L’effetto long-covid sul dono dei cittadini. La fotografia annuale dell’IID

L’effetto long covid si abbatte sul dono dei cittadini in Italia: se nel 2020 l’emergere della pandemia aveva provocato una reazione solidale delle persone su tutte le dimensioni della donazione, il 2021 mostra segni di difficoltà sia sul fronte dell’impegno economico per le buone cause, sia su quello del volontariato e in parte anche nelle dimensioni della donazione biologica.

Il Rapporto annuale “Noi doniamo”, curato dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) in occasione del Giorno del Dono del 4 ottobre, indaga lo stato dell’arte delle tre principali tipologie di dono: la donazione di capacità e tempo (volontariato), la donazione economica (denaro) e quella biologica (sangue, organi etc.). Per ciascuno di tali ambiti il Rapporto misura le pratiche e la propensione al dono degli italiani con dati generali accompagnati da approfondimenti svolti da diversi punti di vista. E la fotografia che emerge è di un generalizzato impatto negativo sulla propensione al dono dei cittadini.

“Un effetto che ci aspettavamo” – commenta il presidente dell’IID Stefano Tabò. “Va sottolineato però che le organizzazioni del terzo settore dimostrano una sostanziale tenuta. Questo fa ben sperare e dimostra la loro capacità di reagire e di praticare anche nuove strade per non far mancare il loro apporto alle comunità di riferimento”

Donazioni economiche: la bolla emergenziale colpisce il non profit

Secondo i dati Istat relativi al 2021, la quota di persone che dichiaravano di aver donato risorse economiche alle associazioni ha registrato un netto un calo di 2,3 punti percentuali, arrivando a toccare quota 12% dopo il lieve aumento (dal 13,4% al 14,3%) del 2020.

Buone notizie invece dalla sfera delle donazioni informali: il denaro che non transita dalle organizzazioni non profit, secondo i dati rilevati da DOXA, ha invertito la tendenza per le principali tipologie. Aumenta di tre punti percentuali la quota di coloro che hanno effettuato almeno una donazione di questo tipo (che cresce dal 33 al 36%). Questa inversione potrebbe essere causata da una ripresa della socialità dopo i mesi del lockdown, ma è ancora lontana dalla quota del 41% che veniva registrata nel 2019. Sempre secondo i dati DOXA, diminuisce di tre punti percentuali (dal 64% al 61%) la quota di coloro che dichiarano di non avere fatto alcun tipo di donazione con un incremento speculare (dal 15% al 18%) di coloro che hanno effettuato una donazione soltanto informale, mentre rimangono stabili gli altri due sotto-insiemi, quello dei donatori sia a ONP che informali (al 18%) e quello dei donatori soltanto a ONP (al 3%).

Se la quota di persone che donano è ancora lontana dai livelli pre-pandemici, segnali positivi arrivano invece dalle organizzazioni non profit: l’indagine 2022 curata dall’Istituto Italiano della Donazione sull’andamento delle raccolte fondi registra un incremento del 12% rispetto al 2020 delle ONP che migliorano arrivando al 33% a fronte di una diminuzione del 13% rispetto all’anno precedente di ONP che peggiorano arrivando al 39%. Risultati ancora più positivi per le entrate da raccolta fondi, in questo caso le ONP che migliorano fanno un balzo di 21 punti percentuali passando dal 25% del 2020 al 46% del 2021.

“Un dato da sottolineare – commenta il segretario generale IID Cinzia Di Stasio – è legato all’aumento delle ONP che migliorano la propria raccolta fondi con l’incremento delle entrate dalle aziende: le ONP che hanno raccolto di più dalle aziende passano dal 6% del 2020 al 26% del 2021, testimoniando come il profit sia sempre di più una fonte importante di sostegno e collaborazione”.

Il volontariato in difficoltà

Era rimasta quasi stabile nel corso dell’emergenza Covid nel 2020, ma nel 2021 ha subito un contraccolpo inedito. La pratica volontaria dei cittadini ha visto infatti nel 2021 un trend particolarmente negativo. La contrazione dell’attività di volontariato misurata dall’Istat, e già riportata ad aprile con la pubblicazione dei dati più rilevanti all’interno del Rapporto Bes 2021, è stata di 2,5 punti percentuali rispetto al 2020. Se nel 2019 era stata del 9,8% la quota di persone che avevano svolto volontariato, calata al 9,2% nel 2020, il 2021 ha registrato un crollo di quasi due punti percentuali, assestandosi al 7,3%.

Anche l’attività gratuita non in associazioni di volontariato ha registrato una battuta d’arresto nel 2021, passando al 2,1% dal 3% del 2020. Il calo riguarda tutte le aree geografiche, ma è più accentuato al Nord dove peraltro erano e rimangono più alti i livelli di impegno volontario delle persone. Trasversale la diminuzione anche per genere ed età, anche se è più accentuata tra le femmine e tra i giovani di 14-19 anni (-4,6 punti percentuali) e 60-64enni (-3,5 punti percentuali).

“Il volontariato vive una stagione difficile: – commenta la presidente di CSVnet Chiara Tommasini – esce da una pandemia che lo ha messo alla prova; ha affrontato la crisi ucraina con intelligenza e generosità, ma la fatica c’è e si nota anche nelle statistiche ufficiali”. “Dal nostro osservatorio dei Csv – continua – registriamo come la generosità dei volontari non stia venendo meno, ma credo che occorra in questo momento focalizzare bene le problematiche che stiamo vedendo sui territori. Il volontariato non può essere lasciato solo ed è cruciale che le istituzioni a tutti i livelli lo sostengano e ne riconoscano l’imprescindibilità nel sistema di welfare italiano”.

L’impatto sulle donazioni biologiche

È in particolare sulla donazione di sangue che si fanno sentire gli effetti di lunga durata della pandemia. Secondo le elaborazioni del Centro Nazionale Sangue, nel 2021 i donatori di sangue e plasma in Italia sono stati 1.653.268, cifra che rappresenta un calo dell’1,8% in confronto al 2019. Nonostante una lieve ripresa rispetto al 2020, i livelli di donazione di sangue, plasma e altri componenti non sono ancora tornati ai livelli pre-pandemici.

Positivi invece i trend relativi all’attività di donazione e trapianto in Italia per quanto riguarda organi, tessuti, cellule staminali emopoietiche, gameti, attività ispettiva e gestione del rischio clinico. Secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti c’è stata una ripresa dell’attività di donazione (+12%) e trapianto (+9%), sostanzialmente tornata ai livelli pre-Covid, con una crescita registrata in quasi tutte le tipologie di intervento. Infine è salito anche il numero dei donatori disponibili alla selezione per il trapianto di midollo osseo: al 31 dicembre 2021 è salito a 469.650 secondo i numeri del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo.

Il Rapporto completo, disponibile quiè stato presentato oggi, lunedì 3 ottobre a Roma al CNEL nell’ambito degli eventi organizzati in occasione del Giorno del Dono 2022 previsto per legge il 4 ottobre di ogni anno. Oltre ai curatori e contributori dello studio, hanno partecipato il presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Stefano Tabò, la presidente di CSVnet Chiara Tommasini, la portavoce Forum Nazionale Terzo Settore Vanessa Pallucchi e Roberto Natale, direttore Rai per la Sostenibilità – ESG.

Il Rapporto conta sulla collaborazione di diversi enti ed esperti sul tema. Gli approfondimenti tematici sono stati curati da Valeria Reda per BVA Doxa, Paolo Anselmi per WaldenLab, Chiara Meoli per Cantiere Terzo Settore, Stefania Della Queva e Manuela Nicosia per Istat, Nicola Bedogni e Davide Moro per ASSIF Associazione Italiana Fundraiser, Giovanni Musso per Fidas, Flavia Petrin per AIDO, Massimo Coen Cagli per Scuola di Fundraising di Roma, Silvia Superbi per EUconsult Italia, Giovanni Sarani per Osservatorio di Pavia; Atlantis Company.

Tutte le informazioni su #DonoDay2022 sono disponibili su www.giornodeldono.org e www.istitutoitalianodonazione.it.

Avviso di raccolta manifestazione di interesse per collaborare con il Comune di Napoli nella coprogettazione di n. 5 centri antiviolenza

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Sono le parole dell’Assessore alle pari opportunità Emanuela Ferrante che ha lanciato l’Avviso di manifestazione di interesse da parte di Enti del Terzo settore a collaborare con il Comune di Napoli nella coprogettazione di n. 5 centri antiviolenza annualità 2022-2023 finalizzato a sviluppare e consolidare forme di collaborazione che, partendo dalle esperienze degli organismi non profit siano in grado di soddisfare i bisogni del territorio in cui essi operano.

L’ Avviso è rivolto ai soggetti del Terzo settore di cui all’articolo 4 del Decreto legislativo n. 117 del 3 luglio 2017 e all’articolo 13 della legge regionale n. 11 del 2017 già costituiti alla data di pubblicazione dello stesso.
È ammesso anche il partenariato, quale forma di collaborazione/compartecipazione di più soggetti: in tal caso, questi devono aggregarsi in associazioni temporanee di imprese (ATI), o in altre forme contrattuali in uso nello Stato italiano; tutti i soggetti aggregati devono rispettare le caratteristiche di soggetto del Terzo settore, come sopra specificato.

Per partecipare c’è tempo fino al 17 ottobre 2022.

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Transizione ecologica, un bando per promuovere la cultura della sostenibilità

Il Ministero della Transizione Ecologica promuove la cultura della sostenibilità con un contributo alla spesa da 30.000 a 50.000 euro. È quanto prevede l’Avviso pubblico per iniziative a supporto dell’attuazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile – Vettore “Cultura della Sostenibilità”.

L’obiettivo dell’avviso è raccogliere proposte progettuali per la realizzazione di iniziative tese a promuovere l’attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.

Ciascuna proposta dovrà contenere interventi ricadenti in almeno due delle seguenti categorie di intervento, e relative spese finanziabili:

a) programmazione e realizzazione di rassegne ed eventi dedicati ai temi dello sviluppo sostenibile;

b) pubblicazioni;

c) piattaforme, osservatori e spazi di interazione multi-attoriale.

Potranno concorrere alla ripartizione della dote di 480.000 euro messa a disposizione dal Mite (esercizio finanziario 2022, residui di stanziamento 2020) enti e organizzazioni no profit, con sede in Italia e costituiti in forma di associazioni, fondazioni, università ed enti di ricerca, che non svolgano attività economica a fini di lucro in via prevalente e le cui attività siano dedicate in via prioritaria ai temi connessi allo sviluppo sostenibile.

I beneficiari devono possedere almeno due dei seguenti requisiti:

1) aver organizzato negli ultimi 3 anni con continuità eventi pubblici di livello almeno nazionale (almeno un evento all’anno) dedicati ai temi dell’Agenda 2030 e della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile;

2) aver realizzato studi, analisi e pubblicazioni in materia di sviluppo sostenibile;

3) aver promosso, nell’ambito delle proprie iniziative, la partecipazione e il confronto multi-attoriale tra istituzioni, società civile, imprese e ricerca.

Le proposte selezionate con la presentazione della manifestazione d’interesse potranno avere durata massima di 12 mesi e dovranno realizzarsi entro e non oltre il 31 ottobre 2023.

Domande da inviare al sito internet del ministero della transizione ecologica entro il 27 ottobre 2022.

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Bando “Terre Colte”, seconda edizione

Recuperare e valorizzare terreni incolti o abbandonati, o non adeguatamente utilizzati nelle regioni meridionali, per dar vita a produzioni agricole sostenibili dal punto di vista sociale, economico e ambientale, capaci di creare prodotti di qualità, di rivitalizzare le tradizioni legate all’agricoltura e all’allevamento, di promuovere percorsi di inclusione sociale e lavorativa per persone in difficoltà, sviluppando filiere corte in grado di rispondere alle attuali difficoltà di accesso ai prodotti agricoli di prima necessità, garantendo adeguati canali di commercializzazione.

Sono questi gli obiettivi del bando “Terre colte”, giunto alla seconda edizione e promosso dalla Fondazione CON IL SUD che mette a dispone 2 milioni di euro. Il bando è rivolto alle organizzazioni di terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia.

 L’agricoltura ha caratterizzato storicamente il Mezzogiorno. Nel 2001, mentre al Nord i lavoratori impegnati in agricoltura rappresentavano il 3,9% del totale, al Sud questo dato era proporzionalmente più del doppio (9,2%). Nel corso degli ultimi decenni, però, molti terreni agricoli sono stati abbandonati o non valorizzati a pieno. Le cause sono molteplici, a partire dal difficile, e pressoché assente, ricambio generazionale della classe agricola. Dai dati presenti sul sito web dell’Ismea, ad oggi nelle sei regioni del Sud sono presenti ben 645 terreni incolti. Un dato che non rappresenta la totalità dei fondi agricoli abbandonati presenti nel meridione, ma che contribuisce a dare la misura del fenomeno.

“I progetti sostenuti con il primo bando hanno rappresentato un percorso molto soddisfacente, che ci ha spinti a insistere in questo ambito” ha commentato Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD. “La valorizzazione dei terreni abbandonati o non utilizzati, che sono davvero tanti nel nostro Sud, è uno degli strumenti da percorrere per creare occasioni di lavoro e di inclusione sociale, per generare economia, per valorizzare le ricchezze che la natura ci mette a disposizione e, soprattutto, per creare opportunità per le comunità e per chi vive situazioni difficili”.

Due le fasi del bando: nel corso della prima, sarà richiesta l’individuazione e presentazione dei risultati attesi e la chiara definizione degli obiettivi e delle attività, mentre nel corso della seconda fase i proponenti saranno invitati a chiarire ed eventualmente ridefinire il progetto.

Per accedere al bando è necessario che i proprietari dei terreni diano in concessione le terre a una o più organizzazioni del partenariato che propone il progetto per una durata minima di 10 anni, di cui i primi 5 a titolo gratuito o simbolicamente oneroso. I terreni potranno essere messi a disposizione anche da proprietari di fondi agricoli incolti o abbandonati che si sono trasferiti in altre regioni d’Italia o all’estero e che decidano in questo modo di metterli a disposizione della comunità locale.

Le partnership di progetto dovranno essere composte da almeno tre organizzazioni, di cui due di Terzo settore compreso l’ente responsabile del partenariato. Potranno inoltre essere coinvolti il mondo economico, delle istituzioni, dell’università, della ricerca.

Le proposte potranno prevedere, oltre alle attività di coltivazione e/o di allevamento, iniziative di tipo commerciale, sociale, turistico-ricettivo, artigianale, ecc., purché strettamente connesse e accessorie a quelle di carattere agricolo. Il contributo per singola proposta è di massimo 400.000 euro.

Le proposte dovranno essere presentate online entro il 14 dicembre, attraverso la piattaforma Chàiros >> www.chairos.it

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LILT for Women 2022 – Campagna Nastro Rosa

Abbassamento dell’età dello screening e coinvolgimento attivo delle scuole per insegnare l’autopalpazione alle giovani donne, questi gli obiettivi della LILT per conquistare la mortalità zero per tumore al seno.

Francesca Fialdini volto della Campagna Nastro Rosa 2022: «Sfruttate il mese rosa per informarvi ma anche per usufruire delle visite gratuite negli ambulatori LILT. La prevenzione è la migliore amica di ciascuna di noi!»

È quello della conduttrice televisiva e radiofonica Francesca Fialdini il nuovo volto di LILT for Women 2022, la campagna Nastro Rosa promossa dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori che tinge il mese di ottobre del colore simbolo della prevenzione del carcinoma mammario.

Come ogni anno, in occasione del mese rosa la Sede Centrale e le Associazioni Provinciali LILT offriranno visite senologiche gratuite negli ambulatori attivi su tutto il territorio nazionale, prenotando al numero verde 800- 998877, e distribuiranno materiale informativo e illustrativo volto a responsabilizzare su questa problematica che colpisce sempre più donne nel nostro Paese e che registra un aumento dell’incidenza anche nella fascia di età 30/35 anni oltre a un’importante percentuale di mortalità tra le donne al di sotto dei 50 anni.

«Con circa 60.000 nuovi casi stimati per il 2022 il cancro al seno è il big killer numero uno, rappresentando quasi il 30% di tutte le neoplasie» dichiara il prof. Francesco Schittulli, senologo-chirurgo oncologo e presidente della LILT. «Trenta anni fa la metà delle donne con un tumore al seno operato moriva. Oggi la sopravvivenza a 10 anni si attesta all’80% circa. Il merito è degli operatori sanitari, del crescente ruolo della prevenzione secondaria grazie a diagnosi sempre più precoci, della ricerca e anche dell’impegno, quotidiano e capillare, della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori che, da 100 anni, promuove la cultura della prevenzione come metodo di vita

Se diagnosticato precocemente, il cancro al seno è potenzialmente del tutto guaribile: la probabilità di guarigione per tumori che misurano meno di un centimetro è infatti di oltre il 90%. Il claim della campagna Nastro Rosa di quest’anno “Prevenzione: la migliore amica di ogni donna” vuole quindi ribadire l’importanza dei controlli periodici, dell’autopalpazione e delle indagini diagnostico-strumentali sin da giovani, con l’ambizione di raggiungere, nel giro di pochi anni, la mortalità zero per carcinoma alla mammella.

Tra gli obiettivi, urgenti e imperativi, che LILT individua e si impegna a raggiungere per azzerare la mortalità legata al cancro al seno si evidenziano: l’uniformità territoriale del programma di screening senologico promosso dal Servizio Sanitario Nazionale e organizzato dalle Regioni, ancora a macchia di leopardo, che è in grado di ridurre del 40% la mortalità per questa patologia; l’abbassamento dell’età dello screening a 40 anni, con cadenza annuale, accompagnato anche dall’esecuzione dell’ecografia (visto che il tumore al seno colpisce nel 30% dei casi donne al di sotto dei 50 anni); il coinvolgimento diretto e attivo del mondo scolastico per sensibilizzare e insegnare il valore dell’autopalpazione alle ragazze; periodici e codificati controlli clinico – strumentali per le donne già colpite dal cancro al seno per il relativo monitoraggio; l’istituzione di Breast Unit per una qualificata continuità sanitaria ed assistenziale dedicata” alle oltre 850.000 donne italiane con il vissuto cancro al seno e alle loro famiglie, con un approccio umano e personalizzato.

Da sempre attenta alle tematiche sociali e in particolare al benessere psicofisico delle donne, Francesca Fialdini ha scelto di essere al fianco della LILT per sensibilizzare ogni donna sull’importanza della cultura della prevenzione: «Il messaggio che vorrei trasmettere a tutte le donne è che per sconfiggere il tumore al seno è fondamentale conoscere il proprio corpo e ricordarsi di effettuare l’autopalpazione e le visite di controllo regolarmente, fin dalla giovane età. Sfruttate il mese rosa per informarvi ma anche per usufruire delle visite gratuite negli ambulatori LILT. La prevenzione è la migliore amica di ciascuna di noi!»

Per prenotazioni: numero verde LILT 800-998877 (lun-ven 10-15)

LE INIZIATIVE DEI PARTNER DI LILT for Women 2022 – Campagna Nastro Rosa

TePe Italia ha realizzato un’edizione limitata vestendo di rosa alcuni articoli della linea TePe GOODTM in bioplastica. Una parte del ricavo derivante dalla vendita di questi prodotti sarà devoluto alla LILT per le sue attività di prevenzione, un’opportunità unica per tutelare la propria salute, proteggere il pianeta e sostenere la lotta contro il tumore al seno.

Calligaris, in occasione del mese della prevenzione del tumore al seno, presenta una nuova edizione di PINK PROJECT, l’iniziativa a sostegno della cultura della prevenzione come metodo di vita.
Per l’edizione 2022 la protagonista – in versione pink – è la sedia ultra-green LIBERTY il cui ricavato sarà devoluto alla LILT.

Yamamay attraverso i propri canali di comunicazione in-store e on-line sensibilizzerà le proprie clienti sulla cultura della prevenzione come metodo di vita.