15 Apr, 2025 | Comunicare il sociale
Dare risposte secondo una prospettiva allargata alla creazione di valore e valori, forse questa potrebbe essere una definizione accettabile del concetto di responsabilità sociale delle imprese e delle organizzazioni. In un suo illuminante intervento ad un seminario universitario sul tema, l’indimenticabile filosofo Aldo Masullo ci ricordava che il termine responsabilità implica il saper dare delle risposte; aggiungere l’aggettivo sociale significa saper rispondere a bisogni della collettività e del territorio, secondo una logica sistemica che coinvolga gli attori sociali ed i portatori di interesse. Oggi l’approccio alla responsabilità sociale viene assorbito dal termine sostenibilità, che, se correttamente declinato, considera inscindibilmente le dimensioni economica, sociale ed ambientale dell’azione di imprese ed organizzazioni operanti sul territorio.
Già tantissimi anni fa, riferendosi al fine di un’impresa, Adriano Olivetti si poneva il quesito se il profitto potesse essere l’unica leva dei processi decisori e delle azioni imprenditoriali. La sua risposta, che si traduceva nel suo modello di impresa, era che il profitto dovesse essere coniugato con un’azione che favorisse lo sviluppo umano e sociale dei lavoratori, delle loro famiglie, della comunità e della società, più in generale. Quei principi, oggi rispolverati dopo anni di deliberato abbandono, sono il cardine del concetto di impresa sostenibile. Il welfare aziendale, le logiche di inclusione, le pari opportunità e la difesa del territorio e di valori come la giustizia, l’equità, la solidarietà, sono oggi riconosciuti come pilastri della funzione delle imprese. Nonostante qualche recente preoccupante segnale di rallentamento del processo virtuoso verso questi principi di sostenibilità, i mercati ed anche in alcuni casi interventi legislativi internazionali e nazionali hanno sancito la loro priorità ed anche imposto regole di rendicontazione, allargando il perimetro di applicazione non solo a grandi imprese, ma anche a PMI. Tutto questo, quando, del resto, le organizzazioni del terzo settore erano già da tempo obbligate a dare conto dell’impatto sociale del proprio operato. Cosa serve affinchè si possano produrre effetti tangibili in termini di impatto sociale sulle comunità? Deve passare il concetto di responsabilità allargata e condivisa, che coinvolga in modo collaborativo e sistemico attori pubblici, privati e terzo settore.
Un esempio virtuoso di questa collaborazione sistemica è il progetto recentemente inaugurato di Casa Bartimeo, struttura polivalente di servizio agli ultimi realizzata grazie alla collaborazione tra privati, istituzioni ed il ramo ETS dell’Arcidiocesi di Napoli. Quest’ultima struttura costituisce peraltro una prima innovativa iniziativa di ente del terzo settore realizzato in Italia da una Diocesi per rispondere ad esigenze di inclusione, solidarietà e sviluppo di una comunità e di un territorio. Il progetto prevede una casa famiglia, un ambulatorio solidale, servizi gratuiti di assistenza legale e psicologica ai meno fortunati. La collaborazione, sotto il coordinamento del Ramo Ets dell’Arcidiocesi di Napoli e della Caritas diocesana di Napoli, coinvolge come finanziatori Fondazione con il Sud, Arciconfraternita dei Pellegrini, Fondazione Grimaldi e Fondazione San Gennaro, e come partner operativi l’associazione Medici di strada, il Cair e la Kilometrozero Coop Sociale. Per sviluppare progetti capaci di produrre un impatto sociale efficace per la comunità è perciò essenziale, a nostro modo di vedere, mettere a sistema le tante organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore, che fanno della responsabilità e della sostenibilità un valore e non uno slogan.
Prof. Mauro Sciarelli, docente di Economia e Gestione delle Imprese, Università degli studi di Napoli "Federico II"
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15 Apr, 2025 | Comunicare il sociale
Venerdì 18 aprile alle ore 21.00, il Teatro Civico 14 ospiterà il quarto appuntamento di Lezioni da Palco: Bufale, da un’idea di Marina Cioppa, realizzata dalla Compagnia Vulìe. Con l’impianto scenico curato da Vincenzo Leone, il disegno luci di Alessandro Benedetti e l’organizzazione affidata a Marica Palmiero, lo spettacolo si propone come un viaggio avvincente attraverso i secoli per esplorare il fenomeno delle fake news e il loro impatto sulla storia e sulla letteratura italiana.
I biglietti sono disponibili online su www.teatrocivico14.it
Attraverso una lezione-spettacolo, Marina Cioppa accompagnerà il pubblico alla scoperta delle radici della disinformazione, dimostrando come le fake news siano state un elemento costante della società, utilizzato per influenzare le masse, orientare il dibattito politico e creare miti. Dal Medioevo al Rinascimento, fino all’Italia unita, il percorso storico attraverserà le opere di grandi autori come Boccaccio e Machiavelli, analizzando come la manipolazione della verità sia stata impiegata sia per scopi di potere che per fini satirici e critici. Uno spettacolo che fonde teatro e divulgazione, offrendo una riflessione profonda sul ruolo delle parole nella costruzione della realtà. Le fake news non sono un’invenzione moderna, ma un fenomeno antico che ha attraversato epoche e culture, trasformandosi con i mezzi di comunicazione disponibili. Lezioni Da Palco: Bufale offre uno sguardo storico per comprendere meglio il presente e riflettere sul rapporto con la verità e la menzogna.
«L’idea alla base di Lezioni da palco è semplice: portare sul palcoscenico temi complessi e renderli accessibili e affascinanti per tutti» spiega Marina Cioppa: «Voglio che il pubblico si senta parte di un dialogo, di una riflessione collettiva che abbraccia storia, letteratura e società. È un invito a riscoprire la bellezza del sapere attraverso la forza evocativa del teatro».
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15 Apr, 2025 | Comunicare il sociale
Prossima Fermata Prevenzione è un progetto realizzato da EAV e ALTS – associazione per la lotta ai tumori del seno – con il contributo del Fondo di Solidarietà di EAV. L’iniziativa offre alle utenti ed alle dipendenti di EAV di poter usufruire gratuitamente di visite ego-guidate per la prevenzione del tumore al seno.
Dal mese di aprile al mese di luglio, con cadenza settimanale, il Camper Donna (ambulatorio mobile di prevenzione ALTS) sosterà all’esterno delle stazioni EAV per permettere alle donne interessate di sottoporsi gratuitamente alla visita ed alla ecografia al seno, effettuate da medici specialisti, con l’obiettivo principale di avviare un percorso virtuoso verso la prevenzione consentendo loro anche di essere affiancate nel procedimento di prenotazione delle indagini diagnostiche di secondo livello e/o di ricovero urgente.
Prima tappa del progetto: Porta Nolana! Il 17 e il 24 aprile, dalle 09:30 alle 13:30, il camper sosterà all’esterno della stazione di EAV. Le prossime tappe sono: Stazione di Scampia, Maradona – Mostra D’Oltremare, Pomigliano D’Arco, Porta Nolana (ambulatori Fondo di solidarietà), Pianura e Scisciano. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.alts.it o contattando i numeri 081 5511045 – 3285863138.
Il progetto è stato realizzato grazie al contributo di Armafer srl, Bidra Scarl, Cicalese Impianti srl, Comcreta Group, Medtec srl. EAV ringrazia le predette Aziende per la sensibilità mostrata che ha consentito, unitamente all’impegno di ALTS, di promuovere il tema della prevenzione verso l’utenza.
Il tema della prevenzione, per i dipendenti di EAV, è un argomento trattato con azioni concrete messe in campo dal Fondo di solidarietà: un’associazione di promozione sociale, di cui da tempo è dotata al suo interno, le cui attività sono volte principalmente ad agevolare interventi e prestazioni sanitarie in favore dei propri associati dipendenti di EAV e dei loro familiari nonché ad attuare iniziative finalizzate a promuovere la prevenzione sanitaria e il benessere sociale. I medici che prestano servizio sono professionisti specializzati che attraverso l’utilizzo di apparecchiature di diagnostica in dotazione all’associazione favoriscono screening per la prevenzione di numerose patologie. I risultati offerti dal Fondo sono notevoli: solo nel mese di febbraio, nell’ambito della Campagna di Prevenzione gratuita delle Patologie di Fegato e Tiroide, è emerso che su 60 soggetti sottoposti ad ecografia circa il 90% dei pazienti presentavano problemi, di diverse entità, al fegato o alla tiroide.
Inoltre, presso l’ambulatorio del Fondo di Solidarietà, situato all’interno dei locali della stazione di Porta Nolana, vengono offerti sia screening di prevenzione dei tumori al seno che di prevenzione per le patologie della prostata, entrambi offerti ciclicamente ai dipendenti e familiari di EAV. Uno strumento, quello del fondo di solidarietà, che consente all’azienda di tutelare i propri dipendenti e di garantire il “benessere fisico aziendale” a beneficio della programmazione delle attività core della società.
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14 Apr, 2025 | Comunicare il sociale
Al via l’edizione 2025 del Premio Elsa Morante, quest’anno idealmente dedicato ai 40 anni dalla scomparsa di Elsa Morante. La giuria del prestigioso Premio, presieduta da Dacia Maraini e composta da: Marco Cerbo, Enzo Colimoro, Lino Guanciale, David Morante, Tiuna Notarbartolo, Antonio Parlati, Alfredo Rapetti Mogol, Fiorenza Sarzanini, Teresa Triscari, ha decretato all’unanimità i tre libri vincitori delle sezioni del Premio Elsa Morante Ragazzi, che saranno letti, da migliaia di giovani lettori in Italia e nel mondo che costituiscono la rete del Morante.
Si tratta di “Resisti cuore” (Mondadori) di Alessandro D’Avenia che vince il “Premio Elsa Morante Ragazzi – Il sapere”, “Lucciole, squaletti e un po’ di pastina” (Salani) di Donatella Di Pietrantonio che vince il “Premio Elsa Morante Ragazzi – Narrativa” e “Sulla mia terra” (De Agostini) di Francesca Mannocchi che vince il “Premio Elsa Morante Ragazzi – La Storia”. Circa diecimila ragazzi provenienti da tutto il mondo (tra gli altri dall’Albania, Francia, Stati Uniti, ecc,) potranno leggerli e scegliere il libro preferito che si aggiudicherà l’ulteriore Premio Elsa Morante Scuole. Per i gruppi di lettura italiani e esteri è ancora possibile, fino alla fine di aprile, iscriversi a far parte di questa giuria, mandando una mail di adesione a associazionepremioelsamorante@gmail.com.
Mille ragazzi assisteranno dal vivo all’evento conclusivo che si terrà il 13 maggio presso l’Auditorium di Città della Scienza, a Napoli. Per tutti gli altri sarà possibile seguire le dirette sui canali facebook e instagram del Premio Elsa Morante.
L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Premio Elsa Morante è coordinato da Iki Notarbartolo; Gilda Notarbartolo ne dirige la comunicazione, Umberto Amicucci cura la veste grafica, e l’addetto stampa è Lisa Terranova.
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14 Apr, 2025 | Comunicare il sociale
Più di 100 progetti educativi individualizzati, 51 nuclei familiari coinvolti, 23 tirocini di inserimento lavorativo, 15 doti educative e formative attivate. Sono questi alcuni dei numeri presentati questa mattina al convegno di Spiega la Vela – Un cambio di rotta per i minori che si è tenuto al Centro di Giustizia Minorile di Napoli, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, del terzo settore e degli enti della giustizia minorile.
Promosso dalla Fondazione di Comunità San Gennaro e selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del bando “Cambio Rotta”, il progetto è attivo da quattro anni nei territori delle Municipalità 3, 4 e 7 di Napoli e nel Comune di Aversa. L’obiettivo: offrire a minori in area penale o a rischio di devianza strumenti concreti per costruire un’alternativa possibile, attraverso un accompagnamento educativo personalizzato, interventi di prevenzione sociale, percorsi di giustizia riparativa e inserimento lavorativo.
Melania Cimmino, direttrice della Fondazione San Gennaro e responsabile del monitoraggio tecnico del progetto, ha sottolineato: “Il progetto Spiega la Vela è stato scritto agli inizi del 2020, in piena pandemia. In questi anni abbiamo costruito un modello che mette al centro il legame tra territorio, istituzioni e terzo settore. Abbiamo dimostrato che il recupero dei minori passa da percorsi personalizzati, dalla fiducia e da un accompagnamento costante. Ora la vera sfida è garantire continuità a questo processo: un’esperienza così impattante non può arrestarsi”.
Tra gli interventi più significativi della giornata, quello di Marco Rossi Doria, presidente dell’Impresa Sociale Con i Bambini, che ha richiamato con forza il senso costituzionale e collettivo del lavoro educativo con i minori in difficoltà. “Non si tratta di marchiare a vita chi sbaglia, ma di aiutarlo a rientrare nella comunità, riconoscendo diritti e doveri, e mettendo in gioco le proprie potenzialità per aiutare se stesso e gli altri – ha dichiarato – La riparazione non è un dono: è un dovere costituzionale, un’occasione di cambiamento”.
Un concetto, quello della responsabilità condivisa, che attraversa l’intero progetto “Spiega la Vela” e che Rossi Doria ha voluto ribadire con chiarezza: “Il cambiamento non nasce solo dalla sanzione, ma da un processo riparativo condiviso e da una società che si organizza. La Costituzione parla di Repubblica, non solo di Stato: siamo tutti coinvolti nel costruire un’alternativa per questi ragazzi”.
L’intero impianto progettuale si distingue rispetto ad approcci centrati principalmente sulla risposta penale e sul contenimento. Spiega la Vela rappresenta infatti un modello che punta sull’educazione come leva di cambiamento, con percorsi costruiti “su misura” per ciascun ragazzo, in grado di attivare risorse personali, familiari e comunitarie. Centrale, in questo percorso, è stato il coinvolgimento diretto delle famiglie, degli enti pubblici e delle organizzazioni del territorio.
Un ruolo chiave lo ha avuto la supervisione educativa, affidata all’associazione IF – Imparare Fare, che ha accompagnato il progetto in ogni fase: “Spiega la Vela è un progetto che apprende attraverso la sua azione – spiegano da IF –. Gli imprevisti sono stati letti come opportunità di crescita. La supervisione ha permesso di leggere in modo sistemico l’intervento, restituendo a tutti gli attori coinvolti una visione più ampia e condivisa, utile anche per la definizione di nuove policy.” “In particolare – proseguono – abbiamo osservato la relazione con i minori, puntando su un’azione educativa che non stigmatizza ma apre percorsi di riparazione autentici. Altro fronte decisivo è stato quello interistituzionale: la costruzione di un sapere organizzativo corale è una delle eredità più preziose del progetto.”
Sono intervenuti, tra gli altri, Paola Brunese, presidente del Tribunale per i Minorenni di Napoli, Chiara Marciani, assessora del Comune di Napoli, rappresentanti del Centro Giustizia Minorile, dell’USSM (Ufficio Servizi Sociali per i Minorenni) di Napoli, delle cooperative e delle associazioni partner. Hanno preso la parola anche Cira Stefanelli, Dirigente del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, e Mariangela Cirigliano referente del Centro Giustizia Minorile.
Nel corso dell’incontro è stata inoltre annunciata, per il prossimo ottobre, la pubblicazione di un volume che racconterà l’intero percorso e l’iter progettuale di Spiega la Vela, con l’obiettivo di trasformare l’esperienza maturata in uno strumento operativo e replicabile, a disposizione di educatori, operatori e istituzioni.
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14 Apr, 2025 | Comunicare il sociale
La Croce dei Cariati è tornata a casa, accolta da quella devozione popolare che ne ha fatto il simbolo dei Quartieri Spagnoli. Vincenzo Migliaro, pittore dell’800 napoletano la ritrae tra i simboli di Napoli, Sergio Siano, tra i fotografi che meglio hanno raccontato la Napoli contemporanea la rende protagonista nell’ultimo suo volume scritto con Vittorio del Tufo sui Quartieri Spagnoli.
Eretta per la prima volta dai fedeli come ringraziamento a Dio nel 1836, quando la città fu colpita dal colera che causò oltre 5.000 vittime, è considerata un simbolo di protezione del popolo napoletano contro pestilenze, epidemie e catastrofi naturali. Nacque con una particolarità: il Cristo non guardava verso il mare, ma verso la collina quasi a dare il benvenuto ai viandanti provenienti dalle terre agricole del Vomero per giungere nel centro della città.
Fu restaurata nel 1884 e poi posizionata dopo un restauro nel 1980. Il crocifisso, crollato dal basamento nel 2023 in seguito ad una tempesta di vento è stato custodito dal parroco e dai fedeli della Chiesa di S. Maria del Carmine alla Concordia don Mario Ziello e don Francesco De Luca, situata nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Poi è stato affidato agli “Scugnizzi a vela” per importanti interventi di restauro.
Gli “Scugnizzi a vela” e gli esperti volontari, oramai abituati a restaurare antiche e storiche imbarcazioni a vela in legno, sono intervenuti per restaurare e consolidare i legni della croce. Hanno partecipato al recupero del crocifisso ligneo i giovani a rischio dell’area penale campana e provenienti dall’IPM di Nisida, i detenuti in messa alla prova dell’UIEPE e provenienti dal carcere di Poggioreale e Aversa, gli utenti dell’ASL NA 1 e ASL NA 2, i giovani dei Servizi sociali del Comune di Napoli particolarmente legati al simbolo della passione e della fede rappresentato dalla Croce dei Cariati. Via la vecchia pittura, asportata la vecchia vernice e la diffusa marcescenza, armati di scalpellino gli Scugnizzi hanno fatto riemergere l’anima lignea del 1836, lavorando di cesello per riportare all’antico splendore la Croce di Cariati. Alberto, Ernest, Genny, Hashraf, Joseph, Lyoni, Nicola, Sabatino i ragazzi dell’area penale campana che hanno effettuato l’intervento di recupero.
Oggi la Croce è tornata a casa, nella Chiesa di S. Maria del Carmine alla Concordia, venerdì 18 aprile sarà nuovamente sul basamento che l’ha ospitata dal 1836. A salutare la croce tornata a casa da la Dott.ssa Chiara Marciani Assessore alle politiche Giovanili e al Lavoro del Comune di Napoli, la Dott.ssa Paola Brunese, Presidente del Tribunale dei Minori di Napoli, la Dott.ssa Patrizia Imperato Procuratore della Repubblica c/o il Tribunale dei minori di Napoli, la Dott.ssa Emilia Galante Sost. Procuratore della Repubblica c/o il Tribunale dei minori di Napoli, il Dott. Francesco Chiaromonte Magistrato di Sorveglianza del Tribunale di Napoli, il Dott. Andrea De Dominicis Commissariato PS San Ferdinando, in rappresentanza del Questore di Napoli dott. Maurizio Agrigola, la Dirigente I.C. Casanova Prof.ssa Palmira Masillo, il CV Fabio Danese, c.te Quartier Generale Marina Militare di Napoli in rappresentanza del Comandante logistico Amm. Squadra Salvatore Vitiello, D.ssa Benedetta Sciannamanica in rappresentanza di Giovanna Mazzone, presidente I Municipalità Napoli.







Stefano Lanfranco, presidente Scugnizzi a Vela: “Oggi viviamo la magia del crocifisso che ha messo insieme i giovani in messa alla prova e adulti in misura alternativa che provengono dal carcere, giovanissimi dei Servizi sociali del Comune di Napoli provenienti dai Quartieri, utenti del Dip.to di Salute Mentale ASL NA 1 e ASL NA 2 e volontari Scugnizzi a vela. Cristiani, musulmani, giovani e meno giovani, persone in cerca di un equilibrio interiore, accomunati dai sentimenti di altruismo e amicizia, uniti come un vero equipaggio, per riportare il crocifisso tra la gente. Un “segnale”, manifestato nel crollo avvenuto del 2023, in un periodo di particolare criticità per i giovani nella nostra città”.
Chiara Marciani, Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli: “La croce di Cariati tornata a casa è il risultato di un grande lavoro di squadra fatto tra Associazioni, Comune di Napoli. E quando Scugnizzi a Vela chiama noi siamo sempre pronti ad ascoltare progetti e iniziative”
Paola Brunese, Presidente del Tribunale dei Minori di Napoli: “Collaboriamo da anni con Scugnizzi a Vela e con i loro progetti. Il restauro di questa croce va oltre il valore materiale dell’intervento ma ha prodotto benefici dal punto di vista dell’impegno dei ragazzi provenienti da culture e religioni diverse”
Luigi Carbone, Consigliere Comunale: “La croce di Cariati è la croce dei quartieri spagnoli e quindi del popolo, non potevamo quindi restaurarla con una operazione di palazzo. Quella che ho ideato quindi è una rete di cura più che di mero restauro: ci siamo seduti senza gerarchie allo stesso tavolo, l’associazionismo con scugnizzi a vela, la municipalità, la parrocchia , l’imprenditoria. Abbiamo tirato su la croce dal basso per ridare un messaggio di speranza a questo quartiere e questa città proprio durante la Settimana Santa. C’è bisogno di messaggi positivi e la spiritualità è un vettore importante in questi tempi bui”.
Patrizia Imperato, Procuratore della Repubblica c/o il Tribunale dei minori di Napoli : “In un momento particolarmente delicato per i giovani della nostra città, vedere la rinascita del Crocifisso dei Cariati attraverso il restauro dei giovani appartenenti all’area penale campana rappresenta l’opportunità di rivincita dei giovani “Scugnizzi a vela”.
Gli Scugnizzi a vela da quasi venti anni realizzano il progetto di integrazione e inserimento lavorativo dei giovani e adulti a rischio nel “Laboratorio i mestieri del mare” ospitato e sostenuto dalla Marina Militare all’interno del Quartier Generale di Napoli. Ultimato il percorso di formazione i ragazzi sono inseriti nell’organico di etiche imprese del Porto di Napoli. Nell’ambito di questo percorso formativo negli ultimi dodici mesi sono stati assunti quattro ragazzi, grazie alla consolidata rete composta dalla Marina Militare, dal Ministero della Giustizia, dal Comune di Napoli, dall’Autorità Portuale di Napoli e da LIBERA contro le mafie. Le attività di formazione e inserimento attraverso la partecipazione ai “Cantieri scuola” sono rese possibili grazie al determinante ed etico sostegno della Fondazione Grimaldi, UNICREDIT e Fondazione Roma.
La “rinascita” dei giovani avviene attraverso il restauro di imbarcazioni a vela in legno appartenute alla Marina Militare e impiegate come vero e proprio materiale didattico nelle attività di laboratorio: una fantastica miscela di storia, cultura ed arte marinaresca che fa da innesco del processo di autostima dei ragazzi, e consente di creare una sinergia tra i giovani e le storiche barche a vela in legno. I ragazzi vivono all’interno del Quartier Generale della Marina Militare di Napoli uno stage di “educazione civica” con il miglior modello rappresentativo che possa essere preso come riferimento. La realtà quotidiana dei nostri giovani è fatta di esempi “positivi”, di uomini e donne da imitare. Il cerchio si chiude attraverso il reinserimento lavorativo con etiche imprese del comparto portuale. In questo ambito sociale si integra la scelta di accogliere la richiesta di aiuto espressa dal Consigliere del Comune di Napoli Luigi Carbone, che a nome dell’Amm.ne Comunale, partner del progetto “Scugnizzi a vela”, ha coordinato tutte le attività dell’iniziativa. Alle attività di restauro realizzate su base volontaria hanno partecipato a sostegno dell’iniziativa i soci della nascente Delegazione della Lega Navale Italiana di San Giovanni a Teduccio. Il restauro del policromo raffigurante il Cristo è stato realizzato dagli esperti restauratori della sotto l’attenta guida del Direttore dei Lavori l’Arch. Michele Matino.
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