Iniarc solidale: uova di Pasqua ai bambini del Santobono

Uova di Pasqua e divertimento per i piccoli ricoverati del presidio ospedaliero “Santobono Pausillipon”. L’evento è stato promosso da Iniarc (Istituto Nazionale Italiano Amministratori e Revisori Condominiali): il presidente nazionale Marco Abbate e la componente Concetta Vitale hanno fatto visita ai bambini dell’ospedale portando loro i doni. L’associazione ha regalato anche uno spettacolo: protagonista il mago Sasà e la scimmietta Lulù, che hanno portato gioia e divertimento in reparto, allietando senza dubbio la giornata. È intervenuto anche il consigliere regionale Diego Venanzoni: «Plaudo all’iniziativa di Iniarc, che dimostra come l’associazionismo e il mondo delle professioni abbiano delle sensibilità specifiche. In giorni come questi, donare un sorriso ai bambini è una attività meravigliosa». Soddisfatto anche il presidente Abbate: «Iniarc mette al primo posto la solidarietà da sempre»

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Una pizza per l’autismo: un nuovo progetto per favorire l’inclusione

Ogni giorno i ragazzi autistici, insieme alle proprie famiglie,  combattono per avere il proprio posto nel mondo. Un mondo che, spesso, si dimentica di loro, soprattutto dopo la maggiore età.  Fondamentale, dunque, è l’impegno delle istituzioni e dei privati al fine di garantire la realizzazione di progetti tesi a creare occasioni di incontro, di condivisione, di formazione e di lavoro per tutte le persone che vivono condizioni di emarginazione o di fragilità.

Verrà presentato il prossimo 2 aprile dalle ore 10 in poi, presso la sede della Pizzeria ZEROOTTANTUNO a Marano di Napoli, il protocollo di intesa tra le Associazioni TUTELA  lLA SALUTE ETS e APS-ETS AUTISMO SOCIALE con l’imprenditore VALENTINO LIBRO proprietario della pizzeria sociale ZEROOTTANTUNO. Dalla sinergia tra queste realtà è nato il progetto “Una pizza per l’autismo”.

Il disegno, prevede due fasi. Una fase didattica, in cui i ragazzi si incontreranno con lo staff per la formazione da conseguire attraverso la conoscenza dell’ambiente, la manualità dei prodotti, la socializzazione tra i ragazzi e gli operatori per trovare quella sinergia ed empatia che li porti ad una propria entità lavorativa autonoma.

Una fase di inserimento vero e proprio, che prevede dopo un periodo di conoscenza e formazione, la messa in atto delle conoscenze acquisite e la sottoscrizione di un regolare contratto di lavoro nello staff delle pizzerie Zeroottantuno.

di Annatina Franzese

 

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Donne SSN, Zuccarelli (Anaao): «Costrette a scegliere tra famiglia e carriera»

«Al Sud le donne che lavorano nel SSN devono scegliere tra famiglia e carriera e per le famiglie dei camici bianchi non c’è quasi nessun aiuto. Una situazione inaccettabile alla quale occorre porre rimedio». A denunciarlo è il segretario regionale dell’Anaao Assomed Bruno Zuccarelli, sulla base dei di un’indagine prodotta dal Gruppo Donne del sindacato della dirigenza medica e sanitaria ; gruppo che vede come responsabile la dottoressa Marlene Giugliano. «Nelle strutture sanitarie italiane abbiamo 220 asili aziendali, di cui 208 sono al Nord (23 solo in Lombardia). In

Campania gli asili nido su 16 aziende ospedaliere sono solo 2: Cardarelli e Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II. Il Moscati di Avellino aveva un asilo nido che è stato chiuso con la pandemia pandemia e ad oggi il baby parking dell’Azienda Ospedaliera dei Colli è chiuso. Una condizione vergognosa e desolante», aggiunge Zuccarelli. Ma i dati raccolti dal sindacato dicono anche altro: se si guarda al personale del servizio sanitario nazionale, il 68% è costituito da donne, quasi 7 operatori su 10, con un forte sbilanciamento verso il Nord dove le donne sono il 76%, mentre al Sud solo il 50%. «Un divario tra Nord e Sud, quello della sanità, che si lega alle condizioni di difficoltà che le donne devono affrontare – aggiunge Giugliano -, del resto in Campania il costo medio della retta mensile di un asilo è di 300 euro, con cifre che in alcuni casi arrivano anche a 600 euro. E nella nostra regione c’è un posto in asili nido solo ogni 10 bambini». Per questo le donne campane dell’Anaao chiedono di essere ascoltate dalle Istituzioni regionali, così come dalle Aziende ospedaliere e Sanitarie. Tre i punti chiave sui quali intervenire: creazione di asili nido aziendali che rappresentano una forma di attenzione per le esigenze dei propri dipendenti e consentono una migliore conciliazione dei tempi casa-lavoro; sostituzione dei dirigenti in astensione obbligatoria per maternità o paternità e applicazione delle norme già esistenti, come flessibilità oraria; ⁠nomina, costituzione e funzionamento dei Comitati unici di garanzia (Cug). «Sono organismi che prevedono compiti propositivi, consultivi e di verifica in materia di pari opportunità e di benessere organizzativo per contribuire all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, agevolando l’efficienza e l’efficacia delle prestazioni e favorendo l’affezione al lavoro, garantendo un ambiente lavorativo nel quale sia contrastata qualsiasi forma di discriminazione», spiega Giugliano. In regioni come la nostra questi organismi hanno solo un ruolo formale cosa che non siamo più disposte ad accettare».

 

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Terra dei fuochi, la decisione della Cassazione lascia perplessi. Caccioppoli, Noi genitori di Tutti: “Così non viene data giustizia ai nostri morti”

«È davvero una brutta pagina, quella che è stata scritta.  Forse qualcuno non sa cosa voglia dire squarciare vivo un bambino per tentare di curarlo dalla sua grave malattia e dirgli addio per sempre, come successo a me e tanti altri genitori». Marzia Caccioppoli, fondatrice del comitato “Noi genitori di tutti”, nata la morte di suo figlio Antonio di 10 anni nel 2013, è a dir poco indignata per la decisione della Corte di Cassazione di annullare il decreto di confisca dei beni che la Corte di Appello di Napoli aveva emesso nei confronti dei fratelli Pellini – Giovanni, Cono e Salvatore –condannati nel 2017 in via definitiva a 7 anni di reclusione nel 2017 per disastro ambientale. Gli avvocati difensori degli imprenditori avevano sollevato l’obiezione che il decreto con cui la Corte d’Appello aveva deciso per la confisca era arrivato fuori il tempo massimo, ossia dopo la scadenza dei 18 mesi previsti per legge. Vista la condanna i tre imprenditori del settore dei rifiuti, che grazie all’indulto e vari benefici hanno comunque scontato soltanto pochi mesi di galera, sono stati ritenuti tra i maggiori responsabili del grosso inquinamento ambientale nell’area di Acerra e dintorni. Si tratta del territorio inserito nel perimetro della Terra dei Fuochi che include Napoli Nord nella sua quasi totalità e parte del Casertano. Con la sentenza della Corte Cassazione i Pellini torneranno in possesso del proprio patrimonio il cui valore ammonta, secondo alcuni calcoli, ad oltre 220 milioni di euro.

La rabbia- Marzia Caccioppoli, commentando la decisione dei giudici con la voce di chi non si arrende ma con l’umore cupo per uno smacco impossibile da sopportare, si chiede: «Lo Stato è complice di tutte le morti causati dall’inquinamento nella Terra dei Fuochi? Anche la Procura di Napoli Nord, va ricordato, tre anni fa aveva riconosciuto l’alta incidenza di inquinamento ad Acerra e delle terre circostanti. C’è collusione tra le istituzioni e certi soggetti? Quanto deciso significa che i delinquenti possono fare quello che vogliono contando sull’impunità? Forse non ci si rende conto della gravità della situazione». Marzia porta con sé il dolore lanciante di aver dovuto dire addio troppo presto a suo figlio Antonio, morto a 10 anni il 2 giugno 2013 a causa di Glioblastoma. Si tratta di composto da un eterogeneo insieme di cellule tumorali. La patologia colpisce soprattutto gli adulti ma in questo caso ha aggredito sino a portarlo alla morte dopo atroci sofferenze un’anima innocente, non ancora adolescente. «Non voglio arrendermi, ma mi sento tanto demotivata» confessa Caccioppoli che si lascia andare a una riflessione intrisa di uno spavento condivisibile: «E se la sottoscritta e gli altri che hanno contrastato i soggetti riconosciuti come avvelenatori andranno incontro alla loro vendetta? Restituire tutti quei milioni di euro a personaggi significa dargli nuovamente potere, non solo economico facendola passare liscia. E tutto questo, nonostante i comitati abbiano fatto approvare una legge sugli ecoreati».

La voglia di non arrendersi- Lo sgomento prevale, ma la voglia di non arrendersi fa ancora capolino. «Noi non ci fermiamo – promette Marzia – quanto accaduto non può passare sotto silenzio, così non viene data giustizia ai nostri morti. Ma chiedo alla società civile e a tutti i cittadini di essere presenti, ognuno di noi si sta addormentando ma l’essere umano non si deve rassegnare». Nei prossimi giorni verranno decisi dai comitati le iniziative pubbliche da mettere in campo dopo quanto deciso dalla Corte Cassazione. Tra le prime ipotesi di risposta allo shock della sentenza di restituzione dei beni ai Pellini, l’invio di una lettera al Procuratore di Napoli Nicola Gratteri per metterlo a conoscenza della situazione. Marzia Caccioppoli conclude: «Io vivo a Casalnuovo, territorio che nel 2015 venne riconosciuto come quello a più alta incidenza tumorale per l’infanzia. Quanto sta accadendo ha del surreale, sono ore davvero di sconforto».

di Antonio Sabbatino

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Parco Archeologico di Ercolano aperto nei giorni pasquali: “Visitatori al centro del nostro lavoro “

Le festività di Pasqua rappresentano il vero avvio di primavera e per i siti archeologici, in quanto all’aperto, corrispondono a visitatori ancora più partecipi e soddisfatti della visita. Il Parco Archeologico di Ercolano accoglie i propri visitatori in questo periodo con le aperture nei giorni di Pasqua e Pasquetta dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo accesso alle ore 18.00) e invita a sperimentare la modalità di visita “slow” presso il c.d. giardino dei melograni della Casa del Rilievo di Telefo concedendosi una pausa sulle sdraio a disposizione, leggendo e consultando volumi in diverse lingue. Nel Parco Maiuri cittadini di Ercolano e visitatori potranno inoltre continuare ad approfittare dell’iniziativa “LIBeRI al Parco” progetto di booksharing lanciato ormai da quasi un anno. Lo staff del Parco suggerisce inoltre ai visitatori di approfittare dell’apertura, fino all’11 aprile, della Casa della Gemma, gioiello del Parco Archeologico di Ercolano, tra le più famose per i preziosi mosaici pavimentali.

“Il numero di visitatori che cresce in modo esponenziale – dichiara il direttore Francesco Sirano – rappresenta la vera primavera di questo periodo, le persone sono interessate, appassionate e consapevoli: noi poniamo i visitatori al centro  con le iniziative che proponiamo in modo ciclico durante l’anno e ci ripagano per l’impegno profuso”.

I visitatori in questi giorni incontreranno nel Parco i giovani delle scuole del territorio (“Adriano Tilgher” di Ercolano – “Eugenio Pantaleo “ e “Gaetano De Bottis” di Torre del Greco e “Francesco Saverio Nitti” di Portici) che svolgono qui i percorsi della ex alternanza scuola-lavoro che avvicinano i ragazzi delle superiori all’esperienza sul campo per applicare le conoscenze apprese in modo dinamico anche in ambito lavorativo. Gli studenti, affiancati dai funzionari e dal personale di accoglienza dell’istituto, saranno impegnati nell’accoglienza dei visitatori in diversi punti del sito archeologico, potranno relazionarsi con i turisti in più lingue, fornire indicazioni sul sito, e vigilare sul rispetto delle strutture e dei manufatti antichi, oltre che effettuare monitoraggio dei gruppi con guide turistiche.

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Annalisa Durante, 20 anni fa il terribile omicidio a Forcella: «Tanto è stato fatto, ma la strada è ancora lunga»

«Per me è come se fosse sempre il primo giorno dalla morte di mia figlia, era la mia piccolina ed è rimasta per sempre la mia piccolina». Giovanni Durante, papà di Annalisa, vittima innocente di camorra uccisa vent’anni fa, il 27 marzo 2004, in via Vicaria Vecchia 23 a Forcella, alterna il dolore – visibile nei suoi occhi profondi – alla volontà di continuare ad onorare la memoria della ragazza allora 14enne. “Giannino’’, come lo conoscono tutti, lo fa quotidianamente organizzando un numero enorme di iniziative all’interno della biblioteca “A Porte Aperte Annalisa Durante – Spazio Comunale Forcella’’.

La biblioteca Annalisa Durante – La struttura si trova proprio in via Vicaria Vecchia, praticamente dove tutto tragicamente avvenne ed è un punto di riferimento di un quartiere che da anni ha imboccato la strada del cambiamento. In tanti arrivano alla biblioteca per donare libri, partecipare a proiezione di film e documentari, presenziare a dibattiti pubblici con personaggi pubblici e della società civile. Al suo interno si tengono da sempre laboratori per ragazzi e per i bambini da 0 a 6 anni. «Ma non solo – aggiunge Giovanni –  Grazie alla nostra volontà abbiamo fatto aprire sempre a Forcella anche una scuola dell’infanzia intitolata a mia figlia e che era chiusa da 28 anni. L’intenzione era di aprire un presidio delle forze dell’ordine, noi però volevamo puntare sulla cultura perché è un qualcosa che salva le anime». Giovanni Durante è giustamente orgoglioso del percorso fatto sin qui. «Non credevano potesse accadere che si aprissero una biblioteca e una scuola intitolate ad Annalisa e invece è accaduto. Qualcuno che mi conosce in via Duomo e in altre strade del centro storico quando mi incontra afferma: “eccolo, lo spacciatore di libri’’. Nella scuola ci sono 320 bambini che prima non sapevano dove andare. I ragazzi di Forcella e non solo vengono accolti nelle strutture e ne siamo felici». Il quartiere si sta affrancando dal passato fatto solo di criminalità e degrado. Grazie al boom turistico di questi anni a Napoli, è diventata una tappa dei visitatori che si fermano per mangiare una pizza, fare un aperitivo, andare al teatro Trianon di piazza Calenda. «La camorra non c’è più come prima, è diminuita a Forcella oggi qui passano i turisti» conferma Giovanni Durante che è stato vicino agli altri familiari delle vittime ignare dei criminali, non ultimi Giovanni Pio Maimone, ucciso nel marzo 2023 dinanzi a uno chalet di Mergellina e Giovanbattista Cutulo, colpito anche lui mortalmente al culmine di una lite in piazza Municipio alla fine di agosto 2023. «Capisco il loro dolore, che è quello che portiamo io e la mia famiglia dentro ogni giorno».

La donazione degli organi – Dopo la tragica morte di Annalisa, che oggi avrebbe 34 anni, furono donati i suoi organi grazie ai quali sono state salvate 7 persone. «Ho lanciato tanti appelli perché vorrei conoscere queste 7 persone. Io e mia moglie abbiamo incontrato Papa Francesco. Lui ci ha detto che credendo in Dio, prima o poi queste persone si avvicineranno».

 La terribile sparatoria e il ricordo di Annalisa Durante-  Annalisa Durante la sera del 27 marzo 2004 venne colpita ad un occhio nel corso di un agguato che aveva come reale obiettivo il boss Salvatore Giuliano il quale, sentitosi in pericolo dall’arrivo di 4 sicari in sella a due scooter ingaggiati dal clan Mazzarella nell’ambito della guerra per il controllo del territorio nel centro di Napoli, esplose diversi colpi d’arma da fuoco agli indirizzi di chi voleva ucciderlo. Uno dei proiettili sparati da Giuliano colpì mortalmente alla testa la povera Annalisa Durante che morì dopo essere entrata in coma. Inutile, le cure dei sanitari in ospedale. Vent’anni dopo quella terribile sparatoria e la morte di un innocente, il quartiere ricorderà la ragazza con diversi eventi. Il primo appuntamento è alle ore 10 presso la Chiesa di San Giorgio Maggiore dove si terrà il concerto del quartetto d’archi “Annalisa Durante – Gli Archi di Napoli” e del maestro di tuba Gianmaria Strappati, ambasciatore di Missioni don Bosco per la musica nel mondo e testimonial dell’Associazione Annalisa Durante. Successivamente, alle ore 11, alla Biblioteca “a Porte Aperte’’ verrà ospitata l’iniziativa “DiVentiamo Lib(e)ri” con una deposizione simbolica di libri. A partecipare, oltre al papà di Annalisa, anche il presidente della fondazione Polis della Regione Campania don Tonino Palmese e Giuseppe Perna, presidente dell’Associazione Annalisa Durante. «Saranno presenti centinaia di ragazzi provenienti da tutt’Italia» ricorda in sede di presentazione degli eventi per il ventennale della morte di Annalisa la bibliotecaria Nunzia Pastorini che poi aggiunge: «La biblioteca Annalisa Durante oggi è un ponte con l’esterno, ecco perché si chiama “A porte aperte’’. La comunità ci sostiene perché ha capito l’importanza della memoria e della cultura. Attraverso di esse i figli di questo quartiere possono intraprendere una strada diversa, tralasciando quelle pericolose che potrebbero prendere».

di Antonio Sabbatino

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