A Napoli l’incontro mondiale sulla neuroendoscopia

Sono in ottanta e provengono da 28 diversi paesi del mondo gli esperti di neurochirurgia riuniti al Cardarelli di Napoli fino a venerdì 7 febbraio presso il Centro di Biotecnologie per il workshop internazionale di neuroendoscopia cerebrale, ventricolare e cranica dal titolo “Hands-on workshop on”, che quest’anno si arricchirà anche di una nuova sessione pratica sulla chirurgia della colonna vertebrale, con training sull’endoscopia mininvasiva finalizzata alla dimissione precoce del paziente affetto da ernia del disco, cervicale o bisognoso di decompressione del canale spinale.
Una full immersion nella neuroendoscopia, con 22 postazioni di lavoro distribuite tra tre camere operatorie, due sale procedure e una sala dry lab. Previste esercitazioni su modelli anatomici sintetici perfettamente identici a quelli reali, con l’ausilio di  neurosimulatori appositamente studiati per mimare le procedure e le patologie con maggiore incidenza nella clinica medica e chirurgica.
Si tratta della 15esima edizione del corso pratico promosso per la prima volta nell’ormai lontano 2009 da Giuseppe Cinalli, primario di Neurochirurgia all’ospedale Santobono-Pausilipon, ed oggi organizzato insieme a Luigi Maria Cavallo, ordinario di Neurochirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, e Claudio Schönauer, direttore della Neurochirurgia dell’Aorn “A. Cardarelli”.
Il workshop si avvale inoltre della collaborazione della Japanese Society of Neuroendoscopy (JSNE), del Grupo Latinoamericano de Estudios en Neuroendoscopia (GLEN), della Neuroendoscopy Society-India (NESI),  Chinese Society for Neuroendoscopy (CSNE),  Societa Italiana Neurochirurgia (SINCH) e, per il primo anno, anche della British Neuro Endoscopy Society (BNES).
Le edizioni precedenti hanno previsto due eventi, uno italiano e uno internazionale, che nel tempo si sono fuse in un unico workshop internazionale, divenendo di fatto il più grande evento pratico mondiale nel campo della neuroendoscopia cerebrale, ventricolare, cranica e spinale.

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Fondazione Vassallo: “Università del Salento, una tesi su Angelo Vassallo e la Dieta Mediterranea”

Si è concluso il Master di I livello in Gastronomie Territoriali Sostenibili e Food Policies dell’Università del Salento, con una tesi che ha colpito particolarmente la commissione accademica, la quale ha voluto ricordare Angelo Vassallo, insieme al fratello Dario, per rendere omaggio al suo impegno. Il dott. Sabino Ardito, corsista del master, ha presentato la sua ricerca dal titolo “Cilento e Dieta Mediterranea: da Ancel Keys ai Mercatini di Prossimità di Angelo Vassallo”. La sua tesi è l’unica del master a unire elementi biografici di una persona che ha dedicato la sua vita personale e professionale a temi di rilevanza storica e attualità, come la gastronomia, e soprattutto il futuro della produzione di cibo e di eventi culturali.
La commissione ha apprezzato l’approccio innovativo e il valore biografico della tesi, che ha messo in luce come il sindaco pescatore, attraverso la sua visione, abbia contribuito in maniera determinante al riconoscimento della Dieta Mediterranea come Patrimonio Immateriale dell’Umanità da parte dell’UNESCO, avvenuto il 13 marzo 2010, poco prima della sua tragica morte. La ricerca di Ardito si distingue per l’integrazione di elementi biografici, raccontando la vita di Angelo Vassallo come figura centrale nella difesa e valorizzazione del patrimonio gastronomico e culturale del Cilento.
Dichiarazione di Dario Vassallo, Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore: “L’impegno di Angelo Vassallo per la Dieta Mediterranea non è mai stato solo un sogno, ma una visione concreta per il futuro. La sua lotta per un Cilento che preservi la sua autenticità e le sue tradizioni continua a ispirare le nuove generazioni. Iniziative come questa sono fondamentali per ricordare l’importanza di valorizzare le nostre radici e per promuovere politiche alimentari più giuste e sostenibili.”
L’appendice della tesi, un’intervista con Dario Vassallo, offre uno spunto per riflettere sul legame indissolubile tra la memoria di Angelo e la sua visione per un futuro che salvaguardi il patrimonio gastronomico e promuova la sostenibilità dei prodotti locali, come i mercatini di prossimità che oggi rappresentano un modello virtuoso di economia sostenibile. La Fondazione prosegue il suo impegno nella protezione e valorizzazione della Dieta Mediterranea, lavorando affinché venga tutelata secondo i principi della Carta dei Valori UNESCO e contro le minacce di falsificazioni che ne potrebbero compromettere l’autenticità.

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Un Gesto per la Vita: corso gratuito di primo soccorso a Napoli

L’11 febbraio 2025, alle ore 16:30, presso la sede dell’A.T.I.P.H. ODV in Via B. Brin 3 (Stazione Metropolitana di Gianturco, Napoli), si terrà un’importante iniziativa formativa dal titolo “Un Gesto per la Vita”, dedicata al corretto riconoscimento e trattamento delle ostruzioni delle vie aeree.

L’evento, organizzato dai Lions Club Napoli Camaldoli e Lions Club Acerra Valle di Suessola, in collaborazione con l’A.T.I.P.H. ODV, l’Associazione So.la.Vi. Onlus Centro di Formazione Napoli e l’Italian Resuscitation Council, ha l’obiettivo di diffondere le buone pratiche di primo soccorso tra il personale e la cittadinanza interessata.

Il corso sarà condotto da istruttori qualificati di rianimazione cardiopolmonare certificati dall’Italian Resuscitation Council. I partecipanti avranno l’opportunità di apprendere tecniche fondamentali per il pronto riconoscimento e il trattamento delle ostruzioni delle vie aeree, grazie anche all’uso di manichini per simulazioni pratiche.

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La festa dei folli, Capuano a Nola

Giovedì 6 febbraio alle 20:00, la festa dei folli ha il piacere, dopo ben 21 anni, di accogliere il ritorno del Maestro Antonio Capuano e VITO E GLI ALTRI, presso la Multisala Savoia.
Il film, dopo la presentazione a Roma, il 24 ottobre scorso, in Alice nella città, arriva a Nola, per la PRIMA volta in Campania, nella sua versione restaurata in 4K realizzata da Cinecittà.
Un’opera di rara potenza visiva e narrativa, “VITO E GLI ALTRI” segna l’esordio alla regia di Capuano nel 1991, dando il via alla sua straordinaria carriera e contribuendo alla nascita di una nuova onda del cinema partenopeo, che negli anni successivi avrebbe conquistato la scena non solo nazionale.
Presentato e premiato all’ottava Settimana Internazionale della Critica di Venezia, il film valse a Capuano il Nastro d’Argento come miglior regista esordiente.
Un’opera audace, che offre uno sguardo crudo e autentico su Napoli, lontano da ogni stereotipo, raccontando il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso una narrazione viscerale, in bilico tra denuncia sociale e poesia visiva.
Tratto da un vero fatto di cronaca, il film racconta la vicenda di Vito, un bambino di dodici anni che, rimasto solo dopo l’arresto del padre, precipita nella spirale della criminalità. Il film affronta con lucidità e profondità temi come la violenza, la solitudine e la disperata ricerca di un’appartenenza, con un cast di giovani attori non professionisti dalla straordinaria naturalezza.
Il restauro 4K, eseguito nei laboratori di Cinecittà, ha restituito al film la sua qualità originaria, rimuovendo imperfezioni e ripristinando scene in dialetto napoletano che erano state alterate da sottotitoli in italiano.
A dialogare con il Maestro Antonio Capuano ci saranno:
  • Alberto Castellano, saggista e critico cinematografico, (altro graditissimo ritorno dopo 21 anni)
  • Paola Pagliuca, formatrice e docente
SINOSSI
La notte dell’ultimo dell’anno. La città è in festa, saluta l’anno nuovo appena iniziato. Rosario ha ucciso sua moglie e uno dei figli. Punta la pistola sull’altro figlio, Vito, quasi dodici anni. Sta per sparare. Ma Vito riesce a dire qualcosa, solo poche parole. L’uomo abbassa l’arma. Dopo l’arresto del padre, Vito rimane solo. Va a vivere dalla zia, in una famiglia di persone ugualmente sole, prive di rapporti di solidarietà. Vito si adegua a questa solitudine. Combatte, certo, con le armi che conosce. Impara presto ad usarle, perché è necessario, per legittima difesa. Così si inserisce, inconsapevolmente vittima, nella spirale senza fine della violenza. Percorre velocemente tutti gli stadi della parabola delinquenziale. Furti, scippi, spaccio di droga, rapine, prostituzione. Passa attraverso aridi istituti di rieducazione. Ormai non ama più niente. Per un “errore” delle istituzioni conosce anche il carcere. E poi giù a precipizio fino ad arrivare all’assassinio su commissione. Killer a dodici anni.
 
ANTONIO CAPUANO
Antonio Capuano, sin dal suo esordio con “VITO E GLI ALTRI”, ha saputo raccontare con sguardo unico l’infanzia, l’adolescenza e la complessità della realtà napoletana. Opere come “Pianese Nunzio 14 anni a maggio” (1996), “La guerra di Mario” (2005) e “L’amore buio” (2010) hanno continuato ad approfondire il rapporto tra giovani, violenza e società.
Nel 1998, con “Polvere di Napoli”, scritto insieme a Paolo Sorrentino, ha reso omaggio a “L’oro di Napoli” di De Sica, mentre in “Luna rossa” (2001) ha indagato le gerarchie della criminalità organizzata. Più di recente, con “Il buco in testa” (2020), ha riletto gli anni di piombo attraverso lo sguardo di una donna segnata dalla perdita del padre, ucciso negli anni Settanta.
Nel 2022, l’Accademia del Cinema Italiano gli ha conferito il David Speciale per il suo straordinario contributo al cinema.
Un autore imprescindibile, che continua a raccontare Napoli con uno sguardo privo di retorica e capace di trasformare il reale in poesia.

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Il percorso a ostacoli dell’autismo invisibile: famiglie e scienziati a confronto per superare le difficoltà

Un percorso ad ostacoli, spesso buio e costellato di poche, pochissime certezze e tante, tantissime insidie. Dubbi, frustrazioni, sensi di colpa e difficoltà da un lato, dall’altro la prospettiva prossima e velocissima di soluzioni rapide e miracolose che si presentano sotto forma di “terapie” non comprovate e che, se non dannose, risultano essere completamente inutili in relazione alla vulnerabilità delle persone, al dolore, alla ricerca di risposte che spesso non si trovano.
Il mondo dell’autismo è complesso, per l’individuo, per la famiglia. Il mondo del cosiddetto “autismo invisibile” lo è in maniera uguale e a volte addirittura più “scivolosa”.
È in questo scenario che a Napoli arriva una conferenza, anzi due, che hanno lo scopo di portare a una svolta più che necessaria.
GLI APPUNTAMENTI
Si parte il 16 febbraio con la conferenza “Autismo, Neurodivergenze e Territorio: miti, realtà e buone pratiche” che vedrà esperti, famiglie e istituzioni a confronto su come sostenere le persone nello spettro autistico, promuovere la consapevolezza e l’accoglienza delle differenze. La giornata, condotta da esperti del settore, genitori e rappresentanti delle istituzioni, e organizzata dall’associazione Gruppo Asperger Campania in collaborazione con l’associazione Spazio Asperger, si articolerà in interventi, tavole rotonde e momenti di confronto volti ad aumentare la consapevolezza sull’autismo e sulla neurodiversità in generale, a promuovere l’accoglienza delle differenze, a condividere buone pratiche per il supporto e l’accompagnamento delle persone autistiche e delle loro famiglie. Non solo: l’obiettivo è anche quello di favorire il dialogo e la collaborazione tra famiglie, i professionisti e istituzioni, di promuovere la ricerca e l’innovazione nel campo dell’autismo. La giornata si svolgerà presso l’Auditorium “Porta del Parco” di via Diocleziano, struttura che, neanche a dirlo, è un emblema della rinascita dell’area di Bagnoli e che figurativamente rappresenta un mezzo per il rilancio di una rinnovata coscienza sul tema. Tra gli altri, parteciperanno come figure istituzionali i consiglieri regionali Valeria Cialambrino, Roberta Gaeta e Libera D’Angelo.
Per assicurarsi il proprio posto in sala è necessario prenotare dal sito https://www.spazioasperger.it/evento-formativo/napoli2025/
Ma non finisce qui. Perché c’è tanta, ma proprio tanta disinformazione rispetto a una neurodivergenza che è “minoranza nella minoranza”. Già, perché se è vero che le persone autistiche rispetto alla popolazione generale rappresentano una minoranza, all’interno della comunità autistica le persone prive di compromissioni cognitive o linguistiche rappresentano una minoranza ulteriore, per non parlare delle persone autistiche con alto potenziale cognitivo, una minoranza nella minoranza della minoranza. Sì, perché non si può parlare di “autismo” ma di “autismi”. E rispetto a quello che fino a qualche anno fa era definito come sindrome di Asperger e che oggi viene invece indicato come disturbo dello spettro autistico, appunto, senza compromissioni del linguaggio e della sfera cognitiva c’è tanto da parlare, approfondire, studiare, scoprire, analizzare, condividere. È proprio per questo che a fine marzo si terrà sempre a Napoli il primo convegno scientifico sul territorio, interamente dedicato a questo. L’evento, promosso da AORN Santobono Pausilipon rappresenta un’importante occasione di confronto e crescita.
Su entrambi gli incontri, il commento pieno di entusiasmo di Angela Silletti Restucci, referente per la Campania di Gruppo Asperger Nazionale e presidente di Gruppo Asperger Campania, associazione di volontariato costituita da genitori e da persone autistiche senza difficoltà di linguaggio e senza compromissioni nella sfera cognitiva. «La nostra associazione è nata 3 anni fa, e questo per noi è stato un periodo di semina. Oggi finalmente possiamo accendere un faro sull’autismo cosiddetto invisibile. Siamo felici perché questa esperienza formativa e arricchente è stata accolta da tutti relatori che ci sono stati segnalati direttamente dalle famiglie come persone che hanno fatto la differenza nello sviluppo e nella crescita dei propri figli, tutti professionisti che hanno scelto di partecipare a questa conferenza in modo del tutto gratuito in quanto sentono fortemente la responsabilità sociale di mettere in luce la tematica dell’autismo invisibile. La conferenza è una sorta di prequel di un evento ancora più significativo organizzato dal Santobono, che si chiama L’ARTE DEL MASCHERARSI, le cui responsabili scientifiche sono le dottoresse Valentina De Clemente e Pia Santangelo. La nostra associazione è stata invitata per poter portare la testimonianza delle famiglie, e di questo siamo grati profondamente. Da soli non si va da nessuna parte. È attraverso la giusta informazione e formazione e attraverso il supporto e la collaborazione che possiamo costruire un futuro degno per i nostri ragazzi che troppo spesso invisibili lo sono davvero».
di Nadia Labriola

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