Un viaggio nelle emozioni dell’arte, capace di abbattere muri e costruire ponti: è questo il cuore di “Immaginare senza confini”, la mostra di pittura organizzata dall’associazione Si può dare di più, in programma a Napoli dal 16 al 18 giugno 2025 nella suggestiva cornice della Chiesa di San Severo al Pendino (via Duomo 286).
La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00 e rappresenta un’occasione preziosa per entrare in contatto con i lavori artistici realizzati dai partecipanti al corso d’arte del maestro Davide Carnevale. In esposizione le opere di Aldo Aurisicchio, Bruno Carbone, Lucio Cimmino, Federico Del Gaizo, Luigi Di Giulio, Ludovica D’Isanto, Nicola Di Salle, Gabriele D’Orta, Alessandra Illiano, Lorenzo Lanza, Daniele Madia, Nicola Maria Mairo, Daria Marinucci, Marco Minguzzi, Sabrina Nappa, Davide Polverino, Concetta Servillo.
La rassegna è patrocinata dal Comune di Napoli e dalla Chiesa di San Severo al Pendino, con il sostegno della Fondazione Pistoletto – Cittadellarte, della cooperativa La Scintilla e dell’associazione Voci di Vento.
Un programma ricco di eventi
Lunedì 16 giugno, ore 17: inaugurazione della mostra
Martedì 17 giugno, ore 17: tavola rotonda dal titolo “Immaginare senza confini: fare rete tra associazioni”, occasione di confronto e dialogo sul ruolo dell’arte e del sociale
Mercoledì 18 giugno, ore 17: finissage con contest ritmico musicale della Bhoo Blues Band, insieme ai ragazzi de La Scintilla e di Voci di Vento. A seguire, aperitivo conclusivo.
La mostra “Immaginare senza confini” si presenta non solo come un’esposizione artistica, ma come un manifesto di inclusione, bellezza e condivisione, dove l’arte diventa linguaggio universale e strumento di incontro tra mondi diversi.
Torna con la sua quarta edizione l’iniziativa “I Fuoriclasse di Napoli”, il progetto promosso per il contrasto all’evasione scolastica che ha già coinvolto centinaia di giovani in percorsi formativi e culturali di grande valore. L’evento finale con cerimonia di premiazione si terrà giovedì 13 giugno 2025, alle ore 18:00, presso il Centro Sportivo Football Club di Secondigliano (via Privata detta Scippa).
L’iniziativa è organizzata da L’Agorà Partenopea APS e dalla Fondazione Cannavaro Ferrara, in collaborazione con le scuole partner e il mondo del terzo settore, e si propone di offrire ai ragazzi un’alternativa concreta alla dispersione scolastica, valorizzando talento, partecipazione e cittadinanza attiva.
Durante la serata si esibiranno i corsisti dei laboratori musicali, con performance di chitarra e pianoforte, a testimonianza del percorso formativo intrapreso.
I protagonisti dell’evento
Alla cerimonia interverranno numerose personalità del mondo istituzionale, scolastico e associativo, tra cui:
Manuel Fabozzo, presidente de L’Agorà Partenopea APS
Vincenzo Ferrara, direttore della Fondazione Cannavaro-Ferrara
Monica Marasco, dirigente scolastico dell’Istituto “G. Pascoli 2 Caro Berlingieri”
Piero De Luca, dirigente scolastico dell’Istituto “Sauro Errico Pascoli”
Giovanni Galano, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Regione Campania
Antonio Troiano, presidente della VII Municipalità del Comune di Napoli
Antonio De Iesu, assessore alla Legalità del Comune di Napoli
Pasquale Esposito, presidente della Commissione Legalità del Comune di Napoli
Maria Mazza, madrina della Fondazione Cannavaro Ferrara
Umberto Cristadoro, presidente CSV Napoli
Gabriele Melluso, presidente nazionale Assoutenti APS
A moderare l’evento sarà la giornalista Lorena Sivo (LSC Comunicazione).
Una rete educativa che funziona
“I Fuoriclasse di Napoli” è più di un semplice progetto scolastico: è un laboratorio di crescita, una rete educativa che coinvolge scuole, famiglie, associazioni e istituzioni. Un modello virtuoso che punta a costruire comunità solidali e inclusive, capaci di restituire ai più giovani fiducia nel futuro.
Dal 20 al 22 giugno 2025 la preistoria incontra il futuro a Nola. In Piazza Capri, al centro commerciale Vulcano Buono, prende vita “T-Rex protagonista al Vulcano Buono”, un’iniziativa di urban art promossa da We Can per celebrare l’uscita del nuovo capitolo cinematografico “Jurassic World – La Rinascita”.
L’obiettivo è chiaro: trasformare un’icona del cinema in un messaggio potente di sostenibilità ambientale. Protagonista assoluto sarà un enorme T-Rex realizzato interamente con materiali riciclati, frutto della collaborazione tra artisti e cittadini. A partire dal 23 maggio, infatti, chiunque potrà partecipare al progetto donando materiali da riciclo – plastica, carta, metallo – da depositare nelle apposite teche situate agli ingressi del centro commerciale.
Durante i tre giorni dell’evento, il pubblico potrà assistere alla creazione dal vivo dell’installazione, ammirando il lavoro degli artisti all’opera e riscoprendo il valore del riuso attraverso un’esperienza interattiva. Un’occasione per grandi e piccini di avvicinarsi all’arte, all’ambiente e al cinema in modo nuovo e coinvolgente.
L’evento non è solo spettacolo, ma anche educazione alla sostenibilità. L’idea alla base è quella di sensibilizzare la comunità sull’importanza del riciclo, dimostrando come i rifiuti possano trasformarsi in bellezza e cultura. Un messaggio potente che arriva in un luogo simbolo della quotidianità, frequentato da migliaia di persone ogni giorno.
Il T-Rex, simbolo del passato che torna a nuova vita, diventa così il veicolo perfetto per parlare di futuro: un futuro in cui la creatività, la consapevolezza ambientale e la partecipazione collettiva possano fare la differenza.
Appuntamento quindi dal 20 al 22 giugno al Vulcano Buono per un viaggio tra dinosauri, arte e sostenibilità
Sarà la prestigiosa Fanfara a cavallo della Polizia di Stato ad animare le vie di Poggiomarino il prossimo 10 giugno, con arrivo in piazza De Marinis alle ore 11.00.
L’evento rappresenta uno dei momenti più significativi della rassegna culturale “La città invisibile”, che da dicembre ha aperto le porte all’arte, musica, letteratura e spettacolo, nel cuore della città.
Promossa dalla Commissione Straordinaria di Poggiomarino, composta da Gabriella D’Orso, Vincenzo Chietti e Teresa Lanzeri e finanziata dalla Città Metropolitana di Napoli nell’ambito del Cartellone degli Eventi Metropolitani 2024–2025, la rassegna offre un ricco calendario di iniziative culturali pensate per valorizzare il territorio e stimolare la partecipazione attiva della cittadinanza.
Al suggestivo avvio degli eventi, ci ha pensato il Maestro Di Virgilio con l’esposizione nella cappella del Carmelo di un suo presepe che, nel periodo natalizio, ha richiamato numerosissimi visitatori.
Si è continuato con spettacoli di strada, presentazioni di libri, nelle scuole e con gli studenti di Poggiomarino, con autori di rilievo come Giancamillo Trani, Marco Perillo, Angela Procaccini e Catello Maresca, si è data voce ai cori dei ragazzi di Poggiomarino con concerti di piazza.
«Sono stati momenti di riflessione condivisa e di amore per la cultura – ha commentato Gabriella D’Orso, presidente della Commissione Straordinaria – che ci hanno arricchiti e, a tratti, commossi. La città invisibile è diventata visibile. L’obiettivo è creare una rete viva, dove tutti dialogano con tutti, e da cui possa nascere un senso condiviso di solidarietà e crescita. Un Comune in salute è un Comune che investe nella cultura, nella coesione e nella prospettiva.»
Ospitare nella rassegna “La città invisibile” la Fanfara a cavallo della Polizia di Stato – simbolo di eccellenza e vicinanza alle comunità – rappresenta un omaggio alla città e al percorso di rigenerazione culturale intrapreso nel segno della legalità.
Negli ultimi vent’anni è cresciuta in modo significativo la consapevolezza sul ruolo del Terzo Settore come pilastro dell’economia sociale e dello sviluppo sostenibile. In Italia, dal 2001 ad oggi, le Istituzioni Non profit sono aumentate del 53%, mentre i dipendenti sono cresciuti dell’88%. Oggi il Paese conta 360.061 organizzazioni attive, che impiegano 919.431 persone e coinvolgono ben 4,62 milioni di volontari. Il Terzo Settore non si limita a rispondere ai bisogni immediati delle comunità: genera valore sociale, culturale ed economico, contribuendo per circa il 5% al Prodotto interno lordo nazionale.
In SRM da tempo valorizziamo questo patrimonio attraverso i Quaderni di Economia Sociale, evidenziando come il volontariato rappresenti una risorsa strategica per la coesione sociale, la partecipazione civica e lo sviluppo territoriale. Il Mezzogiorno, in particolare, testimonia l’importanza di questo impegno: in quest’area opera il 28% delle organizzazioni non profit italiane, pari a oltre 100.900 realtà, con un incremento dell’1,88% tra il 2019 e il 2022, in controtendenza rispetto al resto del Paese che ha visto un calo medio dello 0,71%.
Eppure, il potenziale del volontariato nel Sud non è ancora pienamente espresso. Il numero di istituzioni ogni 10 mila abitanti è pari a 51, contro i 79 del Nord-Est e una media nazionale di 64. Ciò nonostante, il ruolo del volontariato nel Mezzogiorno è di fondamentale importanza, perché affronta sfide complesse legate a disoccupazione, marginalità e fragilità economiche, offrendo servizi di prossimità, supporto e inclusione ai cittadini più vulnerabili.
Le organizzazioni attive nel Sud operano in stretta sinergia con enti locali, scuole e istituzioni, contribuendo alla costruzione di reti sociali solide e inclusive. Promuovono la partecipazione giovanile, sperimentano soluzioni innovative – dall’agricoltura sociale all’educazione civica, dalle attività culturali all’inclusione lavorativa – e alimentano quella resilienza di comunità che è la base di uno sviluppo duraturo.
In questo quadro, è fondamentale riconoscere il volontariato come parte integrante della governance e della strategia di sviluppo locale. Serve un impegno concreto da parte dei decisori pubblici per sostenere le organizzazioni attraverso politiche redistributive, strumenti di coprogettazione e risorse adeguate. Il welfare di comunità, o di “secondo livello”, non può essere lasciato solo all’iniziativa del singolo o delle associazioni, ma va inserito in una cornice strutturata che veda pubblico e privato collaborare attivamente.
Il Mezzogiorno necessita di azioni di policy coordinate, capaci di stimolare lo sviluppo e accompagnare le attuali dinamiche di crescita. Si tratta di andare oltre gli interventi tradizionali in ambito infrastrutturale e occupazionale, per agire con determinazione anche sul piano dello sviluppo sociale e culturale.
È fondamentale investire nella qualità e nella diffusione dei servizi educativi, formativi e culturali, che rappresentano leve strategiche per promuovere inclusione, cittadinanza attiva e coesione. In questo contesto, potenziare l’azione del volontariato e del Terzo settore nel suo insieme, significa rafforzare il capitale sociale e relazionale dei territori, valorizzando le energie diffuse e la partecipazione delle comunità locali.
in foto, Massimo Deandreis
A questo nuovo orizzonte possono contribuire anche grandi attori economici. Un esempio rilevante è Intesa Sanpaolo, che ha scelto di investire risorse ingenti, sia umane che finanziarie, nel contrasto alla povertà e nella promozione dell’inclusione sociale, attivando reti virtuose tra enti pubblici, organizzazioni non profit e imprese. Un modello che dimostra come la collaborazione intersettoriale possa generare valore collettivo.
Infine, investire nel volontariato significa anche dare spazio ai giovani, offrire loro occasioni di protagonismo civico e contribuire a invertire il flusso migratorio che, da decenni, impoverisce il Sud. Coltivare questa energia diffusa, farla crescere e integrarla nelle politiche territoriali non è solo una scelta etica, ma una strategia lungimirante, capace di produrre futuro, fiducia e sviluppo sostenibile.
di Massimo Deandreis
Direttore Generale SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo)
Si è appena concluso a Roma l’evento “Giovani, pace, cittadinanza. Il contributo del Terzo Settore al piano triennale del Servizio Civile” promosso dal Forum Terzo Settore e dalla CNESC – Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile. Un’occasione importante di confronto, a partire dalla presentazione del XXIII Rapporto Annuale CNESC sui progetti conclusi nel 2024 e della ricerca del Forum Terzo Settore sulla partecipazione delle organizzazioni socie al Servizio Civile. Tre i focus principali: pace, partecipazione dei giovani e impegno civico, valorizzazione delle competenze.
Proprio su queste tre direttive si sviluppano le proposte congiunte illustrate dalla Portavoce del Forum Terzo Settore, Vanessa Pallucchi, e dalla Presidente CNESC, Laura Milani, per il prossimo piano triennale del Servizio Civile Universale 2026-2028 che il Ministro Abodi deve emanare entro dicembre 2025.
“Tra gli indirizzi strategici, il tema della pace deve assumere un ruolo prioritario” dichiarano Pallucchi e Milani “non solo perché il particolare contesto storico in cui viviamo lo esige, ma anche perché coerente con le finalità dell’Istituto e con l’agenda ONU Giovani, Pace, Sicurezza. Per rendere concreto questo impegno, proponiamo di dare priorità – tra quelli indicati nei programmi SCU – all’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030; di potenziare la formazione generale dei volontari e quella degli OLP (Operatori Locali di Progetto) che accompagnano i giovani riconducendo la loro esperienza alla finalità di costruire una società più pacifica, equa e sostenibile; di investire sempre di più nei Corpi Civili di Pace”.
“È necessario favorire il più possibile la partecipazione dei giovani al Servizio Civile” aggiungono “con una comunicazione strutturata, continuativa e chiara, ma anche attraverso la semplificazione dei processi, seguendo l’esempio virtuoso delle recenti modifiche alle Disposizioni concernenti la disciplina dei rapporti tra enti e volontari, che ha saputo valorizzare il contributo di tutti gli attori del sistema, istituzioni, giovani e enti”.
“In un momento in cui l’astensione giovanile dalla vita politica è particolarmente elevata, è fondamentale promuovere il Servizio Civile come esperienza di impegno civico che permette ai giovani di acquisire le competenze di cittadinanza necessarie per esercitare con corresponsabilità il proprio ruolo di cittadini protagonisti del cambiamento. In questo senso, l’attuazione del decreto sulla validazione delle competenze anche per il Servizio Civile deve prevedere come alveo prioritario quelle trasversali, per il loro impatto verso il percorso di impegno civico e lavorativo dei giovani. Tutto questo è fondamentale avvenga con il coinvolgimento, oltre che dei soggetti istituzionali, anche dei soggetti del Terzo settore e fra questi gli enti di Servizio Civile, valorizzando anche le sperimentazioni svolte finora”.