23 Mag, 2025 | Comunicare il sociale
In provincia di Napoli, tra Pimonte e Gragnano, c’è “InnovAzioni onair”, una web radio fatta da giovani, una vera e propria officina di idee che ha dato vita ad un nuovo podcast intitolato “Ragazzacci”.
In ogni episodio si potranno ascoltare storie autentiche, narrate in prima persona da ragazzi e ragazze che hanno deciso di raccontarsi e raccontare il proprio territorio. Giovani che si impegnano nel volontariato, che lottano per i diritti, che difendono la cultura, l’ambiente, l’inclusione e il bene comune. Storie di ragazzi e ragazze che hanno scelto di restare, di resistere e di essere i protagonisti di una trasformazione positiva, proprio partendo da sé.
Ogni puntata è un invito ad ascoltare il quartiere da un’altra prospettiva: quella dei giovani che lo vivono ogni giorno, che sognano, che sbagliano, che si rialzano, che hanno voglia di cambiare e che lo stanno già facendo, microfono alla mano. A dispetto del nome, provocatorio, i giovani podcaster parleranno ai coetanei di politica, sessualità, dipendenze, impegno civico e tanto altro. Un progetto innovativo che porta il dibattito, la cultura e le idee direttamente nelle cuffie e negli smartphone di chi vuole ascoltare, riflettere e ispirarsi. “Ragazzacci” abbraccia il cambiamento, raccontandolo attraverso contenuti originali e interviste con esperti e giovani protagonisti del presente.
Il podcast nasce nell’ambito del progetto “Onde Sonore”, promosso dall’Associazione Giovani di Pimonte – Pimonte Domani, in collaborazione con l’Associazione InnovAzioni Sociali e sostenuto dalla Regione Campania attraverso l’avviso Pubblico “I giovani e la cultura della rigenerazione sociale” e sarà disponibile ogni mercoledì sulle principali piattaforme di streaming audio.
Nella prima puntata si parla di politica insieme con Luigi Di Martino, attivista e voce delle nuove generazioni, che testimoniando la sua esperienza aiuterà i giovani a capire perché la partecipazione politica conta e come può davvero fare la differenza per la comunità.
Ascoltala qui:
YouTube
Spotify
Spreaker
L’articolo “Ragazzacci”, nasce il podcast fatto da giovani per le nuove generazioni proviene da Comunicare il sociale.
22 Mag, 2025 | Comunicare il sociale
L’importanza del ruolo dei genitori, l’aumento degli hacker al servizio della criminalità organizzata e il contrasto al mercato della pedopornografia, che produce miliardi di dollari di profitto in tutto il mondo. Sono questi alcuni dei temi emesi durante l’incontro “La tutela dei minori nel cyberspazio e nuovi scenari criminali”, che si è svolto in Fondazione Banco Napoli, nell’ambito di “Supereroi, proteggiamo i bambini insieme”, la mostra allestita nel museo dell’Archivio Storico, che racconta attraverso scatti fotografici, il delicato lavoro svolto dalla Polizia di Stato nel contrasto alla pedopornografia, all’abuso e all’adescamento online dei minori. Hanno partecipato: Orazio Abbamonte Presidente Fondazione Banco di Napoli, Nicola Gratteri Procuratore della Repubblica di Napoli, Guido Scorza Componente del Collegio del Garante per la Protezione dei Dati Personali, Ivano Gabrielli, Oreste Lo Pomo Vicepresidente Nazionale commissione giuridica ordine dei giornalisti, ha moderato Carola Barbato, Presidente del Co.Re.Com. Campania.
Uno dei dati più allarmanti lo evidenzia Gabrielli: «Dal Covid in poi i reati di adescamento di minori sono triplicati. I dati dello scorso anno: 2700 fascicoli, 1110 denunciati, 200 arrestati». «Stiamo cercando di coprire velocemente il gap tecnologico, dal punto di vista professionale di tecniche di indagine ci siamo. Questi sono reati che continuano ad aumentare, si moltiplicano – spiega invece Gratteri – c’è sempre questo abbattimento morale ed etico che porta sempre più a fare emergere dalle fogne i pedofili. Quindi c’è bisogno di più personale specializzato. Per questo lavoro ci vogliono degli appassionati, dei conoscitori dell’informatica, degli hacker buoni». Per il procuratore un ruolo importante lo giocano o genitori: «Per proteggere i bambini dai pericoli del cyberspazio voi genitori dovete fare i genitori, non gli amici dei figli, dovete stare attenti, ci vuole più controllo, dovete vietargli di stare sempre collegati a Internet. Date dei limiti: la casa non è un ostello della gioventù, dove si dorme e si esce – continua Gratteri che poi si rivolge ai giovani – C’è stata un’esplosione sul web e nel dark web in particolare. Prima prima non si riusciva ad entrare, ora si può comprare un’arma, si può commissionare un omicidio, rubare dati e metterli in vendita. Oggi non c’è più vergogna, i pedofili escono dalle fogne e entrano nel web per adularvi e conquistarvi. Siete in pericolo. La cosa che spaventa è ogni giorno ci sono sempre più eserciti di hacker al servizio della criminalità organizzata, del terrorismo. Si tratta un problema enorme che molti addetti ai lavori non hanno ancora capito».
Gabrielli ricorda ancora che «su questo tema l’Italia è uno dei paesi più all’avanguardia, sia dal punto di vista normativo che tecnico. C’è ancora molto da fare dal punto di vista culturale, soprattutto in giro per il mondo. Ci sono paesi che purtroppo ancora oggi mercificano i bambini. Questo genera un mercato pazzesco che lucra miliardi di dollari».
«La tecnologia nasce neutra, poi dipende tu come la costruisci,perché la stessa che offende può anche proteggere e schiudere ai più giovani opportunità straordinarie. – spiega Guido Scorza – Per fare ciò però serve che il mercato non abbia la meglio sui diritti e le libertà. Deve essere un obbligo dei gestori delle piattaforme – continua Sforza – quello di tenere fuori i minori e non una promessa da boy-scout. Bisogna preservare i diritti alla protezione dei dati personali per i più piccoli»
«Questa settimana così intensa di attività con la Polizia di Stato – ha portato delle conoscenze molto preziose – ha commentato Abbamonte – perché è stata diffusa la cultura dell’attenzione, che trasferisce a sua volte trasferisce attività educativa, che è molto più importante della stessa attività investigativa. Nella società civile è importante costruire la sensibilità alle regole e ai processi educativi. Queste giornate hanno contribuito a svolgere un importante lavoro di prevenzione». «La vera difficoltà – ha detto Lo Pomo – è la mancanza di una rete che faccia riferimento alle singole personalità, che vada oltre la valutazione sulle tecnologie, che è neutra, va usata e guidata».
«Si è tratta di un’autorevole giornata di approfondimenti – ha commentato Barbato – che conclude un ciclo di incontri molto importanti sul tema della pedopornografia, occasione data dalla suggestiva mostra della polizia postale, da cui siamo partiti, per arrivare alle insidie della rete e alla criminalità».
di Adriano Affinito
L’articolo “Supereroi, proteggiamo i bambini” con Gratteri e Gabrielli, che lanciano l’allarme sul dark web proviene da Comunicare il sociale.
21 Mag, 2025 | Comunicare il sociale
Si è svolto nell’auditorium dell’Istituto di scuola secondaria superiore Vittorio Veneto a quartiere Scampia un focus group nell’ambito del progetto “Seed Napoli”. Il progetto, finanziato da Fondazione Con il Sud e Fondazione Grimaldi, vede coinvolte famiglie di Ercolano e di Napoli dei quartieri Forcella e Scampia, su temi quali finanza etica, formazione continua, alfabetizzazione e promozione di soft skills e talenti personali.
L’incontro ha portato al centro del dibattito lo sport come veicolo di valori educativi e sociali, espressione di talenti personali e di prevenzione e cura della persona a 360°. Questo è uno dei macro temi che sottendono l’enorme progetto con le famiglie fragili in situazioni di povertà socio – economica.
Con la Dirigente scolastica dell’Istituto Dottoressa Pasolini, ex atleta di basket erano presenti anche il campione di judo Vincenzo di Maio, la campionessa di basket Alessandra Finamore e la campionessa olimpica Anna Carrasco; tutti gli sportivi hanno esaltato l’attività sportiva come motore di socializzazione, riscatto personale, possibilità lavorativa a fronte di impegno personale e tenacia a perseguire i risultati.
Tante le domande poste dagli studenti delle classi quinte dell’Istituto anche agli altri protagonisti dell’incontro che ha messo in rete proprio tutti gli attori coinvolti nel progetto, dalle autorità locali ai medici, dai rappresentanti delle associazioni coinvolte agli operatori sociali.
Il progetto Seed Napoli (dall’inglese seme) nasce da un progetto nato quasi venti anni fa in Oklahoma e, come quello statunitense, porta avanti il concetto di accompagnamento alla crescita personale che diventa poi comunitaria e sociale. Negli USA, lo Stato dava una dote a ciascun bambino da riscattare solo al conseguimento di un titolo di studio e questo ha messo in moto buone pratiche familiari affinché sulle nuove generazioni si investisse fattivamente.
La referente del progetto napoletano, la dottoressa Maria Pia Viola spiega che allo stesso modo «Seed Napoli ha il compito di sostenere le famiglie su vari fronti che vanno dalla formazione verso temi economici e di gestione finanziaria dei capifamiglia, al conseguimento di titoli di studio fino all’accompagnamento alla realizzazione di sogni personali attraverso le “dosi educative” ovvero voucher spendibili principalmente in cultura e sport affinché i più giovani possano investire sulle proprie passioni e i propri talenti».
Solo investendo sugli individui, dando a tutti, grandi e piccoli, gli strumenti per imparare, crescere e sviluppare le proprie doti e le proprie competenze si può uscire dal circolo vizioso che porta la povertà economica a diventare anche educativa e culturale.
di Emanuela Nicoloro
L’articolo Incontro Seed Napoli: lo sport come investimento educativo proviene da Comunicare il sociale.
21 Mag, 2025 | Comunicare il sociale
Un’occasione per scoprire il Complesso di 8000 mq, noto come ex Ospedale San Camillo, con la Chiesa cinquecentesca e il Chiostro con giardino. Qui le attività del Centro occupano decine di volontari nell’assistenza a circa 150 persone senza fissa dimora e a ragazzi e famiglie del Rione. Il progetto VVVita, delle giornaliste Monica Piscitelli e Laura Guerra, punta a recuperare e raccontare questo angolo di “Napoli segreta”.
Intervengono: Nicola Romano, coordinatore dell’area Povertà estrema, l’architetto Renato Carrelli e Padre Antonio Vitiello.
Si inizia con la visita guidata e si prosegue con la degustazione delle pizze nel ruoto di Ciro Oliva di Concettina ai Tre Santi in abbinamento alla Kombucha artigianale a fermentazione naturale di Wild Ferment. Tommaso Luongo, Presidente dell’Ais Campania, commenta le due etichette proposte: a base di tè Assam con estratto di mela e a base di ibisco in purezza. Si conclude con i dolci del pasticciere Francesco Lastra.
PER INFORMAZIONI E PER ACQUISTARE I BIGLIETTI INVIARE EMAIL A: eventi@wineandthecity.it Questo evento rientra nei progetti di Wine&Thecity per il sociale. Il contributo è di euro 25,00, i proventi sono destinati alle attività di valorizzazione del Complesso.
L’articolo Wine&Thecity al rione Sanità per sostenere il Centro La Tenda proviene da Comunicare il sociale.
21 Mag, 2025 | Comunicare il sociale
Si svolgerà nei giorni 23, 24 e 25 maggio 2025 presso il Centro Ester di Napoli, in via Giambattista Vela 91, la quinta edizione del “Trofeo Pasquale Miele”, torneo calcistico riservato alla categoria Under 14, promosso dalla Scuola Calcio Centro Ester Carioca.
Il memorial, che vedrà coinvolte otto squadre tra le più rappresentative del panorama giovanile italiano, nasce per ricordare Pasquale Miele, figura emblematica del riscatto sociale attraverso il calcio. Allenatore, educatore e guida per intere generazioni, Miele ha saputo usare il pallone come strumento di inclusione, crescita e speranza per i ragazzi dell’area orientale di Napoli.
Il “Trofeo Miele” non sarà soltanto un evento sportivo, ma un importante momento di riflessione e condivisione, che vedrà la partecipazione di autorità locali, famiglie, istruttori e soprattutto dei giovani atleti, veri protagonisti di questa tre giorni all’insegna del fair play, della memoria e del futuro.
“Questo torneo è un atto d’amore verso il nostro territorio e verso chi, come Pasquale Miele, ha dedicato la vita ai ragazzi. Il calcio non è solo uno sport: è una scuola di vita, un’opportunità di crescita e un rifugio sicuro per tanti giovani. Il nostro impegno, oggi come ieri, è quello di continuare a costruire occasioni sane, inclusive e formative per tutti i bambini di Napoli”, ha affermato il patron Pasquale Corvino.
Il ricordo di Pasquale Miele continua a vivere ogni giorno nei sorrisi e nei sogni dei ragazzi che giocano su un campo di calcio non solo per vincere, ma per imparare a diventare persone migliori.
Le squadre partecipanti, divise in due gironi, sono:
Girone A: SSC Napoli, Casertana, Cantera Napoli, Centro Ester
Girone B: Venezia FC, Avellino, ASD Vives Calcio, Real Casarea
📅 Programma delle gare
Venerdì 23 maggio
10:00 – Real Casarea vs Vives (Girone B)
11:00 – Cantera Napoli vs Casertana (Girone A)
12:00 – Centro Ester vs SSC Napoli (Girone A)
14:00 – Venezia vs Avellino (Girone B)
Sabato 24 maggio
9:00 – Centro Ester vs Cantera Napoli (Girone A)
10:00 – Venezia vs Real Casarea (Girone B)
11:00 – SSC Napoli vs Casertana (Girone A)
12:00 – Avellino vs Vives (Girone B)
15:30 – SSC Napoli vs Cantera Napoli (Girone A)
16:30 – Real Casarea vs Avellino (Girone B)
17:30 – Centro Ester vs Casertana (Girone A)
18:30 – Venezia vs Vives (Girone B)
Domenica 25 maggio
9:00 – Semifinale: 1ª Girone A vs 2ª Girone B
10:10 – Semifinale: 1ª Girone B vs 2ª Girone A
11:30 – Finale
L’articolo Al Centro Ester il “Trofeo Miele”: sport, memoria e impegno sociale proviene da Comunicare il sociale.
21 Mag, 2025 | Comunicare il sociale
Per una donna con disabilità vittima di violenza chiedere aiuto è un percorso complesso e spesso ostacolato da pregiudizi, barriere fisiche e comunicative. Ancora più difficile è trovare un luogo sicuro e privo di ostacoli in cui poter ricostruire la propria vita. Con il progetto “Artemisia” (Attraverso reti territoriali per l’emersione di situazioni di violenza), un importante passo in avanti è stato compiuto in questa direzione: una casa rifugio gestita dalla Fondazione Somaschi, infatti, è stata adattata per accogliere anche donne con disabilità fisica, sensoriale o cognitiva.
Il progetto, promosso da Fondazione Somaschi Onlus, Fondazione ASPHI Onlus, LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità, CEAS – Centro Ambrosiano di Solidarietà e Fondazione Centro per la Famiglia Card. Carlo Maria Martini, ha come obiettivo quello di far emergere la violenza ai danni delle donne e delle ragazze con disabilità, favorendone così la presa in carico da parte dei Centri antiviolenza (Cav) e, se necessario, al loro inserimento in case rifugio. I risultati del progetto sono stati presentati questa mattina a Palazzo Marino durante il convegno “Nessuna esclusa”.
“Intervenire su un tema complesso come l’emersione della violenza ai danni delle donne con disabilità ha richiesto un lavoro complesso e su diversi fronti: dalla formazione delle operatrici al superamento delle barriere ambientali ancora presenti all’interno delle reti antiviolenza -sottolinea Chiara Sainaghi di Fondazione Somaschi, ente capofila del progetto-. L’esperienza di ‘Artemisia’ ha dimostrato che è possibile rendere le nostre strutture accessibili, non solo da un punto di vista fisico ma anche per quanto riguarda l’informazione e la comunicazione. Il nostro auspicio è che altre realtà, in Lombardia ma non solo, intraprendano lo stesso percorso per un’interconnessione sempre più stretta tra diverse le competenze e i servizi a supporto di tutte le donne. Nessuna esclusa”.
La formazione per fare emergere la violenza
La violenza ai danni delle ragazze e delle donne con disabilità è un fenomeno sommerso e difficile da far emergere: in alcuni casi perché le vittime stesse non sono consapevoli di essere tali, oppure perché dipendono – fisicamente e per l’assistenza – proprio dalla persona che abusa di loro. Oppure, ancora perché non vengono credute quando chiedono aiuto. Per questo, la prima cosa da fare è formare le operatrici dei Cav e quanti lavorano con le persone con disabilità su come riconoscere i campanelli d’allarme.
L’attività di formazione messa in campo dal progetto “Artemisia” ha permesso di raggiungere un primo importante risultato: tra il 2023 e il 2024 c’è stato un aumento significativo (+43%) delle donne con disabilità che si sono rivolte ai Cav di Milano e dell’hinterland gestiti dalle associazioni coinvolte nel progetto. Il numero delle donne con disabilità prese in carico è passato dalle 41 del 2023 (su un totale di 691, pari al 5,9% del totale) alle 59 del 2024 (su un totale di 782, pari al 7,5% del totale). A queste ne vanno aggiunte altre 17, seguite dal consultorio familiare della Fondazione Centro per la famiglia Card. Carlo Maria Martini.
Una casa rifugio per tutte le donne
Nelle scorse settimane si sono conclusi gli interventi per rendere accessibile alle donne con disabilità una casa rifugio gestita dalla Fondazione Somaschi. Sono state innanzitutto rimosse le barriere architettoniche che rendevano complicato accedervi e muoversi al suo interno: in cucina, ad esempio, sono stati installati un set di fornelli e un lavandino sospesi, che possono essere utilizzati anche da chi si trova in sedia a rotelle. Mentre il piano di lavoro si alza e si abbassa grazie a un sistema di domotica a comando vocale, che ne permette un uso agevole da parte di tutte le abitanti della casa.
L’installazione di montascale, bagni e docce accessibili è un altro accorgimento dedicato a chi ha una disabilità motoria. A terra sono stati posizionati dei loges per guidare le donne cieche che si orientano con il bastone, mentre per le donne con disabilità uditiva che comunicano attraverso la lingua italiana dei segni (LIS) è previsto l’intervento di un’interprete formata. Le operatrici, inoltre, sono state formate all’uso della Comunicazione alternativa aumentativa (Caa) per poter interagire in maniera semplice e chiara con chi ha una disabilità di tipo cognitivo.
“Linee d’indirizzo” per replicare questa esperienza
Il lavoro svolto nei tre anni progetto per migliorare l’accessibilità di Cav e Case rifugio è confluito all’interno delle “Linee di indirizzo” che “Artemisia” mette a disposizione di tutte le realtà impegnate in questo ambito. Il documento contiene informazioni utili per rendere accessibili e fruibili alle donne e alle ragazze con disabilità vittime di violenze gli spazi fisici e per garantire l’accesso alle informazioni; realizzando, ad esempio, testi in formato easy to read o costruendo siti internet fruibili a chi ha una disabilità sensoriale.
Nell’esperienza di “Artemisia”, ad esempio, sono state sviluppate delle tabelle di comunicazione semplificata analogica (attraverso disegni e immagini) che sono poi state inserite in tabelle di comunicazione digitali presenti su tablet che le operatrici hanno iniziato a utilizzare. Infine, all’interno delle Linee guida è stato inserito un questionario di autovalutazione che può essere utilizzato dalle operatrici del singolo Cav per verificare l’accessibilità della struttura registrando la presenza o meno di barriere architettoniche, di segnaletica interna e di bagni accessibili. Uno strumento utile da cui partire per valutare quali interventi mettere in atto.
Il contributo di Regione Lombardia
Durante il convegno Alessia Belgiovine, referente dei Centri antiviolenza, delle Case rifugio e delle Case di accoglienza di Regione Lombardia, ha ribadito l’impegno di Regione in questo ambito. In particolare, ha ricordato la misura “Vicini a ogni donna” che prevede la destinazione di 3,68 milioni di euro per finanziare interventi di potenziamento dei servizi o di ristrutturazione per individuare Centri antiviolenza e Case rifugio specializzati nella presa in carico di donne con disabilità in situazioni di violenza.
L’articolo La prima casa rifugio accessibile alle donne con disabilità vittime di violenza proviene da Comunicare il sociale.