Obbligo fatturazione elettronica: tra i consumatori finali anche gli enti non commerciali non titolari di partita iva

In relazione all’entrata in vigore del regime inerente la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati delle operazioni di cessione di beni e prestazioni di servizi, a partire dal 01/01/2019 è fatto obbligo agli esercenti di inviare le fatture in formato elettronico.
Il recapito della fattura elettronica avviene attraverso il codice SDI ed un indirizzo di posta elettronica certificato.
Tuttavia, L’Agenzia delle Entrate, con riferimento alle fatture emesse nei confronti di consumatori finali, ha previsto delle modalità semplificate di recapito, riportate al paragrafo 3.4, lettera c), del Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 30 aprile 2018, n. 89757, per le fatture emesse nei confronti dei consumatori finali.
A tale riguardo, l’Agenzia delle Entrate, nel corso del videoforum sulla fattura elettronica organizzato dal Sole 24ore in data 12 novembre 2018, ha chiarito che “tali regole valgono anche per gli enti non commerciali non titolari di partita iva”.

Le fatture nei confronti di queste tipologie di soggetti, dal 1° gennaio 2019 saranno rese disponibili ai clienti direttamente in un’area ad essi riservata e saranno accessibili tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, una copia della fattura elettronica dovrà essere rilasciata immediatamente dall’esercente al cliente, direttamente in forma analogica o via email.
In considerazione di quanto sopra, sulla base dei chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate del 12 novembre 2018, le associazioni, solo se non titolari di partita IVA, sono equiparate ai consumatori finali, e, conseguentemente, l’emissione della fattura elettronica nei confronti delle stesse (utilizzando quindi il solo codice fiscale) deve essere effettuata secondo le modalità previste al paragrafo 3.4, lett. c), del Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 30 aprile 2018, n. 89757.
In questo modo le associazioni che non lo volessero non saranno obbligate a dotarsi di una casella mail PEC né a doversi registrare presso il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate.

Clima, EDJNet: l’Europa si surriscalda

ROMA – L’Europa sta diventando sempre più calda e l’obiettivo di tenere sotto controllo l’aumento del riscaldamento terrestre entro il limite di 1,5° C stabilito negli accordi di Parigi sembra essere sempre meno realistico.
Lo afferma un’indagine pubblicata dall’European Data Journalism Network (EDJNet), una piattaforma di giornalismo investigativo che riunisce 19 media europei che ha analizzato 100 milioni di dati metereologici e ha rilevato che tutte le principali città europee hanno registrato un considerevole aumento delle temperature nel corso del XXI secolo.
Ad essere maggiormente interessate dal fenomeno sono soprattutto le regioni subartiche, l’Andalusia e la parte più meridionale della Romania.
Il primato per l’aumento della temperatura più alto nel Ventunesimo secolo tra le città con oltre 500mila abitanti va alla spagnola Malaga, il cui termometro segna +1,5 gradi.
L’Italia, naturalmente, non è esclusa dal processo di riscaldamento dell’Europa. Nella Penisola, il record di cittadina in media più calda negli ultimi diciotto anni in Italia va però a Belluno, diciottesima su 558 cittadine europee, con +2 gradi.
Genova e Milano sono tra le prime dieci grandi città europee più colpite dal riscaldamento globale negli anni Duemila, rispettivamente all’ottavo e decimo posto della graduatoria delle grandi città europee che hanno fatto segnare temperature mediamente più alte dal 2000 a oggi, entrambe in crescita di 1,2 gradi. Tra le grandi città, si posizionano a metà classifica Roma (30esima con +1 gradi) e Torino (42esima, +0,9 gradi).
Meno sensibili al cambiamento climatico risultano Napoli (51esima, +0,7 gradi) e Palermo (54esima, +0,6 gradi), che fanno compagnia nelle ultime posizioni a un raggruppamento di città britanniche, da Edimburgo (ultima con +0,4 gradi) a Manchester (53esima, +0,7 gradi).
Sempre in Italia, le meno colpite dal cambiamento climatico sono Cagliari, Gela e Siracusa, con +0,3 gradi.
“Nessun paese e nessuna città”, sottolinea l’EDJNe, “è al sicuro dalle temperature in aumento e dal suo impatto, solo una piccola minoranza sembra avere sviluppato strategie di adattamento per le conseguenze”.

di Danila Navarra

L’articolo Clima, EDJNet: l’Europa si surriscalda sembra essere il primo su Comunicare il sociale.

“Prendersi cura di chi si prende cura”. A Nola la Caritas in assemblea

NAPOLI – Si è tenuta presso il seminario vescovile di Nola l’assemblea 2018 della Caritas Diocesana di Nola. Molti gli interventi e gli spunti di riflessione, a cominciare dallo slogan: “Prendersi cura di chi si prende cura”.

di seguito il servizio

L’articolo “Prendersi cura di chi si prende cura”. A Nola la Caritas in assemblea sembra essere il primo su Comunicare il sociale.

Francesca e i suoi eventi solidali: «La disabilità non è il contrario della bellezza»

NAPOLI – Il 7 e 21 novembre, con finalissima il 12 dicembre, dagli studi televisivi di ItaliaMia, visibile sul canale 274 e 211 del digitale terrestre andrà in onda il concorso di bellezza Miss Wheelchair Italia.
Le tre puntate televisive di Miss Wheelchair Italia saranno arricchite dalla presenza di tanti ospiti che faranno anche da giuria per il concorso.
Inoltre, l’11 dicembre sarà possibile partecipare in studio alla registrazione della finalissima, e, a partire da un contributo minimo di 5 euro, tutto il ricavato della serata sarà devoluto a supporto della ricerca medico-scientifica con Telethon ed Aica3. La caratteristica di Wheelchair? Le modelle sono persone con disabilità, vivono su una sedia a rotelle ma non per questo hanno perso la voglia di divertire e divertirsi. La sfilata, anzi, rappresenta proprio un modo per lasciare un messaggio di speranza. Insomma, un concorso di bellezza contro ogni barriera architettonica e intellettuale.
Promotrice dell’evento (di cui Comunicare il Sociale è media partner) è, insieme ad altri, Francesca Auriemma, che in questa intervista racconta la sua storia e sottolinea: «La disabilità non è un’antitesi della bellezza. Ogni donna ha il dovere di esprimersi secondo le proprie capacità, mettendo in luce i propri punti di forza, caratteriali ma anche fisici».

Francesca non ha alcun problema a parlare della sua vita più privata e della sua malattia…«Io e Ornella siamo due sorelle affette da distrofia muscolare dei cingoli progressiva, una malattia genetica che pian piano ci ha tolto la possibilità di correre, salire le scale fino a perdere completamente l’uso delle gambe. L’espressione distrofia muscolare dei cingoli si riferisce a un gruppo eterogeneo di malattie caratterizzate da debolezza muscolare, che interessa in particolare i muscoli del cingolo pelvico e del cingolo scapolare. La prima a scoprire la malattia è stata Ornella, un dolore immenso per i nostri genitori e, poi è toccata a me.

Ricordi la tua prima carrozzina?
«No, la mia mente ha dimenticato tutto. Guardando vecchie foto, prima dell’utilizzo della carrozzina, a volte mi domando: come facevo a camminare, come si fa?
Con l’evolversi della malattia, ogni movimento richiedeva il supporto di una terza persona e odiavo l’utilizzo della sedia a rotelle, credevo sarebbe stato impossibile rifarmi una vita e svolgere serenamente le mie attività quotidiane, in questa mia nuova condizione. Con il tempo, giorno dopo giorno, ho tirato fuori la grinta e la voglia di mettermi in gioco».

La tua prima sfilata è stata organizzata nel 2015? Qual è stato il motivo che ti ha condotto nella realizzazione di questo evento solidale?
«Volevo evidenziare con forza la nostra presenza, abbattendo ogni barriera sia architettonica che intellettuale, sdoganare ogni canone estetico imposto dalla società. Siamo belle e possiamo sfilare anche noi . Il mio sogno era poterlo fare. Mia sorella Ornella ha abbracciato il mio progetto, che è diventato un obiettivo comune: cambiare la percezione che ha l’opinione comune di chi è affetto da disabilità».

Cosa provi mentre calchi la passerella?
«Una forte emozione. Per me sfilare è un messaggio di incoraggiamento, una spinta, per chi come me convive con la carrozzina, a non lasciarsi bloccare dalle barriere mentali prima ancora che fisiche. Una disabilità non è l’antitesi della bellezza. Ogni donna ha il diritto di sentirsi in armonia con il proprio corpo e di esprimersi in tutta la sua bellezza, fascino, sensualità».

Quando parli dei tuoi eventi spendi sempre gratitudine per le persone che ti hanno sostenuta, a chi ti riferisci?
«Il ringraziamento va a tutte le persone che hanno creduto in me: amici, fotografi, stilisti, make up artist che hanno preso parte agli eventi in maniera gratuita e con grande entusiasmo, sostenendo il nostro messaggio di positività e incoraggiamento».

Come hai conosciuto il presentatore Ettore Dimitroff?
«Per caso, ad una festa. Un incontro stimolante e sorprendente. Dopo una lunga chiacchierata, insieme, abbiamo deciso di creare un’edizione italiana di Miss Weelchair, coinvolgendo attraverso i social network ben 13 ragazze in carrozzina provenienti da diverse Regioni d’Italia.
Ma il nostro sogno va oltre, la nostra mente corre veloce e speriamo con forza che, già dal prossimo anno, questo concorso possa diventare nazionale, con tappe e selezioni accessibili da ogni parte della Penisola».

di Lucia La Marca

L’articolo Francesca e i suoi eventi solidali: «La disabilità non è il contrario della bellezza» sembra essere il primo su Comunicare il sociale.