Di seguito l’intervista realizzata da La Repubblica nell’ambito del “Rapporto Politiche e Servizi Sociali 2021” al presidente del CSV Napoli Nicola Caprio,  che  illustra gli ottimi risultati raggiunti durante la sua gestione e chiede un cambio di passo sulle strategie delle istituzioni

Che tipo di lavoro avete fatto durante la pandemia? 

La pandemia ha sconvolto tutti, il mondo del volontariato ha dato un valido supporto nella gestione dell’emergenza, che non è stata solo sanitaria ma anche e soprattutto sociale. Il CSV Napoli si è confrontato continuamente con i volontari per trovare soluzioni, strumenti e modalità per far fronte alle nuove esigenze dettate dal lock-down. E così abbiamo provato subito a dare risposte: penso alle coperture assicurative estese al rischio contagio, alla distribuzione di DPI (dispositivi di protezione individuali), all’utilizzo del Camper della solidarietà per la distribuzione di generi di prima necessità alle persone fragili ed isolate dell’area metropolitana di Napoli. Anche il progetto di animazione territoriale “Agenzie di Cittadinanza” è stato riadattato concentrando, principalmente, le attività di operatori e volontari sull’assistenza domiciliare ad anziani e persone con disabilità. Mi preme sottolineare, inoltre, il ruolo che abbiamo svolto nella task force della Regione Campania e l’adesione convinta alla Rete dell’Alleanza contro la Povertà Campana, composta da realtà associative, rappresentanze dei comuni e delle regioni, enti del Terzo settore e organizzazioni sindacali e datoriali, per promuovere azioni sistemiche a livello regionale per il contrasto alla povertà. È importante sensibilizzare sulla necessità di sostenere le persone in difficoltà economica, stimolando la rete multi-livello della solidarietà sociale e dare il giusto riconoscimento al volontariato, antenna sociale naturale nelle comunità per il ruolo di prossimità.

Cosa è cambiato per voi nell’ultimo anno?

Abbiamo avuto mille difficoltà come CSV Napoli, non solo legate all’emergenza socio-sanitaria, ma anche per la mancata approvazione della programmazione 2021 in tempi ragionevoli. L’ente di controllo territoriale (OTC Campania/Molise) ha infatti bloccato per circa 6 mesi la programmazione di tutti i centri delle due regioni, creando non poche difficoltà operative a cui si sono aggiunte quelle legate all’emergenza. Nella prima fase pandemica, CSV Napoli ha sin da subito orientato e supportato i volontari impegnati in prima linea e ha svolto un sondaggio per monitorare le attività messe in campo e rilevare i loro bisogni. Siamo intervenuti laddove possibile, rimodulando con tempestività e innovazione anche la programmazione. Abbiamo colto la sfida e l’opportunità nella tragicità del momento storico, cercando di valorizzare tutte le esperienze di collaborazione con enti locali e privati per sostenere l’impegno dei volontari nei diversi territori. A luglio ci giungono le dimissioni della presidente dell’OTC indicata dalle Fondazioni di origine Bancaria (FOB) e successivamente l’organismo si è sciolto per ulteriori dimissioni degli altri componenti designati, senza motivazioni chiare. Ci viene di fatto sottratta la possibilità di avviare una riflessione dinamica, complessa e innovativa per inserire il volontariato in una nuova traiettoria tecnologica, con la mancata approvazione della rimodulazione della programmazione 2020. In particolare, abbiamo appurato una disertata attenzione e capacità di ascolto, semplicemente per imporre una dimensione di burocrazia e di primato. Da troppo tempo stiamo scontando le numerose difficoltà nell’espletamento delle azioni dell’Organismo Territoriale di Controllo. Ancora oggi siamo in attesa che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali decreti i nuovi componenti, auspicando che con “i nuovi” ci sia una maggiore collaborazione e condivisione dei processi, per il bene del volontariato.  Queste difficoltà, però, non ci hanno fermato, continuiamo con dignità e senza sosta nel sostenere le associazioni nell’ascolto sistemico dei vari bisogni.

Iniziative particolari per il 2021?

La definizione della programmazione 2021 del CSV Napoli si determina in un momento in cui vi sono grandi cambiamenti sociali. Anche la seconda fase della pandemia ha, nostro malgrado, attratto attenzione e risorse tese a fronteggiarla con mutamenti relazionali che probabilmente persisteranno ancora per molto. Ma in realtà importanti dinamiche di trasformazione si erano già prodotte nell’ultimo quinquennio aprendo la strada ad una gamma di nuovi bisogni. Il terreno delle organizzazioni dell’intervento sociale è stato interessato da tali cambiamenti e in modo preponderante si inserisce in questa chiave la Riforma del Terzo settore. In questo clima, a giugno andremo ad elezioni come CSV Napoli e anche come coordinamento nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato (CSVnet). Il mio intento è di continuare a costruire percorsi virtuosi insieme con le reti regionali e territoriali, sempre con spirito di servizio, come abbiamo fatto finora. Napoli sarà al centro delle attenzioni mediatiche, ci saranno le elezioni comunali, un momento decisivo per la nostra città: noi lavoriamo per una programmazione che da sempre ha riconosciuto un impegno e un ruolo importante all’ente pubblico, condividendo processi ed obiettivi con le diverse aree tematiche e di intervento, in particolare con l’assessorato alle politiche sociali, welfare e quello dei giovani.

Come considera il rapporto con le istituzioni?

Sempre proficuo per promuovere l’amministrazione condivisa e la responsabilità sociale. Un esempio sono le già citate “Agenzie di Cittadinanza”, nate proprio dalla collaborazione tra CSV Napoli e Comune di Napoli per sperimentare nuove pratiche di welfare territoriale, ovvero percorsi di responsabilizzazione competente del territorio a partire dalla comunità. Ma anche negli altri territori portiamo avanti da anni percorsi di condivisione con le istituzioni con i nostri sportelli territoriali, presenti nella fascia costiera, nel nolano e nell’area nord di Napoli per promuove un welfare di comunità. Da diversi anni, inoltre, abbiamo attiva una collaborazione con INAIL che a breve vedrà partire il progetto “Volontariato sicuro 2.0”, la cui finalità è di offrire assistenza e consulenza ai volontari per porli in condizione di rispettare la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (anche in relazione alla pandemia da SARS-COV-2) così da garantire la massima sicurezza nell’espletamento delle varie attività. Più recente è, invece, il protocollo d’intesa che abbiamo sottoscritto con l’Ufficio Interdistrettuale di esecuzione penale esterna (UIEPE) per la Campania per il buon andamento dell’implementazione e degli sviluppi di iniziative volte a promuovere la “Giustizia di Comunità”. Realizzeremo insieme una serie di azioni per facilitare l’inclusione sociale delle persone in area penale e promuovere la cittadinanza attiva. Anche il dialogo costante con il Garante per l’infanzia e l’adolescenza e i Garanti dei detenuti e dei disabili della Regione Campania è significativo, perché ci permette di costruire percorsi condivisi ed interventi mirati per le nostre comunità.

Voi che siete a contatto costante col territorio che tipo di richieste ricevete?

Lo stato di emergenza ha subito evidenziato la nascita di nuovi bisogni da parte dei territori e reso, quindi, necessario l’ampliamento da parte nostra di alcuni servizi. Tra le difficoltà maggiormente incontrate la mancanza di DPI (dispositivi di protezione individuale) per poter operare in sicurezza, la mancanza di risorse economiche per poter fronteggiare nuove spese, la mancanza di beni di prima necessità e la mancanza di volontari in generale. I bisogni rilevati nelle attività in emergenza sono collegati all’aumento della povertà, della solitudine oltre alle difficoltà finanziarie e non manca la necessità di un supporto psicologico per i bambini e gli adolescenti. A tutto questo va aggiunta la difficoltà nell’uso di strumenti tecnologici e la necessità di individuare metodologie sempre innovative per lo svolgimento di tante attività. Oggi i volontari rivendicano rispetto per il ruolo centrale che hanno avuto nella gestione dell’emergenza e chiedono a gran voce sostegno e tutela a vario titolo e soprattutto di essere inseriti nel piano vaccino nazionale.

Quali sono secondo voi le principali emergenze sociali?

Io sono sinceramente preoccupato per l’assenza di un reale piano strategico nazionale per fronteggiare un’emergenza sociale mai vista nella storia, che ha generato e genererà ancora effetti preoccupanti sui bambini, anziani e su tutte le persone fragili. Effetti, talvolta ignorati, soprattutto sottovalutati da tutti. È necessario definire una “gestione straordinaria”, con servizi da ampliare e garantire su tutto il territorio nazionale e in modo particolare al Sud, dove il lavoro e la dignità continua a mancare. Bisogna guardare ai bisogni veri, potenziare e creare nuovi servizi per andare oltre l’emergenza! Non si può consentire che famiglie e soggetti più deboli oggi siano ancora più soli e abbandonati a sé stessi.