Matese, finalmente il Parco Nazionale. Premiato l’impegno delle associazioni ambientaliste per l’area protetta

“Si aggiunge l’ultimo tassello alla tutela della biodiversità in Appennino, finalmente è istituito il Parco Nazionale del Matese”. Con queste parole Andrea De Marco e Mariateresa Imparato, rispettivamente presidenti di Legambiente Molise e Campania e Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente Nazionale commentano la notizia della firma da parte del Ministro Pichetto Fratin del decreto che individua la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese.
“È il giusto riconoscimento ad almeno 3 generazioni di legambientini, di ambientalisti e amanti del territorio all’impegno profuso per la tutela del massiccio matesino. – continuano da Legambiente – È servita una dura vertenza negli ultimi 7 anni per ottenere un risultato voluto dalla maggioranza dei matesini che hanno dovuto subire ritardi incomprensibili che sono costate perdita di opportunità e degrado del territorio. Ma finalmente il destino del Parco nazionale del Matese, l’area protetta che unisce i due versanti del massiccio, si compie nell’anno che si festeggiano i trenta anni di cinque Parchi nazionali e del Progetto APE – Appennino Parco d’Europa. Questa nuova area protetta che nasce nella giornata mondiale della Terra – concludono da Legambiente – la dedichiamo alla memoria di Papa Francesco, il più importante messaggero di PACE e ostinato difensore della natura che ha operato nell’ultimo decennio per salvare il Pianeta e combattere la crisi climatica”.

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“Un gesto di solidarietà che unisce”: si conferma il successo dell’iniziativa ‘Uovo Sospeso’ di Fondazione ANT. Oltre 200 uova di Pasqua donate a bambine e bambini di Napoli, Caserta e Avellino 

Missione compiuta anche quest’anno. La magia dell’Uovo Sospeso si rinnova e si moltiplica: oltre 200 uova di cioccolato sono state raccolte e consegnate nelle settimana che precede la Pasqua da Fondazione ANT a bambine e bambini di Napoli, Caserta e Avellino, grazie alla straordinaria generosità di cittadini e imprese che hanno creduto ancora una volta in questo gesto d’amore anonimo e potente.
L’iniziativa, ispirata alla tradizione napoletana del “caffè sospeso”, si conferma per il quinto anno consecutivo come un esempio virtuoso di solidarietà condivisa. Un gesto semplice, ma dal valore profondo: donare un uovo di cioccolato a chi forse non si conoscerà mai, ma che lo riceverà come segno di affetto, speranza e attenzione.
 
Una rete solidale che fa bene al cuore. Grazie alla collaborazione tra Fondazione ANT, le realtà associative del territorio e i tanti sostenitori coinvolti, le uova sono state distribuite a Napoli alle bambine e i bambini della Scuola della Pace di Sant’Egidio a Scampia, della Cooperativa L’Orsa Maggiore del Rione Traiano, e ad Avellino in alcune case famiglia grazie alla collaborazione dell’associazione PuckTeatré; le uova sospese sono state anche donate per il tradizionale pranzo di Pasqua e Pasquetta per i senza fissa dimora organizzato da Sant’Egidio a Napoli e dal Movimento L’Aura Onlus a Caserta.
Un piccolo dono che ha acceso sorrisi e regalato momenti di gioia nei luoghi dove la cura, l’accoglienza e la speranza non vanno mai in vacanza.
La campagna è stata sostenuta con entusiasmo non solo da tantissimi cittadini, ma anche da aziende campane che da anni condividono con ANT l’impegno nel sociale. Un sentito ringraziamento va a: Gruppo Balletta, Mastroberardino, Prezioso Casa, Enginfo Consulting ed Epsilon, che con il loro contributo hanno reso possibile amplificare il raggio d’azione del progetto.
“L’iniziativa dell’Uovo Sospeso, ispirata a una tradizione tutta napoletana, dimostra ogni anno quanto la solidarietà possa diventare concreta quando c’è una rete forte tra associazioni, cittadini e imprese responsabili. È proprio grazie a questa alleanza che siamo riusciti ancora una volta a portare un sorriso a chi ne ha più bisogno. Un risultato che ci rende orgogliosi e ci spinge a continuare su questa strada.”, il commento di Antonio Imbrogno, Delegato ANT Campania e Basilicata
 
Come ogni anno, i fondi raccolti attraverso l’iniziativa dell’Uovo Sospeso saranno destinati a supportare le attività gratuite di assistenza medico-specialistica domiciliare ai malati di tumore e ai progetti di prevenzione oncologica che Fondazione ANT porta avanti sul territorio campano.

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“Uniti sotto un’unica bandiera”: da Napoli a Bologna, da Macerata a Torino, Milano celebra l’integrazione e la cultura dei giovani italiani di origine straniera

L’associazione Fouta Djallon, guidata dal Presidente Lamin Sanyang, dalla Vicepresidente Fanta Conateh e dal Tesoriere Mambuna Sanyang, con la preziosa collaborazione del brand Erla Made in Italy di Erla Gazine, è orgogliosa di presentare un evento unico che celebra l’integrazione, la cultura e l’identità dei giovani italiani di origine straniera.
L’appuntamento è per il 19 aprile 2025 al Parco di Via Ambrogio Binda 30, Milano, a partire dalle ore 10:30, per una giornata ricca di attività, testimonianze e spettacoli. Parteciperanno giovani provenienti da diverse città italiane, tra cui Napoli, Bologna, Torino, Padova, Firenze, Verona, Asti, Cremona, Macerata e dalla Sardegna, offrendo uno spaccato autentico della nuova generazione italiana.

L’iniziativa è pensata come un’occasione per dare voce ai giovani figli di immigrati nati in Italia, affinché possano raccontare la loro esperienza e riflettere sulla loro identità. Il titolo dell’evento si ispira alla celebre canzone di Giorgio Gaber, “Io non mi sento italiano, ma per fortuna lo sono”, che esprime perfettamente il sentimento di molti ragazzi che, pur essendo italiani, spesso faticano a sentirsi pienamente riconosciuti come tali.
Il programma sarà ricco e coinvolgente: si comincerà con una sfilata di maschere e costumi tradizionali, che vedrà la partecipazione di etnie come Mandinka, Fula, Jola, Eolo e Arabi, celebrando la bellezza della diversità culturale. A seguire, spazio alle danze tradizionali africane e a una sezione dedicata ai bambini, con performance che metteranno in luce i loro talenti.

Nel pomeriggio, una tavola rotonda con la partecipazione di rappresentanti della Federazione delle Associazioni Gambiane in Italia affronterà temi legati all’integrazione, alla cultura e alle sfide vissute dai giovani di origine straniera. Un momento fondamentale di ascolto e confronto per stimolare un dialogo autentico e costruttivo.
A chiudere l’evento, uno spettacolo teatrale dedicato a storie di integrazione e identità, seguito da musica dal vivo e un energico afrobeats finale con DJ Fata.
Particolarmente significativa è la partecipazione e il sostegno di Erla Gazine, fondatrice del brand Erla Made in Italy, che ha deciso di sposare questa iniziativa per motivi profondamente personali. Erla, immigrata dal Mozambico e madre di due figlie nate in Italia, conosce bene cosa significa crescere in uno Stato che è tuo, ma che non sempre ti riconosce come parte integrante della sua identità. La sua esperienza personale l’ha portata a dedicare gran parte del suo lavoro e del suo impegno sociale al sostegno dei giovani, con l’obiettivo di valorizzare le loro radici e offrire loro spazi di espressione e crescita.
Attraverso il suo brand, Erla Made in Italy, unisce artigianalità, stile e messaggi di inclusione, diventando un simbolo di riscatto e orgoglio per chi vive la doppia appartenenza come un ponte tra culture e non come una divisione. La sua presenza all’evento non è solo simbolica: è il segno concreto di un’Italia che cambia, che ascolta, che valorizza le storie di chi ogni giorno contribuisce a costruirla.

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ETERNAMENTE, la canzone firmata da Shara per supportare l’iniziativa benefica “VENTO DEL SUD FOR AFRICA”

Il week-end di Pasqua si tinge di musica con “ETERNAMENTE”, ultimo singolo della cantautrice e performer SHARA, presente su tutte le piattaforme musicali digitali internazionali.

In poche ore superate le ottantamila visualizzazioni su YouTube per il video del brano, scritto e composto interamente dalla stessa Shara con l’obiettivo di supportare l’iniziativa benefica “VENTO DEL SUD FOR AFRICA”.

“Trattandosi di una canzone con una evidente finalità sociale ricollegata all’Africa – spiega Shara, al secolo Sarah Ancarola – ho pensato di rendere omaggio a questa terra con un ritornello in lingua swahili, la cui traduzione è stata condotta da Suor Aline, una suora di origini africane, coinvolta e fortemente attiva nel progetto benefico ‘Mulagi Mission’”. Mulagi è un piccolo villaggio dell’Uganda orientale che si è sviluppato grazie alla costante opera della Fondazione I Care, organizzazione nata a Napoli grazie all’opera delle Ancelle Eucaristiche di Melito (NA), supportate da un gruppo di volontari dediti alla missione, e attiva sin dagli anni Novanta sul territorio africano.

“Eternamente – commenta Shara – nasceva per supportare l’iniziativa benefica originariamente chiamata “Vento del Sud for Mulagi”, un grande concerto che si sarebbe dovuto tenere il 28 febbraio 2020 e che venne rinviato per via dell’esplosione del Covid”. Esattamente cinque anni più tardi, il 28 febbraio 2025, quel concerto/evento ha avuto luogo al Teatro Mediterraneo di Napoli, registrando un incredibile e luminoso sold out.

“Un brano che parla di inclusione non poteva non contenere un tocco ‘black’ e così è stato anche per il videoclip, che ho fortemente voluto girare in una struttura nata con l’obiettivo di accogliere e incentivare lo sviluppo di rapporti sociali orizzontali tra le persone, all’insegna dell’apertura e del confronto” spiega la Ancarola, raccontando la scelta di girare il video – diretto dal regista Gaetano Acunzo – negli spazi dello ‘Scugnizzo Liberato Bene Comune’ di Napoli: “Le relazioni tra gli esseri umani sono esse stesse un Bene Comune, proprio come ci insegna lo Scugnizzo Liberato. Il tentativo è di promuovere una socialità libera, egualitaria e consapevole”.

L’arrangiamento del brano è firmato dal produttore Gianluca Carbone, che – in fase di registrazione – ha pensato di far affiancare alla vocalità di Shara quella di Djarah Kan, attivista culturale, scrittrice e cantante italo-ghanese.

Cantante dalla voce ampia, calda e duttile, ma anche songwriter, designer e produttrice, Shara è una artista eclettica e multiforme. Il suo viaggio nel mondo della musica inizia fin da giovanissima: Dal pop al rock al blues e poi al funky e alla dance, il viaggio di Shara conquista il panorama musicale partenopeo, italiano ed europeo. Sarà Londra, infatti, ad accoglierla più volte e il luogo in cui comporrà brani in lingua inglese.

Nel 2011 Shara getta le basi del Terronian Festival, la kermesse che dal 2012 premia le Eccellenze del Sud. Di lì a poco nasceranno Mediterranea, società di eventi, e l’Associazione Terronian, che Shara guida accanto al noto maestro pizzaiolo napoletano, Salvatore Di Matteo.

Insignita lo scorso anno con il prestigioso Leone d’Oro – Gran Premio Internazionale di Venezia, Shara è una cantautrice, performer e artista che da sempre dà voce al Mezzogiorno e ai sud del mondo. “Perché ogni Sud del Mondo è ricchezza e Cuore pulsante del Mondo Intero”.

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Territorio vesuviano, il docufilm ‘Paesaggi Possibili’

Sarà presentato il 9 maggio a Napoli (ore 17), nell’Istituto Italiano per gli studi filosofici a Palazzo Serra di Cassano, il docufilm ‘Paesaggi Possibili’; l’incontro sarà moderato da Luigi Buffone, project management-Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali.
“Spesso si tende a considerare le discipline come compartimenti stagni, ciascuna con un proprio ambito di applicazione – si afferma in una nota di presentazione – Tuttavia, la storia, l’archeologia, l’antropologia, la botanica e la vulcanologia dialogano tra loro, intrecciandosi inevitabilmente nell’analisi dei fenomeni che studiano.

I legami tra queste materie emergono in maniera spontanea, e solo attraverso uno sguardo attento e approfondito è possibile rivelarli”.

Questa premessa, si sottolinea, “si rivela essenziale per comprendere il background del documentario Paesaggi Possibili, un progetto artistico imbevuto di scienza, realizzato da Claudio Rodolfo Salerno, direttore dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali”.

Il documentario nasce come un’indagine visiva e sonora sul territorio vesuviano, frutto di un lavoro di relazioni condiviso con le popolazioni che lo abitano. Attraverso molteplici interventi, il progetto ha esplorato luoghi abbandonati, edifici consumati dal tempo e ruderi in cui il passato sembra essersi cristallizzato. La regia di Claudio Rodolfo Salerno “restituisce un’opera di quarantacinque minuti che fonde arte e scienza in un viaggio visivo e sonoro”. Alla base del docufilm vi è il testo L’evoluzione del Paesaggio Vesuviano, curato dallo stesso direttore dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali. Il volume raccoglie osservazioni e riflessioni sull’evoluzione, naturale e antropica, del paesaggio vesuviano, prendendo come riferimento l’eruzione del 79 d.C., i cui effetti si estesero su un’area molto vasta. Le prime riflessioni sulla realizzazione del testo risalgono al 2017 e si sono sviluppate in un contesto di dialogo tra studiosi, artisti e ricercatori, culminando nel ciclo di conferenze Dialoghi sul Paesaggio Vesuviano del 2019.
Paesaggi Possibili “rappresenta l’estensione visiva e sonora di questa ricerca, poiché vi sono scenari in cui le parole non bastano: servono immagini, suoni e voci per restituire l’anima dei luoghi esplorati”. Il progetto, mettono in evidenza i promotori, “è un work in progress che continua a indagare spazi carichi di memoria e di tracce di vita vissuta. Ambienti domestici, botteghe abbandonate, oggetti quotidiani ormai consumati dal tempo: ogni dettaglio restituisce la presenza dell’uomo e il fluire della storia. Il documentario restituisce la dimensione estetica della fragilità, in un dialogo continuo tra luce e materia, dove il paesaggio abbandonato si rivela attraverso il gioco mutevole delle ombre e delle luci naturali.  L’alba svela lentamente i contorni delle rovine, mentre il tramonto amplifica i dettagli, ridando voce a ciò che è stato”.
Ma in questo processo di riscoperta si insinua una tensione: la modernizzazione, che spesso minaccia di svuotare i luoghi della loro memoria originaria. La ricerca si interroga su questa fragilità e sul rischio di perdere l’identità di un paesaggio in continua trasformazione.
Il docufilm è il risultato di un lavoro congiunto di artisti e professionisti: Raffaele Riccardi, video editor, Lino Monaco e Nicola Buono, Vesuvian Soundscape, Stefano Piancastelli, fotografo, Anita Pagano, performative voice, Dario Macellaro, Luigi Buffone e Ilaria Cotarella, project management e media, con i contributi artistici di Stefania Sabatino, Felix Policastro, Paola Ricciardi e Gabriele Pierro. I docenti intervistati all’interno del docufilm sono Giuseppe Luongo, vulcanologo, Massimo Ricciardi, botanico, Luciana Jacobelli, archeologa, Maria Rosaria Senatore, paleo-sedimentologa.

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