13 Ago, 2025 | Bandi e opportunità, In evidenza
Se sei un fotografo amatoriale o professionista interessato alle competenze dei giovani, partecipa al concorso fotografico UNESCO-UNEVOC Skills in Action!
Puoi partecipare se:
•hai almeno 18 anni
•sei il proprietario o il titolare dei diritti d’autore delle foto presentate
Le foto devono mettere in evidenza gli aspetti innovativi dell’istruzione e formazione tecnica e professionale (IFTP), catturando momenti interessanti che mostrino come l’IFP stia fornendo ai giovani le competenze per il futuro.
Il tema del concorso di quest’anno è “L’ empowerment dei giovani attraverso l’IA e le competenze digitali” e le candidature devono concentrarsi su uno o più dei seguenti aspetti:
•IA e competenze digitali nell’IFTP
•Equità nella tecnologia
•Soluzioni digitali per un futuro verde
•Competenze digitali per la pace
I vincitori riceveranno i seguenti premi:
1° premio – 750 USD
2° premio – 500 USD
3° premio – 350 USD
I fotografi vincitori e i finalisti riceveranno un certificato e le loro candidature saranno pubblicate sul sito web dell’UNESCO-UNEVOC e su varie piattaforme di social media.
Per partecipare c’è tempo fino al 15 settembre.
Clicca qui per maggiori informazioni
12 Ago, 2025 | Bandi e opportunità, In evidenza
Torna il “Social Film Production Con il Sud” il bando che fa incontrare il mondo del Cinema – imprese cinematografiche italiane o internazionali – con il Terzo settore – organizzazioni non profit meridionali – per raccontare il Sud Italia attraverso le tematiche sociali. L’iniziativa, giunta alla terza edizione, è promossa da Fondazione Con il Sud e Fondazione Apulia Film Commission che mettono a disposizione complessivamente 500 mila euro per produrre 10 opere filmiche che affrontino il tema del processo virtuoso di sviluppo del capitale sociale nel Sud Italia.
L’iniziativa si rivolge a partenariati composti da almeno tre organizzazioni: l’impresa cinematografica proponente dovrà essere affiancata da almeno due enti del Terzo settore meridionale (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia), che avranno un ruolo di valorizzazione e promozione della tematica affrontata, nella fase di ideazione e realizzazione del prodotto audiovisivo e della promozione. Le riprese, così come le attività di promozione sul territorio, potranno essere svolte in una o più delle regioni meridionali in cui interviene la Fondazione Con il Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia).
Le opere potranno essere documentari (della durata compresa tra i 20 e i 52 minuti) o cortometraggi di animazione (della durata minima di 10 minuti). A disposizione 50.000 euro complessivi per progetto.
Le proposte potranno affrontare una o più tematiche sociali tra quelle previste nel bando. Beni comuni e territorio: tutela, cura e valorizzazione del patrimonio ambientale, del paesaggio, della biodiversità, del patrimonio culturale materiale e immateriale; valorizzazione di terreni incolti o abbandonati, di beni confiscati alle mafie, di periferie urbane, di biblioteche di comunità; promozione culturale e turismo responsabile; legalità: educazione alla legalità; contrasto alla criminalità organizzata; percorsi di inclusione socio-lavorativa di persone detenute; diritti: cura e integrazione delle persone con disabilità; cura e integrazione degli anziani; supporto ai caregiver; contrasto allo sfruttamento sessuale e lavorativo e integrazione degli immigrati; contrasto alla violenza e promozione della parità di genere; housing sociale; nuove generazioni: servizi per l’infanzia, contrasto alla dispersione scolastica e alle povertà educative; contrasto al lavoro minorile; accoglienza e interazione dei minori stranieri non accompagnati; promozione dei giovani talenti in ambito economico sociale e della ricerca scientifica; cittadinanza attiva: promozione della cittadinanza attiva, volontariato; promozione della partecipazione attraverso lo sport sociale, l’arte urbana; comunità e spopolamento: contrasto al fenomeno della denatalità e dello spopolamento al Sud, promozione della rigenerazione demografica, sociale e culturale delle comunità; promozione dell’economia sociale nell’ambito dello sviluppo locale del territorio; oltre i luoghi comuni e pensiero femminile: contrasto alla narrazione stereotipata di comunità e persone.
Attraverso le due precedenti edizioni del Social Film Production Con il Sud sono stati prodotti 16 documentari e 4 cortometraggi che, oltre a essere proiettati nelle sale e trasmessi in canali televisivi o piattaforme digitali, essere stati selezionati in numerosi festival nazionali e internazionali ottenendo importanti riconoscimenti, sono ancora al centro di incontri ed eventi partecipativi promossi in contesti istituzionali, sociali, culturali ed educativi legati ai temi affrontati.
I documentari e cortometraggi attualmente sono disponibili su Amazon Prime Video, che ha dedicato un carosello “Un Sud mai visto” all’iniziativa e su Rai Play, contribuendo ad alimentare e qualificare una originale narrazione sul Sud e sul sociale verso l’opinione pubblica.
L’iniziativa è realizzata in modo congiunto e integrato dalla Fondazione Con il Sud e dalla Fondazione Apulia Film Commission, sostenuta pariteticamente dai due enti e in particolare dalla Regione Puglia a valere su risorse del programma regionale per il Welfare culturale e con risorse private dalla Fondazione Con il Sud.
La domanda di partecipazione, completa della documentazione richiesta, dovrà essere trasmessa unicamente a mezzo pec all’indirizzo PEC progetti@pec.apuliafilmcommission.it , entro e non oltre le ore 12:00 del giorno 03 novembre 2025 (il limite massimo per ogni cartella è di 30 MB).
La documentazione necessaria per partecipare al bando è disponibile al seguente link.
12 Ago, 2025 | Bandi e opportunità, In evidenza
C’è tempo fino al 30 settembre 2025 per candidarsi al secondo round di selezione di “Get it! – Percorso di Valore”. Il programma, promosso da Fondazione Cariplo e realizzato dalla Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore in partnership con Cariplo Factory, ha l’obiettivo di supportare iniziative imprenditoriali a impatto attraverso l’offerta di percorsi di incubazione/accelerazione, mentorship e investimento.
Dal 2018, Get it! costituisce un modello di intervento consolidato e inclusivo a supporto dell’ecosistema italiano della social innovation e dell’impact investing. Mettendo in campo oltre 5 milioni di euro, fino ad oggi, il programma ha: realizzato 22 “Call for Impact” – lungo le diverse declinazioni del programma; coinvolto oltre 4.000 innovatori, circa 50 mentors e 30 incubatori/acceleratori accreditati; raccolto 1.795 candidature, offrendo 159 percorsi di empowerment su tutto il territorio nazionale; investito complessivamente oltre 1 milione di euro in 20 startup a impatto.
La Call For Impact offrirà ai team di aspiranti imprenditori e innovatori – che dal 1° aprile al 30 settembre 2025 candideranno al programma la propria idea o startup a impatto – la possibilità di:
- Accedere ai percorsi di incubazione/accelerazione e mentorship del valore compreso tra i 20.000 e 25.000 euro, che saranno offerti a un massimo di 6 team;
- Ricevere un rimborso forfettario per le spese di partecipazione sostenute dalle startup, pari a 3.500 euro. L’obiettivo è favorire l’accesso ai percorsi di incubazione/accelerazione e mentorship a tutte le iniziative meritevoli che incontrano difficoltà economiche nella partecipazione.
- Partecipare a un Investor Day annuale che consentirà alle 2 migliori startup selezionate da Get it! di ricevere un investimento di 100.000 euro e 50.000 euro da parte di FSVGDA. Verranno, inoltre, assegnate ulteriori premialità da FSVGDA – come un potenziale investimento Seed – e di Partner Terzi (es. co-investimenti).
- Gravitare all’interno del network di investitori, business angels e professionisti operanti nell’ambito dell’ecosistema dei partner promotori del programma, beneficiando altresì di una elevata visibilità sui canali di comunicazione della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore e Cariplo Factory.
“Get it! continua a essere un programma emblematico e un tassello fondamentale nell’approccio integrato all’innovazione sociale promosso da Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, in collaborazione con Cariplo Factory e Fondazione Cariplo. Risponde pienamente alla volontà della nostra Fondazione di fornire un ampio ventaglio di strumenti e servizi a supporto dell’imprenditoria sociale innovativa, bilanciando l’offerta di competenze e capitali sul mercato e intervenendo in tutti gli stadi del ciclo di vita delle imprese. Nello specifico, la call for impact tradizionale ci consente di accompagnare le start-up lungo un percorso di crescita all’interno dell’ecosistema di incubatori, acceleratori, mentor, investitori, aziende e istituzioni.” – ha dichiarato Marco Gerevini, Consigliere di amministrazione della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore.
Qui per candidarsi alla Call di Get it! entro il 30 settembre 2025
11 Ago, 2025 | Bandi e opportunità, In evidenza
La Direzione Generale per le Politiche Sociali e Socio-Sanitarie ha pubblicato l’ Avviso per manifestazione di interesse per l’istituzione e/o il potenziamento nonché per il funzionamento di Sportelli Arcobaleno (CAD) o Rifugi Arcobaleno (CAA) sul territorio della Regione Campania.
Il Decreto Dirigenziale n.1249 del 24 luglio 2025 prevede:
- Istituzione e/o potenziamento, nonché funzionamento Sportelli Arcobaleno (CAD);
- Istituzione e/o potenziamento, nonché funzionamento Rifugi Arcobaleno (CAA).
Il presente Avviso dispone di una dotazione finanziaria complessiva pari ad € 600.000,00 di cui € 400.000,00 per gli Sportelli Arcobaleno (CAD) e € 200.000,00 per i Rifugi Arcobaleno (CAA).
In considerazione dell’ammontare delle risorse, i proponenti potranno richiedere un contributo massimo di:
- € 40.00000 per l’istituzione e/o il potenziamento, nonché il funzionamento di Sportelli Arcobaleno (CAD) per almeno 12 mesi;
- € 50.000,00 per Istituzione e/o potenziamento, nonché funzionamento di Rifugi Arcobaleno (CAA) per almeno 24 mesi.
Sono ammessi a partecipare gli Ambiti Territoriali della Campania (come definiti dalla deliberazione di Giunta Regionale n. 320 del 3 luglio 2012 e, da ultimo, con DGR n.670 del 17/12/2019) in partenariato con Enti del Terzo Settore con comprovata esperienza in materia di contrasto alla violenza ed alla discriminazione determinate dall’orientamento sessuale e/o dall’identità di genere.
Capofila del partenariato (nella forma dell’ATS) deve essere il Comune capofila dell’Ambito (o il Consorzio, laddove costituito), che resta unico referente e responsabile del progetto nei confronti dell’Amministrazione regionale.
Gli enti del Terzo settore possono partecipare ad un massimo di due progetti su ciascuna linea di finanziamento.
Ogni ATS può presentare, a pena di esclusione, una sola proposta progettuale per ciascuna linea oggetto del presente Avviso.
Le domande, sottoscritte con firma digitale, devono essere inoltrate esclusivamente tramite posta elettronica certificata al seguente indirizzo: dg.500500@pec.regione.campania.it a partire dalle ore 08:00 del 1° settembre alle ore 23:59 del 20 ottobre 2025.
L’oggetto della PEC deve riportare la dicitura: “Richiesta di contributi per Sportelli o Rifugi Arcobaleno sul territorio della Regione Campania”.
11 Ago, 2025 | In evidenza, Senza categoria
Giovedì 25 settembre, dalle ore 17.00 alle 19.00, su piattaforma Zoom si terrà un incontro online dedicato alla presentazione di VERIF!CO, la piattaforma digitale pensata per supportare gli Enti del Terzo Settore nella gestione amministrativa e organizzativa.
L’incontro è rivolto agli ETS del territorio che ancora non conoscono o non utilizzano VERIF!CO e rappresenta un’occasione preziosa per scoprire tutte le potenzialità offerte dallo strumento, fare domande e valutare insieme la possibilità di adottarlo a beneficio della tua organizzazione.
Clicca su questo link per iscriverti https://us06web.zoom.us/meeting/register/x-lBElT5Qq2rNgu8fU3idw
Dopo l’iscrizione riceverai un’email con il link per il collegamento.
Non perdere questa opportunità per scoprire come VERIF!CO può semplificare la gestione della tua organizzazione!
07 Ago, 2025 | In evidenza
Riproponiamo l’articolo di Paolo Addis per Cantiere Terzo Settore relativo al Ruas, il registro istituito con la legge di bilancio 2025 e gestito dal Ministero della salute per valorizzare il ruolo delle associazioni dei pazienti.
Secondo il codice del Terzo settore, un ente del Terzo settore (Ets), per essere tale, deve essere iscritto al registro unico nazionale del Terzo settore (Runts). Gli Ets, però, eventualmente, possono essere iscritti anche ad altri registri, creati con diverse finalità. Da qualche mese a questo mosaico si è aggiunto un altro tassello: la legge di bilancio per il 2025 (legge n. 207 del 30 dicembre 2024), al comma 294 dell’art. 1, istituisce il Registro unico delle associazioni della salute (Ruas), “gestito dal Ministero della salute, consultabile in uno specifico sito internet, raggiungibile anche dal sito internet istituzionale del Ministero medesimo”.
La legge di bilancio fornisce anche ulteriori elementi essenziali per capire quali siano le finalità e la struttura del Ruas. Innanzitutto, al già citato comma 294, si precisa immediatamente che potranno iscriversi nel Ruas le associazioni:
- costituite da almeno dieci anni;
- iscritte al Runts o “ad altro albo ufficialmente riconosciuto”;
- che abbiano adottato “l’approccio di qualità previsto dalla scheda 14 del Patto per la salute” approvato nel 2019 in Conferenza Stato-Regioni;
- che applicano i criteri di trasparenza e di rendicontazione previsti per le attività di interesse pubblico;
- che “rappresentano e promuovono, nell’ambito della propria attività, le istanze di cittadini, pazienti e caregiver in ambito sanitario”.
Si tratta di indicazioni che rendono immediatamente possibili alcune considerazioni.
In primo luogo, il legislatore, prevedendo una serie di condizioni per l’iscrizione, ci offre un primo identikit delle organizzazioni che dovrebbero figurare nel Ruas. La ratio dei requisiti stabiliti dalla legge è abbastanza chiara: quella relativo all’età dell’associazione, ad esempio, dovrebbe servire a garantire che le associazioni iscritte al Ruas abbiano una certa esperienza e siano, in un certo senso, delle realtà consolidate; quella relativo alla trasparenza è coerente con l’importanza che il legislatore le attribuisce anche in merito all’attività di soggetti privati e, per quello che qui ci interessa, con riferimento all’attività degli Ets.
Non si tratta, però, di scelte “neutrali” o prive di controindicazioni; ad esempio, è stato sottolineato come i paletti fissati dalla legge rischino di tagliare fuori dal Ruas associazioni come quelle che si occupano di malattie rare: molte di queste associazioni, infatti, sono nate da meno di dieci anni.
Ma che cosa discende dall’iscrizione al Ruas?
In linea di massima, l’iscrizione al Ruas ha due scopi.
Il primo è quella delineato dal comma 293 dell’articolo di legge sopra citato. Vi si dispone che il Ministro della salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) dovrebbero definire, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge n. 207/2024, i criteri per la partecipazione delle associazioni iscritte nel Ruas ai principali processi decisionali in materia di salute, individuati dal medesimo Ministro della salute, e alle fasi di consultazione della Commissione scientifica ed economica dell’Aifa, nelle aree di coinvolgimento individuate dall’Aifa stessa. La legge specifica anche che l’amministrazione destinataria dei pareri e delle osservazioni delle associazioni iscritte al Ruas “è tenuta, all’esito del processo decisionale, a motivare in forma esplicita l’eventuale scostamento dalle proposte contenute nei contributi resi in sede consultiva dalle associazioni medesime”. Tutto questo, con lo scopo di “valorizzare, nell’interesse pubblico, il contributo, le competenze e la capacità di impatto delle associazioni di pazienti, dei gruppi di associazioni di pazienti e delle loro federazioni”.
La seconda finalità dell’iscrizione al Ruas è quella che emerge dal comma 295, dove si stabilisce che il Ministero della salute è tenuto a inserire un rappresentante delle associazioni iscritte al Ruas “all’interno degli organismi costituiti presso il Ministero medesimo, ai comitati, tavoli di lavoro, osservatori e gruppi di lavoro, in base all’oggetto specifico e ai percorsi istituzionali specificamente attivi, individuati dallo stesso Ministero”. Il coinvolgimento del rappresentante delle associazioni riguarderà “i provvedimenti, i piani e i programmi individuati dal Ministero della salute e tutte le fasi, dall’istruttoria all’adozione finale dell’atto, del provvedimento o della decisione, nonché i percorsi decisionali sui farmaci individuati dalla Commissione scientifica ed economica dell’Aifa”.
Per quanto riguarda la scelta del rappresentante, essa spetterà alle associazioni iscritte al Ruas “rilevanti e significative rispetto all’oggetto in discussione, con riferimento alla specifica patologia”. Della nomina si dovrà dar notizia nel sito del Ruas; la persona individuata come rappresentante dovrà sottoscrivere una dichiarazione relativa all’assenza di conflitti di interessi e non riceverà “compensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati”.Si tratta di una disciplina che presenta diversi aspetti che andrebbero chiariti dalla normativa di attuazione.
A oggi, i termini fissati dalla legge sono ampiamente scaduti, ma il decreto ministeriale che deve indicare i criteri per la partecipazione non è ancora stato adottato.
Nel complesso, si tratta previsioni certamente rilevanti per gli Ets che si occupano di tutela del diritto alla salute e della promozione e garanzia dei diritti dei pazienti e dei loro familiari. Come è stato sottolineato, oggi il diritto alla salute è garantito con interventi sanitari e sociosanitari che richiedono non soltanto la programmazione, l’organizzazione, la progettazione ed l’erogazione di servizi e di prestazioni in forma coordinata e integrata, ma anche il coinvolgimento attivo dei pazienti e delle loro associazioni: già l’articolo 14 del decreto legislativo n. 502/1992 affidava alle regioni il compito di prevedere “forme di partecipazione delle organizzazioni dei cittadini e del volontariato impegnato nella tutela del diritto alla salute nelle attività relative alla programmazione, al controllo e alla valutazione dei servizi sanitari a livello regionale, aziendale e distrettuale”. In termini generali, si tratta di un approccio “personalista”, conforme all’impostazione, adottata dalla nostra Costituzione, secondo cui il fine ultimo dell’azione dei poteri pubblici devono essere la tutela e lo sviluppo della persona umana, della sua dignità e dei suoi diritti.
Tenendo presente questo aspetto di fondo, l’istituzione del Ruas, dal punto di vista del diritto del Terzo settore, andrebbe analizzata a partire dell’advocacy quale attività di interesse generale e – volendo – nella prospettiva dell’amministrazione condivisa, come delineata dagli artt. 55 ss. del codice del Terzo settore. Questa prospettiva, però, si può allargare ulteriormente, inquadrando l’istituzione del Ruas in un contesto più ampio: ad esempio, si è sottolineato che essa va inquadrata all’interno della sanità partecipata e che andrebbe messa in relazione con altre iniziative più o meno recenti, come l’Atto di indirizzo sulle modalità di partecipazione delle associazioni dei cittadini e dei pazienti ai processi decisionali del Ministero della salute, emanato nel 2022, o con il progetto “AIFA ascolta”, lanciato nel febbraio di quest’anno, o – ancora – con la creazione, da parte dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), alla fine del 2024, della Rete dei portatori di interesse (Stakeholder) prevista dal Programma nazionale HTA DM 2023-2025.
Inoltre, va sottolineato come il 12 gennaio 2025 sia scattata l’applicazione del Regolamento europeo relativo alla valutazione delle tecnologie sanitarie (in inglese, Health Technology Assessment; HTA), e come l’art. 29 del Regolamento in questione, in chiave attuativa, preveda l’istituzione di una “rete di portatori di interessi”. E non si può neppure trascurare il livello regionale, anche alla luce di quanto disposto dal dlgs 502/1992, richiamato prima; la Regione Toscana, ad esempio, ha da tempo riordinato il proprio sistema di partecipazione dei pazienti, con la legge regionale 75/2017.
La disciplina relativa al Ruas, quindi, va calata in un contesto di notevole complessità; ai dubbi di carattere più puntuale, che lo stesso Ministero dovrebbe chiarire in sede di attuazione, se ne sommano altri, che vanno dall’utilizzo del termine “associazioni” all’eventualità di evitare la creazione di un nuovo registro anziché integrando il Runts con una sezione di interesse.
Al di là di queste (condivisibili) perplessità, resta, per il Terzo settore, il sentore di una sorta di sfida, anche nell’ambito della garanzia del diritto alla salute: gli Ets che operano in questo ambito saranno capaci di evitare di venire relegati ai margini della discussione fra il settore pubblico e il mercato, in cui si muovono le case farmaceutiche e i grandi operatori della sanità privata, facendosi portatore delle voci dei pazienti e dei loro familiari e, al tempo stesso, trovando validi alleati nella comunità medico-scientifica?