PROTEZIONE CIVILE CAMPANIA: ANCORA TEMPERATURE AL DI SOPRA DELLE MEDIE STAGIONALI
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La Caritas di Napoli, grazie all’impegno dei suoi operatori e volontari, per fronteggiare il caldo intenso di questi giorni assicura una serie di servizi soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione.
Attivo il servizio docce e cambio vestiti, dal lunedì al venerdì, al Binario della solidarietà, in via Taddeo da Sessa, 93 a Napoli. Pranzo assicurato tutti i giorni alla mensa del Carmine con la possibilità di usufruire del servizio docce il martedì. Servizio di colazione, docce e distribuzione cestino pranzo anche nella chiesa di san Gennaro al Vomero nei giorni di giovedì e sabato, mentre alla Casa dell’Amicizia della Comunità di Sant’Egidio in vico san Severino, 36 è possibile utilizzare, solo il sabato su prenotazione, i servizi di lavanderia e docce.
«In questo momento di caldo forte- spiega don Riccardo De Santis, vicedirettore della Caritas di Napoli- siamo vicini a tutti i fratelli più deboli attraverso le strutture attive sul territorio. Offriamo la possibilità di rinfrescarsi e ristorarsi attraverso le docce, il cambio dell’abbigliamento e il sostegno alimentare. Oltre al sollievo fisico, questi centri sono anche luoghi di ascolto, accoglienza e assistenza umana, offrendo un momento di dignità e rompendo l’isolamento sociale che spesso accompagna le condizioni di vulnerabilità».
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Q8 Sailing for Change prosegue il suo percorso lungo l’intero Stivale, portando risultati concreti che confermano l’efficacia e la solidità del progetto. Un impegno ribadito anche in occasione dell’evento svoltosi il 26 giugno scorso a Salerno, presso l’associazione ASD “Marina”, situata in uno dei porti coinvolti direttamente nell’iniziativa.
All’incontro hanno partecipato rappresentanze istituzionali di rilievo come Sirio Faè, Comandante della Capitaneria di Porto di Salerno, Alessandro Chierighini, Comandante sezione operativa Guardia di Finanza di Salerno, e Massimiliano Natella, Assessore all’Ambiente del Comune di Salerno. Presenti anche Fabio Curtacci, Direttore Retail & Marketing Q8 Italia. Durante l’evento sono stati condivisi i risultati raggiunti fino ad oggi e rinnovata la volontà comune di proseguire lungo questa rotta virtuosa, con l’obiettivo di tutelare l’ambiente marino.
Un impegno che trova conferma anche nei numeri: Q8 Sailing For Change ha superato i 45 porti coinvolti, andando ben oltre l’obiettivo inizialmente prefissato per la fine del 2025 e affermandosi come un’attività ormai consolidata e condivisa, parte integrante dell’impegno del brand sul territorio.
Ad oggi, sono stati raccolti oltre 32 litri di oli e idrocarburi, equivalenti a più di 32 milioni di litri d’acqua protetti da possibili contaminazioni. Considerando che un litro di olio contamina oltre 1.000 m2 di acqua, è anche come aver evitato la contaminazione di circa 32 piscine olimpioniche. Un dato che rende concreta e misurabile la ricaduta del progetto, nato per rispondere in modo pratico a un’esigenza reale: quella di intervenire rapidamente ed efficacemente in caso di piccoli sversamenti.
Lanciato nell’ambito delle celebrazioni per i 40 anni del brand in Italia, con la collaborazione scientifica di LifeGate, Q8 Sailing for Change si basa su un’azione innovativa: distribuire speciali kit assorbenti che includono le spugne FoamFlex, sviluppate dall’italiana T1 Solutions, progettate per assorbire fino al 99% degli oli e riutilizzabili fino a 200 volte. Ogni porto tiene traccia delle operazioni svolte, contribuendo alla raccolta dei dati che alimentano la rendicontazione del progetto. Si tratta di una soluzione all’avanguardia, particolarmente apprezzata dagli operatori portuali anche perché rappresenta una valida alternativa alle tradizionali panne monouso, meno efficaci e con un maggiore impatto in termini di smaltimento.
A gennaio 2025, i primi dati registravano circa 15 litri di oli raccolti nei primi 20 porti coinvolti. Oggi, grazie all’estensione del progetto a oltre 45 porti, quel numero è più che raddoppiato, segno di un utilizzo continuativo e di una maggiore attenzione da parte degli operatori portuali.
“Q8 Sailing for Change ha preso le mosse in occasione di una iniziativa celebrativa, e si è rapidamente affermato come progetto strutturato e capace di generare valore concreto e duraturo,” dichiara Fabio Curtacci, Direttore Retail & Marketing Q8 Italia. “Il merito va a una rete di collaborazioni che coinvolge porti e realtà associative, come quella di Salerno, partner tecnici come LifeGate e soggetti istituzionali con cui abbiamo costruito un approccio condiviso e operativo. Aver integrato questa attività anche in altri ambiti di impegno del brand, come il Campionato Italiano Beach Soccer e i progetti editoriali legati alle coste italiane, conferma la volontà di Q8 di promuovere iniziative di sistema in grado di produrre ricadute concrete. È una visione che unisce presenza sul territorio, responsabilità e coerenza con i nostri valori.”
Dietro ai dati ci sono episodi reali, come quello avvenuto a Portoferraio, dove a gennaio 2025 l’equipaggio del porto Cosimo De’ Medici è riuscito a recuperare ben 12 litri di sostanze sversate in poche ore, dopo l’allagamento parziale di un’imbarcazione. L’intervento è stato segnalato anche dalla Capitaneria di Porto come esempio virtuoso. Situazioni simili si sono registrate in porti come Portopiccolo, Marina di Pescara, Alghero, Marina Capo d’Orlando e Santa Margherita Ligure, dove i kit sono utilizzati anche in presenza di iridescenze minime, a dimostrazione di una forte cultura della cura del mare.
Q8 Sailing for Change continua a crescere grazie all’ascolto, alla collaborazione con i porti e alla volontà condivisa di migliorare, passo dopo passo. I numeri aiutano a misurare il percorso, ma è lo spirito con cui si affrontano le sfide quotidiane a fare la differenza.
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È stato firmato un accordo importante tra Giffoni Experience e il Gruppo Asperger Campania, alla presenza di Claudio Gubitosi, patron di Giffoni, Angela Silletti, presidente del Gruppo Asperger Campania e Tiziana Valeriani, vice presidente e referente a Salerno.
L’obiettivo di questo protocollo è quello di promuovere l’inclusione, far conoscere meglio la Sindrome di Asperger e le neurodivergenze, coinvolgere giovani neurodivergenti e neurotipici in esperienze condivise e positive e sensibilizzare il pubblico del Giffoni Film Festival sui temi dell’autismo con attività dedicate.
Tra le iniziative in cantiere, ancora in fase di studio, c’è anche l’idea di creare un’Area Relax dedicata ai ragazzi neurodivergenti all’interno del festival.
Questa zona, pensata in collaborazione con il Gruppo Asperger Campania, sarà uno spazio accogliente, sicuro e sensorialmente regolato, studiato per rispondere alle esigenze di chi ha iper- o ipo-sensibilità agli stimoli esterni
Se questo progetto pilota si realizzasse, sarebbe un esempio unico nel suo genere tra i festival cinematografici internazionali, andando a rafforzare il ruolo di Giffoni come pioniere dell’inclusione e dell’ascolto delle nuove generazioni.
Questo accordo non è solo una collaborazione tra enti, ma un messaggio forte e concreto.
Due realtà si uniscono per condividere la stessa missione: promuovere il benessere, la crescita e l’integrazione dei giovani.
Una intesa che manda anche un messaggio chiaro a livello nazionale guardando all’inclusione non solo come ad un gesto simbolico, ma come una responsabilità culturale che si traduce in azioni concrete, partendo dai luoghi in cui si formano le coscienze e si costruisce il futuro.
di Annatina Franzese
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Lo scorso 19 giugno la Conferenza Stato-Regioni ha approvato un’intesa fondamentale per chi si dedica all’impegno sociale: le competenze acquisite attraverso il volontariato negli Enti del Terzo Settore (ETS) potranno finalmente essere riconosciute ufficialmente, sia nel mondo della scuola che in quello del lavoro.
A proporre il provvedimento è stato il Ministero del Lavoro, in accordo con altri ministeri come quelli dell’Istruzione, dell’Università e della Pubblica Amministrazione. Dopo una fase di confronto tecnico durata mesi – con bozze condivise già a marzo e modifiche accolte fino a giugno – si è giunti a un testo condiviso da tutte le Regioni.
Dopo l’intesa in Conferenza, il decreto sta ora raccogliendo le firme dai vari dicasteri interessati, poi si procederà alla pubblicazione.
Ma che cosa significa, concretamente, «certificare le competenze del volontariato»? Significa riconoscere – con un atto formale e misurabile – le abilità che una persona sviluppa mettendosi a disposizione degli altri: capacità organizzative, relazionali, tecniche, che ora potranno diventare parte integrante del curriculum di una persona.
Chi presta servizio volontario all’interno di un ETS per almeno 60 ore nell’arco di un anno potrà entrare in un percorso di riconoscimento. Non basta però «aver fatto qualcosa»: l’attività dovrà essere inserita in un progetto strutturato, con obiettivi precisi, affiancamento da parte di un tutor, e una partecipazione attiva ad almeno il 75% delle ore previste. Se tutti i requisiti sono rispettati, l’ETS rilascerà un documento ufficiale che attesta le competenze maturate.
Il documento potrà essere usato in vari ambiti. Nelle scuole, ad esempio, potrà valere come credito formativo. Nelle università, potrebbe contribuire al riconoscimento di attività extracurriculari. E nei concorsi pubblici, o nel mercato del lavoro privato, diventa un modo concreto per mostrare competenze reali, fondate sull’esperienza.
Da anni l’Unione Europea promuove la validazione delle competenze acquisite fuori dai percorsi formali, e il volontariato è uno degli ambiti più rilevanti. Progetti come eQval – un’iniziativa Erasmus+ che ha prodotto strumenti concreti per la certificazione delle competenze nei diversi paesi – mostrano che l’idea non è nuova. Ma ora, finalmente, trova anche in Italia un’applicazione concreta e sistematica.
di Francesco Gravetti
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