Fondo per l’assistenza dei bambini affetti da malattia oncologica. C’è tempo fino al 7 giugno per presentare progetti

La Legge 27 dicembre 2017 n. 205 ha istituito un fondo a sostegno dei bambini affetti da malattia oncologica e delle loro famiglie e con Decreto del 9 ottobre 2019, n.175 è stato adottato il Regolamento che definisce le modalità di utilizzo del contributo a valere sul fondo.

Per l’anno 2021, con il Decreto direttoriale n. 159 del 19 aprile 2021 e l’allegato Avviso 1/2021 sono stati individuati i termini e le modalità di presentazione delle domande di finanziamento.

AZIONI AMMISSIBILI A FINANZIAMENTO

I progetti finanziabili con il fondo devono prevedere lo svolgimento di una o più delle seguenti azioni:

  • segretariato sociale in favore dei nuclei familiari;
  • attività strutturate di sostegno psicologico sia ai bambini che ai loro familiari;
  • accoglienza integrata temporanea per i periodi di cura;
  • accompagnamento verso e dai luoghi di cura;
  • attività di ludoterapia e clownterapia presso i reparti ospedalieri onco-ematologici pediatrici;
  • riabilitazione psicomotoria dei bambini;
  • attività ludiche e didattiche presso le strutture di accoglienza, compreso il sostegno scolastico;
  • sostegno al reinserimento sociale dei bambini e dei loro familiari.

I progetti finanziati non possono avere una durata inferiore a 12 mesi e superiore a 18 mesi.

SOGGETTI AMMISSIBILI

Al fondo possono accedere – singolarmente o in partenariato – le associazioni che svolgono, in conformità alle proprie finalità statutarie, attività di assistenza psicologica, psicosociologica e sanitaria in tutte le forme a favore dei bambini affetti da malattia oncologica e delle loro famiglie.

RISORSE DISPONIBILI ED AMMONTARE DEI CONTRIBUTI

Le risorse finanziarie complessivamente disponibili per il 2021 ammontano ad € 5.000.000,00.

Il finanziamento richiesto per ciascun progetto, a pena di esclusione, non potrà essere inferiore ad € 250.000,00 né superiore ad € 1.000.000,00. La quota di finanziamento statale non può eccedere l’80% del costo totale del progetto presentato.

Il costo totale del progetto presentato deve comunque essere inferiore al volume complessivo delle entrate iscritte nell’ultimo bilancio consuntivo approvato dagli organi statutari dell’associazione proponente (in caso di partenariato il calcolo viene effettuato sulla somma dei totali delle entrate di tutti i soggetti partecipanti al partenariato).

MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLE RICHIESTE

La documentazione redatta secondo le indicazioni contenute nell’avviso utilizzando la modulistica dovrà pervenire, a pena di esclusione, all’indirizzo di posta elettronica certificata dgterzosettore.div3@pec.lavoro.gov.it entro le 13:00 di lunedì 7 giugno 2021.

Per ulteriori informazioni:

Attività commerciali del Terzo settore, Orlando firma il decreto

Riproponiamo l’articolo di Gabriele Sepio per Vita relativo al via libera da parte del ministro del Lavoro alla disciplina delle cosiddette attività “diverse” per la cui piena operatività si attende ora la firma del Ministro delle Finanze e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Arriva un altro tassello per il completamento della riforma del Terzo settore. Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha infatti annunciato, lo scorso 30 aprile, la firma del decreto che disciplina le c.d. attività “diverse” per la cui piena operatività si attende ora la firma del Ministro delle finanze e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si tratta delle attività commerciali che gli enti del terzo settore potranno svolgere in via secondaria e strumentale accanto agli obiettivi principali di interesse generale. Rientrano in questa categoria, ad esempio, le entrate derivanti dalle sponsorizzazioni o dalla vendita di beni e prestazioni di servizi, attraverso le quali solitamente gli enti reperiscono risorse per finanziare gli scopi principali. Attività, queste, che finora venivano regolate con criteri e requisiti eterogenei a seconda della tipologia di enti. Verranno assorbite nelle attività diverse, ad esempio, quelle c.d. “connesse” previste per le ONLUS oppure “marginali” per le organizzazioni di volontariato.

Con la riforma del Terzo settore tutte le tipiche attività commerciali diverse da quelle di interesse generale vengono, dunque, ricondotte all’interno di una unica categoria, con una disciplina finalmente uniforme per tutti gli enti. Questa regolamentazione permetterà di raggiungere due obiettivi importanti. Da un lato superare le incertezze legate alla possibilità per gli enti non profit di potersi finanziare svolgendo attività commerciale che non rientra tra gli scopi principali, purchè siano rispettati paletti ben precisi. Dall’altro stabilire regole valide per tutti al fine di evitare che si possano utilizzare gli enti non profit come scorciatoia per svolgere vere e proprie attività commerciali mascherate dietro lo schermo formale del terzo settore. Uno schema troppo spesso favorito dalla concessione di incentivi fiscali a pioggia non accompagnati da puntuali regole di trasparenza.

Ma quali sono, dunque, i criteri per lo svolgimento delle attività diverse e, in particolare, quali i limiti alle entrate derivanti da queste ultime?

Un primo aspetto da considerare riguarda la secondarietà. Gli enti del terzo settore dovranno, infatti, garantire lo svolgimento in via prevalente delle attività di interesse generale. Per questa ragione le attività diverse sono ammesse purchè rientranti in due parametri alternativi. Il primo prevede, come per le imprese sociali, che i ricavi derivanti da questo tipo di attività non siano superiori al 30% dei ricavi complessivi dell’ente. Il limite potrà essere “elastico”, ovvero laddove si dovesse superare la soglia per una annualità sarà possibile recuperare la differenza l’anno successivo. Ad esempio, in caso di entrate da attività diverse pari al 40% (quindi del 10% superiore alla soglia) sarà necessario rispettare il limite del 20% l’anno successivo. Il secondo parametro per rispettare la secondarietà prevede che i ricavi da attività diverse non possa superare il 66% delle spese complessive dell’ente. Sarà quest’ultimo, molto verosimilmente, il parametro più gettonato dai tantissimi enti che svolgono attività principale in forma gratuita o senza ricevere corrispettivi veri e propri. A favorire l’utilizzo di questo criterio concorrerà anche il fatto che tra i costi complessivi potranno essere considerati quelli figurativi riguardanti l’impiego dei volontari.

Il secondo parametro fondamentale per poter svolgere attività diverse sarà quello della strumentalità. Questo significa che tali attività dovranno essere esercitate per la diretta realizzazione di quelle principali, ovvero delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale perseguite dall’ente del Terzo settore. Viene meno, dunque, un criterio che finora aveva limitato il ricorso alle attività connesse da parte delle ONLUS. Per queste ultime l’Agenzia delle entrate ha da sempre richiesto la presenza di un vincolo funzionale con quelle di interesse generale. Il criterio richiesto dalle nuove regole del terzo settore richiede, dunque, che le risorse derivanti dalle attività diverse, qualunque esse siano, debbano essere reinvestite negli scopi principali dell’ente.

Laddove l’ente non dovesse rispettare tali parametri si potrà arrivare anche alla cancellazione dell’ente dal registro unico nazionale del terzo settore, con conseguente perdita della qualifica di ETS. Dal punto di vista fiscale tali attività potranno godere di alcuni regimi forfettari. Una volta ottenuta l’autorizzazione della UE sulle misure tributarie previste dal codice del terzo settore, gli enti del terzo settore non commerciali potranno beneficiare di un regime forfettario agevolato (art. 80 del codice del terzo settore). Mentre le associazioni di promozione sociale e le organizzazioni di volontariato potranno godere, entro il limite dei 130 mila euro di entrate commerciali, di un regime speciale che non prevede l’applicazione dell’IVA e che, sostanzialmente, azzera l’impatto legato all’imposizione diretta (si applicherebbe in questo caso un coefficiente di redditività dell’1% per ODV e del 3% per APS). Vale la pena notare il regime delle attività diverse semplifica anche il trattamento fiscale oggi riservato alle associazioni sportive dilettantistiche. Per quelle, tra queste ultime, che decidessero di restare fuori dal Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, le attività commerciali restano agevolate fiscalmente solamente se connesse allo svolgimento di una disciplina sportiva riconosciuta dal Coni. Fuori da questo parametro le entrate scontano una tassazione ordinaria con IVA al 22% e IRES al 24%. Il trattamento fiscale agevolato previsto dalla riforma del terzo settore, al contrario, assorbe qualsiasi entrata commerciale nei limiti quantitativi previsti. Vale la pena ricordare, restando nel confronto con il trattamento riservato alle associazioni sportive, che, a seguito dei decreti di riforma dello sport (in particolare D.lgs 36/2021), è prevista l’introduzione di puntuali limiti alle entrate commerciali degli enti sportivi che dovranno seguire, secondo il medesimo schema previsto dalla riforma del terzo settore, criteri di secondarietà e strumentalità.

 

Violenza di genere: al via il corso di formazione del progetto “We hear your voice”

Partiranno a maggio i corsi di formazione territoriale contro la violenza di genere promossi all’interno del progetto “We hear your voice”, finanziato dal Anna Lindh Foundation e supportato dalla Commissione Europea. Il percorso conivolgerà contemporaneamente quattro associazioni ubicate in Giordania (Arab Women Media Center), in Palestina (Yes Theatre), Spagna (Benilde) e Italia (Arciragazzi Portici) con la finalità di riportare a livello locale l’attenzione sulla necessità di creare un network e di trasferire conoscenze e pratiche essenziali per intervenire in maniera concreta.

LArciragazzi Portici, organizza il suo percorso formativo gratuito che permetterà di acquisire strumenti per il riconoscimento degli indicatori della violenza di genere. Il corso affronterà i seguenti argomenti:

Identificare idee e credenze che alimentano la violenza di genere

Riconoscere il ciclo della violenza di genere.

Conoscere il ruolo delle nuove mascolinità nella lotta contro la violenza di genere

Guardare il fenomeno senza censure e pregiudizi

Conoscere e riconoscere le dinamiche violente

Acquisire consapevolezza e strumenti pratici al sostegno delle vittime

La formazione è rivolta ad un massimo di15 partecipanti ed è raccomandata per Youth Worker, educatori, operatori sociali, media worker, volontari/e, etc

Gli incontri si svolgeranno lunedì 24 maggio h 9:30/18:00 e il martedì 25 maggio h 9:30/18:00 ed includeranno un servizio di catering (pranzo) completamente gratuito. Al termine del percorso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

Qui il link per l’iscrizione, da effettuare entro il 10 maggio:

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdTHkMLUbSp80eI5TOi43bhOrSaA-uyAIyyskYJ73zph_AIQg/viewform?fbclid=IwAR1Z1GmrIsKE4dtLA6itCxYOzSdlE6bmNd5Gtoh5Z1szNyxLQgTiQfKRC_k

Per maggiori informazioni: Arciragazzi Portici – 081.7761647 – arciragazzi.iscrizione@gmail.com

Festa della Mamma nel segno della solidarietà. Con Fondazione ANT tante regali solidali a sostegno dell’assistenza specialistica domiciliare e gratuita ai malati di tumore

Una festa che sa di buono, che celebra l’amore puro e il risvegliarsi della natura dopo una stagione incerta. È la Festa della Mamma che quest’anno cade il 9 maggio e che Fondazione ANT vuole celebrare ancora una volta nel segno della solidarietà.

Una pianta fiorita, una confezione di saponi naturali, un accessorio fuori dal comune o un dolce speciale: sono alcune delle proposte di ANT per sorprendere la propria mamma o l’amica del cuore che si prende cura di noi.

Visitando la pagina https://ant.it/store/campania sarà possibile consultare le proposte e ordinare il dono perfetto (consegna a domicilio a cura di ANT inclusa) oppure trovare la postazione ANT più vicina per scegliere dal vivo un regalo solidale.

I prodotti ANT saranno disponibili ancora per tutta la primavera sul sito della Fondazione e nelle postazioni dei volontari. Oppure presso il Charity Point di Caserta sito in Via Don Giovanni Bosco, 26.

Ogni regalo solidale contribuirà a sostenere il lavoro di oltre 250 medici, infermieri e psicologi ANT nelle case di migliaia di persone malate di tumore per garantire in completa sicurezza – soprattutto in questi difficilissimi mesi di convivenza con il virus Covid-19 – cure mediche e infermieristiche personalizzate, sostegno psicologico, supporto logistico.

Per info e ordinazioni

ANT Italia Onlus – Delegazione Campania

3483150325 – 3471163729

delegazione.napoli@ant.it