Cambiano le rotte, ma cambiano anche le politiche di accoglienza. Cambiano le modalità di sfruttamento e cambiano pure le vittime della tratta costrette a prostituirsi. Chi sono le nuove schiave della prostituzione coatta? Da dove vengono? Dove e come sono forzate a vendere il loro corpo?

Nel mondo sono oltre 40 milioni le vittime di tratta. Tra queste, il 72% sono donne, mentre il 23% sono minori. Fra le principali finalità della tratta vi sono lo sfruttamento sessuale (quasi 60%) e il lavoro forzato (34%). In questi ultimi anni il fenomeno della tratta è cambiato anche in Italia, specialmente per quanto riguarda la prostituzione coatta. Sono diminuite infatti le donne nigeriane – i cui sbarchi sono calati drasticamente, ma il cui sfruttamento è diventato ancora più brutale in Libia – e sono aumentare le donne di altre nazionalità così come le persone transessuali. Il fenomeno, inoltre – anche a causa del Coronavirus – si è ulteriormente spostato dalla strada all’indoor (e all’online), rendendo le vittime ancora più invisibili, inavvicinabili e vulnerabili.

Anche quest’anno, in vista della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta voluta da Papa Francesco (che si celebra l’8 febbraio, festa di Santa Bakhita), il Centro Pime di Milano, Mani Tese e Caritas Ambrosiana propongono, in collaborazione con Ucsi Lombardia, un’occasione preziosa di confronto e approfondimento su un fenomeno in continua e drammatica evoluzione.

Sabato 6 febbario dalle ore 10.00 alle ore 12.00 in diretta streaming si terrà il convegno “Tratta, prostituzione e schiavitù. Nuove frontiere e nuove sfide” che ospiterà anche un focus sulla tragedia che coinvolge proprio in queste settimane migliaia di migranti lungo la rotta balcanica, dove sono vittime di gravissime violazioni dei diritti umani.

GLI INTERVENTI

LAURENCE HART, direttore Ufficio OIM per il Mediterraneo
Le rotte della tratta

Video testimonianza di Joy (Nigeria-Italia)

CINZIA BRAGAGNOLO, coordinatrice Numero Verde Antitratta
Lo sfruttamento in Italia

MANUELA DE MARCO, Ufficio politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas Italiana
Le risposte possibili (e necessarie)

Conclusione: Focus Balcani

NELLO SCAVO, giornalista di Avvenire, esperto di migrazioni
La gelida vergogna

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