16 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Quando si parla di povertà si pensa quasi esclusivamente alla mancanza di risorse materiali. Nell’immaginario collettivo, infatti, l’assenza di cibo o di vestiti rappresenta l’unica necessità avvertita da chi vive in condizioni di privazione; tuttavia, esistono bisogni altrettanto importanti, come la possibilità di vivere in famiglia, di avere relazioni sociali significative e la possibilità di accedere a percorsi di cure mediche.
Per dare risposte anche a questi bisogni la Chiesa di Napoli ha dato vita a Casa Bartimeo, un vero e proprio “polo della Carità” coordinato dalla Caritas Diocesana attraverso il ramo ETS della Chiesa di Napoli, che sorge nel complesso della Basilica di San Pietro ad Aram lungo il corso Umberto I a Napoli, in quella che si configura come la prima Opera Segno del Giubileo della Speranza realizzata grazie al supporto di Fondazione Con il Sud, Fondazione Grimaldi, Fondazione San Gennaro, la Provincia napoletana dei Frati Minori e l’Arciconfraternita dei Pellegrini.
Sarà una casa in cui troveranno sostegno e accoglienza diverse fragilità.Sarà la nuova sede del Centro di ascolto diocesano e avrà una comunità residenziale per giovani adulti in condizioni di fragilità che necessitano di riappropriarsi della propria autonomia, un luogo di accoglienza emergenziale per donne e piccoli nuclei familiari, un centro di supporto psicologico, un servizio di consulenza legale per migranti, un importante poliambulatorio solidale.
L’opera segno sarà inaugurata lunedì 20 gennaio alle ore 17,30 in corso Umberto I 292, dal Cardinale di Napoli don Mimmo Battaglia, alla presenza di Erri De Luca che terrà una lectio dal titolo “Giubileo. Libertà, restituzione e riscatto” e del maestro Lello Esposito che, attraverso il progetto Quadreria Sociale, darà vita e colore alle stanze del Polo della Carità.a
Casa Bartimeo sarà visitabile dalle 16 alle 17,30, non dopo l’inaugurazione. Saranno visitabili le strutture di accoglienza, il poliambulatorio, gli ambienti dei servizi diurni e i corridoi in cui saranno esposte anche le opere della Quadreria Sociale di Lello Esposito realizzate insieme ai detenuti dell’Istituto Penitenziario Giuseppe Salvia di Poggioreale.
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15 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Terzo settore e commercio non sono sempre così distanti e quando un imprenditore decide di dedicare del suo tempo e della sua energia a progetti sociali i risultati possono essere molto importanti. Questo è quanto successo a Napoli est grazie ad Antonio Moccia, proprietario di uno storico salone di parrucchiere di San Giovanni a Teduccio, che ha scelto di sostenere, assieme alla generosità delle sue clienti, direttamente la cooperativa sociale Sepofà in un suo progetto per l’infanzia sul quartiere Ponticelli.
Il progetto è Bimbi Stellari e coinvolge diverse realtà territoriali di Ponticelli. Assieme alla Cooperativa Sepofà lavorano al progetto anche altre realtà associative ma soprattutto le scuole dell’infanzia del quartiere e la ludoteca Bimbi Stellari presente nel Centro Polifunzionale Ciro Colonna (Via Curzio Malaparte,42).
Il sostegno di Antonio Moccia è stato possibile con una semplice quanto efficace iniziativa.
Durante le festività natalizie, Antonio e sua moglie Pina hanno deciso di coinvolgere le proprie clienti in una lotteria mettendo in palio un ricco premio di un noto brand del settore da sempre attento all’ambiente e alla cura della persona. Tutte le quote di partecipazione raccolte per la partecipazione al divertente concorso a premi sono state devolute alla cooperativa Sepofà, che – oltre a occuparsi della comunicazione del progetto – attiva laboratori di lettura ad alta voce per i bambini partecipanti.
“Ringraziamo Antonio e tutte le sue gentili e generose clienti. Sepofà utilizzerà la somma ricevuta per acquistare nuovi giochi e arredi destinati alla ludoteca di Bimbi Stellari” afferma Deborah Divertito della cooperativa. “La bellezza di lavorare insieme e supportare le realtà del territorio: un grazie di cuore a tutte le nostre amiche che hanno reso possibile tutto questo. Voglio ringraziare davvero tutte le mie clienti. Per me avete vinto tutte!”.
Il progetto è finanziato anche dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud – Presidenza del Consiglio dei Ministri e vede come capofila l’associazione TerradiConfine.
Gli obiettivi sono tutti dedicati ai più piccoli: migliorare l’accesso ai servizi scolastici ed educativi per i bambini e creare uno spazio aggregativo sicuro, in cui i più piccoli possano socializzare, sviluppare autonomia e partecipare a laboratori innovativi grazie al coinvolgimento di educatori, assistenti sociali e delle famiglie.
di Emanuela Nicoloro
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15 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Fino al 7 febbraio 2025 è possibile candidarsi per il 29° Master in Gestione di Imprese Sociali (Master GIS), organizzato da Euricse e dall’Università di Trento, con il supporto di Fondazione Caritro. Un percorso formativo altamente qualificato, che offre una formazione innovativa e flessibile per “i futuri manager delle imprese sociali”, rivolgendosi a laureati, operatori di cooperative e professionisti di diverse discipline. La nuova edizione, che si svolgerà dal 7 marzo 2025 al 28 febbraio 2026, si distingue per la flessibilità della didattica online e le lezioni durante il weekend, così da permettere ai lavoratori di mantenere la propria occupazione senza la necessità di spostarsi a Trento.
Il Master GIS è attualmente considerato un’ottima opportunità formativa e rappresenta un solido punto di partenza per avviare una carriera di successo nel settore delle organizzazioni non profit e delle imprese sociali. ‘iniziativa congiunta di Euricse e dell’Università di Trento, sostenuta dai Dipartimenti di Economia e Management, Sociologia e Ricerca Sociale, e Giurisprudenza, e con il supporto di Fondazione Caritro, costituisce il corso di formazione annuale nel settore non profit più longevo in Italia. Dal 1995, oltre 400 professionisti hanno completato con successo il prestigioso Master, con il 90% di loro che ha trovato un impiego in linea con il proprio profilo formativo entro sei/dodici mesi dalla conclusione del corso. Inoltre, il 58% di coloro che sono stati assunti lavora ancora nell’organizzazione presso cui hanno svolto lo stage.
Le principali novità della nuova edizione-
1. Inclusività e crescita: la 29ª edizione si rivolge ad una vasta audience, includendo giovani laureati, operatori di cooperative, enti del terzo settore, associazioni e lavoratori provenienti da settori pubblici o privati.
2. Formula innovativa: la modalità di insegnamento permette la conciliazione tra formazione e lavoro, con lezioni online il venerdì pomeriggio e sabato mattina, affiancate da incontri in presenza a Trento durante il venerdì e il sabato mattina. Questa formula è stata pensata per permettere di lavorare mentre si investe nella propria formazione, senza dover rinunciare al proprio impiego e senza doversi trasferire a Trento.
3. Borse di studio: Euricse mette a disposizione una borsa di studio in memoria del prof. Carlo Borzaga, rinomato studioso della cooperazione e del Terzo Settore. La borsa, a copertura dell’intera quota di iscrizione, è assegnata al primo classificato under 35 nella graduatoria di selezione e di pari importo della quota di iscrizione.
4. Comunità di pratica: Approccio intergenerazionale che favorisce l’apprendimento continuo e la crescita professionale, trasformando le conoscenze individuali in sapere condiviso. Questo approccio non solo migliora le competenze pratiche dei partecipanti, ma stimola l’ideazione di progetti e di soluzioni innovative per affrontare le sfide delle imprese sociali.
5. Opportunità per tutti: è possibile frequentare il Master anche in qualità di Uditori. Questo permette di iscriversi al Master anche a coloro che non siano in possesso di una laurea triennale e non li vincola né alla frequenza minima né al periodo di project work, riconoscendo un attestato di frequenza relativamente ai moduli effettivamente uditi. Inoltre, per le cooperative iscritte a Fon.Coop è possibile usufruire dei relativi fondi per coprire la formazione di un proprio collaboratore.
6. Stage o project Work: al termine del percorso, i partecipanti avranno l’opportunità di consolidare le proprie competenze attraverso uno stage o un project work della durata di tre mesi, presso l’attuale luogo di impiego o presso organizzazioni del terzo settore in Italia ed Europa. Euricse mette a disposizione la propria fitta rete di organizzazioni su tutto il territorio italiano, in modo da venire incontro alle esigenze e aspettative di ogni singolo corsista.
Il lavoro dopo il Master GIS-
Il programma formativo del Master GIS non solo fornisce competenze avanzate, ma sostiene la costruzione di carriere appaganti e significative, dove l’expertise è messa al servizio della crescita sociale e dell’innovazione. I laureati occupano ruoli chiave in imprese sociali, consorzi, cooperative sociali, fondazioni, ONG e enti del terzo settore. Molti si distinguono come consulenti, offrendo il proprio know-how a organizzazioni private o pubbliche impegnate nello sviluppo delle imprese sociali e del settore non profit.
Le iscrizioni per la 29ª edizione del Master GIS sono aperte fino al 7 febbraio 2025, con tutte le informazioni disponibili nel bando di ammissione online, sul sito dell’Università di Trento e quello del Master GIS.
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15 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
L’arresto dell’insegnante di sostegno della provincia di Napoli con l’accusa di aver tenuto comportamenti di natura sessuale con alcuni alunni della scuola media dove svolgeva il ruolo di insegnante di sostegno è un fatto assai grave. Qualora le accuse dovessero essere confermate sarebbero gravissime. FISH esprime profonda preoccupazione per questi fatti e per la condizione attuale del sistema scolastico italiano, in particolare per quanto concerne il reclutamento e la formazione dei docenti di sostegno. Troppe volte ci troviamo di fronte a situazioni in cui l’insegnamento di sostegno viene percepito come una via di ripiego per entrare nel mondo della scuola, senza che i docenti siano dotati delle competenze, della vocazione e della preparazione adeguata. Questo non solo compromette la qualità dell’insegnamento, ma soprattutto limita il diritto all’inclusione e all’educazione di qualità per gli studenti con disabilità, privandoli del necessario supporto di cui hanno urgente bisogno.
Abilitazioni discutibili, comportamenti inaccettabili e, in alcuni casi, violenti, non sono più tollerabili. Chiediamo con forza che adottiamo misure concrete per garantire che tutti i docenti di sostegno siano selezionati e formati in modo rigoroso e continuativo, con particolare attenzione alle competenze specialistiche necessarie per supportare in maniera efficace e rispettosa gli studenti con disabilità. FISH invita le istituzioni a intervenire con urgenza per risolvere queste problematiche, rivedendo le modalità di abilitazione, formazione e reclutamento, al fine di tutelare il diritto all’inclusione e alla qualità dell’educazione per tutti.
“È inaccettabile che il sistema scolastico sembri talvolta un ammortizzatore sociale per diplomati e laureati in cerca di un’occupazione. Il ruolo educativo, soprattutto per gli studenti con disabilità, richiede una preparazione seria, un’etica rigorosa e un profondo rispetto per la dignità umana. La federazione chiede l’adozione immediata di strumenti normativi concreti per garantire trasparenza e qualità nell’insegnamento. È necessario applicare pienamente il Freedom of Information Act (decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97), permettendo a cittadini, genitori ed istituzioni di vigilare sull’operato della scuola. Dirigenti scolastici, genitori e ispettori ministeriali devono essere messi nelle condizioni di verificare con serietà la preparazione e l’etica dei docenti.
“Servono controlli seri, continui, formazione iniziale e in servizio e verifiche rigorose sulla qualità e sull’etica dei docenti e non per garantire un’istruzione di qualità. Occorre costruire un sistema trasparente e responsabile, in grado di rispondere alle esigenze dei nostri studenti e studentesse. Non possiamo più accettare un sistema che tratta gli alunni e le alunne come numeri, che finge inclusione ma poi abbandona gli studenti le famiglie al loro destino. I nostri figli non sono un banco di prova per chi cerca un lavoro facile. I nostri alunni e alunne, studenti e studentesse, le nostre famiglie meritano più rispetto”. A dirlo il presidente FISH, Vincenzo Falabella.
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14 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Tremila metri quadrati di terreno fertile con vista sul Monte Somma, 15 lotti, trasformati in orti sociali col progetto “Fare comunità” promosso dalla Fraternità della Santa Croce di San Benedetto, proprietaria di un Fondo agricolo in via Santa Maria delle Grazie a Palmentola a Somma Vesuviana. La Guida della Fraternità, Aniello Tuorto Jossa e l’assistente ecclesiastico don Nicola de Sena hanno messo gratuitamente i lotti a disposizione delle persone che ne hanno fatto richiesta rispondendo al bando di assegnazione. Ogni lotto è di circa 80 metri quadri e saranno predisposti tutti i servizi necessari a consentire la coltivazione.
“Nelle nostre città si sta tornando alla coltura dell’orticello, in chi vive tra cemento e traffico, soprattutto nelle giovani coppie, sta riemergendo la volontà di volersi coltivare le proprie cose e avere così ortaggi a km 0”, spiega don Nicola De Sena che è anche sacerdote in diverse chiese della città e segue anche la Caritas sommese, cui andranno una parte dei prodotti coltivati: un modo concreto per continuare ad aiutare gli altri. Da generosità altra generosità. “La fraternità ha deciso di prendere questo terreno dividerlo in questi lotti e assegnarli, quasi la totalità di ciò che coltivano andrà a loro e una parte la si condivide anche per sopperire alla necessità delle persone più bisognose”, aggiunge, “Un orto sociale che permetterà di riprendere la dimensione contadina delle nostre terre vesuviane che sono state, forzatamente, industrializzate e poi darà la possibilità di vivere la condivisione. Chi, infatti, ha ottenuto il lotto farà parte della Fraternità e quindi anche di questa dimensione comunitaria, noi prevediamo momenti per stare insieme per progettare e ritrovare anche il gusto di creare comunità”.
Un’idea nata da Tuorto Jossa e accolta subito con entusiasmo da don Nicola. “Quando Jossa mi ha parlato di questo progetto mi è subito piaciuto”, afferma don Nicola, “anche perché ha toccato una mia corda personale, da bambino e da ragazzo quando terminava la scuola andavo in campagna con mio nonno. Ho sempre considerato quella in campagna una bella dimensione, mi dispiace non avere più il tempo per farlo, ma è una pratica che consiglio e sono convinto che sia utile per più motivi. Se le persone ci portano i figli, per esempio, potrebbero insegnargli diversi valori oggi quasi perduti, come quello della pazienza, della perseveranza e del fatto che il tempo è un tempo lento e quindi bisogna avere la capacità di saper attendere e vivere gli imprevisti, perché quando si coltiva non tutto va sempre per il verso giusto e anche le condizioni atmosferiche possono non essere clementi. Questo può aiutare a sconfiggere la cultura della fretta e del nervosismo, che oggi incombono, del tutto e subito e quindi mi è piaciuto così tanto il progetto che ho voluto condividerlo nelle parrocchie del decanato ( De Sena a luglio è stato nominato dal vescovo di Nola Francesco Marino nominato decano per il Sesto decanato, ndr) dunque a Somma e Sant’Anastasia”. Infine la presenza degli orti in quel quartiere sarà un modo per creare aggregazione con gli abitanti della zona. “Gli appezzamenti in questione si trovano alle spalle della piccola chiesetta dedicata alla Madonna delle Grazie e quindi potremo usare anche quelle stanze come luogo d’incontro”, conclude don Nicola. Con un insegnamento: tornare alla terra per riscoprire i valori di un tempo.
di Gabriella Bellini
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14 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Con la piantumazione di un albero di quercia sono ufficialmente partiti i lavori del Parco Akeru ad Acerra, un’oasi verde di 67mila metri quadrati, il più grande parco pubblico nell’area nord di Napoli, finanziato con 6 milioni di euro dalla Città Metropolitana di Napoli e ulteriori 2,5 dal Comune di Acerra per un investimento complessivo di 8,5 milioni di euro.
“Il Parco Akeru rappresenta un investimento strategico per la qualità della vita dei nostri cittadini”, dichiara il Sindaco Metropolitano Gaetano Manfredi presente alla cerimonia. “Un’infrastruttura verde che coniuga sport, natura e socialità, destinata a diventare un punto di riferimento per l’intera area nord di Napoli”.
Con lui il sindaco di Acerra Tito d’Errico, il presidente del Consiglio Comunale Raffaele Lettieri, don Cuono Crimaldi, vicario generale della Diocesi di Acerra, qui conosciuto come “don Nello” e alcuni studenti dell’Istituto Superiore “Bruno Munari” di Acerra.
“Un obiettivo strategico importante che proietta la nostra città verso un ruolo centrale di una vasta area della provincia di Napoli. La continuità amministrativa di questi anni ed il proficuo lavoro degli uffici dell’ente, uniti ad una forte sinergia tra istituzioni, porteranno i cittadini di Acerra e quelli dei comuni limitrofi a godere di un polmone verde di circa 60mila metri quadri, con 800 alberi piantumati ed aree attrezzate per lo sport, per gli animali, per le famiglie. Lavoriamo in maniera ed incessante per la crescita di Acerra e degli acerrani, guardando in una prospettiva che già a breve ci porterà all’apertura della piscina comunale. Investimenti importanti per un governo del territorio responsabile ed efficace” afferma il sindaco di Acerra Tito d’Errico.
“La realizzazione di questo parco, oltre a migliorare la vita dei cittadini acerrani, in quanto parco pubblico di prossimità a ridosso del centro della città e pertanto fruibile da tutta la popolazione, avrà anche un impatto positivo in termini di sostenibilità perché migliorerà il bilancio ambientale della nostra città. Tutto questo è frutto di una visione politica di sviluppo del nostro territorio che abbiamo rappresentato in tutti i luoghi istituzionali, a partire dalla Città di Acerra, dalla Città Metropolitana di Napoli e in Regione Campania” afferma il presidente del Consiglio comunale di Acerra Raffaele Lettieri.
Caratteristiche e Strutture
Il nome del parco, “Akeru”, riprende l’antica denominazione osca della città di Acerra, sottolineando il forte legame con le radici storiche del territorio. Il parco integrerà diverse aree funzionali: una pista ciclabile di un chilometro con illuminazione dedicata, percorsi pedonali per un chilometro, dotati di aree di sosta, aree gioco inclusive, con particolare attenzione ai bambini con autismo, una pista di atletica regolamentare, due campi di calcetto regolamentari, un campo da basket, tre aree fitness attrezzate per diverse fasce d’età, aree cani recintate e attrezzate, tre parcheggi per oltre 100 posti auto. Il Parco, recintato e videosorvegliato, costituirà il grande polmone verde per la città di Acerra, uno spazio ricreativo a 360 gradi a contatto con la natura, il posto ideale dove praticare attività sportive, andare in bicicletta o semplicemente passeggiare. Termine previsto per i lavori: 24 mesi.
Sostenibilità Ambientale
Il progetto, sulla base di un attento studio agronomico, prevede un importante intervento di forestazione urbana con la piantumazione di 800 nuovi alberi di alto fusto, selezionati tra specie autoctone: querce, lecci, tigli e platani. L’irrigazione sarà garantita da un sistema di recupero delle acque piovane.
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