05 Mag, 2020 | Attivi e informati, In evidenza, News dal Csv
E’ ormai entrato in vigore il Dpcm del 26 aprile 2020 con le indicazioni per la “cauta ripartenza” di diverse attività, dopo il lockdown dovuto dall’emergenza coronavirus. Per gli enti non profit vengono allentate in parte le restrizioni finora previste, ma rimane il principio predominante della prudenza. Per l’occasione CSVnet inaugura Question time, nuova video rubrica in cui gli esperti rispondono ai dubbi più stringenti sulla normativa per il terzo settore.
Si tratta di brevi video di approfondimento per sciogliere alcuni dubbi sull’applicazione della normativa di settore, con l’obiettivo di chiarire punti oscuri e offrire un’interpretazione condivisa dei nodi più complicati. Saranno coinvolti esperti in ambito giuridico, fiscale, amministrativo e non solo. Uno strumento in più che si va ad aggiungere ai focus e gli articoli dedicati al tema per offrire un’informazione di servizio non solo ai Csv ma a tutte le organizzazioni non profit.
La prima uscita è su come fare attività di volontariato in questa fase 2 dal 4 al 18 maggio per la gestione dell’emergenza coronavirus. Per l’occasione risponde alle domande Raffaele Mozzanica, avvocato esperto di enti del terzo settore e docente di diritto amministrativo dei servizi sociali presso l’Università Bicocca di Milano.
Quali sono gli ambiti in cui è possibile fare volontariato? Chi può farlo? Quali documenti deve avere con sé un volontario nei suoi spostamenti? Quali regole deve seguire? Come si devono coordinare le organizzazioni non profit e gli enti locali?
Queste le domande rivolte a Mozzanica dello Studio legale Luca Degani di Milano che ha curato per CSVnet “Prime indicazioni sull’attività e la mobilità dei volontari” un primo parere sul volontariato durante la prima fase di emergenza.
04 Mag, 2020 | Attivi e informati, Consulenza, In evidenza, News dal Csv
La Legge 27/2020, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 29 aprile, ha reso definitive le misure disposte dal Decreto legge 18/2020 (cosiddetto “Cura Italia”). Un primo approfondimento del Decreto era stato proposto nell’articolo “Decreto Cura Italia: ecco le novità per il terzo settore”.
Di seguito l’analisi delle disposizioni modificate riportate in un articolo del Cantiere terzo settore ripreso da CSVnet.
Approvazione del bilancio, esteso il termine per tutti gli enti non profit (art.35, c.3-ter)
La modifica più rilevante riguarda l’estensione del termine di approvazione dei bilanci al 31 ottobre 2020 per tutti gli enti non profit, e non solo per le organizzazioni di volontariato (Odv), le associazioni di promozione sociale (Aps) e le Onlus, come previsto nel testo originario.
Con l’aggiunta del comma 3-ter all’art.35, la proroga si applica di fatto a tutte le associazioni, riconosciute e non riconosciute, alle fondazioni e a i comitati disciplinati dal Titolo II del Libro I del Codice civile, nonché a tutti gli enti non commerciali (art.73, c.1, lett. c) del DPR 917/1986).
Qualora tali soggetti siano tenuti, per legge o per statuto, ad approvare il proprio bilancio di esercizio entro il periodo che va dal 1° febbraio al 31 luglio 2020 (il periodo di durata dello stato di emergenza dichiarato dal Governo), possono derogare a tali disposizioni, posticipando l’approvazione del bilancio fino al 31 ottobre 2020. La proroga in questione sembra legittimare tutti gli enti non profit a posticipare fino al termine indicato la convocazione in presenza degli organi sociali deputati all’approvazione del bilancio (qualora la sua approvazione cada nel periodo 1° febbraio-31 luglio 2020), e ciò al fine di tutelare il diritto ad un’effettiva ed informata partecipazione dei consociati.
In relazione alla possibilità di riunire gli organi sociali in questo periodo, si ricorda che sempre il Decreto “Cura Italia” ha previsto (all’art.73, c.4, che non è stato sostanzialmente modificato dalla Legge di conversione) che le associazioni e le fondazioni possano svolgere tali riunioni in videoconferenza fino al 31 luglio 2020, e ciò anche qualora tale modalità non sia espressamente contemplata negli statuti e nei regolamenti delle organizzazioni. Sul tema, si rinvia all’articolo “Non profit: le riunioni degli organi sociali ai tempi del coronavirus”.
Nel termine “bilanci” sembra potersi ricomprendere non solo il bilancio di esercizio ma anche il bilancio sociale, qualora la sua adozione sia prevista come obbligatoria dallo statuto degli enti.
Confermato il termine per l’approvazione delle modifiche statutarie per Odv, Aps ed Onlus in assemblea ordinaria (art.35, commi 1 e 2)
Sono rimasti immutati i primi due commi del Decreto “Cura Italia”, e quindi è stata confermata la data del 31 ottobre 2020 per effettuare le modifiche statutarie per Odv, Aps ed Onlus (costituitesi prima del 3 agosto 2017) con le maggioranze previste per l’assemblea ordinaria.
La proroga al 31 ottobre 2020 vale anche per le imprese sociali: qualora esse si siano costituite prima del 20 luglio 2017, potranno procedere alla modifica in assemblea ordinaria.
Rendicontazione del 5 per mille e di altri progetti (art.35, c.3 e 3-bis)
Alcune importanti modifiche hanno riguardato gli obblighi relativi al 5 per mille.
In particolare, le Odv, le Aps e le Onlus sono state autorizzate a svolgere le attività correlate ai fondi del 5 per mille 2017 entro la data del 31 ottobre 2020.
Per il solo 2020, inoltre, è stato modificato il termine (disposto dall’art.8, c.1 del Decreto legislativo 111/2017) per la redazione del rendiconto sull’utilizzo delle somme percepite (che è stato portato a 18 mesi dalla data di ricezione delle somme, invece di un anno), dando così più tempo ai beneficiari del contributo.
Si ricorda che, in assenza del DPCM attuativo del Decreto legislativo 111/2017, gli obblighi di rendicontazione del contributo sono ancora disciplinati dal DPCM 23 aprile 2010 (modificato e integrato dal DPCM 7 luglio 2016): in relazione a ciò, nel corso dell’esame al Senato del Decreto “Cura Italia”, è stato accolto un ordine del giorno che impegna il Governo ad emanare il menzionato DPCM entro 2 settimane dall’entrata in vigore della Legge di conversione, oltre che ad erogare ai beneficiari le risorse del 5 per mille 2018 entro giugno 2020 e quelle del 2019 entro dicembre 2020.
Sono stati infine prorogati al 31 ottobre 2020 i termini per la rendicontazione di progetti assegnati ad Odv, Aps ed Onlus sulla base di leggi nazionali e regionali.
Aderendo ad un’interpretazione letterale del testo di legge, le misure descritte in questo paragrafo sembrano applicarsi solo ad Odv, Aps ed Onlus. Sembra però che, quantomeno le disposizioni agevolative in tema di 5 per mille, debbano essere estese anche agli enti non profit ed enti non commerciali (menzionati al comma 3-ter), qualora fossero beneficiari del 5 per mille, di modo da evitare delle irragionevoli e ingiustificate disparità di trattamento. Di ciò è possibile trovare riscontro anche nel dossier parlamentare relativo al Decreto “Cura Italia”.
Per un riepilogo degli enti che possono essere beneficiari del contributo del 5 per mille, si veda l’articolo “5 per mille 2020, ecco come iscriversi”.
Misure di sostegno per i volontari della protezione civile (art.35-bis)
La disposizione riguarda i volontari impegnati nelle attività di protezione civile nell’emergenza dettata dal Covid-19.
Il Decreto legislativo 1/2018 (Codice della protezione civile) dispone (art.39) strumenti per consentire l’effettiva partecipazione dei volontari alle attività di protezione civile, garantendo ai volontari (di enti iscritti nell’Elenco nazionale del volontariato di protezione civile) impiegati in attività di soccorso ed assistenza per eventi emergenziali di protezione civile:
- a) il mantenimento del posto di lavoro pubblico o privato;
- b) il mantenimento del trattamento economico e previdenziale da parte del datore di lavoro pubblico o privato;
- c) la copertura assicurativa.
I volontari in questione devono comunque essere autorizzati tramite apposita comunicazione del Dipartimento della protezione civile.
Tali garanzie sono assicurate (art.39, c.1, del Codice della protezione civile) per un periodo non superiore a trenta giorni continuativi e fino a novanta giorni nell’anno; tale periodo può essere aumentato, in occasione di situazioni di emergenza di rilievo nazionale, fino a sessanta giorni continuativi e fino a centottanta giorni nell’anno, sempre su autorizzazione del Dipartimento della protezione civile, e per i casi di effettiva necessità singolarmente individuati (art.39, c.2, del Codice della protezione civile).
La deroga di cui all’art.35-bis del Decreto “Cura Italia” eleva, per l’emergenza Covid-19, il periodo continuativo di 60 giorni portandolo a 180, mentre rimane invariato il numero massimo di giorni nell’anno (sempre di 180). Appare comunque sempre necessaria l’autorizzazione da parte del Dipartimento della protezione civile.
Modifica alla Legge sulla cooperazione internazionale (art.35, c.3-quater)
La disposizione va a modificare l’art.26, c.3 della Legge 125/2014 sulla cooperazione internazionale, prorogando di un anno la cadenza (da “almeno biennale” ad “almeno triennale”) della verifica periodica a cui sono sottoposte le organizzazioni che operano nell’ambito della cooperazione allo sviluppo.
Ad effettuare la verifica è il Comitato congiunto per la cooperazione e lo sviluppo, e al termine di essa i soggetti della cooperazione sono iscritti in apposito elenco, pubblicato e aggiornato periodicamente dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo (AICS).
Donazioni a sostegno dell’emergenza: aggiunti gli enti religiosi (art.66)
Con una modifica all’art.66 del Decreto, sono stati aggiunti gli enti religiosi civilmente riconosciuti al novero dei soggetti ai quali è possibile effettuare erogazioni in denaro o in natura finalizzate a finanziare interventi in materia di contrasto all’emergenza da Covid-19, e che danno diritto alla detrazione o alla deduzione per i donatori. Come già specificato in un articolo dedicato alla prima versione del testo di legge, il Cura Italia stabilisce anche nuove indicazioni sulle donazioni.
29 Apr, 2020 | Attivi e informati, In evidenza, News dal Csv
In questo scenario di emergenza è difficile prevedere come cambierà la società e quale sarà il nuovo impegno del volontariato, che dovrà confrontarsi con nuovi bisogni emergenti e affrontare nuove sfide.
CSV Napoli, per meglio orientare i propri servizi di supporto al volontariato, ha avviato un sondaggio che permetterà di monitorare le attività messe in campo dai volontari degli ETS della città metropolitana di Napoli per far fronte a questa emergenza sanitaria e sociale (grado di operatività, problemi riscontrati, bisogni rilevati, impiego dei volontari, necessità di servizi di supporto ecc. ) e leggere, ove possibile, i bisogni legati al post-emergenza.
Per contribuire al sondaggio clicca sul seguente link:
http://gestionale.csvnapoli.it/Frontend/Questionario/Questionario.aspx?ID=-1&IDQ=109&IDR=8778&IDRT=21
Ti ringraziamo in anticipo per l’attenzione che vorrai dedicarci.
28 Apr, 2020 | Attivi e informati, In evidenza, News dal Csv
#ZonaVerde è una iniziativa di Bando nella Matassa, il servizio di monitoraggio bandi nato nel 2014 per raccogliere e monitorare le opportunità di finanziamento.
Attraverso ZonaVerde sarà possibile aggiornarsi ed informarsi sui bandi nazionali e internazionali e sostegni economici pubblici a favore di imprese, professionisti, organizzazioni del Terzo Settore che stanno pagando gli effetti dell’emergenza sanitaria Covid-19.
Le iniziative individuate e i relativi approfondimenti saranno consultabili non solo dagli abbonati al Bando della Matassa ma da tutti coloro che sono interessati.
Un modo per stare al fianco di chi produce, un gesto per far rete contro la crisi con l’augurio che l’Italia esca presto dalla zona rossa.
Visita il sito…clicca qui
28 Apr, 2020 | Attivi e informati, In evidenza, News dal Csv
L’emergenza Covid-19 sta mettendo a dura prova la tenuta psicologica delle persone alle prese con una situazione inedita nella sua drammaticità. Il timore del contagio, le misure di isolamento, tanto indispensabili sul piano sanitario, quanto difficili su quello umano, la solitudine, i lutti, le incertezze economiche: tutti elementi che possono far nascere attacchi di ansia, stress, paure, disagio.
Per queste ragioni è nato il numero verde di supporto psicologico 800.833.833, attivato dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile, con il sostegno tecnologico offerto gratuitamente da TIM. Un numero scelto rendendo omaggio alla Legge 23 dicembre 1978, numero 833, che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale. Il numero sarà raggiungibile anche dall’estero al 02.20228733 e saranno previste modalità di accesso anche per i non udenti.
“È una risposta strutturata ed importante messa in atto accanto a tutti gli sforzi della sanità italiana per fronteggiare al meglio la sfida del Coronavirus – spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza –. In questo momento è fondamentale essere vicini alle persone che hanno bisogno di un sostegno emotivo, dare ascolto alle loro fragilità, affrontare insieme le paure”.
Tutti i giorni, dalle ore 8 alle 24, professionisti specializzati, psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti, risponderanno al telefono alle richieste di aiuto. L’iniziativa punta ad affiancare, in questa fase di isolamento sociale, tutti i servizi di assistenza psicologica garantiti dal SSN: è sicuro, gratuito e organizzato su due livelli di intervento. Il primo livello è di ascolto telefonico e si propone di rispondere al disagio derivante dal Covid-19. L’obiettivo è fornire rassicurazioni e suggerimenti, aiutare ad attenuare l’ansia davanti ad una quotidianità travolta dall’arrivo dell’epidemia e si risolve in un unico colloquio.
Per rispondere all’esigenza di fornire un ascolto più approfondito e prolungato nel tempo, le chiamate saranno indirizzate verso il secondo livello di cui fanno parte, oltre ai servizi sanitari e sociosanitari del SSN, molte società scientifiche in ambito psicologico. Le richieste di aiuto saranno inoltrate dal primo livello anche in base alle loro specificità: ad esempio, psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza, dipendenze, psico-oncologia. I professionisti del secondo livello offriranno colloqui di sostegno, ripetuti fino a 4 volte, via telefono oppure on line. L’obiettivo è fornire consultazioni esperte attraverso un ascolto empatico del dolore e dell’angoscia connessa all’emergenza, favorendo così l’attivazione di un processo di elaborazione dell’evento traumatico. Tutto ciò consente a chi chiede aiuto l’acquisizione di competenze emotive e cognitive utili per affrontare anche il post-emergenza.
“Il volontariato di protezione civile è uno dei pilastri su cui da sempre si fonda il nostro Servizio Nazionale. Nel corso degli anni il Dipartimento ha puntato molto sulla formazione e siamo orgogliosi di poter contare sul lavoro di oltre 800mila uomini e donne preparate a fronteggiare sfide diverse e sempre impegnative. A partire da oggi, oltre alle tante attività che hanno visto al lavoro i nostri volontari nella lotta al Covid-19, saremo impegnati con le associazioni specializzate in psicologia dell’emergenza nel supporto al servizio d’ascolto psicologico. Ancora una volta i volontari di protezione civile hanno messo a servizio del Paese la loro grande passione e professionalità” spiega Angelo Borrelli, Capo Dipartimento Protezione Civile.
Il servizio coordinato dal Ministero della Salute, dalla dottoressa Mariella Mainolfi, con il supporto tecnico della dottoressa Maria Assunta Giannini, vede la partecipazione di diverse associazioni e società scientifiche di area psicologica.
Del primo livello fanno parte più di 500 psicologi dell’emergenza afferenti alle Associazioni del Volontariato della Protezione Civile: Federazione Psicologi per i Popoli, la Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza, il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, il Centro Alfredo Rampi.
Al secondo livello partecipano oltre 1500 psicoterapeuti volontari delle seguenti società scientifiche iscritte nell’elenco del Ministero (D.M. 2 agosto 2017) e facenti parte della Consulta CNOP: l’Associazione Italiana di Psicologia (AIP), l’Associazione Italiana Psicologia Psicoanalitica (AIPA), la Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia (FIAP), Soci Italiani European Federation for Psychoanalytic Psychotherapy (SIEFPP), la Società Italiana di Psico-oncologia (SIPO), la Società Italiana di Psicologia Pediatrica (S.I.P.Ped), la Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC), la Società Italiana Tossicodipendenze (SITD) e la Società Psicoanalitica Italiana (SPI).
27 Apr, 2020 | Attivi e informati, In evidenza, News dal Csv
Non c’è dubbio che la pesante crisi sanitaria, economica e sociale prodotta dal contagio da coronavirus sta producendo nel nostro Paese un’altra emergenza altrettanto pericolosa per il futuro dei cittadini, del sistema economico e per le libertà democratiche. L’ emergenza è quella prodotta dalle mafie che, a vari livelli e nelle loro diverse specificità e interessi, stanno lavorando ovunque nel tentativo di utilizzare anche questa emergenza per aumentare il proprio potere, economico e politico, a danno di tutti.
Preoccupazioni al centro di un documento già pubblicato lo scorso 30 marzo, frutto della riflessione delle associazioni antiracket e antiusura aderenti a SOS IMPRESA – Rete per la Legalità. Un allarme che è stato oggetto di prese di posizioni delle più alte cariche dello Stato: dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Papa Francesco, del ministro dell’Interno Lamorgese, dal capo della Polizia al procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho; oltre che da un ampio numero di magistrati. Anche la Banca d’Italia ha richiamato il mondo bancario a comportamenti virtuosi e responsabili nei confronti delle imprese e delle famiglie in linea con le indicazioni del Governo e dell’interesse generale del Paese prima di tutto. Papa Francesco, dall’alto del suo magistero, poi, ha richiamato i rischi inerenti alla diffusione di povertà e dell’usura.
Riflessioni che hanno portato alla costituzione di un Osservatorio nazionale antiracket e antiusura con lo scopo di promuovere e sostenere la raccolta di segnalazioni e informazioni utili sulle attività mafiose in corso in tutto il Paese e segnalarle alle autorità competenti attraverso canali discreti e riservati. Un contributo fattivo, a partire delle specificità di questo intervento, per contrastare il racket e l’usura.
«L’obiettivo è di contribuire a delineare mappe territoriali delle criticità criminali – scrive Sos Impresa Rete per la Legalità – ma anche di monitorare i comparti economici più a rischio, mettere a disposizione delle forze dell’ordine e della magistratura testimonianze sul modus operandi della criminalità organizzata sui territori, offrire conoscenze esaustive sul welfare criminale utilizzando a pieno la rete nazionale delle nostre associazioni, gli imprenditori in prima fila e quelli che assistiamo, i commercianti, gli artigiani che vivono e lavorano sulla strada, nei quartieri, nelle città. Riteniamo che la presenza forte e diffusa delle organizzazioni mafiose in questo momento nel nostro Paese sia ancora più pericolosa e potenzialmente lesiva anche della stessa tenuta democratica nazionale. Rileviamo elementi di un’attività di fomentazione e organizzazione del disagio sociale popolare in aree e settori fortemente a rischio, soprattutto nelle periferie dei grandi centri urbani. Soffiano sulla tensione sociale in attesa di utilizzarla insieme a frange di estremismo populista e della destra estrema eversiva».
Indispensabile e dovere di tutti aiutare le imprese sane e le famiglie italiane a non finire inesorabilmente nella rete della criminalità, che è già pronta a investire.
«L’enorme disponibilità finanziarie e la velocità decisionale di cui dispongono le consorterie mafiose in tutta Italia – si legge ancora nel documento di Sos Impresa Rete per la Legalità – rischiano di arrivare prima dello Stato e rendere, oltre che tardivo e inutile, addirittura dannoso un successivo intervento pubblico a sostegno di queste imprese che nel frattempo rischiano di essere diventate imprese a capitale mafioso o pesantemente infiltrate dalle organizzazioni criminali. Per queste ragioni pensiamo che anche il mondo delle banche non possa sottrarsi al suo ruolo di protagonista in questa battaglia per contrastare il rischio mafioso. È successo troppo spesso, in passato, che i comportamenti e le scelte che alcune, anche importanti, componenti del sistema bancario, hanno eluso provvedimenti importanti a favore dei denuncianti e delle vittime dell’estorsione e dell’usura – pensiamo all’Accordo Quadro del 2007 – assumendo atteggiamenti compiacenti a favore dei poteri forti e di interessi grigi piuttosto che fare gli interessi dei propri risparmiatori e del Paese. Non possiamo non rilevare come talune rigidità del sistema bancario e alcuni comportamenti troppo discrezionali favoriscano il dilagare del fenomeno usuraio in tutta Italia».
Anche su questo fronte l’intenzione è di raccogliere segnalazioni e denunce di eventuali atteggiamenti di indisponibilità e/o discriminazione da parte di istituti o agenzie bancarie da girare direttamente agli organismi di vigilanza bancaria preposta al controllo della regolarità del sistema. Rifuggendo, inoltre, da ogni atteggiamento autoreferenziale anche attraverso l’Osservatorio nazionale antiracket e antiusura l’impegno è nel fare rete con il vasto e vario mondo delle associazioni antimafia nel tentativo di dare vita a un’iniziativa unitaria che contribuisca a rendere più forte ed efficace lo sforzo che ognuno sta mettendo in campo. Questo, nel comune obiettivo di difendere decenni di impegno e conquiste antimafia e per impedire che si torni indietro o che le stesse mafie si rafforzino sfruttando la crisi sanitaria, economica e sociale che il nostro Paese sta attraversando.
“Tutti uniti contro il virus della mafia“, infatti, è il titolo della campagna di sensibilizzazione sui social che accompagnerà l’attività dell’Osservatorio. Il numero verde 800900767 e la mail info@sosimpresa.org, invece, sono già attive per raccogliere qualsiasi segnalazione, anche anonima, e tradurla in denuncia concreta nelle sedi opportune e preposte.