DA NAPOLI PARTE IL MODELLO UNICREDIT PER L’INNOVAZIONE E L’ECONOMIA SOSTENIBILE

In una città al centro dell’attenzione internazionale per l’America’s Cup 2027, UniCredit rilancia il proprio impegno per la water economy con il Tech Day “Acqua, l’oro blu delle nuove economie”, alla Apple Developer Academy di Napoli.

L’evento di oggi, parte del programma UniCredit Start Lab, mette al centro il tema della gestione sostenibile della risorsa idrica come leva di crescita, inclusione e resilienza territoriale. Ed è proprio Napoli, epicentro della blue economy a diventare la cornice simbolica per discutere del futuro tra finanza, startup e ambiente.

Nel corso del Tech Day a 100 Imprese Corporate selezionate da UniCredit sono presentate tra le più promettenti realtà imprenditoriali italiane nel campo idrico e ambientale, alcune con modelli replicabili anche nei grandi eventi internazionali.

Ma chi investe sulla “risorsa blu” in ottica di business crea vantaggio competitivo

Cinque le startup selezionate da UniCredit Start Lab che stanno già lasciando il segno:

  • Ogyre, che con il suo progetto globale di Fishing for Litter collabora con pescatori locali per raccogliere plastica e scarti dal mare e dalle coste. La startup ha una partnership con Luna Rossa Prada Pirelli, con iniziative ambientali, in qualità di sustainability partner, legate proprio all’America’s Cup ospitata da Napoli la cui prossima edizione si svolgerà proprio a Napoli;
  • Evja, unica realtà campana presente nella selezione, che offre tecnologie predittive basate su sensori e AI per ottimizzare l’uso dell’acqua in agricoltura e combattere gli effetti dei cambiamenti climatici (link);
  • Composite Research, attiva nel settore delle multiutilities che sviluppa soluzioni in composito per applicazioni strategiche. Ha esteso anche all’acqua l’innovazione Kit Patch Madflex collaudato per le riparazioni nel settore gas
  • T1 Solutions che ha brevettato FoamFlex, una spugna capace di assorbire e recuperare oli e idrocarburi fino a 30 volte il proprio peso e rendendoli riutilizzabili fino a 200 volte così da ridurre drasticamente costi e rifiuti
  • Waterjade, una soluzione di digital twin per il monitoraggio del ciclo dell’acqua grazie a modelli fisici, machine learning e immagini satellitari. Il software fornisce previsioni sulla ricarica delle fonti e consente di gestire il sistema di approvvigionamento idrico a supporto della continuità aziendale.

Tutti progetti capaci di generare impatto economico e ambientale, connessi con i temi della transizione energetica, della resilienza urbana e della valorizzazione dei territori costieri.

Con oltre 77 progetti ricevuti e 35 partner coinvolti nella call Region Sud, UniCredit conferma il proprio impegno ad essere motore di crescita inclusiva, dando concretezza al potenziale imprenditoriale del Mezzogiorno.

“La blue economy rappresenta oggi una delle direttrici strategiche più promettenti per uno sviluppo sostenibile e competitivo, soprattutto nei territori costieri del Sud Italia. Come UniCredit, crediamo che il sistema bancario debba fare da moltiplicatore: non solo erogare credito, ma generare ecosistemi di innovazione in grado di attrarre capitali, accelerare progetti e favorire nuove filiere. Con Start Lab lavoriamo per far emergere iniziative capaci di coniugare sostenibilità ambientale, accesso al funding e crescita industriale, anche in settori ad alta complessità come quello idrico. Il nostro obiettivo è rendere la transizione ecologica una leva concreta di investimento e impatto, non una semplice dichiarazione di intenti”,dichiara Ferdinando Natali regional manager Sud Unicredit,

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CULTURA,NUMERI DA RECORD PER IL CAMPANIA TEATRO FESTIVAL

Numeri da record per la diciottesima edizione del Campania Teatro Festival, la nona diretta da Ruggero Cappuccio. La rassegna internazionale e multidisciplinare, realizzata dalla Fondazione Campania dei Festival con il sostegno concreto della Regione Campania, ha fatto registrare quest’anno oltre 40mila presenze in 31 giorni di programmazione. Il doppio rispetto alle edizioni precedenti che avevano avuto la stessa durata e lo stesso numero di spettacoli.

Un successo davvero straordinario, testimoniato anche dai 387 giornalisti accreditati e dai 177 servizi radiotelevisivi sui diversi eventi del Festival. Molti dei quali concentrati nel Palazzo Reale di Napoli, tornato ad essere il cuore della manifestazione, ma anche in 8 teatri della città, in alcuni dei luoghi più suggestivi dell’intera regione, come ad esempio l’Anfiteatro Grande di Pompei, Villa Campolieto di Ercolano, il Fiordo di Furore (Sa) e il Palazzo Coppola di Valle/Sessa Cilento (Sa), e in quelli dove il focus sul teatro sociale ha portato coraggiosamente bellezza e cultura. A fare da filo conduttore una particolare attenzione, premiata dal pubblico, per le nuove drammaturgie e per il teatro che verrà. Quello dei tanti spettacoli che hanno debuttato in prima assoluta al Festival, e che ritroveremo in larga parte nella programmazione invernale di molti teatri italiani, ma anche quello proposto nella sezione Osservatorio dedicata alle giovani Compagnie teatrali, fucina di talenti e originali operazioni di scrittura e regia. Il Festival, però, come ogni anno ha ospitato anche grandi nomi della scena internazionale e spettacoli che hanno fatto tappa per l’Italia solo in Campania. A cominciare dal “Faustus in Africa!” di William Kentridge al Mercadante di Napoli fino alla “Julia” della regista brasiliana Christiane Jatahy al Politeama.

Particolarmente emozionanti sono stati poi “Lapis Lazuli” del coreografo greco Euripides Laskaridis, il focus sulle drammaturgie del Mediterraneo e “Works and Days” della formazione fiamminga Fc Bergman, moderna ed ecologica riflessione da Esiodo sul fragile legame tra gli esseri umani e il pianeta, accolta con entusiasmo dal pubblico del teatro Verdi di Salerno. Grande interesse hanno suscitato inoltre le quattro mostre gratuite dedicate a Roberto Herlitzka, Enzo Cannavale, Eduardo Scarpetta e Luisa Conte, premiate dall’afflusso costante di visitatori numerosi e partecipi. Un tema, quello drammaticamente attuale della pace, ha permeato l’intera rassegna, veicolando le giuste pulsazioni e l’ossigeno vitale che l’arte fornisce a ogni democrazia. Non a caso, lo slogan di questa diciottesima edizione è stato “Battiti per la pace”, una esortazione a non restare silenti di fronte all’ingiustizia e all’orrore delle guerre, ma anche la consapevolezza che il teatro è respiro, ritmo, incontro di idee, condivisione, vita.

Confermata in questa edizione, la politica dei prezzi popolari, che caratterizza fin dal primo anno la direzione artistica di Ruggero Cappuccio. Una scelta, quella di tenere invariato il prezzo del biglietto da 5 a 8 euro, con ulteriori agevolazioni e ingresso gratuito per i diversamente abili con accompagnatore e i pensionati titolari di assegno sociale, che ha favorito il nuovo record di presenze ed è stata possibile ancora una volta soltanto grazie al finanziamento della Regione Campania. L’appuntamento ora è con il Campania Teatro Festival 2026, il decimo diretto da Ruggero Cappuccio, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival presieduta da Alessandro Barbano. Dove lo schema vincente resterà lo stesso, ma non mancheranno interessanti novità.

 

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La docu-serie dedicata a giovani, donne e disabili che promuovono pace e sviluppo in Ciad

Dalla parità di genere, alle start-up innovative, passando per l’arte al servizio della pace e della coesione sociale, le video testimonianze di “Jeunesse En Action” puntano i riflettori su giovani ciadiani che ogni giorno lavorano per un presente e futuro di pace e giustizia.

Il clima di insicurezza e l’instabilità politica rendono il Ciad uno dei paesi con più problemi in termini di coesione sociale e benessere socioeconomico. I giovani hanno poche opportunità di esprimersi e devono affrontare molti ostacoli, come l’elevata disoccupazione, l’esodo rurale e un basso accesso all’istruzione. Anche le donne rimangono in gran parte escluse dal dialogo e dai processi decisionali, nonostante il loro ruolo trainante ed attivo nelle dinamiche comunitarie. Eppure, il Paese ha una comunità giovanile dinamica, animata da un mosaico di iniziative e collettivi della società civile.

Il progetto della ONG ACRA «Jeunesse en Action pour l’Avenir du Tchad!», sostenuto dall’Unione Europea, è nato con l’obiettivo di rendere i giovani la forza trainante del cambiamento sociale rafforzando le capacità delle organizzazioni locali giovanili, con un’attenzione particolare alla partecipazione femminile.

Le organizzazioni sono accompagnate nello sviluppo di microprogetti per la risoluzione dei conflitti, la tutela dell’ambiente, la valorizzazione delle donne, attraverso formazione, spazi di dialogo, opportunità di impiego e formazione professionale.

Con la produzione di Davide Lemmi, Marco Simoncelli, Arianna Pagani di FADA Collective, Jessica Tradati di LaFabula e la colonna sonora della cantante ciadiana Wawy-B, la docu-serie “Jeunesse En Action” raccoglie le testimonianze di 12 giovani delle province di N’Djamena, il Lago e Moyen-Chari, nel sud del Paese.

I video, con la loro importante spinta motivazionale, sono trasmessi da numerose emittenti televisive africane come Tchad24, che li diffonde sia in TV che online. Sono inoltre disponibili sui canali di ACRA che li utilizza per le sue attività di sensibilizzazione e advocacy in Ciad, Sahel e Italia:

Zara, con la sua associazione Femme O’Naturel, lavora per promuovere il diritto all’educazione delle ragazze e combattere i tabù legati all’igiene mestruale in Ciad. Attraverso campagne di sensibilizzazione, attività di formazione e la distribuzione di assorbenti igienici sostenibili e riutilizzabili, Zara lavora per creare un futuro più equo e inclusivo. Il suo impegno mira a garantire che ogni ragazza possa frequentare la scuola con dignità e fiducia, contribuendo a eliminare le barriere che impediscono di frequentare regolarmente la scuola e di vivere senza stigmi legati al periodo mestruale.

Abakar è un giovane allenatore ciadiano che ha affrontato una sfida personale importante, essendo una persona con disabilità sin da bambino. Nel 2008, ha fondato un’accademia di calcio a N’Djamena, dedicandosi quotidianamente all’allenamento e alla crescita di giovani talenti che sognano di diventare calciatori professionisti. Con passione e determinazione, Abakar trasmette alle nuove generazioni i valori fondamentali dello sport, dell’educazione e della perseveranza.

Per la rapper Wawy-B, la musica è un mezzo d’espressione per sentirsi libera. Attraverso i suoi brani, che mescolano testi rap e ritmi africani, trasmette messaggi contro la violenza di genere e richiama le nuove generazioni come parte attiva del cambiamento. Sogna un Ciad unito, in cui i giovani abbiano un facile accesso alle tecnologie e alle forme d’arte, capaci di dare voce alle loro idee, sogni e speranze.

Negli ultimi tre anni, grazie al progetto «Jeunesse en Action pour l’Avenir du Tchad!», ACRA ha mappato oltre 300 associazioni promosse da giovani e donne e contribuito alla crescita concreta di 42 realtà sviluppando con loro capacità tecniche, opportunità di partnership e strumenti di analisi.

Ha inoltre coinvolto oltre 6.000 persone attraverso canali istituzionali, mediatici, accademici e artistici, con un’attenzione particolare alle donne che hanno rafforzato il loro ruolo nella comunità e nella risoluzione pacifica dei conflitti

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Prelevamenti dei minorenni e uso della forza pubblica: Terragni chiede incontro a membri del governo

Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, chiede un incontro alla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, al Ministro della giustizia Carlo Nordio e al Ministro dell’interno Matteo Piantedosi “allo scopo di definitivo chiarimento in merito ai prelevamenti forzosi dei minori destinati al collocamento in case famiglia e/o altre strutture extrafamiliari, e in particolare all’uso della forza pubblica per l’esecuzione del prelevamento”.

Nella lettera inviata ai ministri questo pomeriggio Terragni ha ricordato che “svariate sentenze stabiliscono che il provvedimento forzoso può essere adottato unicamente a tutela dell’incolumità del minore e nei casi in cui vi siano rischi certi e imminenti per la sua vita”. In particolare, ha richiamato la pronuncia della Corte di Cassazione 9691 del 2022, che ha definito misura “non conforme allo stato di diritto” l’uso della forza per il prelevamento del minore e ha ribadito l’imprescindibilità dell’ascolto del minorenne.

L’Autorità garante ha infine sottolineato come la questione sia tanto più urgente alla luce di alcuni recenti casi di cronaca, “come quello – in corso proprio in queste ore – della bambina di Monteverde, Roma. Una bambina affetta, tra l’altro, da una rara sindrome genetica multisistemica – la malattia di Fabry – oltre che portatrice di anemia mediterranea, per la quale il Tribunale ha disposto il collocamento in casa famiglia anche con intervento della forza pubblica, a fronte del quale la minore oppone una disperata resistenza”.

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