Avviso pubblico “Campania Welfare” per la realizzazione di Centri Territoriali di Inclusione

La Direzione Generale per le Politiche sociali e socio-sanitarie in esecuzione della Deliberazione della Giunta Regionale n.160 del 10/04/2024 ha approvato l’Avviso pubblico “CAMPANIA WELFARE” con il quale si intende dare attuazione ad interventi per il welfare e l’inclusione sociale. Contestualmente è stata approvata una nuova procedura telematica per trasmettere le proposte progettuali.

Attraverso il nuovo servizio digitale denominato “Campania Welfare”, i soggetti beneficiari previsti dall’art. 3 dell’Avviso possono trasmettere in via telematica alla Regione Campania – D.G. Politiche sociali e socio-sanitarie, una proposta progettuale per la realizzazione di un Centro Territoriale di Inclusione, inteso quale centro di prossimità di servizi per il sostegno a persone e famiglie svantaggiate, in condizioni di vulnerabilità e fragilità sociale e alle persone con disabilità.

Il servizio sarà attivo in tre finestre temporali:

  • Prima finestra: dalle ore 00:00 del 31/10/2024 alle ore 23:59 del 30/11/2024.
  • Seconda finestra: dalle ore 00:00 del 05/12/2024 alle ore 23:59 del 07/01/2025.
  • Terza finestra: dalle ore 00:00 del 10/01/2025 alle ore 23:59 del 07/02/2025.

L’accesso è consentito esclusivamente tramite identità digitale (SPID/CIE/CNS) al link https://servizi-digitali.regione.campania.it/WelfareCampania. Nella pagina descrittiva del servizio digitale sono presenti tutte le informazioni per la compilazione telematica della domanda. Al di fuori dei periodi indicati, il servizio non sarà accessibile e non sarà possibile presentare la domanda.

La nuova procedura è stata definita in collaborazione con l’Ufficio Speciale per la Crescita e la Transizione digitale e rientra nella strategia di trasformazione digitale di Regione Campania che prevede la progressiva digitalizzazione di tutti i processi e procedimenti amministrativi e la loro evoluzione in servizi accessibili on line e disponibili sul Catalogo dei Servizi digitali (https://servizi-digitali.regione.campania.it/).

Registro unico Terzo settore: come aggiornare le cariche sociali

Riproponiamo l’articolo di Stefano Farina e Simone Perotto per Cantiere Terzo Settore relativo all’aggiornamento delle cariche sociali nel RUNTS.

Nelle ultime settimane, all’interno della piattaforma del registro unico nazionale del Terzo settore sono state rilasciate alcune modifiche e aggiornamenti. Tra le novità introdotte, alcune riguardano le pratiche di iscrizione e variazione dati e nel dettaglio le voci selezionabili nei menu a tendina relative a:

  • le cariche degli amministratori dell’ente (sezione “Dati generali – Persone titolari di cariche sociali”)
  • gli organi sociali dell’ente (sezione “Ulteriori informazioni – Organi di amministrazione, controllo e revisione”)

A partire da settembre 2024 si riduce notevolmente la rosa di opzioni selezionabili per queste sezioni, rendendo più immediata (nonché più adeguata alla natura dell’ente) l’individuazione delle voci corrette.

Di seguito un elenco delle voci aggiornate nelle rispettive sezioni.

CARICHE EDITABILI NEL RUNTS DOPO SETTEMBRE 2024

  • LEGALE RAPPRESENTANTE*
  • REVISORE LEGALE
  • SOCIETA’ DI REVISIONE
  • PRESIDENTE ORG. DI AMMINISTRAZIONE
  • VICEPRESIDENTE ORG. DI AMMINISTRAZIONE
  • COMPONENTE ORG. DI AMMINISTRAZIONE
  • PRESIDENTE ORG. CONTROLLO
  • COMPONENTE EFFETTIVO ORG. CONTROLLO
  • COMPONENTE SUPPLENTE ORG. CONTROLLO
  • ALTRO SPECIFICATO IN POTERI**
  • PRESIDENTE ORG. ASSEMBLEARE DI INDIRIZZO
  • VICE PRESIDENTE ORG. ASSEMBLEARE DI INDIRIZZO

CODICI ORGANI EDITABILI DOPO SETTEMBRE 2024

  • ORGANO ASSEMBLEARE DI INDIRIZZO
  • ORGANO DI AMMINISTRAZIONE
  • ORGANO DI CONTROLLO
  • ORGANO DI REVISIONE
  • ALTRO***

* da utilizzare anche per la carica del liquidatore
** qualora venga selezionata tale voce, andrà necessariamente specificato in nota di quale carica si tratti
*** qualora venga selezionata tale voce, andrà necessariamente specificato in nota di quale organo si tratti

Gli eventuali errori di validazione

Le modifiche hanno originato, nelle istanze di variazione degli enti, alcuni errori di validazione che impediscono la conclusione dell’istanza, in quanto i valori precedentemente inseriti non risultano più ammessi.

Chiunque in passato nei campi sopra citati abbia selezionato dei valori non più ammessi, alla prima istanza di variazione (anche se non vengono modificati tali campi) riceverà un messaggio di errore in cui saranno dettagliati gli errori da correggere.

Protezione civile: attivati 2 corsi di “Ricerca persone scomparse/disperse in ambiente impervio”

Nell’ambito delle iniziative di formazione e addestramento finalizzate a rendere sempre più efficace la risposta della colonna mobile regionale di protezione civile, sono stati programmati, di concerto con il Soccorso Alpino e Speleologico della Campania (SASC), 2 corsi di “Ricerca persone scomparse/disperse in ambiente impervio”, ciascuno per 30 discenti.

L’iniziativa è dedicata alle organizzazioni di volontariato iscritte nell’elenco territoriale regionale di cui alla DGRC n. 75 del 09/03/2015 con modulo “Operatore in ambiente impervio” e alle organizzazioni iscritte alle “Squadre Volontari Antincendio Boschivo A.I.B”.

I Corsi, su due giornate, si svolgeranno rispettivamente in data 18-19 novembre 2024 (codice corso O.A.I. VOL 01-2024) e 21-22 novembre 2024 (codice corso O.A.I. VOL 02-2024), presso la Sala Convegni posta all’interno della sede regionale della S.O.P.I. di Avellino – Strada Provinciale, 70, Mercogliano (AV) – per le lezioni teoriche (prima giornata) e sul campo per le esercitazioni pratiche (seconda giornata), in ambiente impervio sempre nella provincia di Avellino, secondo il programma allegato.

Le Organizzazioni che intendono candidare i propri volontari, sono invitate a formalizzare la richiesta attraverso la procedura telematica disponibile sul Catalogo dei servizi digitali della Regione Campania, raggiungibile al link https://servizi-digitali.regione.campania.it/GestionaleCorsi, accessibile tramite identità digitale (SPID, CIE, CNS).

La procedura prevede, in sintesi,

  • la profilazione e la preiscrizione dei volontari, a cura del Legale Rappresentante dell’Organizzazione e/o suo delegato;
  • l’iscrizione dei singoli volontari.

In particolare, nella piattaforma sono previsti due canali dedicati e distinti:

1. ODV con modulo “operatore in ambiente impervio”;

2. Squadre volontari AIB;

e per ciascun canale sarà possibile selezionare il corso di interesse (18-19 novembre oppure 21-22 novembre).

Le iscrizioni sono ammesse esclusivamente tramite il servizio digitale e non saranno tenute in considerazione quelle pervenute in altre forme.

Alla chiusura della complessiva fase di iscrizione sarà comunicata la composizione dell’aula di ciascun corso secondo l’ordine cronologico delle candidature ricevute, con precedenza ai volontari afferenti al modulo “Operatore in ambiente impervio”.  

A tal fine, le organizzazioni in possesso di entrambi i moduli, possono più opportunamente prediligere l’iscrizione attraverso il canale dedicato alle OdV con modulo “operatore in ambiente impervio”. 

La piattaforma sarà accessibile dalle ore 9:00 del 28 ottobre 2024 alle ore 9:00 dell’8 novembre 2024, salvo chiusura anticipata per intervenuto raggiungimento del numero massimo di iscrizioni.

Il servizio digitale di iscrizione ai corsi della Protezione Civile è stato implementato in collaborazione con l’Ufficio Speciale per la Crescita e la Transizione digitale e rientra nella strategia di trasformazione digitale di Regione Campania che prevede la progressiva digitalizzazione dei processi e procedimenti amministrativi e/o la loro evoluzione in servizi accessibili on line e disponibili sul Catalogo dei Servizi digitali (https://servizi-digitali.regione.campania.it/).

Generali Italia-Cattolica per vincere sulla coesione sociale. Due nuovi bandi da 500mila euro

Il futuro del Terzo settore in Italia si gioca sul sostegno alle realtà che compongo questo virtuoso universo e che favoriscono la coesione sociale, contribuendo allo sviluppo economico. Le contingenze del tempo presente richiedono infatti a questi enti un surplus di impegno, di professionalizzazione e di finanziamenti per proseguire la loro azione.

Il volontariato sempre più «liquido», la centralità del capitale umano, la sostenibilità economica e la rinnovata partnership con la pubblica amministrazione sono le principali sfide che il Terzo Settore si trova ad affrontare, secondo il Rapporto Terzo Settore presentato da Generali Italia. Proprio per rispondere a queste priorità, Fondazione Cattolica lancia due nuovi bandi del valore complessivo di 500mila euro ciascuno. Il primo, «Una Mano a chi sostiene», è dedicato ai progetti degli Enti del Terzo Settore ed Enti Non Profit che promuovono l’inclusione e la coesione sociale, generando un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile nel tempo. Il secondo, «People raising 2024», punta invece a facilitare i processi di selezione di risorse umane qualificate degli enti. «Grazie alle competenze della Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore di Generali Italia ci mettiamo in ascolto degli enti e dialogando con loro creiamo sinergie per sviluppare percorsi tesi a sensibilizzarli su una giusta ed efficace gestione del rischio che contribuisce alla stabilità e all’efficacia, per una serena conduzione delle proprie attività.
Proprio partendo dall’ascolto delle loro esigenze, per stare accanto alle comunità nei territori, tramite la Fondazione Cattolica abbiamo lanciato questi due bandi che rispondono alle priorità del terzo settore indicate nel Rapporto: il reperimento di risorse sia dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto umano», ha spiegato Piero Fusco, responsabile Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore di Generali Italia e vicepresidente di Fondazione Cattolica. Il doppio intervento messo in campo dalla Fondazione risponde alle necessità di sostegno avvertite dalla maggior parte degli enti, rappresentata da realtà di piccola o piccolissima dimensione economica (la media unitaria delle entrate è di 142mila euro l’anno). Per il 65,4% degli enti, peraltro, il fattore critico è proprio l’accesso ai finanziamenti pubblici, seguito per il 60,3% dall’accesso a quelli privati. La mancanza o l’incostanza dei finanziamenti rappresenta la più grande sfida con cui le organizzazioni si confrontano ed è un fattore che può minare la sopravvivenza stessa di queste preziose realtà, che con i loro servizi sono vicine alle famiglie e offrono soluzioni ai bisogni emergenti. Come registrato dal Rapporto di Generali Italia, il 59,8% degli enti non supera i 30mila euro di entrate annue e il 28,9% di essi ha entrate comprese tra i 30mila e 200 mila euro. Secondo i dati Istat, poi, il numero di impiegati nel settore è in crescita, ma solo il 14,6% degli enti impiega lavoratori dipendenti. Diminuisce invece il volontariato organizzato, con presenze calate del 16,5% tra il 2015 e il 2021, con una diminuzione di 900mila persone in termini assoluti, a fronte di una crescita potenziale di forme più «liquide» di partecipazione. Il volontariato, infatti, vive oggi con modalità partecipazione occasionale (57,5% dei volontari) o addirittura informale. Molti enti si confrontano infine con temi legati alla necessità di affrontare un ricambio generazionale. Fondazione Cattolica interviene su queste problematiche.

Il bando «Una Mano a chi sostiene» riconosce il valore delle attività di promozione sociale più significative, garantendo un accesso a risorse particolarmente utili. «People raising 2024» contribuisce invece una rinnovata professionalizzazione negli enti del Terzo Settore.

Potranno partecipare al bando unicamente:
– Enti di Terzo Settore (ETS)
– Enti privati senza scopo di lucro, con l’esclusione di: formazioni e associazioni politiche, sindacati, associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche, enti coordinati o controllati dai suddetti enti
– Enti Ecclesiastici civilmente riconosciuti (comprese Associazioni e Movimenti ecclesiali)
Ciascun Ente partecipante al bando potrà candidare un solo progetto.
Le attività progettuali presentate dovranno essere realizzate direttamente dall’ente partecipante e riguardare le seguenti aree tematiche:
1. Assistenza e solidarietà sociale;
2. Educazione, Istruzione e Formazione;
3. Cultura.
I progetti dovranno riguardare attività che pongono al centro la persona, contribuiscono allo sviluppo della comunità, promuovono inclusione e coesione sociale ed avere un positivo e misurabile impatto sociale sul territorio di riferimento.

Per maggiori informazioni consulta il bando

Arriva la proroga sull’avviso 2024 per i progetti di rilevanza nazionale del Terzo settore

È online sul sito del Ministero e delle Politiche sociali l’Avviso 2/2024, adottato con il decreto direttoriale n. 189 del 4 settembre, che stabilisce le modalità di accesso ai fondi destinati agli enti del Terzo settore con l’Atto di indirizzo 2024 per lo svolgimento di attività di interesse generale finanziabili con le risorse previste dal codice del Terzo settore (art. 72 del dlgs n. 117 del 2017). Nello specifico, l’avviso fa riferimento a iniziative e progetti di rilevanza nazionale, per un sostegno di 22.770.000 di euro di cui 19.950.000 euro destinati grazie all’articolo 72 del codice del Terzo settore e 2.820.000 euro relativi all’articolo 73, da destinare alle organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e alle fondazioni del Terzo Settore.

La scadenza, inizialmente fissata per il prossimo 22 ottobre, è stata prorogata a giorno 24 ottobre, per far fronte all’elevato numero di richieste di assistenza tecnica pervenute al servizio di supporto di help desk nella piattaforma dedicata.

Le iniziative e i progetti di rilevanza nazionale devono essere promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del Terzo settore, iscritte nel registro unico del Terzo settore, singole o in partenariato tra loro, anche attraverso le reti associative. In questa fase possono partecipare anche le fondazioni iscritte nell’anagrafe delle Onlus. Le attività dovranno svolgersi in almeno 10 Regioni (in questo caso sono equiparate alle Regioni le Province autonome di Trento e Bolzano). La durata minima delle proposte progettuali non dovrà essere inferiore a 12 mesi, mentre la durata massima non potrà eccedere i 18 mesi.

Si ricorda che il finanziamento ministeriale complessivo per ciascuna iniziativa o progetto non potrà essere inferiore a euro 250.000 euro, né superare 600.000 euro. Il Ministero, inoltre, potrà finanziare fino a un massimo dell’80% del costo totale dell’iniziativa o del progetto presentato da associazioni di promozione sociale e da organizzazioni di volontariato, anche in partenariato con loro, o il 50% se realizzato da fondazioni del Terzo settore. La restante quota sarà a carico dei soggetti proponenti, i quali potranno avvalersi anche di eventuali risorse finanziarie messe a disposizione da soggetti terzi.

Anche quest’anno, sarà possibile coinvolgere anche enti pubblici o privati, compresi quelli non appartenenti al Terzo settore, ma solo se svolte a titolo gratuito, con tanto di prova attraverso una specifica attestazione.

Per maggiori informazioni è possibile fare riferimento alla sezione dedicata a questo link.questo link.

Le Onlus possono partecipare alla co-progettazione

Riproponiamo l’articolo di Chiara Meoli relativo alla sentenza del Tar della Lombardia nella quale ha stabilito che le Onlus possono accedere ai dispositivi di sussidiarietà previsti del codice 

Il Tar Lombardia ha recentemente affermato il principio per cui le Onlus possono partecipare ai processi di co-programmazione e co-progettazione previsti dall’art. 55 del codice del Terzo settore ­anche se non iscritte al registro unico nazionale del Terzo settore (Runts).

Con la sentenza n. 2533 del 1° ottobre 2024, il Tar Lombardia (sezione II) ha difatti affermato la piena legittimità per gli enti aventi ad oggi la qualifica di Onlus di partecipare alle procedure di co-programmazione e di co-progettazione previste dalla normativa del Terzo settore in forza del regime transitorio previsto dalla riforma del Terzo settore e, in particolare, dall’articolo 101, comma 3 del decreto legislativo n. 117/2017.

Il caso

La sentenza trae origine da un contenzioso sorto in ordine a un avviso emesso dal Comune di Milano per l’individuazione di soggetti del Terzo settore ai fini della gestione, in regime di co-progettazione, di una struttura per l’accoglienza di adulti in condizione di povertà e di emarginazione sociale.

Tra i destinatari dell’avviso venivano ricomprese anche le Onlus, considerate enti del Terzo settore (Ets) in forza del regime transitorio (art. 101, comma 3 dlgs. 117/2017).

Avverso tale avviso avevano presentato ricorso alcuni Ets sulla base della (non corretta) considerazione che le Onlus non iscritte al Runts non potessero essere considerate enti del Terzo settore.

La decisione del Tar

Il Tar ha respinto il ricorso riconoscendo la legittimità per gli enti qualificati come Onlus di partecipare alle procedure di co-programmazione e di co-progettazione previste dalla normativa del Terzo settore in forza del regime transitorio previsto dal codice del Terzo settore.

In particolare – si legge nella pronuncia – (…), considerato che attualmente le Onlus non hanno ancora un preciso obbligo di iscrizione al Runts, valendo ancora per le stesse il regime transitorio dell’art. 101 del Codice del Terzo Settore, la scelta del Comune di Milano di consentire la partecipazione a tutte le Onlus non appare certamente contra legem oppure illogica”.

Il Tar ha anche ricordato che in base alla normativa attualmente vigente le Onlus “sono obbligate a presentare la domanda di iscrizione al Runts fino al 31 marzo del periodo di imposta successivo all’autorizzazione della Commissione Europea di cui all’art. 101 comma 10 del (Codice del Terzo Settore)”. Autorizzazione che peraltro, ad oggi, non risulta ancora pervenuta.

Questa decisione riveste estrema importanza confermando principi importanti in merito agli istituti della co-programmazione e della co-progettazione dagli articoli 55 e 56 del codice del Terzo settore che prevedono il coinvolgimento attivo in un’ottica “collaborativa” degli enti del Terzo settore nella gestione dei servizi: un modello alternativo a quello “competitivo” caratterizzato dall’acquisizione di beni e servizi mediante appalto pubblico o concessione (Codice dei contratti pubblici, dlgs n. 36 del 2023).

Proprio a quest’ultimo proposito, i giudici amministrativi hanno ribadito che:

“Gli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore delineano un modello di gestione dei servizi fondato sul coinvolgimento attivo degli enti del Terzo Settore e tale modello è alternativo a quello caratterizzato dall’acquisizione di beni e servizi mediante lo strumento dell’appalto pubblico o della concessione di cui al vigente codice dei contratti pubblici; l’art. 6 del d. lgs. n. 36/2023 consente alla pubblica amministrazione di utilizzare modelli organizzativi di amministrazione condivisa, senza alcun rapporto sinallagmatico e mediante condivisione con gli enti del Terzo settore di cui al CTS; l’ultimo periodo del suindicato art. 6 specifica che gli istituti del CTS non rientrano nel campo di applicazione del codice dei contratti pubblici; la norma dell’art. 6 deve reputarsi espressione degli articoli 2 e 118 della Costituzione; Si configurano due modelli alternativi di gestioni dei servizi rivolti: nel caso di utilizzo del modello previsto dal CTS, le norme sulla contrattualistica pubblica non possono estendersi alla procedura di co-programmazione e di co-progettazione di cui al medesimo CTS”.

Dalla non applicabilità del Codice dei contratti alle procedure di co-programmazione e co-progettazione consegue poi che “l’Amministrazione procedente non è tenuta al rispetto letterale delle norme del codice dei contratti pubblici, ma che la stessa è vincolata ai principi di trasparenza di cui alla legge n. 241 del 1990, come del resto espressamente richiamata dall’art. 55 comma 1 del CTS”.

© Foto in copertina di Enrico Andreis, Nicolò Pastorello, Marina Vercellio, progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”