Ritorna in libreria Stella Cervasio, alla Feltrinelli di Chiaia  presenta “Viva per miracolo”

Ritorna in libreria con il suo amore per gli animali: la giornalista Stella Cervasio, che presenterà il suo ultimo libro “Viva per miracolo” mercoledì 5 febbraio alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli di via Santa Caterina a Chiaia, 23 Napoli.

Il libro è pubblicato dalla casa editrice Giannini Editore nella nota collana Sorsi. Con l’autrice, dopo i saluti di Giulia Giannini, dialogherà Enzo d’Errico giornalista del Corriere della Sera. Modera la giornalista e scrittrice Tiuna Notarbartolo, direttrice del Premio Elsa Morante.

Un’ex garante dei diritti degli animali, il primo del centro sud, una figura nuova che ha cambiato molte cose nel campo dei rapporti tra volontariato e istituzioni, si prende un momento sabbatico a una fiera dei fiori nell’Orto Botanico della sua città. Ma, mentre respira aria pulita tra le rose, arriva una fotografia terribile sul telefonino: due volontarie hanno trovato una cagnolina nelle mani di due malfattori con un coltello tra le mani. Comincia da quel momento un percorso di “sanificazione” della cattiveria umana, fatto di cura, di amore, di conoscenza e soprattutto di rispetto tra due specie diverse ma simili in tante cose. Una storia vera che ha fatto il giro d’Italia toccando i cuori di moltissime persone.

Stella Cervasio, per quarant’anni vice capo servizio di “Repubblica”, prima cronista poi critico d’arte, ha lavorato a Milano, a Roma e a Napoli senza mai perdere i contatti con le proprie radici di studiosa di antichità e d’ arte e con i diritti degli animali, di cui è attivista da anni, presiedendo l’associazione nazionale Animal Day Aps. Ha scritto per Giannini il “Sorso”, “Babas, memorie di un cane rosso” dedicato a un altro suo cane speciale che le ha insegnato molto della vita.

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Al via gli Open days di Orientamento per l’anno accademico 2025/2026

Il 4, il 5 e il 6 febbraio 2025 le porte del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, sito nel cuore del centro storico della città, si apriranno ad accogliere studenti e docenti degli Istituti Superiori campani ed extraregionali, in occasione degli Open days di Orientamento per l’anno accademico 2025/2026. La grande crescita del DSU negli ultimi anni ha indotto la Commissione Orientamento, presieduta dalla professoressa Daniela De Liso, a proporre un fitto programma in tre giornate per la presentazione dei 7 Corsi di Studio Triennali (Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio culturale; Filosofia; Lettere Classiche; Lettere Moderne; Lingue, Culture e Letterature Moderne Europee; Storia; Scienze e Tecniche Psicologiche) dei 10 Corsi di Studio Magistrali (Archeologia e Storia dell’Arte; Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e teoria; Lingue e Letterature per il plurilinguismo europeo; Filologia Moderna; Filologia, Letterature e Civiltà del mondo antico; Filosofia; Scienze Storiche; Management del Patrimonio Culturale; Coordinamento dei Servizi educativi per la prima infanzia e per il Disagio sociale; Psicologia Clinica e degli interventi nei contesti sociali e dello sviluppo) del Dipartimento.
Il 4 febbraio, dalle 9,30 alle 13, saranno presentati tutti i Corsi di Studio Triennali e Magistrali, nelle sedi di Corso Umberto I e di via Porta di Massa 1, ad eccezione dei Corsi dell’Area psico-pedagogica, ai quali sarà dedicata la mattinata del 5 febbraio, ancora una volta dalle 9,30 alle 13.
Il 6 febbraio alle 15,30 il Dipartimento, nel Complesso monumentale di San Pietro a Maiella, accoglierà gli studenti, i docenti e la società civile in un format, intitolato Vivere il DSU, in cui sarà raccontata dalle diverse anime della comunità accademica la vita dipartimentale. Interverranno il Direttore del DSU, professore Andrea Mazzucchi, i docenti referenti dei vari Corsi di studio in seno alla Commissione Orientamento, i rappresentanti degli Studenti delle diverse Associazioni studentesche, i Dottorandi di Ricerca, i Tutores, i Laureati. Al termine del pomeriggio ci sarà uno spazio per la discussione e le curiosità ed è prevista una visita guidata degli Spazi dipartimentali.
La Presidente della Commissione Orientamento, professoressa De Liso, dichiara: «Gli Open days sono un momento cruciale della vita del nostro Dipartimento, non una semplice vetrina, finalizzata ad attrarre nuovi iscritti. L’Università deve essere un’esperienza di vita totalizzante, frutto di una scelta consapevole e ponderata alla quale possiamo tentare di orientare le aspiranti matricole, mostrando loro i vari aspetti, non tutti allettanti, ma certo tutti indispensabili, del nostro lavoro insieme. Siamo un grande Dipartimento, in costante crescita, e gli studenti ci scelgono perché abbiamo accettato, da alcuni anni ormai, la sfida che la società contemporanea ha lanciato ai saperi umanistici: i nostri studenti si preparano ad entrare da protagonisti nel mondo del lavoro, acquisendo competenze trasversali e poliedriche, che, senza rinunciare alle peculiarità formative delle Scienze umane,consentono loro di confrontarsi con le sfide delle nuove tecnologie e dei nuovi linguaggi e di vincerle. Il 6 febbraio, insieme a noi docenti e agli studenti, torneranno nelle nostre Aule alcuni tra i giovani Laureati, che racconteranno la loro esperienza nella nostra comunità accademica, dimostrando -ne sono convinta- che una solida formazione umanistica rende competitivi e vincenti in questo mondo del lavoro in continua trasformazione, con cui le nuove generazioni devono necessariamente confrontarsi».

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Ercolano ‘Comunità Amica della Disabilità’, siglato accordo per ricevere il marchio CAD

È stato siglato l’accordo ‘Comunità Amiche della Disabilità’ tra l’Amministrazione comunale e il Centro Studi Socialis, con l’obiettivo di rafforzare e migliorare i servizi dedicati alle persone con disabilità e alle loro famiglie.

Il progetto prevede un’approfondita fase di ascolto e analisi dei bisogni della cittadinanza, attraverso incontri di sensibilizzazione, interviste e analisi documentale. Da questo percorso emergeranno le priorità di intervento, permettendo alla città di Ercolano di ottenere il marchio ‘CAD – Comunità Amiche della Disabilità’, riconoscimento che certifica l’impegno del territorio per l’inclusione.

“Questo accordo ci permetterà di definire con precisione le esigenze più urgenti della nostra comunità e potenziare i servizi di welfare – dichiara il sindaco Ciro Buonajuto –. La solidarietà e l’inclusione sono valori fondamentali che guidano l’azione della nostra Amministrazione, e grazie al lavoro dell’Assessorato, della dirigente Letizia Allocca e degli uffici dei servizi sociali, possiamo tradurre questi principi in azioni concrete a beneficio dei cittadini”.

Roberto Franchini, direttore scientifico CAD, ha illustrato gli obiettivi e il funzionamento del progetto: “Il marchio CAD è stato ideato per favorire la trasformazione dei territori, andando oltre le semplici disposizioni legislative o normative. Si tratta di un riconoscimento che funge da catalizzatore per gli ambiti territoriali che si occupano di sociale, accompagnandoli in un processo di cambiamento basato su una serie di indicatori, individuati attraverso un percorso di ricerca, che tengono conto dell’intera comunità. Una volta terminata la fase preliminare, contestualmente alla consegna del marchio, viene fornito un rapporto dettagliato con indicazioni concrete di miglioramento, fondamentale per supportare le comunità locali nella programmazione degli interventi necessari”.

Maria Rosaria Duraccio, invitato permanente OND – Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con Disabilita, ha sottolineato l’importanza del marchio CAD nel raggiungimento degli obiettivi del Progetto di Vita per le persone con disabilità: “Il Progetto di Vita rappresenta un fondamentale strumento di inclusione e partecipazione. Creare una rete tra tutte le realtà che si occupano di disabilità è essenziale per gestire e promuovere processi che conducano a una società realmente inclusiva. Non si tratta di un impegno che riguarda solo una parte della comunità, ma di una responsabilità collettiva. Le società sono il frutto delle azioni umane, permettendo alle persone con disabilità di partecipare attivamente possiamo finalmente realizzare quel cambiamento culturale e sociale auspicato fin dall’adozione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Il marchio CAD fornirà un quadro dettagliato del territorio, supportando la progettazione di interventi mirati, potrà quindi rivestire un ruolo centrale anche nella costruzione del Progetto di Vita”.

Soddisfazione espressa da Carmela Saulino, Assessore alle Pari Opportunità e alla Scuola del Comune di Ercolano: “Con questo accordo mettiamo al centro le persone con disabilità, ascoltandone le esigenze e garantendo risposte efficaci. Il nostro obiettivo è costruire una rete di servizi realmente accessibile e inclusiva, in grado di migliorare concretamente la qualità della vita dei cittadini. Questa iniziativa si inserisce in un percorso più ampio che mira a rendere Ercolano un modello di città accogliente e solidale”.

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«L’indifferenza genera violenza. Ma i genitori siano più responsabili». Colloquio con il professor Michelangelo Pascali, docente di Sociologia del diritto e della devianza

Minori sparano in aria con un kalashnikov al lido Azzurro a Torre Annunziata. Bande incappucciate si affrontano a sprangate a Chiaia: sono studenti del Mercalli e dell’Umberto; quindicenne ammazzato durante uno scontro a fuoco con coetanei ai Quartieri Spagnoli; diciannovenne ucciso con un colpo di pistola esploso da un diciassettenne a San Sebastiano al Vesuvio; diciottenne colpito a morte ai Tribunali da un gruppo di minorenni; tredicenne accoltellato da un undicenne a Giugliano; quattordicenne fermato con una mannaia in un centro scommesse di Pollena Trocchia; quattordicenne a scuola con la pistola. Gli elenchi, a volte, servono. Sono l’unica istantanea possibile di fenomeni di devastante impatto e incalcolabile danno. E questo è il freddo e forse incompleto elenco di quanto è successo negli ultimi mesi tra Napoli e provincia, una lista che esclude stupri di gruppo, aggressioni e omicidi con minorenni per vittime e carnefici avvenute in altre città d’Italia. Non è un fenomeno nuovo, ma un’emergenza ciclica che ogni volta che si ripresenta impone riflessioni a breve termine e mea culpa del giorno dopo. Poi, salvo nuove tragedie, si riprende come se nulla fosse. I genitori s’interrogano – quando hanno tempo – sui perché e i per come di tanta violenza e si chiedono come preparare i figli ad affrontare la società. Ché, ormai è chiaro, il coltello o la pistola, la spranga o il passamontagna, non sono più equipaggi dei barrios de malamuerte o di famiglie disastrate, ma una “moda” trasversale che prende ricchi e poveri, figli di delinquenti e figli di persone perbene. 
Un fenomeno che il professor Michelangelo Pascali, docente di Sociologia del diritto e della devianza alla Federico II, analizza nella sua complessità. “Non c’è una sola origine e non c’è una ricetta per affrontare un fenomeno che si ripresenta periodicamente e che adesso appare più massivo che in passato – spiega Pascali. – La genesi va ricercata nella indifferenza che accompagna le nuove generazioni. Indifferenza istituzionale, con le famiglie sole nel percorso educativo e spesso a loro volta indifferenti verso i figli perché troppo presi dal culto dell’individualismo; indifferenza verso il ruolo della scuola, ormai in balìa del precariato; indifferenza verso il bisogno di un conflitto generazionale che non ha più motivo di esistere”. Un aspetto, quest’ultimo, che si spiega, in parte, anche con l’appiattimento generazionale avvenuto attraverso i social network. “Genitori e figli sono sullo stesso piano digitale, un piano che spesso prevarica quello reale. Non c’è necessità di trasgredire, non c’è esigenza di differenziarsi da chi li ha preceduti, non si sente il bisogno di scontrarsi. Non siamo stati in grado di creare modelli attrattivi ai quali ambire o contro i quali lottare. Venuto meno il conflitto verticale, si è canalizzata la fisiologica pulsione allo scontro dovuta all’età a livello orizzontale. Di qui il bisogno di contrasto con i propri coetanei, spesso dai risvolti tragici”. Una chiave di lettura che responsabilizza una generazione di genitori che rifugge la responsabilità col ricorso sistematico alla delega. Sono cambiati i genitori, è cambiata la società. E anche la criminalità si è adeguata, visto che ormai arma chiunque. E infatti fa impressione la facilità di accaparramento di armi da fuoco da parte dei ragazzini. Contestualmente, si sono polverizzati i cliché di lettura paracamorristica della violenza giovanile, ma in una metropoli come Napoli l’assenza del movente gangheristico inquieta perché sorprende. Non si spara per la scalata al clan o per la droga, ma per celebrarsi o per fare gruppo, senza un perché materiale. La banalità del male è ancor più banale se trasforma minorenni in killer spietati. Il tutto mentre i social convertono in star autori di testi improbabili che scimmiottano criminali e cantano di sangue, soldi, sesso. Roba da far impallidire quel Nello Liberti con la sua “O capoclan”, corrido ercolanese in onore del boss Olivieri nel cui videoclip figuravano, interpretando se stessi, diversi camorristi, brano che ha creato un precedente con la condanna del cantante per istigazione a delinquere. Ma, oggi, chi emula chi? Gli artisti rispondono a una domanda di mercato o cantano ciò che li circonda? E c’è davvero una connessione tra i messaggi dei media e l’esplosione di violenza tra i ragazzi? 
“Che ci sia un vuoto dentro il quale certi messaggi attecchiscono più facilmente è innegabile, non riusciamo a creare modelli per le nuove generazioni e loro se ne formano di deviati: il lusso viene inteso come un diritto da raggiungere con qualunque mezzo, ma il fenomeno ha numerose concause”, dice Pascali.  E va affrontato con diversi mezzi. “Il primo passo è potenziare gli assistenti sociali, valido supporto di analisi precoce delle situazioni di disagio. Il loro sostegno alle famiglie, con l’analisi di contesti e comportamenti, permette di interpretare in tempo i campanelli di allarme e prevenire situazioni di violenza. I genitori vanno affiancati, a volte anche nei contesti più sani. Lo abbiamo compreso, una volta di più, dopo lo scontro tra il Mercalli e l’Umberto, quando abbiamo assistito a situazioni di negazione da parte delle famiglie: anche questa è una forma di abbandono morale. In secondo luogo, bisogna ridare centralità e dignità agli insegnanti: le persone motivate funzionano ciascuna nel proprio ruolo in società. Rafforzare la presenza delle forze dell’ordine è un altro aspetto, ma guai a delegare alla sola repressione un problema di questo tipo. Bisogna investire sul lungo termine, impegnando le risorse necessarie anche dal punto di vista economico”, conclude il professor Pascali.  
di Mary Liguori 

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Women for Change: aperto il bando per il Servizio Civile Universale 2024

È stato pubblicato il bando per il Servizio Civile Universale 2024, un’opportunità rivolta a ragazze e ragazzi tra i 18 e i 28 anni per contribuire attivamente al cambiamento sociale attraverso progetti che si realizzeranno nel periodo 2025-2026.

I volontari e le volontarie potranno partecipare ad attività che si svolgeranno a Napoli presso la Cooperativa Lazzarelle e la Cooperativa Neapolide, nell’ambito del progetto “Women for Change”. Questa iniziativa regionale coinvolge sei cooperative di Legacoop e la Commissione Pari Opportunità di Legacoop Campania.

Cosa prevede il progetto?

I volontari e le volontarie parteciperanno per un periodo di 12 mesi, con un impegno di 6 giorni a settimana e un totale di 1145 ore annuali. Il progetto prevede attività culturali, sociali e formative con l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale e contrastare le disuguaglianze di genere.

Le attività previste comprendono:

  • percorsi formativi sull’uso di un linguaggio inclusivo
  • iniziative di advocacy contro la violenza di genere e azioni per superare gli stereotipi di genere
  • progetti di empowerment femminile, volti a rafforzare l’autonomia e la leadership delle donne.

I volontari e le volontarie supporteranno inoltre le attività svolte dalle detenute impiegate presso le cooperative, collaborando nei diversi settori operativi: bistrot, servizi di catering, social cleaning e torrefazione di caffè.

Per maggiori informazioni consulta la scheda progetto.

Requisiti per partecipare

  • Età compresa tra i 18 e i 28 anni
  • Presentare domanda entro le ore 14:00 del 18 febbraio 2025
  • Disporre di uno SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) per accedere al portale di candidatura.

Per ulteriori specifiche consultare direttamente il Bando sul sito del Dipartimento per le Politiche Giovanili.

Come candidarsi?

Per presentare la candidatura, accedi al sito www.domandaonline.serviziocivile.it e compila il modulo online selezionando il progetto “Women for Change”. Sono disponibili due opzioni per collaborare con noi:

  • 4 posti presso la Cooperativa Lazzarelle con sede a Napoli;
  • 6 posti presso la Cooperativa Neapolide con sede presso il Bistrot Lazzarelle a Napoli;

Perché scegliere il servizio civile universale?

Il Servizio Civile rappresenta un valido strumento di transizione tra il mondo del lavoro e il percorso scolastico o universitario. È un’opportunità per mettersi alla prova, acquisire consapevolezza delle proprie capacità e delle competenze da migliorare, e magari scoprire quale strada intraprendere in futuro.

Il nostro progetto ti permetterà di ampliare i tuoi orizzonti, uscire dalla tua comfort zone, immergerti in un contesto spesso poco conosciuto e raramente raccontato, come quello delle carceri femminili.

Potrà anche rappresentare un modo per contribuire in modo tangibile al miglioramento della società, permettendoti di lavorare a stretto contatto con la comunità e diventare parte attiva del cambiamento che desideri vedere nel mondo.

Maggiori informazioni

Per ricevere maggiori dettagli, contattaci ai numeri
347 973 42 49 – 081 359 1152.

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