Generali Italia-Cattolica per vincere sulla coesione sociale. Due nuovi bandi da 500mila euro

Il futuro del Terzo settore in Italia si gioca sul sostegno alle realtà che compongo questo virtuoso universo e che favoriscono la coesione sociale, contribuendo allo sviluppo economico. Le contingenze del tempo presente richiedono infatti a questi enti un surplus di impegno, di professionalizzazione e di finanziamenti per proseguire la loro azione.

Il volontariato sempre più «liquido», la centralità del capitale umano, la sostenibilità economica e la rinnovata partnership con la pubblica amministrazione sono le principali sfide che il Terzo Settore si trova ad affrontare, secondo il Rapporto Terzo Settore presentato da Generali Italia. Proprio per rispondere a queste priorità, Fondazione Cattolica lancia due nuovi bandi del valore complessivo di 500mila euro ciascuno. Il primo, «Una Mano a chi sostiene», è dedicato ai progetti degli Enti del Terzo Settore ed Enti Non Profit che promuovono l’inclusione e la coesione sociale, generando un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile nel tempo. Il secondo, «People raising 2024», punta invece a facilitare i processi di selezione di risorse umane qualificate degli enti. «Grazie alle competenze della Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore di Generali Italia ci mettiamo in ascolto degli enti e dialogando con loro creiamo sinergie per sviluppare percorsi tesi a sensibilizzarli su una giusta ed efficace gestione del rischio che contribuisce alla stabilità e all’efficacia, per una serena conduzione delle proprie attività.
Proprio partendo dall’ascolto delle loro esigenze, per stare accanto alle comunità nei territori, tramite la Fondazione Cattolica abbiamo lanciato questi due bandi che rispondono alle priorità del terzo settore indicate nel Rapporto: il reperimento di risorse sia dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto umano», ha spiegato Piero Fusco, responsabile Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore di Generali Italia e vicepresidente di Fondazione Cattolica. Il doppio intervento messo in campo dalla Fondazione risponde alle necessità di sostegno avvertite dalla maggior parte degli enti, rappresentata da realtà di piccola o piccolissima dimensione economica (la media unitaria delle entrate è di 142mila euro l’anno). Per il 65,4% degli enti, peraltro, il fattore critico è proprio l’accesso ai finanziamenti pubblici, seguito per il 60,3% dall’accesso a quelli privati. La mancanza o l’incostanza dei finanziamenti rappresenta la più grande sfida con cui le organizzazioni si confrontano ed è un fattore che può minare la sopravvivenza stessa di queste preziose realtà, che con i loro servizi sono vicine alle famiglie e offrono soluzioni ai bisogni emergenti. Come registrato dal Rapporto di Generali Italia, il 59,8% degli enti non supera i 30mila euro di entrate annue e il 28,9% di essi ha entrate comprese tra i 30mila e 200 mila euro. Secondo i dati Istat, poi, il numero di impiegati nel settore è in crescita, ma solo il 14,6% degli enti impiega lavoratori dipendenti. Diminuisce invece il volontariato organizzato, con presenze calate del 16,5% tra il 2015 e il 2021, con una diminuzione di 900mila persone in termini assoluti, a fronte di una crescita potenziale di forme più «liquide» di partecipazione. Il volontariato, infatti, vive oggi con modalità partecipazione occasionale (57,5% dei volontari) o addirittura informale. Molti enti si confrontano infine con temi legati alla necessità di affrontare un ricambio generazionale. Fondazione Cattolica interviene su queste problematiche.

Il bando «Una Mano a chi sostiene» riconosce il valore delle attività di promozione sociale più significative, garantendo un accesso a risorse particolarmente utili. «People raising 2024» contribuisce invece una rinnovata professionalizzazione negli enti del Terzo Settore.

Potranno partecipare al bando unicamente:
– Enti di Terzo Settore (ETS)
– Enti privati senza scopo di lucro, con l’esclusione di: formazioni e associazioni politiche, sindacati, associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche, enti coordinati o controllati dai suddetti enti
– Enti Ecclesiastici civilmente riconosciuti (comprese Associazioni e Movimenti ecclesiali)
Ciascun Ente partecipante al bando potrà candidare un solo progetto.
Le attività progettuali presentate dovranno essere realizzate direttamente dall’ente partecipante e riguardare le seguenti aree tematiche:
1. Assistenza e solidarietà sociale;
2. Educazione, Istruzione e Formazione;
3. Cultura.
I progetti dovranno riguardare attività che pongono al centro la persona, contribuiscono allo sviluppo della comunità, promuovono inclusione e coesione sociale ed avere un positivo e misurabile impatto sociale sul territorio di riferimento.

Per maggiori informazioni consulta il bando

Arriva la proroga sull’avviso 2024 per i progetti di rilevanza nazionale del Terzo settore

È online sul sito del Ministero e delle Politiche sociali l’Avviso 2/2024, adottato con il decreto direttoriale n. 189 del 4 settembre, che stabilisce le modalità di accesso ai fondi destinati agli enti del Terzo settore con l’Atto di indirizzo 2024 per lo svolgimento di attività di interesse generale finanziabili con le risorse previste dal codice del Terzo settore (art. 72 del dlgs n. 117 del 2017). Nello specifico, l’avviso fa riferimento a iniziative e progetti di rilevanza nazionale, per un sostegno di 22.770.000 di euro di cui 19.950.000 euro destinati grazie all’articolo 72 del codice del Terzo settore e 2.820.000 euro relativi all’articolo 73, da destinare alle organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e alle fondazioni del Terzo Settore.

La scadenza, inizialmente fissata per il prossimo 22 ottobre, è stata prorogata a giorno 24 ottobre, per far fronte all’elevato numero di richieste di assistenza tecnica pervenute al servizio di supporto di help desk nella piattaforma dedicata.

Le iniziative e i progetti di rilevanza nazionale devono essere promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del Terzo settore, iscritte nel registro unico del Terzo settore, singole o in partenariato tra loro, anche attraverso le reti associative. In questa fase possono partecipare anche le fondazioni iscritte nell’anagrafe delle Onlus. Le attività dovranno svolgersi in almeno 10 Regioni (in questo caso sono equiparate alle Regioni le Province autonome di Trento e Bolzano). La durata minima delle proposte progettuali non dovrà essere inferiore a 12 mesi, mentre la durata massima non potrà eccedere i 18 mesi.

Si ricorda che il finanziamento ministeriale complessivo per ciascuna iniziativa o progetto non potrà essere inferiore a euro 250.000 euro, né superare 600.000 euro. Il Ministero, inoltre, potrà finanziare fino a un massimo dell’80% del costo totale dell’iniziativa o del progetto presentato da associazioni di promozione sociale e da organizzazioni di volontariato, anche in partenariato con loro, o il 50% se realizzato da fondazioni del Terzo settore. La restante quota sarà a carico dei soggetti proponenti, i quali potranno avvalersi anche di eventuali risorse finanziarie messe a disposizione da soggetti terzi.

Anche quest’anno, sarà possibile coinvolgere anche enti pubblici o privati, compresi quelli non appartenenti al Terzo settore, ma solo se svolte a titolo gratuito, con tanto di prova attraverso una specifica attestazione.

Per maggiori informazioni è possibile fare riferimento alla sezione dedicata a questo link.questo link.

Le Onlus possono partecipare alla co-progettazione

Riproponiamo l’articolo di Chiara Meoli relativo alla sentenza del Tar della Lombardia nella quale ha stabilito che le Onlus possono accedere ai dispositivi di sussidiarietà previsti del codice 

Il Tar Lombardia ha recentemente affermato il principio per cui le Onlus possono partecipare ai processi di co-programmazione e co-progettazione previsti dall’art. 55 del codice del Terzo settore ­anche se non iscritte al registro unico nazionale del Terzo settore (Runts).

Con la sentenza n. 2533 del 1° ottobre 2024, il Tar Lombardia (sezione II) ha difatti affermato la piena legittimità per gli enti aventi ad oggi la qualifica di Onlus di partecipare alle procedure di co-programmazione e di co-progettazione previste dalla normativa del Terzo settore in forza del regime transitorio previsto dalla riforma del Terzo settore e, in particolare, dall’articolo 101, comma 3 del decreto legislativo n. 117/2017.

Il caso

La sentenza trae origine da un contenzioso sorto in ordine a un avviso emesso dal Comune di Milano per l’individuazione di soggetti del Terzo settore ai fini della gestione, in regime di co-progettazione, di una struttura per l’accoglienza di adulti in condizione di povertà e di emarginazione sociale.

Tra i destinatari dell’avviso venivano ricomprese anche le Onlus, considerate enti del Terzo settore (Ets) in forza del regime transitorio (art. 101, comma 3 dlgs. 117/2017).

Avverso tale avviso avevano presentato ricorso alcuni Ets sulla base della (non corretta) considerazione che le Onlus non iscritte al Runts non potessero essere considerate enti del Terzo settore.

La decisione del Tar

Il Tar ha respinto il ricorso riconoscendo la legittimità per gli enti qualificati come Onlus di partecipare alle procedure di co-programmazione e di co-progettazione previste dalla normativa del Terzo settore in forza del regime transitorio previsto dal codice del Terzo settore.

In particolare – si legge nella pronuncia – (…), considerato che attualmente le Onlus non hanno ancora un preciso obbligo di iscrizione al Runts, valendo ancora per le stesse il regime transitorio dell’art. 101 del Codice del Terzo Settore, la scelta del Comune di Milano di consentire la partecipazione a tutte le Onlus non appare certamente contra legem oppure illogica”.

Il Tar ha anche ricordato che in base alla normativa attualmente vigente le Onlus “sono obbligate a presentare la domanda di iscrizione al Runts fino al 31 marzo del periodo di imposta successivo all’autorizzazione della Commissione Europea di cui all’art. 101 comma 10 del (Codice del Terzo Settore)”. Autorizzazione che peraltro, ad oggi, non risulta ancora pervenuta.

Questa decisione riveste estrema importanza confermando principi importanti in merito agli istituti della co-programmazione e della co-progettazione dagli articoli 55 e 56 del codice del Terzo settore che prevedono il coinvolgimento attivo in un’ottica “collaborativa” degli enti del Terzo settore nella gestione dei servizi: un modello alternativo a quello “competitivo” caratterizzato dall’acquisizione di beni e servizi mediante appalto pubblico o concessione (Codice dei contratti pubblici, dlgs n. 36 del 2023).

Proprio a quest’ultimo proposito, i giudici amministrativi hanno ribadito che:

“Gli articoli 55 e 56 del Codice del Terzo settore delineano un modello di gestione dei servizi fondato sul coinvolgimento attivo degli enti del Terzo Settore e tale modello è alternativo a quello caratterizzato dall’acquisizione di beni e servizi mediante lo strumento dell’appalto pubblico o della concessione di cui al vigente codice dei contratti pubblici; l’art. 6 del d. lgs. n. 36/2023 consente alla pubblica amministrazione di utilizzare modelli organizzativi di amministrazione condivisa, senza alcun rapporto sinallagmatico e mediante condivisione con gli enti del Terzo settore di cui al CTS; l’ultimo periodo del suindicato art. 6 specifica che gli istituti del CTS non rientrano nel campo di applicazione del codice dei contratti pubblici; la norma dell’art. 6 deve reputarsi espressione degli articoli 2 e 118 della Costituzione; Si configurano due modelli alternativi di gestioni dei servizi rivolti: nel caso di utilizzo del modello previsto dal CTS, le norme sulla contrattualistica pubblica non possono estendersi alla procedura di co-programmazione e di co-progettazione di cui al medesimo CTS”.

Dalla non applicabilità del Codice dei contratti alle procedure di co-programmazione e co-progettazione consegue poi che “l’Amministrazione procedente non è tenuta al rispetto letterale delle norme del codice dei contratti pubblici, ma che la stessa è vincolata ai principi di trasparenza di cui alla legge n. 241 del 1990, come del resto espressamente richiamata dall’art. 55 comma 1 del CTS”.

© Foto in copertina di Enrico Andreis, Nicolò Pastorello, Marina Vercellio, progetto FIAF-CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”

“In ascolto” parte il roadshow sui bisogni del terzo settore

Tutto pronto per “In Ascolto”, il roadshow articolato in 10 tappe che attraverserà l’Italia con l’obiettivo di raccogliere i bisogni e le sfide emergenti delle realtà del terzo settore nei diversi territori, capirne le specificità e articolare risposte adeguate, valorizzando le nuove tendenze nel campo dell’innovazione e della progettazione sociale.

Attraverso workshop dinamici, l’iniziativa prevede in ciascuna tappa il coinvolgimento e la partecipazione di realtà protagoniste del terzo settore, dal volontariato alla cooperazione sociale, dall’associazionismo alle fondazioni, fino alle Ong, con le quali saranno approfonditi temi-chiave quali la gestione finanziaria, la raccolta fondi, l’accesso ai bandi, la digitalizzazione, l’amministrazione condivisa, la transizione energetica, l’inclusione finanziaria, il tutto alla luce della quadro delineato dalla recente riforma del terzo settore.

L’iniziativa è promossa da Bper bene comune, l’unità dell’istituto di credito specializzata in servizi e soluzioni per il non profit e si avvale del patrocinio e della collaborazione scientifica e organizzativa di CSVnet oltre che di Legacoopsociali e di Fondazione Unipolis (Gruppo Unipol).

La prima tappa si terrà l’8 ottobre a Brescia. Seguirà un percorso che toccherà le principali città della penisola, da Torino a Napoli, da Genova a Catania.

Management del Welfare Territoriale. Aperte le iscrizioni al Master UniSa

E’ stato pubblicato il bando della VII edizione del Master UniSa in Management del welfare territoriale https://corsi.unisa.it/management-del-welfare-territoriale ). 

Il master è il risultato di un progetto collettivo caratterizzato da un lungo e approfondito processo di ricerca e di confronto tra l’OPS UNISA e molte realtà significative nel campo del welfare nazionale, regionale e locale. Il confronto tra i partner ha fatto emergere la consapevolezza che il continuo mutamento delle condizioni sociali, politico-economiche e normative, sia su base nazionale che internazionale, richiedono un lavoro di rete e un costante adeguamento dei sistemi locali, attraverso l’individuazione e l’utilizzo di risorse orientate allo sviluppo sociale del territorio e al benessere delle persone. Occorrono nuovi strumenti interpretativi e tecnologie per comprendere a fondo i bisogni delle comunità ma anche nuove competenze per promuovere strategie di open innovation e di co-progettazione con gli stakeholder e gli assetholder per definire nuove azioni quanto più rispondenti ai bisogni della cittadinanza e alle richieste di sostenibilità, sociale, ambientale ed economica. Pertanto, i welfare manager dovranno assumere un ruolo sempre più specifico di leader di promozione e di governo del territorio che consenta loro di combinare mezzi e fini in modo efficace ed efficiente, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone, valorizzando le loro diversità.

Per l’Anno Accademico 2024/2025 tutte le attività formative (corsi e laboratori) e gli esami saranno erogati on-line e partiranno il 9 gennaio 2025 (calendario).

Le borse di studio a disposizione sono 14, 5 totali e 9 da 750 euro (50% del costo del master), grazie al contributo dei partner e al residuo degli anni precedenti. Gli studenti possono iscriversi contemporaneamente a un corso di laurea magistrale e ad un master. Per le persone con invalidità di almeno il 66% il master è gratuito.

Inoltre, il master aderisce a PA 110 e lode, con una riduzione del 30% sul costo d’iscrizione.

Scarica il bando (scadenza 11 novembre 2024) e la locandina. Guarda il video di presentazione: https://fb.watch/uVlOzrs_Cq/

Martedì 15 ottobre (a UniSa) e giovedì 24 ottobre (presso Fondazione della Comunità salernitana, prima fondazione di comunità del Sud Italia) si terranno, in presenza e su Microsoft Teams, due incontri per presentare il percorso formativo e aver un confronto con gli interessati: MailScanner has detected definite fraud in the website at “t.ly”. Do not trust this website: https://t.ly/nOCUG

Come ogni anno, sarà a disposizione degli interessati al master la tutor dr.ssa Angela Lugiero, così da fornire chiarimenti e sostenere i futuri partecipanti nella procedura d’iscrizione alla selezione: e mail angelalugiero@gmail.com, cell. 3271205039.

Al via una settimana di incontri per scoprire Verif!co

Per molti enti del Terzo settore, settembre è il periodo di ripresa delle attività. Volontari e volontarie che tornano in azione, ripresa dei contatti con i soci, programmazione di nuovi interventi. Per poter svolgere al meglio le attività a favore delle comunità e del bene comune, gli enti sono chiamati a tenere in ordine, in linea con le prescrizioni normative, alcuni aspetti della loro vita associativa, come la gestione dei libri soci e la tenuta della contabilità. Non ci sono solo adempimenti, ma anche tante opportunità: come il 5 per mille, ad esempio, su cui gli enti sono chiamati proprio in questo periodo alla rendicontazione del sostegno ricevuto lo scorso anno.

Per supportarli nella corretta gestione degli adempimenti previsti e per ottimizzare al meglio il proprio lavoro, dall’esperienza dei centri di servizio per il volontariato ormai da qualche anno è nato VERIF!COun progetto  per la trasformazione digitale del Terzo Settore. Si tratta di un sistema completo di servizi che integra strumenti software e supporti qualificati di accompagnamento e capacitazione degli enti del Terzo Settore.

Per conoscere al meglio le opportunità di questo strumento, i centri di servizio per il volontariato aderenti di tutta Italia e CSVnet, in collaborazione con Cantiere Terzo Settore e Terzo Settore Digitale, organizzano per l’ultima settimana di settembre un ciclo di incontri interregionali di presentazione del software gestionale che digitalizza, semplifica e mette in sicurezza la gestione degli enti.

Gli incontri si terranno su Zoom e offriranno l’opportunità di interagire e fare domande tramite chat durante le presentazioni.

Per partecipare è possibile inscriversi scegliendo l’incontro della propria area geografica o la data.

Qui il programma:

Nord-Ovest
lunedì 23 settembre, dalle 17.00 alle 19.00
Qui il link di iscrizione

Lombardia
martedì 24 settembre, dalle 17.00 alle 19.00
Qui il link di iscrizione

Nord-Est
mercoledì 25 settembre, dalle 17.00 alle 19.00
Qui il link di iscrizione

Centro
giovedì 26 settembre, dalle 17.00 alle 19.00
Qui il link di iscrizione

Sud e Isole
venerdì 27 settembre, dalle 17.00 alle 19.00
Qui il link di iscrizione