Una giornata estiva. Il sole splende sulla autostrada tra Punta Raisi e Palermo. Magistrati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze di polizia, cittadini e studenti commemorano il primo anniversario della strage di Capaci. C’è anche don Luigi Ciotti sul luogo del dolore. Prega, in silenzio. Quando, all’improvviso, si avvicina una donna minuta: si chiama Carmela, è vestita di nero e piange. La donna prende le mani di don Luigi e gli dice: «Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri». Soffre, Carmela: in quel primo anniversario della strage la memoria di suo figlio Antonio, e dei suoi colleghi Rocco e Vito, veniva liquidata sotto l’espressione “i ragazzi della scorta”. Da questo grido di identità negata nasce, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Nessuno. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.

Ogni anno una città diversa, ogni anno un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Per farli esistere nella loro dignità.

Il 21 marzo: perché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale, perché solo facendo memoria si getta il seme di una nuova speranza. Il 21 marzo 1996 a Roma, piazza del Campidoglio, la prima edizione. E poi Niscemi (Cl), Reggio Calabria, Corleone (Pa), Casarano (Le), Torre Annunziata (Na), Nuoro, Modena, Gela (Cl), Roma, Torino, Polistena (Rc), Bari, Napoli, Milano, Potenza, Genova, Firenze, Latina, Bologna, Messina come piazza principale in contemporanea in 2000 luoghi, Locri (Rc) e in simultanea con 4000 luoghi, e infine nel 2018 Foggia e in tutta Italia e nel resto del mondo.

Ogni piazza, il valore e la testimonianza dell’esserci. Ogni città, un ricordo e una denuncia.

Anni di memoria e impegno. Anni di verità e giustizia. Per le stragi e le vittime delle guerre di mafie. Oltre il settanta per cento delle famiglie delle vittime non conosce la verità sulla morte dei propri cari. E quel giorno – e per tutti gli altri 364 giorni dell’anno – insieme ai familiari tutti diventiamo cercatori di verità.

Il prossimo 21 marzo, la XXV edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico, si svolgerà a Palermo e sarà preceduta da centinaia di appuntamenti su tutto il territorio nazionale con incontri nelle scuole, proiezioni di film, dibattiti, spettacoli teatrali.

Palermo, una città profondamente cambiata: è ancora città di contrasti e di conflitti, dove la mafia esiste ancora, ma oggi non comanda più, mentre si moltiplicano le esperienze di resistenza ad ogni forma di oppressione e di violenza, a partire dai beni confiscati alle mafie, oggi divenuti beni comuni, restituiti alla collettività.

Questa giornata non è solo testimonianza, non è semplicemente un gesto: è un sentimento di gratitudine e riconoscenza per quanti hanno perso la vita. È tutto questo, ma anche qualcosa di più. Non basta avere memoria, occorre coltivarla e trasmetterla. Le vittime che ricordiamo in quel giorno e negli altri 364 giorni non sono un semplice elenco di nomi. Sono, devono essere, altrettanti stimoli a interrogarsi e conoscere per fare, per esserci, per cambiare.

“Altro e Altrove” sarà lo slogan di questa edizione. “Altro”, come ulteriore impegno per procedere su questa strada battuta in venticinque anni, verso un “altrove” ancora da liberare dalla presenza di mafie e corruzione, in cui vengano messi al centro i bisogni e i desideri delle persone. Se da un lato sentiamo il dovere di essere custodi di un patrimonio storico fatto di eventi tragici e gesti di reazione e rottura, dall’altro abbiamo la necessità di portare le nostre battaglie oltre quel periodo, per saldarle alle urgenze sociali che schiacciano e indeboliscono le nostre comunità oggi. Sono le storie delle persone, vittime innocenti che tracciano e ridisegnano la linea del tempo, l’impegno nel presente per rigenerare i nostri territori.

Per inviare l’adesione alla Giornata compila il modulo online a questo link. Per informazioni è possibile telefonare al numero 334.9151845 oppure scrivere a segreteria.21marzo@libera.it