Youth with Refugees Art Contest: lo sport che unisce

Youth with Refugees Art Contest è un concorso che invita a presentare illustrazioni sul tema “Insieme attraverso lo sport” per mettere in luce il potere dello sport di unire le persone e creare un senso di speranza.

Le migliori creazioni saranno condivise con 10 milioni di followers sulle piattaforme dei social media dell’UNHCR (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e presentate in una mostra digitale. I finalisti riceveranno premi speciali e omaggi dall’UNHCR.

I cinque migliori disegni saranno trasformati in palloni da calcio cuciti da rifugiati e membri della comunità ospitante in Kenya, attraverso una società di produzione di palloni etici: Alive and Kicking. I palloni vincitori saranno venduti online per sostenere le opportunità sportive per i rifugiati.

Chi può partecipare
-Chiunque abbia tra i 10 e i 30 anni
-Di qualsiasi nazionalità
Le iscrizioni di giovani rifugiati, richiedenti asilo, apolidi e sfollati interni sono i benvenuti al concorso.

Come partecipare
-Per il concorso generale, inviare un disegno o un fumetto che illustri il tema, nel formato che si preferisce.
-Per il concorso #dreamball design, usare il modello di disegno della palla e disegnare all’interno delle due cornici.

La scadenza per presentare la propria illustrazione è il 25 giugno 2021, ma le candidature anticipate sono incoraggiate per avere la possibilità di essere condivise regolarmente sugli account dei social media.

Per maggiori informazioni …clicca qui

L’economia sociale in Italia, il primo rapporto nazionale Euricse-Istat

Domani, Martedì 11 maggio 2021 dalle 10.30 Euricse presenta il primo rapporto nazionale sull’economia sociale realizzato insieme ad Istat. Lo studio “L’economia sociale in Italia. Dimensioni, caratteristiche e settori chiave”, che sarà presentato durante un evento online trasmesso in streaming sul canale Youtube di Euricse, è il primo a fotografare nella sua interezza tutto il comparto formato da associazioni, cooperative, mutue, fondazioni e le altre istituzioni non profit come le imprese sociali.

Durante l’evento, moderato dal giornalista del Corriere della Sera Dario Di Vico, aperto dal segretario generale Euricse Gianluca Salvatori e da Caterina Viviano, responsabile Servizio registri statistici Istat, è prevista una tavola rotonda con il presidente di Euricse, Carlo Borzaga, la viceministra dell’Economia e Finanze, Laura Castelli, e il presidente del CNEL Tiziano Treu. La presentazione della ricerca è affidata al ricercatore Euricse Eddi Fontanari e a Massimo Lori di Istat.

Il rapporto sarà scaricabile dal sito di Euricse e Istat nel giorno dell’evento. Oltre ad un quadro generale sulla struttura e il peso dell’economia sociale, l’indagine si concentra sul profilo dei lavoratori e i dati dell’occupazione. L’ultima parte del rapporto è dedicata a focus settoriali su sanità e assistenza sociale, istruzione e formazione, cultura, sport e ricreazione.

La collaborazione tra Istat ed Euricse è nata per ricomporre la frammentazione statistica dei dati sulle organizzazioni dell’economia sociale. Nel 2019 è stato pubblicato un primo rapporto che ha riguardato la sola componente delle imprese cooperative. La rappresentazione di un quadro unitario è precondizione per cogliere con precisione il ruolo economico e sociale e, di conseguenza, le modalità di sostegno e di controllo dell’economia sociale.

Per partecipare al webinar è sufficiente collegarsi a questo link.

Attività commerciali del Terzo settore, Orlando firma il decreto

Riproponiamo l’articolo di Gabriele Sepio per Vita relativo al via libera da parte del ministro del Lavoro alla disciplina delle cosiddette attività “diverse” per la cui piena operatività si attende ora la firma del Ministro delle Finanze e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Arriva un altro tassello per il completamento della riforma del Terzo settore. Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha infatti annunciato, lo scorso 30 aprile, la firma del decreto che disciplina le c.d. attività “diverse” per la cui piena operatività si attende ora la firma del Ministro delle finanze e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si tratta delle attività commerciali che gli enti del terzo settore potranno svolgere in via secondaria e strumentale accanto agli obiettivi principali di interesse generale. Rientrano in questa categoria, ad esempio, le entrate derivanti dalle sponsorizzazioni o dalla vendita di beni e prestazioni di servizi, attraverso le quali solitamente gli enti reperiscono risorse per finanziare gli scopi principali. Attività, queste, che finora venivano regolate con criteri e requisiti eterogenei a seconda della tipologia di enti. Verranno assorbite nelle attività diverse, ad esempio, quelle c.d. “connesse” previste per le ONLUS oppure “marginali” per le organizzazioni di volontariato.

Con la riforma del Terzo settore tutte le tipiche attività commerciali diverse da quelle di interesse generale vengono, dunque, ricondotte all’interno di una unica categoria, con una disciplina finalmente uniforme per tutti gli enti. Questa regolamentazione permetterà di raggiungere due obiettivi importanti. Da un lato superare le incertezze legate alla possibilità per gli enti non profit di potersi finanziare svolgendo attività commerciale che non rientra tra gli scopi principali, purchè siano rispettati paletti ben precisi. Dall’altro stabilire regole valide per tutti al fine di evitare che si possano utilizzare gli enti non profit come scorciatoia per svolgere vere e proprie attività commerciali mascherate dietro lo schermo formale del terzo settore. Uno schema troppo spesso favorito dalla concessione di incentivi fiscali a pioggia non accompagnati da puntuali regole di trasparenza.

Ma quali sono, dunque, i criteri per lo svolgimento delle attività diverse e, in particolare, quali i limiti alle entrate derivanti da queste ultime?

Un primo aspetto da considerare riguarda la secondarietà. Gli enti del terzo settore dovranno, infatti, garantire lo svolgimento in via prevalente delle attività di interesse generale. Per questa ragione le attività diverse sono ammesse purchè rientranti in due parametri alternativi. Il primo prevede, come per le imprese sociali, che i ricavi derivanti da questo tipo di attività non siano superiori al 30% dei ricavi complessivi dell’ente. Il limite potrà essere “elastico”, ovvero laddove si dovesse superare la soglia per una annualità sarà possibile recuperare la differenza l’anno successivo. Ad esempio, in caso di entrate da attività diverse pari al 40% (quindi del 10% superiore alla soglia) sarà necessario rispettare il limite del 20% l’anno successivo. Il secondo parametro per rispettare la secondarietà prevede che i ricavi da attività diverse non possa superare il 66% delle spese complessive dell’ente. Sarà quest’ultimo, molto verosimilmente, il parametro più gettonato dai tantissimi enti che svolgono attività principale in forma gratuita o senza ricevere corrispettivi veri e propri. A favorire l’utilizzo di questo criterio concorrerà anche il fatto che tra i costi complessivi potranno essere considerati quelli figurativi riguardanti l’impiego dei volontari.

Il secondo parametro fondamentale per poter svolgere attività diverse sarà quello della strumentalità. Questo significa che tali attività dovranno essere esercitate per la diretta realizzazione di quelle principali, ovvero delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale perseguite dall’ente del Terzo settore. Viene meno, dunque, un criterio che finora aveva limitato il ricorso alle attività connesse da parte delle ONLUS. Per queste ultime l’Agenzia delle entrate ha da sempre richiesto la presenza di un vincolo funzionale con quelle di interesse generale. Il criterio richiesto dalle nuove regole del terzo settore richiede, dunque, che le risorse derivanti dalle attività diverse, qualunque esse siano, debbano essere reinvestite negli scopi principali dell’ente.

Laddove l’ente non dovesse rispettare tali parametri si potrà arrivare anche alla cancellazione dell’ente dal registro unico nazionale del terzo settore, con conseguente perdita della qualifica di ETS. Dal punto di vista fiscale tali attività potranno godere di alcuni regimi forfettari. Una volta ottenuta l’autorizzazione della UE sulle misure tributarie previste dal codice del terzo settore, gli enti del terzo settore non commerciali potranno beneficiare di un regime forfettario agevolato (art. 80 del codice del terzo settore). Mentre le associazioni di promozione sociale e le organizzazioni di volontariato potranno godere, entro il limite dei 130 mila euro di entrate commerciali, di un regime speciale che non prevede l’applicazione dell’IVA e che, sostanzialmente, azzera l’impatto legato all’imposizione diretta (si applicherebbe in questo caso un coefficiente di redditività dell’1% per ODV e del 3% per APS). Vale la pena notare il regime delle attività diverse semplifica anche il trattamento fiscale oggi riservato alle associazioni sportive dilettantistiche. Per quelle, tra queste ultime, che decidessero di restare fuori dal Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, le attività commerciali restano agevolate fiscalmente solamente se connesse allo svolgimento di una disciplina sportiva riconosciuta dal Coni. Fuori da questo parametro le entrate scontano una tassazione ordinaria con IVA al 22% e IRES al 24%. Il trattamento fiscale agevolato previsto dalla riforma del terzo settore, al contrario, assorbe qualsiasi entrata commerciale nei limiti quantitativi previsti. Vale la pena ricordare, restando nel confronto con il trattamento riservato alle associazioni sportive, che, a seguito dei decreti di riforma dello sport (in particolare D.lgs 36/2021), è prevista l’introduzione di puntuali limiti alle entrate commerciali degli enti sportivi che dovranno seguire, secondo il medesimo schema previsto dalla riforma del terzo settore, criteri di secondarietà e strumentalità.

 

Proseguono gli appuntamenti delle Assemblee Consultive Territoriali. Giovedì 29 aprile spazio alle associazioni dell’area nolana e area vesuviana interna

Giovedì 29 aprile toccherà alle associazioni dell’area dell’area nolana e area vesuviana interna di confrontarsi con il CSV Napoli per condividere processi, azioni e strategie utili a supportare il volontariato di questi territori.

Sono invitati a partecipare (Comuni di Camposano, Carbonara di Nola, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Nola, Palma Campania, Roccarainola, San Gennaro Vesuviano, San Paolo Bel Sito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino, Visciano) e l’area Vesuviana interna (Comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Massa di Somma, Ottaviano, Poggiomarino, Pollena Trocchia, Pompei, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Striano, Terzigno, Trecase e Volla). Clicca qui per partecipare

 

L’appuntamento con l’Assemblea Consultiva Territoriale è online alle ore 15.30.

Ampio spazio al dialogo e al confronto per consentire a tutti di esprime le proprie idee e offrire il proprio contributo per partecipare alla costruzione della nostra programmazione futura.

Summer School in Cinema, Human Rights and Advocacy

Il Global Campus of Human Rights, in collaborazione con Picture People, organizza la 16° edizione della Summer School in CinemaHuman Rights and Advocacy, un corso di una settimana con possibilità di fare domanda di borse di studio a copertura totale della quota di partecipazione.

A causa dell’emergenza COVID-19, il corso si terrà in formato blended dal 30 agosto all’8 settembre 2021, con alcune sessioni online e altre in presenza al Lido di Venezia, presso la sede del Global Campus e gli spazi della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

La Summer School offre un entusiasmante programma di conferenze, proiezioni di film, discussioni, gruppi di lavoro e un seminario di narrazione che combina competenze sui diritti umani, studi sui media e strategie di difesa dei video advocacy. Nel programma di quest’anno verrà dedicata particolare attenzione alla difesa dei diritti dei minori.

Sono incoraggiati a partecipare alla Summer School: professionisti dei diritti umani, media, ONG, terzo settore (volontario) e chiunque usi o sia interessato a utilizzare i media audiovisivi come strumento per promuovere il cambiamento sociale. Si richiede laurea o dottorato.

La scuola seleziona un massimo di 30 partecipanti. Il Global Campus of Human Rights offrirà fino a 10 esenzioni dalle tasse scolastiche e 4 borse di studio complete rivolte, in particolare, a studenti, esperti e/o professionisti il ​​cui campo di competenza e ricerca si concentra sui diritti dei bambini nonché futuri leader del settore.

Tutti i corsi si terranno in inglese. I partecipanti al corso riceveranno un certificato di partecipazione

Clicca qui per iscriverti…C’è tempo fino al 20 giugno 2021.