Disabilità e accoglienza: «La prima cura è la famiglia»

Controlli annuali gratuiti per tutti coloro che, ogni giorno, assistono i propri familiari in cura. È, questo, l’appello che la Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia rivolge alle istituzioni in occasione della conferenza stampa «Disabilità e accoglienza: pazienti pediatrici e caregiver al centro della cura», che si è tenuta questa mattina a Roma.

Un’iniziativa che interesserà molti familiari impegnati nel ruolo di caregiver. Donne e uomini che assistono un figlio con disabilità, malattia cronica o fragilità. Un esercito silenzioso tra i 45 e i 64 anni che è essenziale per la tenuta del nostro sistema sanitario e di welfare. Perché in Italia, da sempre, la prima cura è la famiglia.

La conferenza stampa, su iniziativa del Questore della Camera, On. Alessandro Manuel Benvenuto, è stata promossa dalla Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia insieme al Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli.

L’evento si inserisce nel percorso avviato dal Ministero per le Disabilità con l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato al riconoscimento del caregiver familiare, volto a costruire un quadro normativo stabile e rispettoso del ruolo essenziale svolto da milioni di persone ogni giorno. Una riflessione non più rinviabile, tanto più quando si parla di minori con disabilità, dove la qualità della cura dipende in modo indissolubile dalla tenuta psicologica, emotiva ed economica della famiglia.

“Ringrazio la Fondazione Ronald McDonald per il prezioso lavoro di accoglienza e di cura che svolge quotidianamente al servizio dei bambini e soprattutto delle loro famiglie – spiega il Ministro Alessandra Locatelli –. Il tema della cura è oggi più che mai centrale ed è un aspetto che richiede la massima attenzione. Il disegno di legge a cui stiamo lavorando va esattamente nella direzione di riconoscere il ruolo fondamentale svolto dal caregiver familiare e individuare un sistema di servizi adeguati, di formazione e sostegni che evitino che il caregiver rimanga solo o senza punti di riferimento”.

In Italia, secondo gli ultimi rilievi Istat, sono circa 360.000 gli alunni con disabilità iscritti alle scuole di ogni ordine e grado, pari al 4,5% del totale. Un numero in crescita – circa 21.000 in più rispetto all’anno precedente – che offre una fotografia importante, seppur parziale, della presenza di minori con disabilità nel nostro Paese. La raccolta sistematica di dati aggiornati resta infatti legata principalmente all’ambito scolastico, rendendo più complesso restituire un quadro completo delle condizioni di salute e dei bisogni assistenziali dei bambini con disabilità, in particolare quelli affetti da patologie croniche e complesse.

Le condizioni di salute e psicologiche di chi convive con disabilità gravi sono spesso compromesse, con un’alta incidenza di cattiva salute e disturbi depressivi. Secondo l’OMS, le persone con disabilità hanno un rischio maggiore di sviluppare patologie croniche e una minore aspettativa di vita, aggravata dalle difficoltà di accesso alle cure, spesso per ragioni economiche. In questo contesto, i caregiver familiari rappresentano una risorsa fondamentale, ma troppo spesso invisibile: molti sono costretti a rinunciare al lavoro o a ridurre l’orario per garantire assistenza quotidiana, in assenza di un sistema coordinato di supporto. Circa un terzo delle famiglie si affida a reti informali, ma la maggior parte si trova sola nella gestione della cura e della pianificazione sanitaria. Una condizione che riguarda in modo particolare le famiglie con minori con disabilità, che si trovano a fronteggiare un sistema di welfare ancora frammentato e, talvolta, con costi difficili da sostenere.

Nel corso della conferenza, moderata da Maria Elena Viola (direttrice di Donna Moderna), insieme al Ministro Alessandra Locatelli e alla Direttrice Generale della Fondazione Ronald Maria Chiara Roti, esponenti del mondo sanitario, tra cui Laura Zoppini (Direttore Socio-Sanitario ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano), Marika Pane (Neuropsichiatra infantile e Direttrice del centro clinico Nemo Pediatrico presso Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma), Michele Salata (Direttore del Centro per le Cure palliative pediatriche di Passoscuro dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma), hanno ribadito la necessità di applicare il modello di assistenza Family Centered Care, che pone al centro non solo il paziente ma il suo intero nucleo affettivo, come parte attiva e irrinunciabile del percorso di cura. L’obiettivo? Costruire insieme un nuovo modello di welfare, fondato sulla mappatura dei bisogni e orientato all’evoluzione dell’assistenza centrata sulla famiglia: uno sguardo sul vissuto delle famiglie, dalla diagnosi alla cura, fino alla gestione della cronicità.

Un modello che la Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia promuove da oltre venticinque anni, attraverso un’accoglienza concreta e quotidiana: 4 Case Ronald e 4 Family Room distribuite in 6 città italiane, a pochi passi dai principali ospedali pediatrici. Solo nel 2024, queste strutture hanno accolto oltre 2.500 famiglie, offrendo loro ospitalità gratuita che, altrimenti, avrebbero dovuto pagare oltre 100 euro a notte in strutture ricettive di grandi città (oramai sempre più inaccessibili).

“Il nostro lavoro nelle Case Ronald è l’accoglienza di tutto il nucleo familiare durante il percorso di cura. Lo facciamo da 25 anni in Italia e da 50 anni nel mondo – dichiara Maria Chiara Roti, Direttore Generale della Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald –. Ogni anno, nel nostro Paese, sono circa 90.000 i bambini e le famiglie interessati dal fenomeno della mobilità sanitaria: di questi, almeno uno su tre vive con una disabilità o malattia cronica. I nostri 8 programmi servono 7 ospedali pubblici in cinque regioni italiane, 4 sono invece i nuovi programmi in cantiere. Il nostro obiettivo strategico è quello di raddoppiare il numero di famiglie accolte entro il 2030. Stiamo inoltre sviluppando nuovi progetti locali di pre-care e post-care con l’obiettivo di accompagnare le famiglie prima e dopo la malattia. Queste innovative iniziative – come ad esempio “Fratelli d’a-mare” e “Sciroppo di teatro” – rientrano nel modello Family Centered Care che stiamo promuovendo e sviluppando. Grazie al lavoro con le istituzioni e in particolare con il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, vogliamo rendere organica all’interno del percorso di salute pubblica la presa in carico del bambino paziente e del suo adulto caregiver. La coprogrammazione e coprogettazione pubblico–privato sociale permettono a programmi con una storia straordinaria come la nostra di diventare sostenibili e parte del sistema integrato di cura. Proponiamo quindi di inserire nel percorso di legge sui caregiver la possibilità per il genitore accompagnatore del bambino disabile o malato cronico di effettuare un check up annuale gratuito presso la struttura stessa. Questo si traduce in prevenzione e protezione del caregiver che sappiamo essere un adulto sofferente e con alto rischio di malattie. In questo modo facciamo un passo in più diventando ‘sentinelle’ e intercettando nuovi bisogni, proteggendo di conseguenza il sistema da costi evitabili”.

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Il mare per tutti con Lorkinos, la nave dell’accessibilità, che solca le onde del golfo di Napoli

Stanno salpando, proprio in questi giorni. La prima volta, per molti di loro: la prima volta di tutto. La prima volta a bordo di una nave, vento e sole in faccia, oltre le barriere, la prima volta a relazionarsi con una normalità possibile, o almeno quasi.
Si chiama Lorkinos, un tempo era scenario di crimini e illegalità e invece oggi il suo scopo e il suo destino sono stati totalmente stravolti. È un ex peschereccio e sarà ormeggiata a Nisida la nave ammiraglia di una flotta che è divenuto un hub e un palcoscenico galleggiante destinato ad ospitare attività sportive, formative e culturali organizzate e pensate per coinvolgere attivamente persone diversamente abili. Un supporto alla disabilità e alla diversità, un modo per iniziare a pensare fuori dagli schemi e a mettere in atto nel concreto una serie di interventi a supporto delle persone che hanno difficoltà sia motorie che cognitive.
Il Lorkinos è stato varato qualche settimana fa nella darsena della Marina Militare a Napoli, contestualmente alla presentazione del progetto basato sull’utilizzo dell’imbarcazione ideato da Isolahabile, la prima realtà sportiva e turistica dedicata al mondo delle disabilità. Adesso stanno iniziando le prime uscite nel Golfo, tra navigazione e attività laboratoriali usufruendo del potenziale donato dal riadattamento degli spazi e della struttura dell’imbarcazione, trasformata in una enorme “culla” per ospitare persone con disabilità, anche in carrozzina, una cosa impensabile fino ad ora per ovvi limiti strutturali.
Ma perché accostare una simile realtà proprio alla disabilità? Lasciando a parte le attività e la parte strutturata dell’intero impianto progettuale, da cosa prende le mosse una tale idea? «Amo il mare e la nautica; anni fa mi chiesero se riuscivamo a far fare un giro pomeridiano ad una coppia che aveva un adolescente disabile. Ecco, quel pomeriggio mi colpì particolarmente». A rispondere è Marco Enrico Perillo, amministratore della società e ideatore del progetto, che incalza: «Abbiamo quasi concluso la fase di programmazione delle prime uscite con progetti già avviati e siamo pronti per salpare». Per Perillo, che sta portando avanti questo progetti anche insieme ad altri soci, tra questi Osvaldo Maniaci, Lorkinos «non è solo un’imbarcazione, ma un simbolo di trasformazione e di speranza, sia per l’impiego che ne viene fatto in favore delle persone con disabilità, sia perché la nave è un bene appartenuto a esponenti della criminalità organizzata e poi confiscata alla malavita. Quindi in qualche modo da simbolo del potere mafioso è stata trasformata in un laboratorio galleggiante di legalità, inclusione e di cittadinanza attiva».
Per molte delle famiglie di ragazzi e giovani adulti con disabilità, Lorkinos è anche una trampolino per pensare a una «normalità possibile».
A spiegare meglio questo concetto è Teresa Montella, uno dei referenti dell’associazione Autismo Sociale, mamma di un ragazzone di 25 anni autistico a basso funzionamento che racconta quanto sia importante questo tipo di attività nella vita di persone con disabilità e per le loro famiglie. «Al di là di quello che si riesce a fare nel concreto, che è ovviamente importantissimo, quello che è importante per noi è essere “visti”. I nostri ragazzi quando compiono 18 anni, quando la scuola finisce e le attività che anche se a fatica riusciamo a far fare loro vengono interrotte con la chiusura del ciclo di studi, viviamo una sorta di abbandono al quale è impossibile adeguarci. Avere qualcuno che vede la tua difficoltà e che si mette in moto per te, per dare un’opportunità alla vita di tuo figlio e che quindi in questo modo la dà anche a te genitore caregiver, cui spesso è delegato tutto il lavoro di ricerca di attività a sostegno per l’attuazione di una vita degna di esse vissuta, è veramente importante, perché non ci fa sentire soli».
«Non sono le caratteristiche individuali a limitare le capacità delle persone, ma le barriere poste dalla società» ribatte dal canto suo Perillo, che tra l’altro è anche fondatore di Isolahabile. E proprio per combattere le barriere, non solo quelle strutturali, si è pensato ad un luogo accessibile dove poter vivere esperienze educative, sportive e culturali senza riserva alcuna.
A monte del progetto ma anche in questi giorni, si è al lavoro per creare ponti e sinergie con associazioni e realtà del Terzo settore, con gli Enti, con i volontari. Il protocollo d’intesa sottoposto alle parti prevede anche laboratori formativi di 2 o addirittura 4 giornate che integrino didattica nautica, scambi culturali e inclusione territoriale.
Un’iniziativa meravigliosa che promuove l’inclusione, l’accessibilità e la valorizzazione delle risorse locali. Con un occhio di riguardo, sempre e come unico faro, al mondo della disabilità nella sua interezza.
Su quanto realizzato, si è espresso anche il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, che in un videomessaggio diffuso a margine del varo ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, definendo il Lorkinos come «una nave ammiraglia dell’accessibilità, un laboratorio sociale e umano dove il mare diventa spazio di diritti, di sogni e di partecipazione attiva».
A lungo termine saranno organizzate anche iniziative di promozione della terapia occupazionale attraverso il lavoro e l’arte.
di Nadia Labriola

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Assemblea pubblica, con il Cardinale Battaglia, in ricordo di Martina Carbonaro

Nell’ambito delle iniziative promosse dal Patto Educativo per Napoli e dall’Osservatorio Distrettuale sulla violenza di genere, si terrà ad Afragola venerdì 27 giugno, nella parrocchia San Giorgio Martire, un’assemblea pubblica; l’iniziativa nasce come risposta concreta e corale a pochi giorni dal terribile femminicidio di Martina Carbonaro, giovane vittima di una violenza insopportabile e ingiustificabile.
L’incontro vedrà la presenza dell’Arcivescovo di Napoli, Cardinale don Mimmo Battaglia, della Presidente della Corte d’Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Napoli, Aldo Policastro.
Interverranno, inoltre, la sociologa Raffaella Palladino, la direttrice della Caritas di Napoli suor Marisa Pitrella, il coordinatore del Patto Educativo Gennaro Pagano.
L’assemblea sarà un primo passo verso una progettualità più ampia e condivisa, capace di unire istituzioni civili, realtà educative, comunità ecclesiali e territorio nella costruzione di una nuova cultura della prevenzione, fondata sul rispetto, sulla parità di genere, sulla non violenza e sulla cura delle nuove generazioni.
L’impegno contro la violenza di genere non è solo un’emergenza da gestire, ma un compito educativo da assumere insieme, nella consapevolezza che ogni ferita inflitta a una donna è una ferita al cuore stesso della nostra umanità.

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Sanità Film Festival, 50 eventi gratuiti nel cuore di Napoli

Dall’1 al 5 luglio il SàFF – Sanità Film Festival/Social Action Film festival accende i riflettori su un luogo simbolo di Napoli, divenuto un vero e proprio modello replicabile di integrazione, sviluppo e riscatto culturale: 50 eventi gratuiti, 29 film internazionali in concorso tra oltre 600 candidature. Nel cuore del Rione Sanità torna, con un’edizione più ambiziosa e strutturata, dopo il felice debutto dello scorso anno.
Il festival è promosso da Apogeo ETS, Fondazione di Comunità San Gennaro e Upside Production, in collaborazione con la III Municipalità, il supporto strategico di UniCredit, che cura 4 masterclass sulla finanza d’impatto e una rete di progetti educativi. Direzione organizzativa a cura di Andrea De Rosa, anche co-direttore artistico insieme a Vincenzo Pirozzi.
SàFF è realizzato con il sostegno di Fondazione Con il Sud, Fondazione Banco di Napoli, Reale Foundation e Altra Napoli EF, Città della Scienza, e patrocinato da Comune di Napoli-Napoli 2500. Sponsor con Unicredit e KIMBO, sono TECMA e D-Vision.
Unico evento in Europa di cinema sociale co-prodotto insieme al terzo settore, il SàFF fa incontrare pubblico, protagonisti e industria, con il coinvolgimento di player mondiali dell’entertainment quali Netflix, Sky, Prime Video, Paramount+ e Fandango.
Sfileranno sul Blu Carpet tanti protagonisti dello spettacolo e del mondo del sociale, tra i quali Peppe Servillo, Cristina Donadio, Luca Miniero, Antonio Capuano, Edoardo De Angelis, Maria Vera Ratti, Giovanni Esposito, Susy del Giudice, Miriam Candurro, Gina Amarante, Maurizio De Giovanni, Patrizio Oliva, Marco Maddaloni e altri ospiti a sorpresa.
“Per Cinema di Comunità, quattro sono i film fuori concorso proposti ‘sotto le stelle’ – spiega Vincenzo Pirozzi –  il 2 luglio l’anteprima Fandango di  “Happy Holidays” di Scandar Copti, dramma corale ambientato a Gerusalemme che affronta la questione israelo-palestinese attraverso storie familiari; il 3 luglio “Nero” debutto alla regia di Giovanni Esposito; il 4 luglio “Dalla Parte Sbagliata” di Luca Miniero, documentario sulla tragedia del Melarancio del 1983; il 5 luglio presenterò in anteprima il mio nuovo film  “Il Peso Esatto del Vuoto”, una riflessione sui legami familiari“.

Documentari, cortometraggi, animazioni e social storytelling sono le categorie in concorso, con premiazione nella serata finale del 5 luglio. Le opere saranno valutate anche per il loro impatto sociale, da una giuria d’onore, presieduta dal critico Valerio Caprara e composta da Luca Miniero (regista),
Fabiomassimo Dell’Orco (Head of Production Amazon MGM Studios/Prime Video), Rosario Donato (Direttore Generale Confindustria Radio Televisioni) e Fabrizio Minnella (Responsabile Comunicazione Fondazione Con il Sud).
Andrea De Rosa spiega: “Il SàFF è nato con l’ambizione di creare uno spazio in cui cinema e terzo settore potessero dialogare davvero. In questa seconda edizione abbiamo voluto accendere una luce sulle esperienze di rigenerazione e sulle pratiche di comunità, non solo attraverso la forza delle immagini ma anche attraverso la viva voce di oltre 50 organizzazioni del privato sociale, che interverranno nei cinque giorni della manifestazione insieme ai più grandi player internazionali dell’audiovisivo. Il SàFF si configura quindi come un evento totale, capace di abbracciare cultura, impegno sociale e industria, con l’auspicio che possa affermarsi come appuntamento ricorrente e di rilievo per il terzo settore e per il cinema internazionale”.
Sede principale del festival è la Chiesa di Santa Maria Maddalena ai Cristallini, la “Chiesa Blu’; altre location sono le suggestive Scale di Via dei Cristallini (Blu Carpet); l’Apogeo Music Studio, che ospita la sezione “Sguardi dal Mondo” con 35 opere internazionali, e la Casa di Quartiere Cristallini 73. In programma anche Djset serali.
Le sei Masterclass Audiovisual Industry sono realizzate nell’ambito di Audiovisual Napoli Hub, progetto di formazione gratuita e inserimento al lavoro nel settore audiovisivo promosso da Apogeo ETS e Altra Napoli EF in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II.  Protagonisti saranno top executive: Rosario Donato (Direttore Generale Confindustria Radio Televisioni), Giovanni Bossetti (Director of the Nonfiction Area for Italy Netflix), Roberto Pisoni  (Entertainment Content & Channels Senior Director Sky Arte), Antonella Dominici (Streaming South Europe, Middle East and Africa Paramount+), Carlotta Ca’ Zorzi (Head of Business and Legal Affairs Fandango), Fabiomassimo Dell’Orco (Head of Production International Originals Italy – e Michela Fiaschi – Head of Postproduction International Originals Italy – Amazon MGM Studios/Prime Video).
Stefano Consiglio, Presidente Fondazione Con il Sud dichiara: “Siamo convinti che il mondo del cinema e dell’audiovisivo e quello del terzo settore, apparentemente distanti, abbiano invece molto in comune e tanto da raccontare insieme. Con il primo Social Film Production Con il Sud, il bando promosso insieme ad Apulia Film Commission che fa incontrare le società di produzione con le non profit meridionali per raccontare il Sud e il sociale in modo non banale o stereotipato, lanciammo una provocazione a entrambi i settori, accolta con grande successo e partecipazione. E adesso promuoviamo la terza edizione del Social Film Production Con il Sud. La comunità, con esperienze e storie di rigenerazione e di vita reale che attraversano tutti gli ambiti sociali, culturali ed economici, è il naturale luogo di incontro tra cinema e terzo settore. Non è un caso che questa idea di festival sia nata proprio qui nel Rione Sanità, straordinaria esperienza di rigenerazione di luoghi, comunità e di narrazione”.
Come Fondazione di Comunità San Gennaro – aggiunge il Presidente Pasquale Calemme – siamo orgogliosi di promuovere il SàFF nell’ambito di Benvenuti al Rione Sanità, perché crediamo nella forza del cinema come strumento di crescita e coesione. Portare il grande schermo e i protagonisti del settore nell’area dei Cristallini significa nutrire il sogno di una parte del quartiere che diventa spazio culturale, educativo e sociale per i giovani e le famiglie. La comunità è la nostra vera protagonista“.
Il Cinema è Comunità è l’evento istituzionale di apertura, il 1° luglio: una riflessione sul ruolo del cinema come driver economico e culturale per il Sud e il Mediterraneo, sulle strategie di finanziamento e sostegno pubblico-privato per le produzioni a impatto sociale e sulle opportunità di formazione e lavoro per i giovani.
Il SàFF ha costruito in appena due anni un network straordinario che comprende oltre 50 partner strategici. Le quattro Masterclass Social Economy, curate da UniCredit in collaborazione con le Università napoletane e con la partecipazione di AICCON, Vertis SGR, CSV Napoli, Terzjus, Consorzio Meridia, ELIS e altri, si concentrano sugli strumenti finanziari e manageriali per sostenere le imprese e gli enti del terzo settore.
Ferdinando Natali, Regional Manager Sud Unicredit, sottolinea: “Oggi una banca deve saper leggere i bisogni sociali con lo stesso rigore con cui legge i bilanci. Con il SàFF e le nostre iniziative, dal microcredito per il Terzo Settore alla scuola digitale inclusiva, dalle app contro il bullismo alla formazione per i NEET, UniCredit sceglie di essere parte attiva della trasformazione. Non ci limitiamo a finanziare: co-progettiamo, formiamo, costruiamo reti. Crediamo che il Sud abbia le risorse per guidare l’innovazione sociale in Europa. Il Rione Sanità, con la sua energia culturale e civile, è il punto da cui ripartire. E noi ci siamo, con responsabilità e visione“.
Tre sono gli eventi del festival targati KIMBO, che celebrano il legame tra territorio e industria: anteprima Nazionale della miniserie “Risvegli”; presentazione del libro di Umberto Marino “Piccole Cose Molto Potenti a Pompei”; Closing party con Dj Cerchietto on the rooftop. Massimiliano Scala, Head of Marketing KIMBO, ricorda: “Il Rione Sanità è il luogo in cui affondano le radici di caffè Kimbo. In un piccolo bar di Via Vergini, dove i fratelli Gerardo, Francesco ed Elio Rubino, assieme a papà Michele, maestro pasticciere, lavoravano sin dal Dopoguerra, è nata, nel 1963, la visione familiare che ha fatto della qualità, della cultura e dell’identità partenopea i valori fondanti di un’azienda e di un marchio oggi presente in 100 paesi del mondo”.
Nella corte di Casa di Quartiere Cristallini 73, la postazione KIMBO offrirà caffè a tutti i partecipanti e, in alcuni tipici bassi, rivivrà l’antica tradizione del caffè sospeso.
Il 4 luglio dalle ore 17, nella stessa cornice, Red Bull Tetris Lounge proporrà una sfida aperta al pubblico: in palio l’accesso alla Finale Mondiale di Dubai e il posizionamento nella classifica esclusiva del SàFF.
Nel “Terzo Spazio”, sei tavoli tematici coinvolgeranno 100 operatori con la partecipazione di organizzazioni come Save the Children, ActionAid, Fondazione Con il Sud, Azione Contro la Fame, L’Albero della Vita, Fondazione Don Calabria, La Paranza, Altra Napoli EF, Fondazione Grimaldi, Centro Calabrese di Solidarietà, Caritas e molte altre realtà del terzo settore italiano ed europeo.
I cinque talk sono dedicati a COMICON con Claudio Curcio, Giffoni Innovation Hub e Osservatorio Giovani Federico II con Claudio Gubitosi e Lello Savonardo, all’Accademia di Belle Arti di Napoli con Giuseppe Gaeta e Luigi Barletta, e alla round table “Il cinema è donna” a cura di Caterina Pandolfi.
Si parte il 2 luglio con “Campania Do It Better”, una tavola rotonda aperta a tutti i produttori campani, pensata per rafforzare la rete regionale e promuovere nuove collaborazioni, con la partecipazione tra gli altri di RUN FILM, Mosaicon, Upside Production.
I principali premi sono firmati dal maestro presepaio Vincenzo Capuano, altri riconoscimenti sono realizzati dall’artista Joan Crous della Cooperativa Eta Beta.
Il programma del SàFF è stato presentato presso la Fondazione Banco Napoli. “Siamo lieti come Fondazione Banco Napoli di supportare questo Festival – ha commentato il Presidente Orazio Abbamonte – per il supporto che dà al terzo settore, perché coinvolge realtà da tutta Europa impegnate nel sociale, per aver contribuito a creare un modello di rigenerazione culturale nel Rione Sanità“.

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Rigenerazione e sviluppo sociale, ecco il piano triennale di Fondazione con il Sud

Si è svolto a Napoli, nella Sala Catasti dell’Archivio di Stato di Napoli, l’incontro di presentazione del documento programmatico triennale delle attività 2025-2027 della Fondazione Con il Sud. Con la tappa partenopea, insieme a quella di Roma e Palermo, si sono chiuse le presentazioni sul territorio del Piano. L’obiettivo prioritario di questo documento programmatico è quello di ridare slancio ai processi di rigenerazione del Sud Italia, provando a contrastare il fenomeno dello spopolamento ‘insieme’ a tutti gli attori che ne condividono l’impegno per lo sviluppo sociale ed economico del Sud. Dopo i saluti della Direttrice dell’Archivio di Stato Candida Carrino e di Orazio Abbamonte Presidente della Fondazione Banco di Napoli, hanno preso la parola Domenico Credendino, presidente della Fondazione Carisal e coordinatore della Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Sud e il presidente della Fondazione Con il Sud Stefano Consiglio che ha illustrato il piano triennale.
“Siamo felici e abbiamo lavorato tanto affinché questo piano programmatico andasse in porto. Ha spiegato Credendino durante il suo intervento – Abbiamo fatto sì che la Fondazione con il Sud aprisse anche attraverso le fondazioni bancarie del Sud a nuovi progetti, ovvero a coloro che non vengono “finanziati” possono poi essere scelti dalle fondazioni del territorio che sono le vere antenne del territorio. Per cui c’è una nuova sinergia tra la Fondazione e le realtà locali. Il sistema delle Fondazioni bancarie è fondamentale per lo sviluppo dei territori, per il sostegno di chi ha più bisogno, per la promozione di attività culturali. Perché si raggiungono risultati sempre più importanti il gioco di squadra, la condivisione di iniziative e strategie è metodo, strada da seguire”.  Per Stefano Consiglio “Questo piano triennale è stato costruito grazie ai tantissimi incontri che abbiamo avuto in questi mesi. Abbiamo iniziato a lavorare a questo piano all’inizio del 2024, c’è stato un anno di lavoro con il comitato di indirizzo che è responsabile del Piano ed ha ritenuto necessaria una fase partita a gennaio, fino ad aprile di incontri e confronti interni”.
Il documento, che è stato già presentato a Roma lo scorso 6 marzo con l’evento nazionale “Visioni con il Sud”, è frutto di un percorso di ascolto e dialogo avviato un anno fa e che ha coinvolto le fondazioni di origine bancaria, il Forum Terzo Settore e le organizzazioni del terzo settore meridionale, i CSV – centri servizio volontariato, i partner istituzionali privati, lo staff, esperti e accademici impegnati sulle principali tematiche legate allo sviluppo del Sud.
“La sfida del Mezzogiorno non è solo demografica, non si limita alla lettura dei disagi ma è anche relazionale. – evidenzia Credendino – Serve una nuova alleanza tra attori diversi, capaci di riconoscersi, contaminarsi e agire insieme. Le fondazioni, oggi, hanno il dovere di uscire dalla logica del proprio territorio per farsi infrastruttura condivisa di fiducia e sviluppo”. Dal 2001 al 2023, il Mezzogiorno ha perduto già 730 mila residenti. Le proiezioni dell’Istat e di altri istituti di ricerca offrono margini sottili per l’ottimismo. Guardando alle stime dello scenario “medio”, dunque non quello peggiore, nel 2080 il Mezzogiorno avrà perso 8 milioni di abitanti contro i 5,2 milioni del Centro-Nord, concentrati soprattutto nelle classi di età più giovani.
di Adriano Affinito

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Pride Month, JustWatch svela le tendenze dello streaming di contenuti LGBTQ+ in Italia

In occasione delle celebrazioni del Pride Month in tutta Italia, JustWatch, la più grande guida di streaming al mondo, ha pubblicato la sua analisi annuale dedicata alle piattaforme con la migliore offerta di film e serie TV a tematica LGBTQ+ nel nostro Paese.
Il report di quest’anno mette in evidenza quali servizi streaming propongono la selezione più ampia di contenuti queer e svela i titoli LGBTQ+ più visti dagli spettatori italiani nell’ultimo anno.Basandosi su un database di oltre 650 film e serie con protagonisti e narrazioni LGBTQ+ attualmente disponibili in streaming in Italia, l’analisi celebra il meglio del cinema e della serialità queer e aiuta il pubblico a scoprire dove guardarlo.
Quali piattaforme di streaming guidano l’offerta di contenuti LGBTQ+?
In Italia, Rakuten TV è in testa, offrendo il catalogo più ampio di contenuti LGBTQ+ con una
copertura che sfiora un quarto del totale, precisamente del 24,6%. Seguono poco distanti
Netflix con il 21,7%, Prime Video al 18%, TimVision con il 13,8% e Dekkoo, piattaforma
specializzata esclusivamente in titoli LGBTQ+, al 10,6%. Chiudono la classifica Disney+ con
il 6,2% e WOW Presents Plus al 5,7%.
JustWatch ha analizzato le interazioni degli utenti per determinare quali titoli hanno catturatomaggiormente l’attenzione del pubblico nell’ultimo anno; attualmente il film LGBTQ+ più popolare in Italia è Anatomia di una caduta, mentre tra le serie spicca Only Murders in the Building.
Metodologia- Questo rapporto si basa sulla disponibilità in streaming e sui dati di interazione degli utenti raccolti da JustWatch tra il 1° giugno 2024 e il 1° giugno 2025. La copertura delle piattaforme è misurata dalla percentuale di titoli LGBTQ+ disponibili in streaming in Italia (650 titoli tra film e serie) rispetto a una selezione curata di oltre 6.800 film e serie classificati come “LGBTQ+” nel database di JustWatch. Le metriche di popolarità riflettono le interazioni degli utenti — come click, ricerche, salvataggi nella watchlist e reindirizzamenti verso i servizi di streaming — normalizzate su base giornaliera con aggiornamento continuo.

 

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