05 Mar, 2020 | In evidenza, News dal Csv
Tutto pronto per il primo European Diversity Month che si terrà a maggio 2020, contraddistinto dall’hashtag #EUDiversitymonth. Sarà un mese dedicato alla celebrazione e alla promozione della diversità nei luoghi di lavoro, ad accrescere la consapevolezza sui benefici della Diversity and Inclusion e a mostrare il grande lavoro che in molti stanno facendo attraverso la valorizzazione dell’unicità dei propri dipendenti. Tutti sono invitati a partecipare con un’attività riservata o pubblica durante il National Diversity Day che si terrà a Milano il 28 maggio o durante il Diversity Month (1-31 Maggio 2020).
Come partecipare attivamente?
Voi stessi potete farvi parte attiva, celebrare ed aumentare la consapevolezza nella vostra organizzazione, ideando un evento per o con i vostri dipendenti, clienti o fornitori. Potrete avviare diverse iniziative. Ecco qualche idea: comunicare le vostre azioni internamente alla vostra organizzazione per sensibilizzare i vostri dipendenti, progettare un seminario riservato ai vostri dipendenti sul tema della Diversity and Inclusion o organizzare un evento pubblico durante lo European Diversity Month.
Registrate online il vostro evento sulla pagina riservata della EU Platform of Diversity Charters page prima del 31 Marzo 2020 e ottenete la possibilità di partecipare a Bruxelles all’evento di lancio dello European Diversity Month con la nuova Commissaria Helena Dalli e con altre organizzazioni che come la vostra credono nella Diversity and Inclusion.
Inoltre, qualora non l’aveste ancora fatto, potete compilare il questionario di monitoraggio (al seguente link: https://it.surveymonkey.com/r/cartaPO) con il quale ci proponiamo di offrire una situazione aggiornata dello stato dell’arte dei temi D&I condivisibile a livello nazionale ed europeo.
Insieme possiamo fare la differenza!
04 Mar, 2020 | In evidenza, News dal Csv
Si intitola Volontari inattesi ed è la prima indagine nazionale sull’ “impegno sociale delle persone di origine immigrata”. Curata da Maurizio Ambrosini e Deborah Erminio per il centro studi Medì, è stata promossa da CSVnet e condotta sul campo nel 2019 con l’apporto determinante dei Centri di servizio per il volontariato. Anche CSV Napoli ha contribuito alla ricerca, raccogliendo gli esempi più significativi della partecipazione degli immigrati al volontariato nei territori dell’area metropolitana di Napoli.
I risultati che ne emergono – raccolti in un volume edito da Erickson (352 pagg.) che sarà presentato il 17 aprile prossimo a Roma – rovesciano una delle immagini più diffuse degli stranieri, rappresentati spesso dai media come beneficiari, se non profittatori, di aiuto da parte degli italiani: dimostrano invece che esiste un buon numero di immigrati che si impegnano in attività solidali gratuite, più o meno formali, anche o soprattutto a vantaggio della popolazione italiana. “È in un certo senso un’esplorazione dell’altra faccia della luna, – ha scritto Ambrosini nell’introduzione: – abbiamo voluto guardare alle persone di origine immigrata che passano metaforicamente dall’altra parte della linea rossa che distingue fornitori e percettori di aiuti”.
Integrati o marginali?
L’indagine non aveva ovviamente il solo scopo di “attrarre l’attenzione su un fenomeno emergente ma misconosciuto”. Si proponeva anche di comprendere con maggiore precisione chi fossero le persone coinvolte, e in particolare se la loro partecipazione attraverso il volontariato si accompagnasse “con un’integrazione sociale già avanzata su altri piani, come lo studio, il lavoro, l’accesso alla cittadinanza”, oppure se fosse praticata “soprattutto da soggetti marginali, in forme compensative di una mancata inclusione nella società dal punto di vista economico e culturale”.
In tal senso, i primi dati quantitativi presentati lo scorso ottobre alla conferenza di CSVnet a Trento avevano già delineato una “tipologia” di immigrati giovane, istruita e ben integrata. Un identikit che tuttavia risulta ora troppo limitativo per descrivere le innumerevoli sfumature messe in luce dal rapporto finale.
Un altro obiettivo della ricerca era “l’approfondimento delle motivazioni della partecipazione: quali spinte interiori o sollecitazioni esterne inducono a impegnarsi, quali benefici le persone perseguono, quali percorsi intraprendono”. Un ultimo obiettivo riguardava la dimensione associativa: quali contesti si rivelano più ricettivi, e in quali attività gli immigrati si inseriscono con maggiore facilità? E se per le organizzazioni l’ingresso di queste persone può essere senz’altro un’occasione di apertura culturale e di adeguamento operativo, in quali modi esso può anche suscitare resistenze e incomprensioni?
La “matrice” nazionale
Attraverso quasi 700 questionari e 110 interviste in profondità, raccolti in 163 città italiane, la ricerca fa dunque parlare i protagonisti, provenienti da 80 paesi diversi. Ma aggiunge anche il racconto dettagliato di 10 progetti di eccellenza attivi nella penisola, e riporta le esperienze e i dati di 5 grandi reti nazionali del terzo settore (Avis, Misericordie, Fai, Touring Club, Aido) che si avvalgono nelle loro attività del contributo volontario di cittadini di origine immigrata.
Dandosi però alcuni precisi criteri per identificare la platea da indagare. Anzitutto la definizione “di origine immigrata” è stata intesa in senso ampio, “comprendendo anche stranieri naturalizzati e seconde generazioni”. In secondo luogo, tra le attività di volontariato sono state incluse non solo quelle strutturate e promosse da associazioni formali, ma anche quelle più informali, in sintonia con le tendenze attuali verso un “volontariato post-moderno”.
Inoltre è stata focalizzata l’attenzione sulle situazioni in cui queste persone collaborano con italiani per discendenza e con associazioni autoctone, ossia sulle forme più tipiche dell’impegno volontario, non considerando quindi le associazioni “di immigrati per immigrati” (su cui esistono già diverse ricerche locali). Infine è restato a margine della ricerca il fenomeno del lavoro volontario dei richiedenti asilo, “un impegno, – si spiega nell’introduzione, – generalmente encomiabile, ma di natura spuria, in quanto previsto da norme di legge e organizzato dai soggetti gestori dell’accoglienza”, e dove “i richiedenti asilo partecipano, spesso volentieri, ma non hanno molti margini di scelta”. In sintesi, dunque, il lavoro riguarda “principalmente persone di origine immigrata che scelgono liberamente di dedicare tempo ed energie ad attività con finalità sociali, i n contesti organizzativi di matrice nazionale e collaborando con volontari italiani”.
Da sottolineare infine il ruolo della rete dei Centri di servizio per il volontariato, che si è fatta carico della diffusione e somministrazione del questionario, nonché della maggior parte delle interviste: “Si può parlare quindi di una ricerca partecipata, – ha sottolineato Ambrosini, – che ha valorizzato la presenza e il rapporto dei Csv con le associazioni dei territori e con il volontariato di origine immigrata, stimolando nello stesso tempo l’interesse per il fenomeno”.
Da oggi tutti gli articoli su “Volontari inattesi” sono raccolti in un focus sul sito di CSVnet, insieme alle storie di alcune delle persone di origine immigrata intervistate per la ricerca.
04 Mar, 2020 | Bandi e opportunità, In evidenza, News dal Csv
L’impresa sociale Con i Bambini, soggetto attuatore del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, intende selezionare alcune figure da inserire nell’area Attività Istituzionali.
Le persone selezionate entreranno a far parte del team delle attività istituzionali che collabora a:
– la gestione tecnico-operativa dei bandi pubblicati,
– la valutazione delle proposte progettuali,
– la predisposizione di materiali e report per gli organi direzionali e deliberanti,
– i processi di monitoraggio delle iniziative sostenute (verifica contabile dei documenti di rendicontazione; raccolta e sistematizzazione della reportistica; analisi stato avanzamento delle progettualità; sopralluoghi tecnici, etc.),
– l’attività di assistenza tecnica e di help desk per i richiedenti.
Ai fini della selezione delle candidature saranno valutati i seguenti requisiti:
1)titolo di studio e formazione specialistica (preferibilmente nelle aree delle scienze sociali ed economiche);
2)competenze professionali ed esperienze pregresse nell’ambito della valutazione di iniziative sociali;
3)competenze tecniche ed esperienze pregresse in attività di monitoraggio tecnico e finanziario (verifica della rendicontazione contabile nell’ambito di programmi pubblici di finanziamento);
4)conoscenza del ‘terzo settore’ e dell’economia sociale;
5)competenze ed esperienze pregresse nell’ambito della progettazione sociale.
Saranno inoltre valutati positivamente:
– l’attitudine al problem solving e la capacità di lavorare in gruppo e per obiettivi;
– pregresse esperienze in enti di erogazione, di valutazione o di monitoraggio;
– la disponibilità ad una frequente mobilità in ambito nazionale (per sopralluoghi periodici);
– una buona conoscenza della lingua inglese.
Ai candidati potrà essere richiesto di intervenire a diversi colloqui conoscitivi ed eventualmente di sottoporsi a test scritti per una verifica preliminare delle conoscenze tecniche.
L’inquadramento, la retribuzione e la tipologia contrattuale saranno determinati, per ogni profilo selezionato, in relazione alla esperienza e alle competenze maturate dai candidati.
La sede di lavoro è Roma.
Gli interessati a candidarsi alle posizioni aperte dovranno inviare entro e non oltre il 31 marzo 2020, il proprio curriculum vitae (non superiore a 3 pagine e comprensivo di autorizzazione al trattamento dei dati personali) al seguente indirizzo e-mail: affarigenerali@conibambini.org
inserendo nell’oggetto il codice posizione di riferimento (A.I. FEB.2020).
Sarà facoltà del candidato allegare anche una lettera di accompagnamento del proprio curriculum vitae (con la descrizione delle esperienze pregresse, non superiore ad una pagina) ed una lettera di presentazione motivazionale (non superiore ad una pagina).
Si precisa che saranno contattati solo i candidati ritenuti in linea con i profili ricercati.
I curriculum vitae pervenuti non saranno trattenuti dagli Uffici di Con i Bambini oltre la data di chiusura del processo di selezione in oggetto, che sarà resa nota con apposito annuncio pubblicato sul sito internet di Con i Bambini.
03 Mar, 2020 | In evidenza, News dal Csv
Alla sua quarta edizione, il Festival dello sviluppo sostenibile è la più grande iniziativa italiana per sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, diffondere la cultura della sostenibilità e realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta all’Italia di attuare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e centrare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), rete di organizzazioni della società civile italiana, il Festival è stato riconosciuto da UN SDG action campaign come un’iniziativa innovativa e un’esperienza unica a livello internazionale.
Convegni, seminari, workshop, mostre, spettacoli, eventi sportivi, presentazioni di libri, documentari e molto altro ancora: centinaia di iniziative (sono state 1060 nel 2019) proposte a un pubblico variegato per coinvolgere, includere e dare voce alla società italiana. Il calendario comprende anche iniziative organizzate direttamente dal Segretariato dell’ASviS, eventi di rilevanza nazionale e numerose iniziative realizzate con il contributo delle amministrazioni cittadine e delle università.
Le centinaia di iniziative in calendario presentano una gran varietà di format, per consentire a tutti di partecipare agli eventi più adatti ai propri interessi e bisogni. Esperti, policymaker, imprese, professori, studenti, bambini, cittadini: il Festival è rivolto a tutti. Partecipando alle iniziative in calendario si potranno aumentare conoscenze e consapevolezza sui temi dello sviluppo sostenibile, far circolare informazioni, condividere buone pratiche e stimolare idee e politiche, con l’obiettivo di mantenere gli impegni sottoscritti all’Onu nel 2015 dal nostro Paese con la firma dell’Agenda 2030.
È possibile contribuire in prima persona alla realizzazione di un futuro sostenibile organizzando un evento nel Festival. Tramite l’apposito modulo si possono proporre eventi, seguendo i criteri per l’organizzazione. L’Alleanza valorizzerà le iniziative che faranno parte del cartellone attraverso operazioni di comunicazione e diffusione. Gli organizzatori degli eventi avranno la possibilità di raggiungere un pubblico molto ampio grazie alla notorietà già acquisita con le precedenti edizioni e alla diffusione delle informazioni sui singoli eventi che avverrà tramite il sito del Festival, la campagna sui social media e la newsletter dell’ASviS, che per tutto l’arco dei 17 giorni saranno dedicati ai temi e alle iniziative del Festival.
Ciascun evento dovrà rispettare i seguenti criteri:
- avere una chiara ed esplicita attinenza con i temi dell’Agenda 2030 ed essere riferibili a uno o più dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile;
- svolgersi nel periodo del Festival (20 maggio-5 giugno), oppure nella settimana precedente alla data d’inizio e in quella successiva alla data di fine del Festival, le quali potranno accogliere ulteriori eventi, costituendo i cosiddetti “Dintorni del Festival” (13-19 maggio; 6-12 giugno);
- non avere finalità commerciali;
- seguire le linee guida di comunicazione e la grafica del Festival.
Candida il tuo evento…clicca qui
27 Feb, 2020 | In evidenza, News dal Csv
Il Comune di Napoli, consapevole dell’importanza dell’impegno e della generosità di tutte le persone che, organizzate in gruppi formali ed informali, distribuiscono cibo e beni di prima necessità in strada ai senza dimora, con la Delibera di Giunta n. 503 del 4 novembre 2019 e la Determinazione dirigenziale n. 3 del 27 gennaio 2020, ha deciso, d’intesa con enti ed associazioni del terzo settore, di condividere percorsi per valorizzare e ottimizzare la distribuzione in strada di beni materiali alle persone senza dimora.
Ha reso disponibile, pertanto, un form attraverso il quale intende realizzare una mappatura degli interventi di solidarietà, suddivisa per zone della Città.
La compilazione del form richiede pochi minuti e servirà a valorizzare la generosità di tante persone nonché a mettere a sistema, per oggi e per il futuro, questi preziosi gesti di umanità.
Per compilare il form…clicca qui
27 Feb, 2020 | In evidenza, News dal Csv
Saranno attivi da lunedì 2 marzo gli operatori di Villa Fernandes, un bene confiscato che attraverso l’omonimo progetto sarà restituito alla cittadinanza diventando un luogo aperto alla comunità, un polo dedicato allo sviluppo del territorio.
Il progetto è sostenuto da Fondazione CON IL SUD in collaborazione con la Fondazione Peppino Vismara, e ha l’obiettivo di creare un polo di sviluppo locale, apprendimento e innovazione, incrementando la partecipazione dei cittadini alla vita socio-culturale della città e favorendo nuove realtà imprenditoriali, percorsi formativi e posti di lavoro. La Villa, edificio dei primi del ‘900 nel cuore di Portici confiscato al clan camorristico Rea, rappresenterà un luogo aperto alla libera fruizione degli spazi sia aperti che chiusi, un luogo di incontro e di aggregazione sociale e sostenibile, ma anche di ascolto e di orientamento per chi vive situazioni di disagio. Fiducia, innovazione, partecipazione e sviluppo sono tra gli ingredienti basilari che fanno del polo di Villa Fernandes, così come promosso dalla rete, un vero e proprio hub creativo moltiplicatore di iniziative che punta sull’integrazione di elementi innovativi a risorse locali disponibili, con l’obiettivo di trasformarle in opportunità di sviluppo anche economico del territorio e di maggior benessere delle comunità. Temi di interesse principali, dunque, sono: l’uso sostenibile delle risorse ambientali, l’attenzione alle fasce più deboli non solo come destinatarie di interventi assistenzialistici ma come risorse da far emergere e valorizzare, il sostenere nuovi scenari integrati di sviluppo locale e sostenibile, il promuovere l’utilizzo di spazi comuni da favorire con la partecipazione e l’impegno dei cittadini, il reimpiego dei ricavi in nuove iniziative a vantaggio di tutti, la diffusione di varie forme d’arte liberandole dai luoghi chiusi e accompagnandole lì dove la società civile si incontra, dialoga e riscopre il senso e il valore del proprio essere comunità.
Per maggiori informazioni sul progetto clicca qui