Il Movimento nazionale verso Rifiuti Zero, da decenni impegnato per la riduzione dei rifiuti e le buone pratiche di gestione dei materiali post consumo, lancia un appello a Presidi, Insegnanti e Genitori per questo inizio di anno scolastico dettato dall’emergenza Coronavirus che sta costringendo tutta la comunità civile ad un surplus di responsabilità.

Ed è giusto essere responsabili e rigorosi dinanzi al rischio per la salute e la vita di tutti.

Ma l’ambiente, anch’esso, reclama giustizia e non è ammissibile, dinanzi alle alternative scientificamente validate, inquinare oltre misura il nostro habitat e l’intero pianeta.

Ci rivolgiamo a quanti, con diligenza e responsabilità stanno osservando il distanziamento sociale, l’igiene personale e l’uso delle mascherine per ridurre il rischio di contagio.

Ancor più in un ambiente chiuso e confinato come quello scolastico in cui alunni, insegnanti, operatori e dirigenti sono a contatto per lungo tempo.

Qui l’uso delle mascherine, là dove gli spazi non lo consentono, diventa determinante fattore di protezione personale.

Il Governo, nella persona del Commissario Arcuri ha predisposto l’invio alle scuole di 11 milioni di mascherine chirurgiche usa e getta al giorno, con una azione d’imperio a dir poco scellerata, che non tiene conto delle indicazioni dello stesso CTS di Governo che consiglia l’usa e getta ma non lo obbliga, come pubblicato nel documento del 28 maggio: “gli alunni dovranno indossare… nei locali scolastici una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione, fatte salve le dovute eccezioni…” (pag. 18-19) concetto ribadito nel successivo verbale del 31 agosto 2020 n.104 (pag. 4).

La stessa OMS (linee guida aggiornate al 21 agosto) sostiene: “I bambini che sono in buona salute possono indossare una mascherina di tessuto (non medical or fabric mask)“.

Invece le mascherine chirurgiche monouso, se va bene, andranno ad impattare con la raccolta differenziata dei Comuni accrescendo il sacco nero dell’indifferenziato, con costi maggiori  per le comunità per lo smaltimento in inceneritori.

Se va male, e di questo abbiamo riscontri quotidiani, verranno abbandonate in strada, sugli argini, nei ruscelli, che la pioggia trasporterà ai fiumi e da questi in mare, col littering di ritorno sulle spiagge, che contribuirà ad inquinare il già devastato ecosistema marino.

Da qui’ l’appello di ZeroWaste/RifiutiZero Italy affinché si sostituiscano le mascherine chirurgiche monouso con quelle che quotidianamente milioni di cittadini usano, quelle di stoffa riusabili e sanificabili che garantiscono uguale se non migliore protezione e possono essere riutilizzate numerose volte abbattendo costi, trasporti e inquinamento a go go.

L’appello che rivolgiamo è innanzitutto ai Genitori a rifiutare per i propri figli le mascherine che la scuola mette a disposizione, sostituendole, come previsto dallo stesso DPCM, con quelle personalizzate che a casa si provvede a lavare e sanificate quotidianamente.

Ai Presidi/Dirigenti scolastici e Insegnanti di favorire l’utilizzo delle mascherine riusabili , tenendo una piccola scorta delle chirurgiche a scuola per eventuali emergenze  o dimenticanze, e restituendo il surplus che potrebbero servire alle ASL, alle RSA, ai centri di accoglienza dove hanno un razionale d’uso, cosa che di fatto rallenterà la produzione a monte  e i rifiuti connessi a valle.

Ai Sindaci dei Comuni virtuosi e in particolare a quelli che hanno aderito a “Rifiuti Zero 2022” perché si prendano carico delle loro scuole incentivando questo percorso che si tradurrà, per le loro comunità, in un risparmio di costi di smaltimento e un territorio meno inquinato.

E infine sollecitiamo anche il Presidente della Regione, sulla stregua della valida protesta messa in campo a maggio scorso quanto rispedì indietro al Commissario di Governo le maschere di ”bugs bunny”, di fare uno sforzo straordinario per re inviare a casa degli studenti della Campania un numero minimo di mascherine in tessuto, riusabili, rafforzando così la campagna contro l’usa e getta oltre a ridurre la percentuale di rifiuto indifferenziato che premierebbe lo sforzo che in questi anni ha reso la Campania virtuosa per quota di R.D..

E’ stato calcolato che se solo un ragazzo per classe (5% della popolazione scolastica) disperdesse per strada, volontariamente o meno, la propria mascherina, ogni giorno verrebbero rilasciate in natura 1,4 tonnellate di plastica.

Viceversa gettando nell’indifferenziato ci saranno ogni giorno 44 tonnellate di rifiuti da bruciare in più.

A fine anno scolastico sarebbero 68 milioni di mascherine per un totale di 270 tonnellate di rifiuti plastici non biodegradabili e in un anno, 2 miliardi e 200 milioni di pezzi da acquistare, trasportare, distribuire, raccogliere, incenerire. Una quantità enorme di rifiuti e uno sforzo economico-organizzativo che potrebbe essere evitato o ridotto con le mascherine riusabili certificate, equivalenti a quelle monouso.

E là dove si vuole davvero andare alla radice del problema abolendo di fatto lo spreco non mancano eccellenze virtuose da riproporre anche in Campania, come  l’azienda Eta Beta di Bologna (nata anni fa per la sanificazione di pannolini lavabili) che ora fa anche lavaggio di DPI (mascherine chirurgiche e FFP2/3).

Insomma, l’alternativa all’usa e getta esiste e andrebbe incentivata. 

E la lotta all’inquinamento da plastica e al monouso passa anche dalla scuola, la prima agenzia formativa del Paese.

Ma davvero si vuole ostacolare le buone pratiche in un momento in cui la natura, a modo suo,  ci chiede il conto della nostra protervia nei suoi confronti?

E su questi principi di ecologia/economia la Rete nazionale Rifiuti Zero il 30 e 31 p.v. lancerà iniziative contro l’usa e getta delle mascherine chirurgiche in tutte le Regioni.

Restiamo convinti che la scuola si faccia carico della tutela della Salute, ma inondarla di milioni di mascherine usa e getta al giorno è quanto di più scellerato, inquinante, malsano, diseducativo che si potesse proporre.

Il punto non è la tipologia della mascherina ma la salvaguardia della Salute e per questo appare semplicemente inconcepibile, come strategia per tutelare la Salute, nella fattispecie dal SarsCov2 che aggredisce i polmoni, sia un boom di produzione di migliaia di tonnellate di rifiuti indifferenziati da bruciare negli inceneritori o da disperdere nell’ambiente.

Le alternative ecosostenibili ci sono e, pertanto, l’invito è ad agire con  senno e responsabilità.

La generazione di Greta non può più accontentarsi di altre chiacchiere.