Pizza e inclusione, il progetto “Mani che Donano” per gli utenti di dieci associazioni per disabili

Quante cose si fanno attraverso le mani? Con le mani si comunica, si lavora, si sostiene, si incoraggia. Con le mani si dona. E come era scritto sul banner di benvenuto, come è scritto nella Bibbia, «c’è più gioia nel dare che nel ricevere».
Quelli appena trascorsi sono stati dieci giorni intensi e bellissimi, dieci giorni in cui pizza, solidarietà, inclusione, beneficenza sono state protagoniste del progetto Mani che Donano, nato dalla collaborazione tra “Vincenzo Iannucci Academy” e Molini Pivetti, tra gli sponsor dell’evento Mare in Fest al Parco a Mare di Portici.
Ogni sera i ragazzi di dieci associazioni campane hanno preso parte a laboratori di pizza organizzati ad hoc per includere, insegnare, divertire. I giovani utenti di queste organizzazioni sono stati accompagnati dai maestri pizzaioli dell’Academy Iannucci nell’impastare, guarnire, infornare ma soprattutto nel comprendere che insieme è possibile.
A prendere parte a questa bella iniziativa gli utenti della Fondazione Giovanni Campaniello di Caserta, dell’associazione Insieme si può di Sarno, della cooperativa Autismo e Aba di Pagani, della cooperativa Boetheia di Sant’Anastasia, dell’associazione Prendiamoci per Mano di Scafati, l’associazione Andare Oltre di Portici, dell’associazione Colibrì di Poggiomarino. Inoltre hanno preso parte ai laboratori gli studenti di una scuola paritaria porticese, la Rossini, e bimbi, giovani e adulti che hanno visitato il Parco a Mare e in particolare l’area Show Cooking di Academy Iannucci e Molini Pivetti, e che in questo modo, con il proprio contributo hanno arricchito la raccolta fondi avviata dai referenti del progetto: il ricavato si è infatti trasformato in una donazione all’ospedale Santobono Pausilipon, un aiuto concreto per sostenere i progetti dedicati all’infanzia e all’autismo.
Presso l’area, nel corso delle serate si sono avvicendati numerosi maestri pizzaioli, e ogni pizza realizzata è stata una dimostrazione di talento, gioia e inclusione, e non solo.
A spiegare più da vicino l’intero progetto è proprio Vincenzo Iannucci, a partire proprio dallo slogan “Mani che Donano, c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
«In questi tempi così particolari, spesso si parla troppo e si fa troppo poco – dice Iannucci – ma come ci dice la Parola di Dio, c’è più gioia nel dare che nel ricevere e, aggiungo, il miglior esempio è il fare, perché il fare è meglio del parlare, ce lo insegna la Bibbia. Il nostro dovere è quello di stare vicino ai deboli, ai fragili, e noi utilizziamo la pizza per raggiungere questo obiettivo, con un proposito evangelistico ma nella concretezza, appunto, del fare».
di Nadia Labriola

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Progetto Itaca, nuova partnership per valorizzare ulteriormente il proprio lavoro

Progetto Itaca, Fondazione che promuove programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della Salute Mentale e alle loro famiglie, ha scelto iCorporate – società di consulenza specializzata nella comunicazione corporate, finanziaria, di sostenibilità, di crisi e nella gestione della reputazione sia offline che online – come partner strategico nel percorso di crescita e rafforzamento della propria brand awareness e del relativo posizionamento sui media.
Nel suo incarico, iCorporate si occuperà della gestione di tutte le attività di ufficio stampa e di relazioni con i media, con l’obiettivo di rafforzare il posizionamento distintivo di Progetto Itaca in qualità di realtà del Terzo Settore riconosciuta come punto di riferimento autorevole e attendibile nel campo della Salute Mentale, attiva da oltre 25 anni con progetti che offrono una risposta concreta ed efficace contro lo stigma e i pregiudizi.
Siamo felici di iniziare questo nuovo percorso al fianco di iCorporate, una società di consulenza che ha saputo dimostrarsi attenta al tema della Salute Mentale e sensibile all’importanza della comunicazione e della sensibilizzazione in questo ambito. L’auspicio è che questo sodalizio, tramite la valorizzazione delle nostre campagne e dei nostri molteplici progetti, ci permetta di raggiungere pubblici sempre più ampi, contribuendo alla creazione di una consapevolezza sociale condivisa. Il nostro obiettivo resta sempre la volontà di trasmettere con forza un messaggio di speranza e vicinanza alle persone che convivono quotidianamente con un disturbo mentale, e alle loro famiglie” – afferma Felicia Giagnotti, Presidente di Fondazione Progetto Itaca.
L’avvio di questa collaborazione con Progetto Itaca ci rende particolarmente orgogliosi, soprattutto per l’alto valore sociale delle iniziative realizzate dalla Fondazione. In un contesto in cui i temi della Salute Mentale sono diventati sempre più rilevanti, ma spesso oggetto di banalizzazione, contribuire alla diffusione di una cultura più consapevole e inclusiva rappresenta per iCorporate un impegno civico oltre che professionale. Affrontiamo questo incarico con grande responsabilità, convinti che una comunicazione efficace, fondata sull’autorevolezza di Progetto Itaca, possa avere un impatto concreto sulla vita delle persone” – commenta Francesco FoscariExecutive Chairman di iCorporate.
Nata nel 1999 a Milano, Progetto Itaca è stata fondata da un gruppo di persone che avevano sperimentato personalmente il dolore che colpisce un’intera famiglia quando un proprio caro, spesso molto giovane, si ammala di un disturbo mentale. Oggi Progetto Itaca è presente con 17 sedi locali su tutto il territorio nazionale e collabora attivamente con istituzioni pubbliche ed enti privati alla realizzazione di numerosi progetti, per restare fedele alla propria mission: sensibilizzare la comunità per superare stigma e pregiudizio, attraverso la diffusione di una corretta informazione volta a favorire la prevenzione, la formazione delle persone e l’orientamento alla cura.

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Apre a Napoli il guardaroba solidale di Progetto Arca

Apre oggi un nuovo servizio di sostegno alle persone fragili in difficoltà economica: è il guardaroba solidale di Fondazione Progetto Arca, ospitato all’interno dell’Emporio Solidale San Giuseppe (in piazza Capri 1), bene confiscato alla criminalità organizzata e assegnato dal Comune di Napoli all’associazione Il Sorriso che da 5 anni gestisce qui anche un market solidale per il sostegno alimentare di molte famiglie fragili in disagio economico.
In tutto sono 300 persone che da oggi hanno anche la possibilità di scegliere e ritirare gratuitamente indumenti in questo nuovo corner di abbigliamento, reso possibile grazie alla collaborazione di Progetto Arca con H&M Italia, che contribuisce a donare gli arredi e gli indumenti.
Un contesto di accoglienza dove le persone sono invitate a provare i capi di abbigliamento e gli accessori utili di cui hanno necessità per la vita di tutti i giorni, guidati dai volontari che le aiutano nella scelta in base al bisogno e al gusto personale. Il servizio così ideato supera il concetto di assistenzialismo dei kit preconfezionato di abiti, distinto solo per taglie e sesso, perché permette di osservare e scegliere, supportando così la persona nella sua individualità e restituendole dignità.
Ogni persona, adulto o minore, può scegliere un capo al mese, accedendo al guardaroba nei due giorni di apertura settimanale (martedì e giovedì h.17-19). I beneficiari sono gli stessi iscritti all’Emporio, selezionati dal centro parrocchiale che lavora in rete con i servizi sociali e altre associazioni sul territorio.
“Il guardaroba solidale è un luogo di inclusione, dove le persone trovano una risposta rapida e concreta a un bisogno materiale, e hanno inoltre la possibilità di entrare in contatto e conoscere altri servizi e avviare relazioni fondamentali per il loro processo di reintegrazione sociale. – commenta Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca – A Napoli collaboriamo da anni con l’associazione Angeli di Strada Villanova per la distribuzione quotidiana di pasti tramite la Cucina mobile, il foodtruck itinerante che abbiamo avviato 3 anni fa. Oggi diamo il via a una nuova collaborazione con gli amici de Il Sorriso per il sostegno concreto alle persone che si trovano in stato di povertà ed emarginazione sociale: la nostra mission da oltre 30 anni”.
Il guardaroba solidale partenopeo di Progetto Arca con H&M Italia è il terzo in Italia, dopo quello a Milano, inaugurato a settembre dello scorso anno, e quello di Roma, attivo da 5 mesi.
“L’impegno di Progetto Arca per favorire l’inclusione sociale e supportare le persone più vulnerabili rispecchia profondamente i valori di H&M. Dopo le esperienze positive a Milano e Roma, siamo particolarmente orgogliosi di poter contribuire anche a Napoli, una città ricca di energia e di potenziale umano – conferma Francesca L’Abbate, Sustainability Manager H&M Italia – Essere presenti attivamente sul territorio napoletano significa per noi rafforzare il legame con la comunità locale, promuovere la solidarietà e dare nuova vita a risorse attraverso la circolarità. Grazie alla collaborazione con Progetto Arca, possiamo trasformare abiti e arredi in strumenti concreti di inclusione e rinascita”.
“Ancora una volta la Parrocchia San Giuseppe e Madonna di Lourdes, insieme all’associazione Il Sorriso e con il prezioso sostegno di Progetto Arca, aggiunge un nuovo tassello nel cammino di servizio verso i più poveri. L’inaugurazione del guardaroba solidale rappresenta non solo un concreto aiuto per le 300 famiglie che assistiamo mensilmente, ma anche l’inizio di nuove collaborazioni con enti e associazioni che scelgono di mettersi al servizio degli ultimi – afferma don Fulvio, presidente de Il Sorriso – È un’opportunità preziosa per rafforzare il sostegno ai più fragili e per coltivare relazioni di amicizia autentica con tutti coloro che condividono questo impegno”.

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Luigi e pseudoartrosi tibiale, al via la raccolta fondi per un nuovo intervento. “Diamo una nuova speranza a mio figlio”

Luigi ha solo 7 anni e da sempre convive con pseudoartrosi tibiale alla gamba destra, che nemmeno ben sette operazioni chirurgiche all’ospedale pediatrico Bambin Gesù e in alcune strutture lombarde sono riuscite a eliminare. Per muoversi il piccolo, residente al centro di Napoli alle spalle di piazza Carlo III, usa un tutore e in alcuni casi le stampelle. Ogni movimento agile gli è praticamente precluso, creandogli sofferenza fisica ed emotiva. Addirittura, come estrema ratio, qualche dottore ha paventato l’imputazione dell’arto vista la mancata calcificazione come attestano i referti medici. Un destino che appare ma invece, di punto in bianco, la speranza si rinfocola. Dopo alcune ricerche emerge che in Florida vive e lavora il dottor Dror Paley, considerato un luminare per le operazioni come quella che dovrebbe subire Luigi. Utilizzando un metodo innovativo ed efficace, Luigi potrebbe camminare finalmente in modo totale. L’intervento però è costosissimo e per effettuarlo servono 98.000 dollari, pari circa a 87.000 euro. Una cifra esorbitante, che il solo stipendio da operaio del papà di Luigi, l’unico a lavorare in casa mentre la mamma si occupa ora a tempo pieno del piccolo e della sua sorellina gemella, non potrà mai coprire. L’alternativa è quella di affidarsi al buon cuore delle persone e per tale motivo è attiva da una settimana una raccolta fondi su Gofundme che, a oggi, ha già superato i 30mila euro. Una buona cifra, purtroppo ancora insufficiente per partire a novembre, periodo ipotizzato per l’operazione, in direzione della Polonia dove in alcuni momenti dell’anno il dottor Paley si reca per lavoro.
L’appello della mamma- Incontrata a casa insieme al piccolo Luigi, mamma Maria Morra lancia l’appello: «Rivolgo l’appello a chiunque ma soprattutto a chi è più in alto di noi, dalla politica alle istituzioni. L’intervento che dovrebbe subire non è alla nostra portata per i costi, ecco perché abbiamo aperto un crowfunding. Chi può doni, anche pochi euro. Diamo una nuova speranza a mio figlio, se lo merita». Come tutti i bambini Luigi ha i suoi sogni ed è sacrosanto li possa coltivare. «Mio figlio ha solo 7 anni, ha tanta grinta e tanti sogni da realizzare. Vuole diventare un calciatore e nonostante le sue difficoltà gioca a pallone, è un bambino solare e buono e gioioso. Le sue paure, però le conosco solo io». Ad amareggiare mamma Maria è anche un elemento non di poco conto, anzi. «A Luigi il contributo della 104 è stato riconosciuto solo a dicembre del 2024 come così gli altri assegni previsti, dopo ben 5 anni da quando gli è stata diagnosticata la pseudoartrosi tibiale». Nonostante questo, le spese da sostenere sono tanteUna protesi, aggiunge Maria, «costa quasi 2mila euro, cifra superiore a quello dello stipendio di mio marito, l’unico ora a lavorare mentre io ho dovuto abbandonare il mio impiego da estetista per stare vicino a Luigi, accompagnarlo a scuola , accudirlo perennemente nel corso della giornata. A mio figlio – conclude Maria – spetta una sola e quando andiamo a mare utilizziamo il vecchio tutore che purtroppo, però, gli va stretto. Questo gli causa piaghe, compressione sulle cicatrici e al mare per esempio gattona perché gli fa male la gamba».
di Antonio Sabbatino

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RIPARTE IL SERVIZIO DEI “BATTELLI SPAZZAMARE” SUL LITORALE CASERTANO

Anche quest’anno la Provincia di Caserta rinnova il proprio impegno nella tutela del mare, con l’attivazione del servizio dei “battelli spazzamare” lungo l’intero tratto costiero di competenza, per circa quaranta chilometri di litorale. Dopo i risultati positivi delle scorse stagioni, l’intervento è stato confermato e potenziato per l’estate 2025, con l’obiettivo di preservare la qualità delle acque e salvaguardare l’ecosistema marino.
Come da protocollo, le imbarcazioni avranno base operativa alle foci del Garigliano e del Volturno, dove sono già stati predisposti i punti di ormeggio e smaltimento. Il primo battello è già in attività nelle acque antistanti il Garigliano, mentre nei prossimi giorni sarà operativo anche il mezzo in partenza dal Volturno.
Le unità impiegate, modello Pelikan della Garbage Ancona, sono progettate per la rimozione di rifiuti solidi, sostanze oleose e altri agenti inquinanti, sia in superficie che in sospensione. A bordo, ogni mezzo è equipaggiato con tecnologie all’avanguardia: droni per la sorveglianza in tempo reale e ROV sottomarini per la mappatura e il monitoraggio dei fondali marini. L’intervento si estenderà per tutta la stagione estiva e interesserà i Comuni rivieraschi di Castel Volturno, Mondragone, Cellole e Sessa Aurunca, che anche quest’anno hanno garantito la propria collaborazione sia sul piano logistico che istituzionale.
“Siamo convinti – dichiara il presidente della Provincia di Caserta, Anacleto Colombiano – che la salvaguardia del nostro mare rappresenti una priorità, non solo per l’immagine turistica del territorio, ma soprattutto per la salute e la qualità della vita dei cittadini. Dopo i buoni esiti delle precedenti edizioni, abbiamo deciso di rafforzare ulteriormente il servizio, prevedendo un monitoraggio continuo, anche sotto il profilo degli scarichi e della depurazione. Ma non ci fermiamo qui: con il dirigente all’Ambiente Solino stiamo finalizzando l’installazione di barriere blocca-rifiuti alle foci del Volturno e del Garigliano, un sistema che ci permetterà di intercettare i materiali galleggianti prima che raggiungano il mare, con effetti immediatamente tangibili. Un grazie particolare – conclude Colombiano – agli uffici del Settore Ambiente per la loro efficienza e alle Amministrazioni comunali per il prezioso lavoro di squadra sul territorio”.

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A Napoli il confronto nazionale sulle malattie rare: «Si curano persone, non patologie»

Un evento rilevante in cui “si sono confrontati i professionisti del settore, l’istituzione e le associazioni dei pazienti, affrontando un tema molto sentito all’interno della nostra società scientifica, quello delle persone con malattie rare. Abbiamo parlato di carenze di farmaci, di multidisciplinarietà, di ricerca, e di regolatorio, tematiche quanto mai importanti se si parla di un paziente particolarmente fragile”: l’ha dichiarato Ugo Trama (vicepresidente SIFO) commentando la chiusura di RARO TOUR: VIAGGIO EXTRA-ORDINARIO NELLE MALATTIE RARE (26-27 giugno, Hotel Excelsior, Napoli), un evento nazionale SIFO che ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali, della clinica, delle associazioni scientifiche e dei pazienti in un autorevole riflessione sulle novità in ambito scientifico, normativo, tecnologico e organizzativo riguardanti il complesso ambito dei pazienti con malattia rara.

“In Raro Tour – ha proseguito Trama – abbiamo anche approfondito il progetto home delivery di SIFO, molto sentito dal nostro Consiglio Direttivo, perché è una metodica distributiva delle terapie che avvicina sempre di più il farmacista al domicilio dei pazienti. In particolare presso l’ASL Salerno si è definito il primo protocollo di questa attività che ci permetterà di ottenere risultati tangibili anche in termini di aderenza terapeutica”. “Gli obiettivi di Raro Tour erano sfidanti”, conferma Mariella Galdo (Responsabile UOSD Gestione clinica del farmaco AORN Ospedale dei Colli e coordinatore scientifico dell’evento, “perché volevamo parlare di presente, cercando di comprendere con un’azione di horizon scanning, come le varie regioni si stiano muovendo per creare un’autentica rete professionale capace garantire terapie adeguate e disponibili ai pazienti con malattia rara ed ai loro caregivers. Ma desideravamo anche parlare di futuro, di governance e di digitalizzazione, di farmacia clinica e di aspetti bio-psico-sociali della vita quotidiana. Possiamo dire che l’obiettivo è stato centrato ed anzi sono nati tanti spunti di riflessione ed idee per l’edizione di Raro Tour 2026″. A queste considerazioni si aggiungono i take home messages che Francesca Futura Bernardi (segretario regionale SIFO Campania e coordinatore scientifico dell’evento) ha proposto in chiusura dei lavori: “Si trattano persone, non malattie. Per tale motivo, è necessario che tutti gli attori del sistema di cura siano coinvolti in uno sforzo congiunto e collaborativo, in quanto l’approccio integrato alle malattie rare rappresenta il banco di prova del Servizio Sanitario Nazionale per l’attuazione di una medicina personalizzata. Per i farmacisti ospedalieri e per quelli operanti nei servizi farmaceutici territoriali, ciò implica la necessità di un investimento continuo in attività formative. In tale contesto, il Raro Tour si configura come un appuntamento destinato a proseguire negli anni, con l’obiettivo di favorire la condivisione di conoscenze, esperienze e buone pratiche.”

 

PERSONE E NON PATOLOGIE 

L’evento, aperto dagli interventi istituzionali dell’assessore regionale Ettore Cinque (che ha sottolineato che l’attenzione alle persone con malattie rare è “cartina al tornasole dello stato di salute del sistema delle cure”), e con la presentazione del Piano Nazionale Malattie Rare e delle sue ricadute regionali da parte di Barbara Mongillo (Referente Regionale Malattie Rare, Regione Campania), è entrato nel vivo con le provocazioni della presidente della Federazione Uniamo, Annalisa Scopinaro, che ha ricordato – come poi ripreso nei take home messages – che il paziente e non la patologia deve essere al centro dell’attenzione, ed ha presentato un piano di lavoro per tutti i professionisti della sanità che inizia con una modifica del “glossario sanitario” – a partire dal concetto di “presa in cura”, che dovrebbe sostituire quello della “presa in carico” – per giungere ad una umanizzazione delle cure che sia realmente attenta ai bisogni dei cittadini e dei loro bisogni.

 

NECESSITA’ DI NUOVE COLLABORAZIONI 

Il cambiamento del paradigma di cura sulle malattie rare è richiesto soprattutto in termini di nuova collaborazione tra i soggetti: l’ha confermato Giuseppe Limongelli (Direttore del Centro di Coordinamento Malattie Rare, Regione Campania) che ha precisato che l’Italia ha oggi una delle legislazioni migliori su scala internazionale, con un Comitato nazionale Malattie Rare che sta cercando di rendere omogenea l’azione su tutto il territorio nazionale. “In questo contesto ottimale”, ha dichiarato Limongelli, “il dialogo e la collaborazione tra farmacista e clinico è fondamentale, perché avere percorsi comuni, condivisione quotidiana e verifica costante degli outcome è la strada per garantire cure efficaci”. Una conferma dell’utilità di questa stretta relazione viene dal percorso svolto in Campania a favore dei pazienti con atassia, illustrato da Francesco Saccà (professore di neurologia, Federico II, Napoli), che ha presentato l’ esperienza di grande collaborazione ed interazione realizzata sul territorio campano, che “ha permesso di assicurare un farmaco davvero innovativo in tutta la regione in tempi record. “Laddove la catena assistenziale è tutta coinvolta”, ha precisato Saccà, “la pianificazione funziona e i pazienti hanno risposte in tempi d’accesso davvero ridotti”. Laddove la rete funziona, si riescono anche a governare le criticità d’approvvigionamento, come confermato da Filippo Urso (Consiglio Direttivo SIFO e coordinatore progetto Drughost): “carenze e indisponibilità nell’ambito delle malattie rare sono particolarmente preoccupanti: per fortuna con Drughost riusciamo a mappare le indisponibiltà di settore condividendole con AIFA e con le Direzioni del farmaco, confermando la centralità dell’intervento del farmacista ospedaliero anche in questo settore”.

DIGITALIZZAZIONE E TECNOLOGIE

Uno dei punti cardine della due giorni napoletana è stata la riflessione sulle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Come è stato sottolineato più volte a Napoli, i dati contano e la loro raccolta e condivisione oggi è fondamentale: Giuseppe Borriello (Direzione Innovazione e Sanità Digitale, SoReSa) e Matteo Dario Di Minno (Direttore Unità di Medicina Interna ed Emocoagulazione, Federico II) hanno presentato le possibilità offerte dalla piattaforma regionale SINFONIA, per raccogliere informazioni e condividerle con tutti gli attori in un unico sistema operativo, che assicura – dal punto di vista della gestione di pazienti con malattie rare – sul territorio regionale la programmazione delle visite, la gestione delle terapie e garantisce una cura stabile e uniforme. All’evento di Napoli ha portato il suo contributo – insieme ad Adriano Vercellone (Segretario nazionale SIFO), Lorenzo Latella (Cittadinanzattiva) e Pierino Di Silverio (Direttore CRT Campania), oltre a molti altri – anche Tiziana Corsetti (Coordinatore Area Scientifico-Culturale SIFO Malattie Rare), che ha confermato che “questo evento aggiunge tantissimo al percorso che già SIFO sta compiendo in questo ambito. Al Raro Tour abbiamo parlato di gestione delle terapie, di rivoluzione digitale, di organizzazione ed anche di ricerca e la SIFO è al centro di tutti questi processi. Ritengo che negli anni a venire dobbiamo essere sempre più attivi – anche con il coinvolgimento dei giovani farmacisti – nella gestione delle terapie innovative e geniche”.

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