistono, in buona parte, alla riforma del Terzo settore. Merito della nuova disciplina del Terzo settore del 2017 è stato, anzi, portare in chiaro questa tensione, fino al punto di provocare pronunce del giudice costituzionale (Corte costituzionale 131/2020) e, successivamente, l’intervento del legislatore che, nel 2020, ha modificato il Codice dei contratti pubblici, facendo salva la disciplina del codice del Terzo settore. Si è trattata di una svolta epocale, perché ha segnato l’inserimento del tessuto normativo della contrattualistica pubblica della dinamica propria dei rapporti collaborativi fra pubblica amministrazione (Pa) e Terzo settore (Ts). Da lì poi hanno preso avvio le legislazioni regionali più innovative (Toscana, Molise, Umbria, Emilia-Romagna).

L’attesa per la riforma del Codice dei contratti pubblici era per l’inserimento, finalmente, di una norma di sistema, che fosse di sutura fra Cts e disciplina europea dei contratti pubblici. Non più semplicemente fare salva la disciplina del Terzo settore, ma riconoscere come i rapporti fra pubblica amministrazione e Terzo settore siano parte integrante del più ampio e variegato scenario fra pubblica amministrazione e soggetti privati. Anzi, essi (i rapporti fra Pa e Ts) avrebbero dovuto essere riconosciuti una parte qualificante, perché radicati nel principio di solidarietà e improntati al modello della sussidiarietà orizzontale.

Da queste pagine, si era provato ad esaminare il contenuto dello schema di decreto legislativo presentato dal Governo in Parlamento, formulando alcune proposte di modifica che, in effetti, i pareri approvati dalle Camere hanno sostanzialmente recepito. Il Governo, in sede di adozione del decreto legislativo definitivo, ha globalmente tenuto conto della posizione parlamentare, pur non accogliendola completamente.

La disposizione di riferimento è, oggi, contenuta all’art. 6 del dlgs n. 36/2023, che così dispone:

«In attuazione dei principi di solidarietà sociale e di sussidiarietà orizzontale, la pubblica amministrazione può apprestare, in relazione ad attività a spiccata valenza sociale, modelli organizzativi di amministrazione condivisa, privi di rapporti sinallagmatici, fondati sulla condivisione della funzione amministrativa con gli enti del Terzo settore di cui al codice del Terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, sempre che gli stessi contribuiscano al perseguimento delle finalità sociali in condizioni di pari trattamento, in modo effettivo e trasparente e in base al principio del risultato. Non rientrano nel campo di applicazione del presente codice gli istituti disciplinati dal Titolo VII del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo n. 117 del 2017».

La valutazione è positiva, nel complesso.

Provando ad interpretare la norma, si può ritenere che il legislatore si sia mosso secondo una prospettiva a cerchi concentriciDapprima ha definito un ambito ampio di rapporti collaborativi fra Pa e Terzo settore, di cui si descrivono i caratteri salienti. Dentro questo cerchio più ampio, un sottoinsieme è sicuramente costituito dagli istituti della co-programmazione, della co-progettazione e dell’accreditamento, che quei caratteri li possiedono sicuramente e che costituiscono l’asse portante – ad oggi – di quei rapporti collaborativi, per la disciplina che essi hanno ricevuto (dal Cts e dal dm 72/2021).

Dunque, guardando al cerchio più largo – quello dell’amministrazione condivisa in senso ampio – Pa ed enti del Terzo settore possono apprestare modelli organizzativi di amministrazione condivisa, le cui caratteristiche siano (1) l’assenza di rapporti sinallagmatici (che caratterizzano, invece, i rapporti disciplinati dal Codice dei contratti pubblici) e (2) la condivisione della funzione amministrativa con gli enti del Terzo settore. Esiste uno spazio riconosciuto di discrezionalità, a disposizione di ciascuna amministrazione, per scegliere di impostare l’esercizio della funzione amministrativa in forme di “tradizionale” esternalizzazione (per così dire), oppure di sperimentare – entro i limiti e nei modi stabiliti dalla legge – nuovi modelli relazionali.

Questi modelli sono possibili «in relazione ad attività a spiccata valenza sociale»Si tratta di una espressione che si era criticata, in fase di esame parlamentare, per la sua vaghezza. Una possibile soluzione interpretativa, nel nuovo contesto normativo e nell’ottica di una valorizzazione del principio di sussidiarietà, è che senz’altro vi siano ricompresi dentro tutti gli ambiti di attività di interesse generale di cui agli art. 5 Cts e art. 2 del dlgs n. 112/2017 (impresa sociale) – che si potrebbero definire “a spiccata valenza sociale ex lege – ma che, addirittura, motivando, le amministrazioni potrebbero individuare anche altri ambiti di attività «a spiccata valenza sociale», in ambiti ulteriori a quelli già riconosciuti dal Cts (ad esempio, le nuove forme di imprenditoria comunitaria, che significativamente si stanno diffondendo nel Paese). Pertanto, la capacità espansiva del principio di sussidiarietà, porta ad ipotizzare addirittura un allargamento possibile degli orizzonti dell’amministrazione condivisa, purché questa si realizzi fra Pa ed enti del Terzo settore.

Alla luce dell’interpretazione proposta, si comprende anche perché il legislatore scriva che l’amministrazione condivisa è ammessa «sempre che gli stessi [gli Ets, cioè] contribuiscano al perseguimento delle finalità sociali in condizioni di pari trattamento, in modo effettivo e trasparente e in base al principio del risultato». Ciò deve essere letto, infatti, come richiamo generale al fatto che i rapporti di amministrazione condivisa, comunque disciplinati, devono rispondere al perseguimento di finalità sociali effettivamente e trasparentemente (qui gioca un ruolo importante la motivazione degli atti), assicurando altresì la parità di trattamento fra i diversi Ets coinvolti. Anche in questo caso, si può ritenere che gli istituti disciplinati dal Cts già soddisfino, di per sé, questi requisiti (come afferma la sentenza n. 131/2020); eventuali altri istituti che potrebbero essere declinati dovranno inserirsi all’interno di tale schema generale.

Più criptico è il richiamo al principio del risultato (la cui definizione è all’art. 1 Ccp). È una formulazione che si era criticata in sede di esame parlamentare. Tale richiamo continua a sembrare inappropriato. Fabio Giglioni, in un suo editoriale su Labsusne ha proposto una interessante interpretazione, da approfondire. Vi è il rischio, ad avviso di chi scrive, di una interpretazione del principio del risultato che porti a ritenere che il principio del risultato imponga una sorta di comparazione fra ricorso all’amministrazione condivisa e applicazione degli istituti del codice dei contratti pubblici: vale a dire, in tanto si può applicare l’amministrazione condivisa in quanto, comunque, gli esiti siano equivalenti. Ciò equivarrebbe a negare la ratio stessa dell’amministrazione condivisa che si fonda – nell’art. 6 Ccp – sulla costruzione di risposte in collaborazione fra amministrazione e Terzo settore e, quindi, sulla valorizzazione non solo del risultato bensì pure del processo (che – come chiunque abbia sperimentato dei procedimenti di amministrazione condivisa sa – non è detto sia più celere, o più semplice del ricorso a esternalizzazioni a fronte di corrispettivi…)Ecco, allora, che il richiamo al principio del risultato pare dover essere letto come una più generale esigenza di congruità fra le scelte procedimentali e gli esiti attesidi misurazione degli esiti effetti raggiunti, di responsabilizzazione di tutti gli attori (pubblici e del Ts).

L’art. 6 si chiude – come si è visto – con una clausola di esclusione degli istituti disciplinati dal Titolo VII del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo n. 117 del 2017 (co-programmazione, co-progettazione, convenzioni con organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, convenzioni trasporto emergenza-urgenza). Nella proposta interpretativa che qui si è avanzata, l’esclusione dall’ambito di applicazione è la logica e giuridica conseguenza di quanto visto in precedenza: si tratta di istituti che, nella loro attuale formulazione, contengono già tutte le caratteristiche previste dal primo periodo e che quindi, naturalmente, sono esclusi dall’ambito di applicazione del Ccp. Essi costituiscono, quindi, la parte di amministrazione condivisa già codificata nel diritto positivo. Ma – come visto – da queste esperienze, possono irradiarsi ulteriori forme ed esperienze che il legislatore statale e regionale, le autonomie locali e quelle funzionali possono sperimentare fra Pa e Terzo settore, dentro il binario segnato dalla confluenza fra diritto costituzionale e diritto dell’Ue.

Come rigenerare legami comunitari. Un week end formativo con MoVI Campania

Si terrà nei giorni 19, 20 e 21 maggio prossimi il week end formativo dal titolo “Come rigenerare legami comunitari” organizzato dal Movimento di Volontariato Italiano – Federazione Regionale Campania e rivolto ai responsabili e agli animatori di organizzazioni di volontariato impegnate in ambito sociale e ambientale.

Il percorso, che sarà ospitato nel Convento San Francesco a Padula (Via San Francesco, nei pressi della Certosa) rappresenta la prima tappa di un percorso più ampio ed articolato che il Movi Campania intende offrire alle associazioni aderenti e/o collegate, aperto a quanti intendono impegnarsi nella sperimentazione di iniziative comuni per il cambiamento sociale, perché possano qualificare la loro presenza ed azione nelle comunità locali di appartenenza, offrire ai volontari delle loro organizzazioni un’opportunità di qualificazione e di incremento delle competenze relazionali ed educative e favorire lo scambio di esperienze intergenerazionali e l’arricchimento reciproco circa le nuove forme di animazione del territorio.

La proposta formativa è a carattere residenziale. Gli arrivi sono previsti entro le ore 17.00 di venerdì 19 maggio e le partenze per domenica 21 maggio, nel pomeriggio.
Il corso è full immersion a carattere intensivo. Sono previsti comunque momenti di confronto libero e di aggregazione informale con uscite-escursioni comunitarie.

Per info e prenotazioni:
Nicola Fasolino (333 403 5959) e Rosaria Ruggiero (339 449 0370)

Scarica la scheda di iscrizione

“Progetto Ambasciatori”, online la call per partecipare alla nuova edizione

E’ aperta la selezione di 30 giovani per partecipare alla terza edizione del “Progetto Ambasciatori della Fondazione Antonio Megalizzi” per portare la voce di Antonio nelle scuole di tutta Italia, formarsi ed informarsi per diventare cittadini e cittadine attivi/e, consapevoli e dotati/e di senso critico.
Il “Progetto Ambasciatori” consiste nell’educazione civica di bambini/e, adolescenti e giovani adulti/e su temi legati ai valori, alla storia, all’economia e alle politiche dell’Unione europea e alla comunicazione, grazie alla partecipazione di studenti/esse universitari/e e neolaureati/e appositamente formati/e dalla Fondazione e all’utilizzo di materiali didattici realizzati appositamente per l’iniziativa.

Antonio Megalizzi era un “artigiano della parola” che sceglieva con cura i termini da utilizzare; sapeva quanto fossero importanti per trasmettere notizie corrette e comprensibili. Per questo cercava sempre parole accattivanti e vere, semplici ma non banali, per affrontare temi seri in modo “pop” e con la giusta dose di ironia. Dopo l’attentato di Strasburgo dell’11 dicembre 2018 in cui Antonio ha perso la vita, la sua famiglia ha deciso di creare la Fondazione per portare avanti i suoi progetti e valori, nonché ricercare e offrire opportunità per dare una voce a tutti/e i/le giovani, come lui.
Grazie a questa iniziativa, gli Ambasciatori e le Ambasciatrici, selezionati/e tramite la call presente sul sito della Fondazione, saranno formati/e tramite una Summer School gratuita a Trento tra il 18 e il 23 luglio, il cui programma verterà sulla storia e il funzionamento dell’Unione europea, sulla comunicazione e su tematiche di attualità tramite una serie di incontri formativi e multidisciplinari con docenti universitari/e, professionisti del settore e rappresentanti delle istituzioni europee. Riceveranno così gli strumenti per organizzare attività a nome della Fondazione e avranno a disposizione materiali didattici innovativi, elaborati in collaborazione con Edizioni Centro Studi Erickson.

Da settembre 2023 gli Ambasciatori e le Ambasciatrici si recheranno nelle scuole o in diverse realtà educative per organizzare almeno tre cicli formativi composti da tre incontri ciascuno.

La call è rivolta a studenti/esse universitari/e che risultino regolarmente iscritti/e in un Ateneo oppure neolaureati/e da e non più di 12 mesi alla data di pubblicazione del bando.

Ogni interessato/a può candidarsi compilando l’apposito modulo nel sito della Fondazione Antonio Megalizzi da inviare entro e non oltre le ore 23:59 del 21/05/2023.

Qualora le Università di appartenenza dei/delle selezionati/e si rendessero disponibili, sarà possibile riconoscere crediti formativi.

Nelle prime due edizioni, la Fondazione ha raggiunto quasi 6000 bambini/e e ragazzi/e in tutta Italia grazie all’entusiasmo, all’impegno e alla passione dei/delle 60 giovani formati/e nel 2021 e nel 2022. Inoltre, l’edizione 21/22 quest’anno è risultata finalista nazionale del Premio Carlo Magno della Gioventù 2023 del Parlamento europeo.

“Non fermare la sua voce” è il compito che la Fondazione Antonio Megalizzi si è posta fin dall’inizio, perché le parole di Antonio possano continuare a seminare la passione per l’Europa e la corretta informazione e il suo entusiasmo possa continuare a contagiare studenti/esse di tutta Italia. Il Progetto Ambasciatori, promosso dalla Fondazione Antonio Megalizzi in collaborazione con la Rappresentanza a Milano della Commissione europea, è un’iniziativa sostenuta dalla Fondazione Compagnia di
San Paolo, dalla Cassa di Trento, Lavis e Mezzocorona del Credito Cooperativo Italiano e dalla Fondazione CR Firenze.

Per maggiori e per candidarsi: https://www.fondazioneantoniomegalizzi.eu/candidatura-progetto-ambasciatori/

Come supportare al meglio la persona con demenza: webinar gratuiti per familiari e caregiver

La persona con demenza: come supportarla al meglio” è il titolo del nuovo ciclo di webinar gratuiti organizzato da Federazione Alzheimer Italia.

Sono cinque gli appuntamenti, da mercoledì 29 marzo a lunedì 22 maggio 2023, che offriranno a familiari e caregiver la possibilità di approfondire temi che riguardano il rapporto quotidiano con la persona con demenza, fornendo consigli utili e strategie pratiche per prendersi cura al meglio di chi vive questa condizione. Saranno approfonditi argomenti relativi a tutto il percorso di vita della persona, dalle attività di stimolazione e di adattamento dell’ambiente ai rischi delle terapie farmacologiche, fino al tema delicato del fine vita e delle cure palliative.

I webinar, tenuti da specialisti che si occupano di demenza e collaborano attivamente con la Federazione Alzheimer, si svolgeranno online in diretta sulla piattaforma zoom sempre dalle 17.30 alle 19. Per partecipare è necessario iscriversi compilando il form disponibile al link bit.ly/alzheimer_webinar_2023. Le registrazioni degli appuntamenti saranno poi rese disponibili sui canali social della Federazione Alzheimer Italia.

Si comincia mercoledì 29 marzo con “Semplici strategie per le attività quotidiane insieme alla persona con demenza“: Martina Artusi, terapista occupazionale presso il Nucleo Alzheimer dell’Istituto Golgi di Abbiategrasso, darà suggerimenti pratici su come gestire al meglio la vita di tutti i giorni con la persona con demenza.

Il secondo webinar si terrà mercoledì 5 aprile e sarà tenuto dalla psicologa e psicoterapeuta Francesca Arosio, che con “Stare accanto ad una persona con demenza: conoscere ed accogliere” offrirà indicazioni utili a comprendere i comportamenti e i bisogni della persona con demenza e riuscire così a relazionarsi e comunicare nel miglior modo possibile.

Relatrice dell’incontro di lunedì 17 aprile, dal titolo La gestione delle crisi comportamentali alla luce dei risultati del progetto RECage“, sarà Sara Fascendini, geriatra responsabile Centro Alzheimer FERB Onlus di Gazzaniga (BG). Il progetto RECage è uno studio europeo che nasce con l’obiettivo di valutare l’efficacia del modello SCU-B (Unità Speciale per i Disturbi Comportamentali delle persone con demenza), ovvero una modalità d’intervento rivolta alla persona con demenza e ai suoi familiari e caregiver e fornita in unità di cure speciali.

Lunedì 15 maggio appuntamento invece con Oscar Corli, medico oncologo e direttore dell’Unità di Ricerca nel Dolore e Cure Palliative dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, il cui intervento si concentrerà su “Le cure palliative nella demenza“.

Chiuderà il ciclo il webinar in programma lunedì 22 maggio dal titolo “I rischi della politerapia nella persona con demenza“. Alessandro Nobili, ricercatore presso il Dipartimento di Ricerca Politiche per la Salute presso l’Istituto Mario Negri, illustrerà i possibili pericoli e le accortezze necessarie nella gestione delle cure farmacologiche del paziente che presenta altre malattie croniche oltre alla demenza.

Regno di Nettuno, possibilità per i giovani di svolgere il servizio civile

Anche quest’anno, presso l’area marina protetta “Regno di Nettuno”, che abbraccia le isole di Ischia e Procida, torna la possibilità per i giovani di svolgere il servizio civile universale. Il servizio civile universale è un’opportunità, riservata ai giovani dai 18 ai 29 anni non compiuti, di svolgere un anno di esperienza retribuita (alla cifra di 444,30 € al mese) di cittadinanza attiva, impegnandosi per la realizzazione di progetti di interesse generale, grazie al sostegno del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.

I progetti di Servizio Civile Universale a cui candidarsi, riferiti all’ambito della promozione e valorizzazione culturale e della solidarietà, si inseriscono in un più vasto programma promosso dalla rete dell’UNEC – Unione Nazionale Enti Culturali, alla quale aderiscono per lo più Amministrazioni Locali presenti in Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata.

Tutte le informazioni, tra cui il bando di concorso e le schede informative dei progetti, sono disponibili sul sito www.unec.tv; per restare aggiornati si consiglia di seguire i profili Facebook e Instagram dell’UNEC, mentre per informazioni è possibile contattare l’Help Desk dell’UNEC raggiungibile telefonicamente dalle 9:30 alle 13:30 al numero 081 0681646.

“Il Corpo” formazione personale corporea per professionisti. Nuovo corso promosso dall’associazione Tam – Tien a Ment

Partirà a breve la terza edizione del corso di formazione personale, dedicato ai professionisti, dal titolo “Il corpo” a cura della dott.ssa Lucia Precchia (TNPEE- Psicopedagogista) e del Dott. Guglielmo Colalillo (Riabilitatore infantile – Psicomotricista).

Questo sarà il primo di una serie di corsi che TAMLab, impresa sociale che si occupa di formazione, progettazione sociale e ricerca applicata, proporrà nel corso dell’anno 2023 per promuovere la formazione continua dei professionisti.

Il corpo scopre e impara dall’esperienza, ciò che elabora è la cognizione, il senso delle cose, il reale e l’immaginato. Per questo, l’esperienza corporea della formazione personale è fondamentale nel percorso di crescita e di scoperta per coloro che si occupano dell’altro in contesti educativi, terapeutici, relazionali.

Il percorso formativo è articolato in attività corporee singole e di gruppo, alla scoperta delle percezioni e dei sensi, dell’agito corporeo nel movimento, nella comunicazione, nella espressione e nell’ascolto. Il lavoro proposto sarà un percorso alla ricerca delle dimensioni profonde di sé nello spazio, nel tempo, nel rapporto con gli altri. Il percorso prevede 30 ore di attività laboratoriale corporea con gruppi di discussione e approfondimento.

Il corso è dedicato a: tutte le figure e discipline mediche, riabilitative e assistenziali; Psicologi; Educatori, Insegnanti di ogni ordine e grado, Insegnanti di sostegno, Operatori sanitari. Tutti coloro che desiderano fare una esperienza di attività di formazione corporea.

Il programma del corso “Il Corpo” dedicato ai professionisti prevede un incontro al mese, per un totale di 30 ore complessive di formazione.
18 Febbraio 2023 – La scoperta del corpo
18 Marzo 2023 – Lo spazio e il tempo
15 Aprile 2023 – L’ascolto e la comunicazione
13 Maggio 2023 – La ricostruzione del corpo

Sabato 21 Gennaio, alle ore 9.00, presso il centro Giovanile ASTERIX –(Via Domenico Atripaldi, 52 a Napoli), dove si svolgerà l’intero percorso formativo, avrà luogo un open day, una giornata introduttiva per approfondire il programma del corso e valutarne l’iscrizione.

Per partecipare all’open day scarica il modulo di registrazione e invialo tramite whatsapp o tramite mail ai seguenti recapiti:
Segreteria TAM: 3428440749
Email: formazione@tieniamente.it