“In punta di piedi”: il calcio giovanile e il destino grottesco di un adolescente

CASERTA – Domenica 17 febbraio, ore 19:00, al Teatro Civico 14 è di scena IN PUNTA DI PIEDI, monologo sulla periferia del calcio messo in scena dalla compagnia Biancofango, diretto e interpretato da Andrea Trapani con la collaborazione della drammaturga Francesca Macrì. Lo spettacolo affronta il tema del calcio giovanile e del destino grottesco di un adolescente inadatto al gioco e quindi eternamente destinato alla panchina.

È una domenica mattina qualunque, alla fine degli anni Ottanta: anni di un calcio ancora genuino, non trasfigurato dal potere di televisioni e mass media, anni di marcature a uomo, di duelli corpo a corpo e di numeri sulle maglie a fissare ruoli ben precisi. Siamo in un qualunque campetto di periferia toscano, di quelli dove l’erba non cresce mai. Mastino, il terzino destro protagonista del monologo, si prepara ad assistere ad un’ennesima, lunghissima domenica da escluso. All’atroce rimpianto di non essere in campo si sovrappone l’amore per una fanciulla che, a partita in corso, entra in campo e va incontro all’eterno rivale, l’ala sinistra dai piedi d’oro. Quando, sotto gli occhi stupiti di tutti e contro il volere dell’allenatore, Mastino entrerà in campo si troverà ad affrontare sé stesso e i propri fantasmi adolescenziali lungo la linea bianca che lo separa dalla panchina, e in una danza carnivora inseguirà fino a perdersi il sapore della sconfitta. Mastino è un eroe mancato, una funzione tragica impotente e dolcissima, raccontata con angosciante leggerezza attraverso le parole del corpo.

L’articolo “In punta di piedi”: il calcio giovanile e il destino grottesco di un adolescente sembra essere il primo su Comunicare il sociale.

SAN MARZANO DOP, CERCIELLO RENNA (OSSERVATORIO UNIVERSITA’ SALERNO): PARLAMENTO ACCELERI ITER RICONOSCIMENTO PATRIMONIO CULTURALE NAZIONALE

SALERNO – “In un mercato globale dominato da meccanismi impersonali che sviliscono le produzioni che testimoniano la storia e l’identità d’Italia, chiedo al Parlamento di allinearsi in fretta alla coscienza sociale dell’eminente valore culturale nazionale espresso dal pomodoro San Marzano Dop, accelerando il percorso per l’approvazione dello schema di legge in discussione”: è quanto ha avuto modo di affermare Luigi Cerciello Renna nel corso dell’audizione tenuta presso la XIII Commissione “Agricoltura” della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della proposta normativa per il riconoscimento del pomodoro San Marzano dell’agro sarnese-nocerino Dop e dei territori di relativa produzione quali patrimonio culturale del Paese, che riproduce il contenuto di quella già presentata nella scorsa legislatura.

Il massimo studioso di origini campane, intervenuto in rappresentanza dell’Osservatorio dell’Appennino Meridionale, è il padre giuridico della norma oggi al centro del dibattito in sede referente, colui che l’ha approntata e presentata nel febbraio 2017 nel corso di una conferenza pubblica presso il campus universitario di Fisciano (SA) in cui annunciò che il carteggio di approfondimenti tecnico-scientifici sarebbe stato poi inoltrato ai competenti organi parlamentari.

Cerciello Renna ha evidenziato alla Commissione il calo di superficie coltivata e produzione da ultimo registrato. “Ritengo necessario segnalare – ha dichiarato – che per il 2018 risultano coltivati a San Marzano Dop 150 ettari di terreno per 9.200 tonnellate prodotte, mentre quando è stata presentato per la prima volta il disegno di legge si parlava di 200 ettari e quasi 12mila tonnellate. Ebbene, al di là degli aspetti agroambientali che hanno connotato l’ultimo biennio, va necessariamente recepita anche la grande importanza in termini economici che rivestirebbe tale intervento del Legislatore per tutta la filiera di riferimento”.

di Carmine Alboretti

L’articolo SAN MARZANO DOP, CERCIELLO RENNA (OSSERVATORIO UNIVERSITA’ SALERNO): PARLAMENTO ACCELERI ITER RICONOSCIMENTO PATRIMONIO CULTURALE NAZIONALE sembra essere il primo su Comunicare il sociale.

“Argini”: Inail Campania e Dedalus per la sicurezza dei lavoratori migranti

NAPOLI – I lavoratori migranti sono fortemente esposti al fenomeno del sommerso e dello sfruttamento: occupati in attività manuali faticose sul piano fisico e dai ritmi intensi – in settore come l’edilizia, l’industria pesante, l’agricoltura, le prestazioni rivolte alle famiglie –, corrono un elevato rischio di infortuni, anche mortali. Senza contare che numerosi incidenti non vengono denunciati e non appaiono nelle statistiche. Per far fronte a questa emergenza è nato il progetto “Argini”, attuato dalla Direzione Regionale Inail Campania e dalla cooperativa sociale Dedalus per promuovere tra i migranti del napoletano una conoscenza adeguata della normativa e della cultura della sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro.

POMPONIO – «Abbiamo preso in esame i settori dell’edilizia e dell’agricoltura – ha detto Adele Pomponio, Direttore regionale vicario Inail Campania, alla presentazione dei risultati, il 14 febbraio a Officine Gomitoli –. Il trend fino al 2017 è in discesa, quindi l’opera di prevenzione che stiamo facendo sul territorio inizia a dare i suoi frutti. Tuttavia, mentre l’incidenza dei mortali è del 20%, quella degli infortuni sul dato Italia è solo del 3%: ciò significa che sono ancora necessarie campagne di prevenzione rivolte direttamente agli stranieri». «Il progetto è partito a maggio 2017 e si è concluso a settembre 2018 – ha dichiarato Pasquale Addonizio, direttore dell’UOT Inail di Certificazione, Verifica e Ricerca di Napoli –. L’attività è stata di informazione e formazione, così come prevista dal Testo Unico 81/08 sulla salute e sicurezza sul lavoro».

OPUSCOLI E UN KIT PER LA SICUREZZA – Come ha spiegato Luca Oliviero, operatore Dedalus, Argini ha avuto come target principale gli stranieri «impiegati a giornata, lavoratori occasionali che ogni mattina, alle sei, si recano sulle rotonde in cerca di un’occupazione. Il loro progetto migratorio e lo stato di necessità li spinge ad accettare qualsiasi condizione di sfruttamento: noi abbiamo provato ad alzare in loro la percezione del rischio». L’unità di strada itinerante della cooperativa ha raggiunto i luoghi del reclutamento alle prime luci dell’alba, con a bordo un’equipe multidisciplinare «formata da me come responsabile – ha aggiunto Jean d’Hainaut, mediatore culturale –, da un operatore socio-legale e da un mediatore culturale del Benin che parla francese e diversi dialetti locali, per poter comunicare e stabilire un rapporto di fiducia con i destinatari». Gli interventi si sono concentrati «sulla statale di Giugliano, la cosiddetta strada degli americani: lì sono localizzate numerose rotonde e ogni giorno arrivano lavoratori da Castel Volturno, Lago Patria o dal giuglianese. Poi a Via Montagna Spaccata, a Pianura, e lungo la strada panoramica del Vesuvio, da Trecase a Sant’Anastasia, dove c’è un’elevata concentrazione di centri di accoglienza. Tra gli indicatori di sfruttamento abbiamo trovato la violazione sistematica della normativa sugli orari, nessuna cura per l’incolumità del lavoratore né alcuna forma di accesso alla previdenza sociale. A questo vanno aggiunti alloggi precari caratterizzati da servizi minimi e isolamento». Gli operatori hanno distribuito volantini informativi di facile comprensione, in cui erano elencati gli eventuali bisogni delle persone incontrate in strada, una brochure con le normative generali e «un kit di sicurezza dotato di caschetto, guanti, una tuta di carta per proteggersi da prodotti chimici e diserbanti usati in agricoltura, tappi da utilizzare nei cantieri in caso di rumore troppo elevato, una mascherina e un gilet catarifrangente, utile per garantire la visibilità in cantiere e nel tragitto da casa alla rotonda, spesso percorso a piedi o in bicicletta quando è ancora buio. Parallelamente al nostro progetto Fuori Tratta abbiamo portato avanti anche un’azione informativa all’interno dei centri di accoglienza straordinaria».

LO SPOT – Gli utenti raggiunti sono stati circa 500, in prevalenza di origine africana e di giovane età, soprattutto residenti nei centri di accoglienza in attesa di un giudizio sul loro status. «Una considerevole fetta di persone, inoltre, ha un’età più avanzata ed è presente sul territorio da moltissimi anni; si tratta di migranti regolari o diventati irregolari dopo aver perso l’occupazione». Il progetto ha visto, infine, la realizzazione di spot multilingue in inglese, francese e arabo di aggancio sui temi dell’iniziativa, diffusi tramite canali ufficiali (social network e piattaforme) e reti di contatto informali.

di Paola Ciaramella

© Vito Curatolo © Progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”

L’articolo “Argini”: Inail Campania e Dedalus per la sicurezza dei lavoratori migranti sembra essere il primo su Comunicare il sociale.

Rogo Casoria, Legambiente: ​rischio inquinamento delle falde

NAPOLI- «In attesa che si accertino le cause dell’incendio del capannone – si legge in una nota di Mariateresa Imparato , presidente Legambiente Campania, sul rogo che ha colpito stamattina una fabbrica di alluminio a Casoria – la priorità è dare in tempi brevi risposte certe e rassicurazioni per la salute dei cittadini di quel territorio e garantire la messa in sicurezza dell’area. L’incendio della fabbrica di alluminio di quelle dimensioni lascia tappeti di cenere e rifiuti non più riciclabili con un rischio inquinamento non solo atmosferico ma anche del suolo: quando si spengono le fiamme, le sostanze inquinanti rischiano di trasferirsi nelle falde acquifere. Stiamo parlando di una città, quella di Casoria, già esposta all’inquinamento da polveri sottili e che ha visto nel 2018 ben 50 superamenti dei limiti giornalieri previsti per il Pm10 mentre sono già 10 quelli dall’inizio dell’anno». 

L’articolo Rogo Casoria, Legambiente: ​rischio inquinamento delle falde sembra essere il primo su Comunicare il sociale.