I regimi fiscali previsti per gli ETS

Regimi Fiscali: quelli previsti dal CTS!

In attesa della pronuncia dell’Unione Europea sulla disciplina dell’impianto tributario previsto dalla riforma, proviamo in questo numero a soffermarci sui nuovi regimi fiscali che, plausibilmente a partire dal 1° gennaio 2020, diventano strategicamente fondamentali per scegliere, tra i regimi fiscali previsti dal CTS, quello più adatto all’ente.

Oltre agli attuali regimi di contabilità, ordinario e semplificato, previsti dal TUIR e che continueranno ad essere disponibili alla scelta dell’ETS, entrano nella platea dei regimi applicabili quelli di natura forfetaria introdotti dagli artt. 80 (per tutti gli ETS non commerciali) e 86 del DLgs. 117/2017 (esclusivamente per le Organizzazioni del volontariato e le Associazioni di promozione sociale, anche se commerciali). Diversamente, restringerà il suo campo d’azione, il regime forfetario regolamentato dalla L. 398/91, il quale attualmente risulta fruibile da un numero ridotto di enti (associazioni sportive dilettantistiche iscritte al Coni, dalle associazioni senza scopo di lucro e dalle pro loco, dalle associazioni bandistiche e dai cori amatoriali, dalle filodrammatiche, di musica e danza popolare).

Soffermandoci ancora sui regimi forfetari, si segnala che l’art. 80 del DLgs. 117/2017 introduce, per tutti gli ETS non commerciali, un regime opzionale di determinazione del reddito mediante i seguenti coefficienti di redditività (per le attività commerciali poste in essere dall’ente):

Attività di prestazioni di servizi:

  1. · Ricavi fino a € 130.000, coefficiente 7%;
  2. · Ricavi da € 130.001 a € 300.000, coefficiente 10%;
  3. · Ricavi oltre € 300.000, coefficiente 17%.

Altre attività:

  1. · Ricavi fino a € 130.000, coefficiente 5%;
  2. · Ricavi da € 130.001 a € 300.000, coefficiente 7%;
  3. · Ricavi oltre € 300.000, coefficiente 14%.

Appare quindi molto appetibile il regime di determinazione forfetaria del reddito, con influenze anche nel campo dell’IVA, introdotto dall’art. 86 del DLgs. 117/2017 per le sole APS e ODV, sia commerciali che non commerciali.

La particolare attrattiva di tale regime opzionale di nuova introduzione poggia su coefficienti di redditività estremamente ridotti (1% per le ODV e 3% per le APS), nonché sull’esclusione dal regime di applicazione dell’IVA che permetterà a tali ETS di emettere fattura fuori dal campo di applicazione IVA ex art. 86 del D. Lgs. 117/2017 ed infine dalla circostanza che essi non saranno considerati sostituti d’imposta con esonero dall’obbligo di effettuare le ritenute alla fonte e di trasmettere la dichiarazione Mod. 770 (oltre all’esonero dalla dichiarazione IVA e dalla tenuta dei registri contabili). Il vero ed unico limite di tale regime coincide con la soglia massima di proventi commerciali, al di sotto della quale tale regime si applica, fissato dal comma 1 in € 130.000 annui, superati i quali l’ETS dovrà spostarsi, dall’anno successivo, all’altro regime forfetario previsto dal TUIR ovvero al regime ordinario o sempli- ficato di determinazione del reddito e dell’IVA.

Non ci resta che attendere l’autorizzazione dell’Unione Europea.

> a cura di Maurizio Grosso, Area Consulenza CSV Napoli

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A Pollena Trocchia arriva l’aula multidisciplinare per gli alunni con disabilità

Pollena Trocchia: la scuola che guarda al futuro non può prescindere l’inclusione.

Un concetto che è stato fatto proprio all’Istituto comprensivo “Gaetano Donizetti” che realizzerà all’interno della sua scuola un’aula studi interamente dedicata agli alunni ed agli studenti con diverse forme di disabilità.

Sarà uno spazio nuovo che comprende diverse progettualità – dalla musicoterapia, pressione motoria, strumenti tattili e computer con software specifici e tanti altri – affiancato da personale specializzato, che sarà realizzato grazie ai fondi europei. Lo ha annunciato la dirigente scolastica Angela Rosauro, al termine delle manifestazioni per la giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, che anche a Pollena Trocchia ha visto il coinvolgimento degli alunni delle elementari e della scuola media, che hanno organizzato un flash mob nel cortile del plesso “Viviani”, in via Salvatore Fusco coinvolgendo i propri compagni affetti dalla sindrome nelle varie manifestazioni, “perché l’amore può aiutare”.

L’aula arricchirà l’istituto comprensivo e, sottolinea la dirigente, servirà per completare le offerte formative per chi ha forme di disabilità. “Nel nostro istituto, che conta una platea di circa 1200 studenti tra materne, elementari e media – spiega Rosauro – abbiamo quasi 50 ragazzi con varie disabilità, e di questi oltre l’80% ha diverse forme della sindrome dello spettro autistico. Un dato che si è triplicato rispetto agli anni passati, e la nostra scuola – prosegue – fa di tutto per trovare la chiave di accesso al mondo di questi bambini, per farli relazionare con quello esterno: qualche volta ci riusciamo, e spesso vengono a trovarmi alunni che sono riusciti ad andare avanti”. L’Istituto comprensivo fa parte del Polo d’Inclusione dell’Ambito territoriale.

Le progettualità e l’attenzione per i bambini con varie disabilità sono in continuo crescendo: la stessa manifestazione nei giorni scorsi è stato un modo per richiamare l’attenzione della politica su un tema complesso quale l’autismo del quale non si conosce che una piccola parte. Si deve quindi sensibilizzare l’opinione pubblica per incrementare la ricerca’”, ha concluso la preside.

di Patrizia Panico

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Lombrichi per depurare le acque reflue. L’Italia partner del progetto INNOQUA INNOVAZIONE SOCIALE

Purificare le acque di scarico sfruttando le capacità ‘depurative’ di lombrichi, zooplancton e microalghe. Si ispira ai processi che avvengono in natura INNOQUA – Innovation for Wastewater Treatment, progetto europeo che mira a realizzare un sistema ecologico di trattamento delle acque reflue nelle zone del mondo in cui non esiste rete fognaria, come i Paesi in Via di Sviluppo e diverse aree rurali in Europa. Una soluzione integrata, green e a basso costo, pensata anche per le industrie con caratteristiche specifiche – come l’agricoltura e l’aquacoltura – e per i costruttori di case sostenibili.

INNOQUA è stato tra i progetti che hanno preso parte alla prima edizione di Innovation Village Award, premio istituito da Innovation Village – la fiera evento sull’innovazione prodotta dalla società napoletana Knowledge for Business, che si è tenuta dal 4 al 6 aprile scorso nel Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa (Portici) – e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), in collaborazione con Inail Campania e ATIA-ISWA Italia. Proprio ATIA-ISWA, associazione che riunisce professionisti, imprese, Istituti di Ricerca e associazioni di categoria nazionali che operano nella gestione sostenibile dei rifiuti, il 4 aprile ha assegnato a INNOQUA il Premio “Green”, del valore di 3mila euro, per l’impatto positivo che darà all’economia circolare e alla salvaguardia dell’ambiente.

20 PARTNER NEL MONDO – Lanciato nel 2016 e cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, il progetto coinvolge 20 partner nel mondo, che stanno lavorando all’integrazione delle diverse tecnologie previste in un unico sistema modulare, ai test e alle dimostrazioni in condizioni reali. Per dimostrare la fattibilità a lungo termine in condizioni di uso reale, INNOQUA installerà siti pilota in 11 Paesi (Francia, Italia, Irlanda, Romania, Scozia, Regno Unito, Turchia, Ecuador, Perù, India e Tanzania). «Il progetto prevede l’utilizzo dei lombrichi per una prima depurazione delle acque e in seguito l’utilizzo della Daphnia, una sorta di plancton d’acqua dolce che riduce i solidi sospesi ed elimina i batteri patogeni», spiegano a Comunicare il Sociale Domenico Perfido e Mario Cortese di R2M Solution s.r.l., società di consulenza integrata e multidisciplinare di Pavia e partner italiano dell’iniziativa, che si sta occupando di migliorare l’impatto del sistema di trattamento delle acque sul mercato e sta guidando la fase di dimostrazione in ambiente non controllato a Vasto Marina (Chieti).
Gli step successivi sono la Bio-Solar purification, tecnologia di purificazione solare biologica che combina degradazione dei rifiuti organici, rimozione di composti pericolosi disciolti e distruzione di contaminanti fecali in appositi foto-bioreattori, utilizzando la luce solare e la Co2 per intensificare i processi di fotosintesi naturali, e la UV Purification, che unisce la più recente tecnologia in termini di lampade UV in combinazione con reattori di nuova generazione, appositamente studiati per ricreare condizioni idrodinamiche ottimali. «La soluzione non necessita di manutenzione né di energia elettrica ma, in base a come viene installata, richiede eventualmente la pendenza o un sistema di pompe idrauliche – aggiungono Cortese e Perfido –. I test che abbiamo fatto negli ultimi tre anni, dimostrano che la depurazione effettuata da INNOQUA ha un impatto ambientale minore rispetto a quella degli impianti tradizionali, oltre che una migliore efficienza energetica».

di Paola Ciaramella

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Diritti e coesione sociale per abbattere l’emarginazione

L’Assessorato ai Diritti di Cittadinanza e alla Coesione Sociale nasce lo scorso 26 ottobre per volere del Sindaco de Magistris.

L’intento è quello di dare ulteriore impulso ad una branca del Welfare (nella cui direzione resta, chiaramente, incardinato) che interessa le fasce sociali più “emarginate” della società, quelle che maggiormente risentono dei periodi di crisi, della mancata integrazione, dell’esclusione sociale o degli stigmi etnici o di genere. Parliamo di migranti, persone rom, senza dimora, donne vittime di tratta, di violenza di genere.

La scelta di non intestare direttamente l’Assessorato a queste specificità va esattamente nella direzione della politica che intendo intraprendere.

Lavorare per favorire il più possibile l’estensione dei diritti di cittadinanza è la strada più certa per abbattere emarginazione ed esclusione sociale, sostenere processi integrati di emancipazione dalla povertà estrema e per una reale autodeterminazione degli individui. Questo intendo per “coesione sociale”: ridurre le disparità legate alle condizioni economiche, sociali, culturali o etniche, favorire la conoscenza fra “diversi”. Concepire che siamo di fronte ad una nuova stratificazione del tessuto sociale cittadino consente di ridurre il conflitto sociale e restituire buone pratiche di accoglienza e convivenza civile.

É in questo senso che si intende declinare l’accoglienza, non più legata unicamente all’enumerazione di posti letto. Certo, ci troviamo ad affrontare un momento storico decisamente complesso. Le politiche nazionali continuano a non concepire il welfare in termini generativi, quale processo integrato di sviluppo locale. Il pesante e progressivo taglio di trasferimenti agli Enti Locali contribuisce a una progressiva contrazione dei servizi utili a soddisfare il fabbisogno sempre crescente dei cittadini. A questo si associa, in base alle nuove norme sull’immigrazione, la seria difficoltà per le Amministrazioni comunali di garantire percorsi di integrazione, con la sostanziale chiusura degli Sprar e con la cancellazione di diverse tipologie di permessi di soggiorno. Ciononostante, ritengo necessario mettere in campo azioni ed interventi volti ad ottimizzare le risorse comunali e a reperire risorse economiche terze, per poter garantire l’erogazione di servizi utili alla popolazione tutta. Intendo con forza continuare il lavoro di collaborazione e di mutuo scambio con il terzo settore locale e nazionale. Una cooperazione volta a percorsi di sviluppo comune, in termini di know-how, pratiche, progettazione, in una logica di reciprocità e di creazione di lavoro per il territorio. In questo senso va letta, nel novero delle deleghe, quella alla Cooperazione Decentrata.

Stimolare percorsi di crescita, interscambio con i Paesi terzi favorisce relazioni di partenariato territoriale anche con le istituzioni locali dei paesi con i quali si coopera.

> di Laura Marmorale, 

Assessore al Diritto alla cittadinanza e alla Coesione sociale – Comune di Napoli

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Clima, la scelta che può cambiare il mondo

Sciopero mondiale per il clima promosso da migliaia di studenti in tutto il mondo.

Uno sciopero mondiale organizzato da sedicenni che chiedono l’attenzione dei grandi sui cambiamenti climatici.

Un pericolo che rischia di rubare il futuro proprio a quella generazione che attraversa le piazze europee urlano a gran voce.

A partire dalla Svezia, con l’impegno della piccola grande Greta, con la sua azione che è arrivata fino alla COP24 di fronte ai governi di tutto il mondo.

Di lì centinaia di nuove mobilitazioni partite in queste ultime settimane che vedono migliaia di ragazzi e ragazze riunirsi e scendere in piazza sotto lo slogan #fridayforfuture.

Anche in Campania diverse le assemblee, il flash mob e le manifestazioni che si sono svolte in occasione dello sciopero mondiale per il clima. Davanti a tutta questa energia i grandi dovrebbero mettersi in ascolto e dare tutto l’aiuto utile a questa grande forza che magari sciopera per la prima volta e ha scelto di farlo su un tema che, se pure è l’emergenza del secolo, non sembra essere ancora la priorità di chi ci amministra. Per questo l’appello è rivolto in primo luogo e prioritariamente ai dirigenti scolastici al corpo docente, fino all’ufficio scolastico della Regione Campania.

Scendere in piazza con loro sollecitare anche le famiglie, raccogliere tutti gli stimoli senza limitazione. La necessità è quella di un nuovo modello energetico, l’uscita dalle fonti fossili, una strategia di adattamento che parta dalle città e coinvolga le aree interne, la tutela delle foreste e del suolo, un nuovo approccio per la riduzione del rischio idrogeologico o per rispondere all’emergenza siccità, una nuova agricoltura che risponda agli scenari che il cambiamento climatico ci impone, interventi di efficientamento energetico nelle abitazioni e una nuova mobilità libera dalle fonti fossili accessibili per tutti. Insomma un vero e proprio manifesto delle priorità per il rilancio dei territori, l’occasione di mettere in campo la sfida al clima non come la guerra apocalittica, ma come la grande opportunità per accelerare e stimolare la transizione ecologica con il forte consenso dei giovani cittadini di oggi e grandi di domani.

Come ricorda Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’: «oggi l’analisi dei problemi ambientali e inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con se stessa, che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente».

Se non saremo in grado di capire la lezione e il contributo di questo movimento, se ci opporremo senza approfondirne l’importanza o cercheremo di mettere cappelli, perderemo tutte e tutti il treno per il futuro.

> di Maria Teresa Imparato, Presidente Legambiente Campania

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