Carenza di sangue, l’appello di AVIS: «Doniamo adesso»

«Uno sforzo per assicurare terapie salvavita ai pazienti acuti e cronici. Prima di partire per le vacanze, prenotiamo la nostra donazione». È l’appello lanciato dal presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, alla luce dei dati che, sull’intero territorio italiano, stanno mostrando una massiccia flessione nella raccolta sia di globuli rossi che di plasma.

Le associazioni di pazienti talassemici, nel corso delle ultime settimane, hanno segnalato al Centro nazionale sangue una carenza diffusa di sacche di sangue in diverse regioni. Proprio per questo motivo, dopo aver promosso la campagna #DonaindoppioAVIS sta chiedendo un ulteriore sforzo a tutti i donatori veicolando un messaggio tanto semplice, quanto diretto ed essenziale attraverso i propri canali di comunicazione: “C’è bisogno di sangue. C’è bisogno di te. Vieni a donare”.

La richiesta di sangue ed emocomponenti non va mai in vacanza e proprio in questo periodo dell’anno, complici le partenze e i viaggi, si registra un incremento degli incidenti stradali. Ecco perché, se già quotidianamente circa 1800 pazienti hanno bisogno di una trasfusione, durante l’estate questo numero rischia di aumentare vertiginosamente. Nell’ultimo report pubblicato dal CNS, quello relativo al mese di giugno, il calo nella raccolta dei globuli rossi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è stato del 10%, nonostante il 2020 fosse l’anno in cui era esplosa la pandemia.

Che si parta o si trascorra l’estate in città, prenotare la donazione è necessario: «I numeri dell’ultimo mese non possono farci restare inermi – conclude Briola – perché con l’estate ormai in corso rischiamo di mettere a repentaglio la ripresa delle regolari attività ospedaliere a partire da settembre. Per questo il nostro invito, il nostro appello, è quello di contattare la sede Avis più vicina, prenotare la propria donazione e compiere questo gesto straordinario per potersi godere con serenità le meritate vacanze e permettere, a tanti pazienti che ne hanno bisogno, di vedersi assicurate le terapie salvavita».

Riforma della Giustizia. Appello di Legambiente, Libera, WWF e Greenpeace al Governo Draghi: “Nessuna scadenza per il disastro ambientale”

“La storia del nostro Paese è segnata da disastri ambientali che soltanto dopo l’introduzione nel Codice penale del delitto 452 quater sono oggi al centro di processi come quello sull’ex Ilva o sulla discarica Resit in Campania, che consentono alle popolazioni colpite di avere fiducia nella giustizia. O ancora, di tanti procedimenti ambientali aperti, a partire da quello sui Pfas in Veneto, ritrovati nel sangue dei bambini che vivono in quei territori. Per queste ragioni e per la complessità delle inchieste necessarie ad accertare la verità, chiediamo al governo Draghi e alle forze politiche che lo sostengono di inserire il disastro ambientale tra i reati per cui non sono previsti termini che ne determinino l’improcedibilità. Sarebbe una scelta di civiltà, fatta con la consapevolezza che ad essere in gioco sono l’ambiente in cui viviamo, la salute delle persone e la credibilità stessa della giustizia”.

Questo l’appello lanciato oggi da Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, Donatella Bianchi, presidente del WWF e Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, al Governo Draghi e alla guardasigilli Marta Cartabia, a poche ore dall’intesa raggiunta in Consiglio dei ministri sulla tanto discussa riforma della Giustizia che domenica 1° agosto approderà in aula alla Camera.

All’appello sull’assoluta necessità di includere (alla pari dei reati per mafia, terrorismo, violenza sessuale e traffico di stupefacenti) il disastro ambientale tra quelli per cui non scatta la mannaia dell’improcedibilità, è possibile aderire scrivendo alla mail segreteria@legambiente.it.

Tratta e sfruttamento minorile: Save the Children diffonde l’XI edizione del rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili

Più di una vittima di tratta su 3 nel mondo risulta essere minorenne e prevalentemente di genere femminile. Numeri che rappresentano il 34% del totale e che, riguardando solo i casi giudiziari accertati, lasciano credere che sia in realtà un fenomeno ben più vasto.

Tra le regioni del mondo il numero più alto di casi accertati con vittime minorenni è l’Europa occidentale e meridionale per un totale di 4.168 vittime in maggioranza maschi (il 59%).

In vista della Giornata Internazionale Contro la Tratta di Esseri Umani, celebrata il 30 luglio di ogni anno, Save the Children diffonde l’XI edizione del rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili – Fuori dall’ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento”.  

Il rapporto analizza le condizioni di bambine, bambini, adolescenti e giovani vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento nel nostro Paese, anche alla luce dell’impatto della pandemia che le rende ancora più vulnerabili. Emerge in questo approfondimento anche il dramma dei minori figli delle donne vittime, nati e cresciuti in un contesto di isolamento e sfruttamento e con il grave rischio di vedere compromesso il loro futuro.

Tratta e sfruttamento degli esseri umani, in particolare dei minori, sono fenomeni che difficilmente riescono ad emergere, a causa degli enormi interessi dei trafficanti – in un mercato che si trasforma ma non accenna a diminuire – e dell’insufficiente impegno dei governi nel monitoraggio e nell’azione di prevenzione e contrasto.

Già prima della pandemia, si era raggiunto il numero di 50.000 vittime accertate nel mondo. Con le conseguenze della pandemia, che ha spinto in povertà nel 2020 ben 142 milioni di bambini e adolescenti in più, la situazione è destinata a peggiorare. Ben 10 milioni di bambini potrebbero non tornare più a scuola, esponendosi così al rischio di sfruttamento, abusi, grvidanze e matrimoni precoci. Secondo le stime, il solo sfruttamento lavorativo potrebbe inghiottire entro la fine del 2022 altri 8,9 milioni di bambini e adolescenti, per più della metà sotto gli 11 anni.

La tratta e lo sfruttamento sono fenomeni che non risparmiano neanche l’Italia, dove le vittime prese in carico dal sistema nazionale anti-tratta nel 2020 erano 2.040, tra cui 716 nuovi casi emersi e presi in carico nel corso dell’anno. Sono soprattutto donne e ragazze (81,8%), mentre 1 vittima su 20 è minore (105).

Tra i paesi d’origine delle vittime prevale la Nigeria (72,3%), seguita da Costa d’Avorio, Pakistan, Gambia e Marocco, mentre la forma di sfruttamento più rilevata è quella sessuale (78,4%), seguita da quella lavorativa (13,8%), l’1% delle vittime è stato coinvolto in economie illegali e lo 0,6% nell’accattonaggio.

I minori vittime di sfruttamento lavorativo intercettati dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro nel 2020 sono 127, sia stranieri che italiani, con una leggera prevalenza femminile (57,7%). Gli illeciti riguardano in gran parte il settore terziario (88%), seguito da industria (4,7%), edilizia (3,9%) e agricoltura (2,4%).  Un dato che deve far riflettere sulla necessità di indagini mirate a far emergere un fenomeno ancora per lo più sommerso.

Un elemento particolarmente allarmante e poco considerato riguarda le donne vittime di tratta e sfruttamento sessuale con figli minori, spesso anch’essi nelle mani di sfruttatori e trafficanti: i casi di ex-vittime o vittime con figli individuati sono quasi raddoppiati tra il 2016 e il 2020, passando dal 6% all’11,6% sul totale dei casi presi in carico dal sistema anti-tratta, con ulteriore aumento nei primi sei mesi del 2021 (+0,4%).

Attualmente il sistema anti-tratta assiste 190 nuclei vulnerabili che comprendono 226 minori. Anche nell’ambito dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo, in particolare nel sud, sono emersi casi di donne che vivono sole con i figli, principalmente originarie dell’Est Europa, e che subiscono ricatti, violenze e abusi, costrette in un circuito di isolamento di fatto che riguarda anche i figli, compromettendone irrimediabilmente il futuro.

Questi bambini e bambine, generalmente molto piccoli, sono nati a volte proprio dagli abusi subiti dalle giovani madri, che non solo assistono alle violenze perpetrate sulle loro madri, ma che rischiano di subire loro stessi violenza per mano di sfruttatori e trafficanti o essere oggetto di ricatto per tenere soggiogate le loro mamme.

Per approfondimenti e per leggere il rapporto https://www.savethechildren.it

A Napoli Est un progetto per dare lavoro alle donne

Da oggi le mamme della Fondazione Famiglia di Maria produrranno confetture con le albicocche del Vesuvio. Il progetto “Assembramento Femminile Plurale“, all’insegna dell’empowerment femminile del lavoro e della solidarietà sociale, prevede questa ed altre attività produttive finanziate dalla Fondazione Banco di Napoli. Le donne si organizzeranno per lavorare e a turno badare ai bambini con spirito di unione e mutuo soccorso. 

Abbiamo voluto mettere in campo questa iniziativa a Napoli est dove spesso la donna è il punto di riferimento della società e delle famiglie. Questo progetto, di natura circolare, nell’era post covid nasce dall’evidenza che i soggetti più colpiti dalla condizione di isolamento sociale, sono le donne e in particolare le madri e i giovanissimi. Speriamo di poter realizzare una produzione che duri nel tempo grazie all’acquisto di macchinari che resteranno a disposizione delle donne del quartiere“, spiega Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli.

A San Giovanni a Teduccio dove spesso la figura paterna è assente (molti lavorano fuori regione e molti si trovano in carcere), è la donna ad avere sulle spalle tutto il carico di responsabilità. “Una divisione asimmetrica del lavoro familiare e modelli di genere troppo rigidi rischiano, con la presenza dei figli a casa, di costringere le donne a rinunciare a spazi da dedicare a sé stesse o al lavoro – dice Anna Riccardi, presidente della fondazione Famiglia di Maria – In varie fasi, le partecipanti organizzeranno la produzione e la distribuzione di prodotti tipici del territorio partendo da materie prime di produzione dop e igp, come conserve di pomodori e confetture. Un altro gruppo di donne provvederà al babysitting dei figli di chi parteciperà alle attività del progetto“. 

Alcune iniziative verranno svolte in sinergia con i ragazzi e i bambini della comunità: una di queste riguarda la riqualificazione attraverso la pulizia e il decoro del piccolo anfiteatro lasciato al degrado che si trova davanti all’ingresso della Fondazione e potrebbe ospitare il saggio dell’iniziativa che riguarda la pratica artistica: la creazione di un coro con un repertorio di canzoni classiche napoletane, laboratorio a cura della cantautrice Assia Fiorillo. Anche l’aspetto della comunicazione avrà una funzione fondamentale e sarà in parte affidata alla comunità. Accanto al lavoro specifico dei professionisti del settore ci sarà la possibilità per mamme e ragazzi di produrre contenuti per delle pagine web e social dedicate al progetto con l’elaborazione di testi, immagini, filmati e podcast radiofonici. A chi parteciperà al progetto sarà affiancato un sostegno facoltativo di una psicologa. Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica legata alla necessità di creare un habitat confortevole per lo svolgimento delle attività, si promuoverà l’utilizzo di sistemi di areazione e refrigerazione diversi dai condizionatori fissi e centralizzati e l’uso di lampade a raggi ultravioletti che sono utili anche per sanificare l’aria.

Torre Annunziata, la Libreria Libertà raccoglie e regala testi a bambini e adolescenti

Si chiama “R-Estate con i libri” l’iniziativa promossa dalla libreria Libertà di Torre Annunziata, attraverso i Gruppi di lettura adulti e adolescenti, che ha dato il via ad una raccolta di libri non scolastici per bambini e adolescenti.

Lettori, amici, frequentatori della libreria sono invitati a donare testi di narrativa, fumetti, ecc. che poi verranno distribuiti ai bambini e agli adolescenti della città sabato 31 luglio dai componenti dei Gruppi di lettura.

L’iniziativa nasce per incentivare la lettura tra giovani e piccini e l’estate è il periodo giusto per antonomasia.

L’obiettivo dei Gruppi di lettura è di raccogliere almeno 50 testi.

È possibile aderire all’iniziativa donando fino alla fine del mese di luglio testi usati dalle biblioteche domestiche o acquistando libri direttamente in libreria, che è il punto di raccolta.

La libreria biobar e erboristeria di Asperula “Libertà” si trova a Torre Annunziata, Napoli, Corso Vittorio Emanuele III, 417.

Il nostro obiettivo è donare storie ai ragazzi, valorizzando anche i progetti di lettura che stiamo portando avanti da qualche mese. Ci piacerebbe che questi testi giungessero nelle mani dei bambini che in casa hanno pochi libri o peggio nessuno. Ma ci interessa anche dialogare con la gente, far conoscere i Gruppi di lettura, al di là dei momenti di condivisione sulle storie che ci appassionano. Leggere è bello e proviamo anche a contaminare gli spazi intorno a noi con questa passione” commentano dalla libreria Libertà.

“L’arte del corto”, un festival che dà spazio al sociale

Si terrà a Monterosso Calabro, giovedì 29 luglio, la quinta edizione del festival cinematografico “L’ARTE DEL CORTO “.

In pochissimi anni il festival ha assunto un’ampia portata, spiccando come manifestazione di conferma per i maggiori artisti del panorama della settima arte calabrese ( e meridionale in generale), ma anche come trampolino di lancio per giovani talenti del settore.

Nell’ambito dell’iniziativa sarà proiettato per la prima volta, insieme agli altri due finalisti, il cortometraggio sociale “IL SEME DELLA SPERANZA“, che affronta i temi del bullismo e del razzismo tra gli adolescenti.

Lo shortfilm è stato diretto dall’attore e regista napoletano Nando Morra e prodotto dalla RAMPA FILM APS.