17 Set, 2025 | Bandi e opportunità, In evidenza
Accrescere le competenze digitali dei NEET (15-34 anni) e delle donne (18-67 anni) per garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. Questi gli obiettivi di “Onlife+” e “Futura+” promossi dal Fondo per la Repubblica Digitale, rispettivamente da 20 e 15 milioni di euro.
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030.
In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
ONLIFE+. C’è tempo fino al 18 dicembre per presentare progetti, attraverso il portale Re@dy, al bando “Onlife+” dedicato ai NEET (15-34 anni), da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo Settore, in partnership anche con soggetti for profit. Il bando mette a disposizione 20 milioni di euro e mira ad accrescere le competenze digitali dei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese
registrano percentuali più contenute.
FUTURA+. Anche per il bando dedicato alle donne (18-67 anni), “Futura+”, c’è tempo fino al 18 dicembre per presentare progetti sulla piattaforma Re@dy da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del Terzo Settore, in partnership anche con soggetti for profit. Il bando prevede un totale di 15 milioni di euro e mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli
uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del giorno 18 dicembre 2025.
Per maggiori informazioni:
futura@fondorepubblicadigitale.it
Helpdesk telefonico:
È possibile contattare lo 06/68102736 nei seguenti orari:
- martedì, ore 10:30 – 12:00
- giovedì, ore 14:30 – 16:00
Iscriviti ai webinar gratuiti e aperti a tutti:
📆 23 settembre, ore 9:30 – Clicca qui
📆 25 settembre, ore 14:30 – Clicca qui
COS’È IL FONDO
Il Fondo per la Repubblica Digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR e dal PNC ed è alimentato da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali viene riconosciuto un credito di imposta. Il Fondo seleziona e sostiene progetti di formazione e inclusione digitale per diversi target della popolazione come NEET, donne, disoccupati e inattivi, lavoratori a rischio disoccupazione a causa dell’automazione, studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado, operatori dell’economia sociale, persone detenute e in condizioni di vulnerabilità. L’obiettivo è sperimentare progetti di formazione e inclusione digitale e replicare su scala più vasta quelli ritenuti più efficaci in modo tale da offrire le migliori pratiche al Governo affinché possa utilizzarle nella definizione di future politiche nazionali. Per maggiori informazioni fondorepubblicadigitale.it.
16 Set, 2025 | In evidenza
Riproponiamo l’articolo di Daniele Erler per Cantiere Terzo Settore relativo al termine per regolarizzare l’iscrizione al 5 per mille 2025
Il 30 settembre prossimo è il termine per regolarizzare l’iscrizione al 5 per mille 2025 per gli enti del Terzo settore (Ets) e le Onlus che non abbiano presentato la relativa domanda entro il 10 aprile scorso. Sempre entro il 30 settembre gli enti beneficiari devono comunicare al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali i dati necessari per il pagamento delle somme assegnate e relative al 5 per mille 2022, pena la perdita del diritto a percepire il beneficio.
L’iscrizione al 5 per mille 2025: c’è ancora tempo fino al 30 settembre
Per quanto riguarda gli enti del Terzo settore, si ricorda anzitutto che tale termine non riguarda quelli che risultano iscritti:
Le organizzazioni iscritte in uno di questi due elenchi sono infatti già accreditate a pieno titolo al 5 per mille 2025.
Si ricorda, inoltre, che gli enti ad oggi iscritti al registro unico nazionale del Terzo settore (Runts) e che sono nell’elenco permanente sopra menzionato sono considerati accreditati al 5 per mille 2025 senza necessità di alcun ulteriore adempimento, anche qualora nell’elenco degli enti iscritti al registro unico nella colonna “5×1000” compaia eventualmente la scritta “NO”.
Il consiglio anche per tali enti è comunque quello di entrare in piattaforma, barrare ugualmente il campo “accreditamento del 5/1000” ed inserire l’Iban, di modo che il Ministero possa concretamente erogare le somme sul conto corrente.
Un’utile guida su come presentare tale istanza è presente sul sito di Cantiere terzo settore.
Gli Ets (quindi gli enti già iscritti al Runts) che non si trovano né nell’elenco permanente né in quello dei nuovi iscritti per il 2025, hanno comunque la possibilità di rientrare nel beneficio purché abbiano dichiarato, o dichiarino, di volersi accreditare al 5 per mille (barrando nella piattaforma il campo “accreditamento del 5/1000” ed inserendo il codice l’Iban) entro il 30 settembre 2025, versando una sanzione pari a 250 euro, tramite modello F24 Elide (codice tributo 8115).
Allo stesso modo, gli enti che non sono ancora iscritti al Runts, possono rientrare nelle liste del 5 per mille 2025 purché abbiano presentato ad oggi istanza di iscrizione al registro unico, abbiano dichiarato o dichiarino di volersi accreditare al 5 per mille entro il 30 settembre 2025 versando la sanzione di 250 euro nelle stesse modalità sopra riportate. In tal caso, però, per poter essere ammesso al cinque per mille 2025 l’ente dovrà risultare iscritto al Runts entro il 31 dicembre 2025.
Allo stesso modo, le Onlus che non rientrino nell’elenco permanente delle Onlus accreditate e in quello delle Onlus iscritte per la prima volta al 5 per mille 2025, possono rientrare nel beneficio purché presentino l’istanza di accreditamento (utilizzando il modello apposito che si trova sul sito dell’Agenzia delle entrate) entro il 30 settembre, versando la sanzione di 250 euro, tramite modello F24 Elide (codice tributo 8115).
Per maggiori informazioni e chiarimenti sull’iscrizione al 5 per mille 2025 degli Ets e delle Onlus è possibile consultare la pagina dedicata sul sito del Ministero e l’articolo di Cantiere terzo settore “Iscrizione al 5 per mille 2025, ecco come fare”.
5 per mille 2022: per poter ricevere le somme le coordinate bancarie devono essere comunicate entro il 30 settembre
Sulla base del Dpcm 23 luglio 2020, gli enti beneficiari del 5 per mille 2022 che ancora non abbiano ricevuto il contributo devono comunicare alle amministrazioni erogatrici, entro il 30 settembre 2025, i dati necessari a poter ricevere il pagamento delle somme assegnate, pena la perdita del diritto a percepire il contributo, con conseguente riversamento dei relativi importi all’entrata del bilancio dello Stato.
Per gli enti del Terzo settore, l’amministrazione competente è il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
Gli enti che ancora non l’abbiano fatto devono entrare il prima possibile nella piattaforma del Runts, selezionare la pratica “Cinque per mille”, inserire nell’apposito campo il codice Iban oppure modificare l’Iban già indicato qualora esso non fosse corretto, firmare digitalmente la distinta e procedere all’invio.
Si rimanda anche qui alla guida su come presentare l’istanza di 5 per mille, presente sul sito di Cantiere terzo settore.
Qualora gli enti abbiano già proceduto ad inserire l’Iban in piattaforma, o a modificare un’Iban non corretto indicato in precedenza, e non abbiano ancora ricevuto le somme, la motivazione è dovuta al fatto che il Ministero procederà con i pagamenti sul conto indicato solamente dopo la scadenza del termine del 30 settembre. Si invitano quindi gli enti che si trovano in questa situazione a controllare l’effettiva erogazione delle somme sul proprio conto nelle settimane seguenti al termine indicato.
Per le Onlus, la comunicazione delle coordinate bancarie per l’accredito su conto corrente del contributo del 5 per mille è effettuata all’Agenzia delle entrate secondo le modalità specificate nell’apposita sezione del sito a ciò dedicata.
16 Set, 2025 | In evidenza
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 214 del 15 settembre 2025, il Decreto 7 agosto 2025, con la definizione di forme, contenuti, termini e modalità per l’esercizio delle funzioni di vigilanza, controllo e monitoraggio sugli enti del terzo settore.
Secondo il decreto, i controlli sono a carico degli Uffici Runts e, se richiesto e autorizzati, dei centri di servizio per il volontariato (CSV) e delle reti associative nazionali (Ran). È importante specificare che questi ultimi due sono liberi di scegliere se diventare o meno “soggetti autorizzati” a svolgere i controlli nei confronti dei propri aderenti. È anche prevista la possibilità di stipulare una convenzione tra Ran e CSV con altre reti reti o CSV che non hanno chiesto la autorizzazione.
Le organizzazioni che possono essere sottoposte al regime di controllo sono tutti gli enti del Terzo settore ad esclusione delle cooperative sociali, delle imprese sociali e delle società di mutuo soccorso.
La tipologia di controlli
I controlli previsti dal decreto sono finalizzati ad accertare:
- La sussistenza dei requisiti per rimanere iscritti nel Runts;
- Il perseguimento delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale;
- L’adempimento degli obblighi derivanti dall’iscrizione nel Runts.
È importante specificare che i CSV e le Ran potranno svolgere – se accreditati – solo i controlli ordinari agli enti del Terzo settore, e quindi la revisione triennale programmata. I controlli straordinari (svolti con accertamenti a campione o per esigenze di approfondimento emerse dagli esiti dei controlli ordinari) possono essere svolti solo dagli Uffici del Runts.
Il primo triennio decorre dal 1° gennaio dell’anno successivo all’iscrizione: entro il 31 marzo ciascun “ente responsabile” (Uffici Runts, CSV e Ran autorizzate) dovrà caricare sul Registro Unico Nazionale del Terzo Settore il programma triennale con l’elenco degli enti sottoposti al controllo.
Per gli enti con entrate uguali o inferiori a 60mila euro l’anno, le operazioni di controllo saranno semplificate.
Chi potrà effettuare i controlli
Il decreto prevede anche una serie di accortezze per proteggere il delicato rapporto di fiducia tra i centri di servizio per il volontariato e le reti associative nazionali con i propri enti aderenti. I soggetti autorizzati, quindi, individuano una serie di “soggetti incaricati” che provvederanno alla concreta operazione di controllo e che potranno essere dipendenti, collaboratori o professionisti dei soggetti autorizzati (CSV e Ran), a condizione che non si trovino nella condizione prevista dall’art. 2399 del Codice Civile e quindi che non abbiano un rapporto specifico con l’ente da controllare (ad esempio, un rapporto di consulenza o di prestazione d’opera retribuita).
I soggetti incaricati, inoltre, saranno presenti in un elenco costantemente aggiornato e pubblico, dovranno avere comprovata esperienza in materia, e saranno debitamente formati e aggiornati. La responsabilità per l’attività di controllo rimane comunque sempre in carico ai soggetti responsabili.
Alle Ran o CSV autorizzato è previsto un contributo diversificato a seconda della dimensione di ogni ente controllato, pari a:
- 50 euro per enti con entrate fino a 60.000 euro
- 100 euro per enti con entrate da 60.000 a 300.000 euro
- 250 euro per enti con entrate da 300.000 a 1.000.000 euro
- 500 euro per enti con entrate oltre 1.000.000 euro
Tali importi potranno essere ridotti se sarà superato il “tetto” dell’importo complessivo stanziato a copertura di tali attività.
Come si svolgeranno i controlli
I soggetti autorizzati si accerteranno del corretto rispetto degli adempimenti previsti dalla riforma del Terzo settore, comunicando con gli enti sottoposti al controllo tramite PEC, per la richiesta di accertamenti documentali e, se necessari, con visite e ispezioni in loco. Gli enti avranno tempo da 30 a 90 giorni per regolarizzare la propria posizione.
Il decreto specifica, inoltre, che entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore saranno approvati i modelli di verbale dei controlli ordinari e straordinari.
Avvio dei controlli
La decorrenza dei controlli sarà fissata con apposito decreto dell’ufficio di livello dirigenziale generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sulla base dello stadio di attivazione dell’apposita sezione del sistema informativo dedicato ai controlli.
Chiara Tommasini presidente di CSVnet, ha commentato:
“Con questo decreto si completa una parte fondamentale della riforma del Terzo settore, frutto di un percorso di ascolto e confronto che ha visto anche protagonisti i Centri di servizio per il volontariato insieme alle reti associative nazionali”.
“Per i Csv – aggiunge – rappresenta un passaggio importante: il provvedimento da concretezza all’art. 93 del Codice del terzo settore che consente a reti e Csv di svolgere l’autocontrollo sui propri enti aderenti”.
“È un risultato ottenuto con un lavoro di dialogo e collaborazione portato avanti in questi anni tutti insieme, Ministero del lavoro, Conferenza Stato Regioni ed il terzo settore e che segna una tappa decisiva verso un sistema di regolazione condiviso. Ora serve uno sforzo unitario e globale di tutto il terzo settore affinché il decreto e l’intero processo possano trovare piena attuazione. Per l’intero sistema dei Csv – dice Tommasini – si apre una nuova fase: dopo il grande impegno per l’accompagnamento degli enti al Runts, ci sarà da riflettere bene su come agire questa funzione di controllo e autocontrollo, dal livello locale a quello regionale, a quello nazionale”.
09 Set, 2025 | In evidenza
Formazione Quadri Terzo Settore è un progetto di formazione per i dirigenti delle organizzazioni del Terzo settore meridionali promosso da Forum Terzo Settore, CSVnet e realizzato con il sostegno della Fondazione CON IL SUD. Il percorso formativo FQTS rappresenta un investimento strategico per il rafforzamento del Terzo settore e delle sue competenze.
Guidano il progetto FQTS i valori della partecipazione, inclusione e coesione sociale, responsabilità, democrazia, condivisione dei saperi e accessibilità della cultura, solidarietà e prossimità reale. Il modello formativo si fonda sul concetto di “apprendimento circolare”, rifiutando così la tradizionale relazione gerarchica docente-partecipante e sostituendola con la “comunità di apprendimento”.
Ecco tutte le attività in partenza a settembre:
1. Introduzione al fundraising per la cultura
Webinar: 16 settembre, ore 16:30-19:00 | 24 Settembre 2025, ore 16:30-19:30
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2. Responsabile Finanziario di Reti del Terzo settore
Formazione online: Formazione in presenza:
8-15 settembre 2025, ore 16:30-19:00 Roma, 25-26 settembre 2025
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3. Abilitarsi all’amministrazione condivisa
Formazione online: 29 settembre 2025, ore 16:30-19:00
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4. La dimensione politica del Terzo settore
Formazione on line: 22 settembre, ore 17:30-19:00
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5. La gratuità e il valore dell’azione volontariato
Webinar: 26 settembre, ore 17:00-19:00
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6. Tecnico della comunicazione
Formazione on line: 11-12-13 Settembre 2025, ore 9-14
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7. UC Public Speaking
Formazione on line: 11-12-13 Settembre 2025, ore 9:00-13:00
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8. Design dei servizi di comunità
Formazione on line: 29 Settembre 2025, ore 16:00-18:00
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9. Corsi ‘Federica web Learning’
- Approcci alla valutazione di impatto sociale
- Economia aziendale per l’impresa sociale e fundraising
- Strumenti e metodologie per la progettazione partecipata
- Social Business Innovation: modelli e pratiche emergenti
- Transformative Open Innovation: approcci sistemici e intersettoriali
Per informazioni sui corsi: Catalogo della formazione
Per iscrizioni: www.federica.eu
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09 Set, 2025 | In evidenza
Insieme a 66 organizzazioni fra le più rappresentative del Terzo settore italiano, VITA lancia una campagna e un appello affinché il Governo, a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e il Parlamento si adoperino per togliere il tetto al 5 per mille, oggi fissato a 525 milioni di euro.
Nell’ultima annualità (2024 su redditi 2023), i contribuenti italiani attraverso il 5 per mille hanno destinato la cifra di 603,9 milioni di euro, ma alle organizzazioni sociali scelte dai cittadini arriveranno solo 525 milioni, ovvero 79 milioni in meno rispetto alla volontà di quasi 18 milioni di contribuenti che hanno aderito alla misura. Questo proprio per via del tetto. Di fatto oggi il 5 per mille è ridotto a un 4,3 per mille. A scapito dello spirito della legge, della volontà dei contribuenti, degli enti del Terzo settore (e non solo) e dei beneficiari dei progetti sostenuti col 5 per mille.
Da queste considerazioni nasce una mobilitazione collettiva per l’eliminazione del tetto che abbiamo chiamato “5 per mille, ma per davvero”. Una campagna che non è contro qualcuno, ma che, come è scritto nell’appello, «mira a costruire un’alleanza responsabile per il bene comune fra le istituzioni, la politica, il Terzo settore e i singoli cittadini. Il Parlamento e il Governo hanno oggi l’opportunità di rafforzare questa alleanza, facendo una scelta semplice, giusta e condivisa».
Per saperne di più visita il sito della campagna
09 Set, 2025 | In evidenza
Il Ministero del Lavoro ha pubblicato l’atto di indirizzo per l’anno 2025 e la programmazione 2025–2027 delle risorse destinate agli enti del Terzo settore ai sensi degli artt. 72 e 73 del Codice del Terzo settore. La dotazione complessiva del triennio è pari a circa 141,3 milioni di euro. L’atto è stato reso disponibile dal Ministero il 4 settembre 2025. (Decreto Ministeriale n. 124)
La nuova programmazione si inserisce nel solco già tracciato dalle precedenti programmazioni triennali, ribadendo la promozione del Terzo settore quale strategia di creazione di valore pubblico per la collettività, assicurato dalle regole di trasparenza ad esso applicabile e misurabile attraverso idonei sistemi di valutazione. Viene confermato l’ancoraggio agli obiettivi dell’Agenda 2030, mentre viene richiamata la misurazione e gestione dell’impatto sociale in coerenza con le Linee guida del 23 luglio 2019, un aspetto che sarà oggetto di valutazione in sede di assegnazione delle risorse.
Il sostegno alle attività di interesse generale di rilievo nazionale, come negli anni passati, dovrà essere promosso da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni iscritte nel registro unico nazionale del Terzo settore, singole o in partenariato tra loro, anche attraverso le reti associative di cui all’articolo 41 del codice del Terzo settore. Possono essere legittimamente considerati quali soggetti beneficiari anche le fondazioni di cui all’articolo 10 del dlgs 4 dicembre 1997, n. 460, iscritte nell’apposita anagrafe delle Onlus presso l’Agenzia delle Entrate. Le attività dovranno prevedere lo svolgimento in almeno 10 Regioni e dovranno essere di importo non inferiore a 250.000 euro e non inferiore a 500.000 euro: la quota di finanziamento ministeriale non potrà superare l’80% del costo totale (50% nel caso di progetto presentato da una fondazione). In questo contesto, molta attenzione viene riservata ai progetti riguardanti l’area prioritaria di intervento dell’intelligenza artificiale dove, per il 2025, le risorse vengono incrementate.
La programmazione ha provveduto anche a ripartire le risorse da destinare alle Regioni per le iniziative e progetti di rilevanza locale applicando i seguenti criteri:
- 30% assegnato a titolo di quota fissa;
- 20% sulla base della popolazione residente al 1° gennaio 2025, come da rilevazione ISTAT;
- 50% sulla base del numero degli enti del Terzo settore iscritti al RUNTS alla data del 1° gennaio 2025:
Nr |
Regione |
2025 |
2026 |
2027 |
Totale |
1 |
Abruzzo |
661.602 € |
783.892 € |
866.484 € |
2.311.978 € |
2 |
Basilicata |
453.621 € |
537.467 € |
594.096 € |
1.585.184 € |
3 |
Calabria |
752.977 € |
892.157 € |
986.156 € |
2.631.290 € |
4 |
Campania |
1.365.743 € |
1.618.186 € |
1.788.680 € |
4.772.609 € |
5 |
Emilia-Romagna |
1.536.815 € |
1.820.881 € |
2.012.728 € |
5.370.424 € |
6 |
Friuli-Venezia Giulia |
655.799 € |
777.017 € |
858.884 € |
2.291.700 € |
7 |
Lazio |
1.735.698 € |
2.056.525 € |
2.273.200 € |
6.065.423 € |
8 |
Liguria |
658.475 € |
780.188 € |
862.388 € |
2.301.051 € |
9 |
Lombardia |
2.413.115 € |
2.859.155 € |
3.160.396 € |
8.432.666 € |
10 |
Marche |
737.397 € |
873.697 € |
965.750 € |
2.576.844 € |
11 |
Molise |
392.848 € |
465.462 € |
514.502€ |
1.372.812 € |
12 |
Piemonte |
1.413.687 € |
1.674.993 € |
1.851.470 € |
4.940.150 € |
13 |
Puglia |
1.148.439 € |
1.360.717 € |
1.504.082 € |
4.013.238 € |
14 |
Sardegna |
636.892 € |
754.615 € |
834.122 € |
2.225.629 € |
15 |
Sicilia |
1.240.103 € |
1.469.324 € |
1.624.132 € |
4.333.559 € |
16 |
Toscana |
1.493.205 € |
1.769.209 € |
1.955.612 € |
5.218.026 € |
17 |
Umbria |
585.210 € |
693.381 € |
766.436 € |
2.045.027 € |
18 |
Valle d’Aosta |
344.048 € |
407.642 € |
450.592€ |
1.202.282 € |
19 |
Veneto |
1.429.778 € |
1.694.059 € |
1.872.544 € |
4.996.381 € |
|
TOTALE |
19.655.452 € |
23.288.567 € |
25.742.254 € |
68.686.273 € |
Sulla base del quadro finanziario 2025–2027, sono attese le procedure per l’individuazione degli interventi nazionali 2025 e gli avvisi regionali a valere sulle quote locali assegnate nel triennio.