CULTURA,NUMERI DA RECORD PER IL CAMPANIA TEATRO FESTIVAL

Numeri da record per la diciottesima edizione del Campania Teatro Festival, la nona diretta da Ruggero Cappuccio. La rassegna internazionale e multidisciplinare, realizzata dalla Fondazione Campania dei Festival con il sostegno concreto della Regione Campania, ha fatto registrare quest’anno oltre 40mila presenze in 31 giorni di programmazione. Il doppio rispetto alle edizioni precedenti che avevano avuto la stessa durata e lo stesso numero di spettacoli.

Un successo davvero straordinario, testimoniato anche dai 387 giornalisti accreditati e dai 177 servizi radiotelevisivi sui diversi eventi del Festival. Molti dei quali concentrati nel Palazzo Reale di Napoli, tornato ad essere il cuore della manifestazione, ma anche in 8 teatri della città, in alcuni dei luoghi più suggestivi dell’intera regione, come ad esempio l’Anfiteatro Grande di Pompei, Villa Campolieto di Ercolano, il Fiordo di Furore (Sa) e il Palazzo Coppola di Valle/Sessa Cilento (Sa), e in quelli dove il focus sul teatro sociale ha portato coraggiosamente bellezza e cultura. A fare da filo conduttore una particolare attenzione, premiata dal pubblico, per le nuove drammaturgie e per il teatro che verrà. Quello dei tanti spettacoli che hanno debuttato in prima assoluta al Festival, e che ritroveremo in larga parte nella programmazione invernale di molti teatri italiani, ma anche quello proposto nella sezione Osservatorio dedicata alle giovani Compagnie teatrali, fucina di talenti e originali operazioni di scrittura e regia. Il Festival, però, come ogni anno ha ospitato anche grandi nomi della scena internazionale e spettacoli che hanno fatto tappa per l’Italia solo in Campania. A cominciare dal “Faustus in Africa!” di William Kentridge al Mercadante di Napoli fino alla “Julia” della regista brasiliana Christiane Jatahy al Politeama.

Particolarmente emozionanti sono stati poi “Lapis Lazuli” del coreografo greco Euripides Laskaridis, il focus sulle drammaturgie del Mediterraneo e “Works and Days” della formazione fiamminga Fc Bergman, moderna ed ecologica riflessione da Esiodo sul fragile legame tra gli esseri umani e il pianeta, accolta con entusiasmo dal pubblico del teatro Verdi di Salerno. Grande interesse hanno suscitato inoltre le quattro mostre gratuite dedicate a Roberto Herlitzka, Enzo Cannavale, Eduardo Scarpetta e Luisa Conte, premiate dall’afflusso costante di visitatori numerosi e partecipi. Un tema, quello drammaticamente attuale della pace, ha permeato l’intera rassegna, veicolando le giuste pulsazioni e l’ossigeno vitale che l’arte fornisce a ogni democrazia. Non a caso, lo slogan di questa diciottesima edizione è stato “Battiti per la pace”, una esortazione a non restare silenti di fronte all’ingiustizia e all’orrore delle guerre, ma anche la consapevolezza che il teatro è respiro, ritmo, incontro di idee, condivisione, vita.

Confermata in questa edizione, la politica dei prezzi popolari, che caratterizza fin dal primo anno la direzione artistica di Ruggero Cappuccio. Una scelta, quella di tenere invariato il prezzo del biglietto da 5 a 8 euro, con ulteriori agevolazioni e ingresso gratuito per i diversamente abili con accompagnatore e i pensionati titolari di assegno sociale, che ha favorito il nuovo record di presenze ed è stata possibile ancora una volta soltanto grazie al finanziamento della Regione Campania. L’appuntamento ora è con il Campania Teatro Festival 2026, il decimo diretto da Ruggero Cappuccio, organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival presieduta da Alessandro Barbano. Dove lo schema vincente resterà lo stesso, ma non mancheranno interessanti novità.

 

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La docu-serie dedicata a giovani, donne e disabili che promuovono pace e sviluppo in Ciad

Dalla parità di genere, alle start-up innovative, passando per l’arte al servizio della pace e della coesione sociale, le video testimonianze di “Jeunesse En Action” puntano i riflettori su giovani ciadiani che ogni giorno lavorano per un presente e futuro di pace e giustizia.

Il clima di insicurezza e l’instabilità politica rendono il Ciad uno dei paesi con più problemi in termini di coesione sociale e benessere socioeconomico. I giovani hanno poche opportunità di esprimersi e devono affrontare molti ostacoli, come l’elevata disoccupazione, l’esodo rurale e un basso accesso all’istruzione. Anche le donne rimangono in gran parte escluse dal dialogo e dai processi decisionali, nonostante il loro ruolo trainante ed attivo nelle dinamiche comunitarie. Eppure, il Paese ha una comunità giovanile dinamica, animata da un mosaico di iniziative e collettivi della società civile.

Il progetto della ONG ACRA «Jeunesse en Action pour l’Avenir du Tchad!», sostenuto dall’Unione Europea, è nato con l’obiettivo di rendere i giovani la forza trainante del cambiamento sociale rafforzando le capacità delle organizzazioni locali giovanili, con un’attenzione particolare alla partecipazione femminile.

Le organizzazioni sono accompagnate nello sviluppo di microprogetti per la risoluzione dei conflitti, la tutela dell’ambiente, la valorizzazione delle donne, attraverso formazione, spazi di dialogo, opportunità di impiego e formazione professionale.

Con la produzione di Davide Lemmi, Marco Simoncelli, Arianna Pagani di FADA Collective, Jessica Tradati di LaFabula e la colonna sonora della cantante ciadiana Wawy-B, la docu-serie “Jeunesse En Action” raccoglie le testimonianze di 12 giovani delle province di N’Djamena, il Lago e Moyen-Chari, nel sud del Paese.

I video, con la loro importante spinta motivazionale, sono trasmessi da numerose emittenti televisive africane come Tchad24, che li diffonde sia in TV che online. Sono inoltre disponibili sui canali di ACRA che li utilizza per le sue attività di sensibilizzazione e advocacy in Ciad, Sahel e Italia:

Zara, con la sua associazione Femme O’Naturel, lavora per promuovere il diritto all’educazione delle ragazze e combattere i tabù legati all’igiene mestruale in Ciad. Attraverso campagne di sensibilizzazione, attività di formazione e la distribuzione di assorbenti igienici sostenibili e riutilizzabili, Zara lavora per creare un futuro più equo e inclusivo. Il suo impegno mira a garantire che ogni ragazza possa frequentare la scuola con dignità e fiducia, contribuendo a eliminare le barriere che impediscono di frequentare regolarmente la scuola e di vivere senza stigmi legati al periodo mestruale.

Abakar è un giovane allenatore ciadiano che ha affrontato una sfida personale importante, essendo una persona con disabilità sin da bambino. Nel 2008, ha fondato un’accademia di calcio a N’Djamena, dedicandosi quotidianamente all’allenamento e alla crescita di giovani talenti che sognano di diventare calciatori professionisti. Con passione e determinazione, Abakar trasmette alle nuove generazioni i valori fondamentali dello sport, dell’educazione e della perseveranza.

Per la rapper Wawy-B, la musica è un mezzo d’espressione per sentirsi libera. Attraverso i suoi brani, che mescolano testi rap e ritmi africani, trasmette messaggi contro la violenza di genere e richiama le nuove generazioni come parte attiva del cambiamento. Sogna un Ciad unito, in cui i giovani abbiano un facile accesso alle tecnologie e alle forme d’arte, capaci di dare voce alle loro idee, sogni e speranze.

Negli ultimi tre anni, grazie al progetto «Jeunesse en Action pour l’Avenir du Tchad!», ACRA ha mappato oltre 300 associazioni promosse da giovani e donne e contribuito alla crescita concreta di 42 realtà sviluppando con loro capacità tecniche, opportunità di partnership e strumenti di analisi.

Ha inoltre coinvolto oltre 6.000 persone attraverso canali istituzionali, mediatici, accademici e artistici, con un’attenzione particolare alle donne che hanno rafforzato il loro ruolo nella comunità e nella risoluzione pacifica dei conflitti

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Prelevamenti dei minorenni e uso della forza pubblica: Terragni chiede incontro a membri del governo

Marina Terragni, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, chiede un incontro alla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, al Ministro della giustizia Carlo Nordio e al Ministro dell’interno Matteo Piantedosi “allo scopo di definitivo chiarimento in merito ai prelevamenti forzosi dei minori destinati al collocamento in case famiglia e/o altre strutture extrafamiliari, e in particolare all’uso della forza pubblica per l’esecuzione del prelevamento”.

Nella lettera inviata ai ministri questo pomeriggio Terragni ha ricordato che “svariate sentenze stabiliscono che il provvedimento forzoso può essere adottato unicamente a tutela dell’incolumità del minore e nei casi in cui vi siano rischi certi e imminenti per la sua vita”. In particolare, ha richiamato la pronuncia della Corte di Cassazione 9691 del 2022, che ha definito misura “non conforme allo stato di diritto” l’uso della forza per il prelevamento del minore e ha ribadito l’imprescindibilità dell’ascolto del minorenne.

L’Autorità garante ha infine sottolineato come la questione sia tanto più urgente alla luce di alcuni recenti casi di cronaca, “come quello – in corso proprio in queste ore – della bambina di Monteverde, Roma. Una bambina affetta, tra l’altro, da una rara sindrome genetica multisistemica – la malattia di Fabry – oltre che portatrice di anemia mediterranea, per la quale il Tribunale ha disposto il collocamento in casa famiglia anche con intervento della forza pubblica, a fronte del quale la minore oppone una disperata resistenza”.

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Una “Quiet Place” per ragazzi e bambini neurodivergenti: il Festival di Giffoni promuove l’accoglienza

Un’area di decompressione sensoriale per ritrovare calma e tranquillità anche nei momenti più intensi di un Festival aperto proprio a tutti. Quiet Place, si chiama, e si legge inclusione: per la prima volta all’interno del Festival di Giffoni sarà attivata un’area relax pensata per bambini e ragazzi neurodivergenti – e in realtà non solo per loro – uno spazio protetto e riservato che ha l’obiettivo di prevenire e alleviare eventuali situazioni di sovraccarico sensoriale offrendo un supporto concreto, personalizzato e orientato a lasciar vivere un’esperienza unica anche a chi ha qualche difficoltà. È questo il senso di un meraviglioso progetto che non è solo un’idea di inclusione e di accoglienza ma che è molto di più: un modo per ridurre le distanze e valorizzare le differenze, anche attraverso la scelta di arredi idonei come cuffie antirumore, tappeti e pouf morbidi per alleviare l’iperstimolazione e consentire il recupero di energie.
In occasione di #Giffoni55 in programma dal oggi e fino al 26 luglio, ecco l’importante novità nata dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa tra l’Ente Autonomo Giffoni Experience ed il Gruppo Asperger Campania, con l’obiettivo condiviso di rendere l’esperienza del Festival sempre più accessibile e rispettosa delle differenze individuali. «Siamo veramente grati della possibilità in quanto è quello che serve all’accoglienza delle differenze di tutta la popolazione – dice Angela Silletti Restucci, presidente del Gruppo Asperger Campania – ed è l’occasione per noi per ribadire a gran voce l’importanza di proporre in tutti i contesti istituzionali la possibilità di creare un team di professionisti altamente competenti in materia. C’è un grandissimo bisogno di un supporto efficace per migliorare la qualità di vita delle persone autistiche e delle proprie famiglie».
L’ambiente della sala è stato pensato con immensa attenzione: arredi avvolgenti, materiali naturali, luci e suoni calibrati sulle esigenze di chi ha un profilo sensoriale iper reattivo. Tutto è stato scelto per garantire comfort, autoregolazione e sollievo.
L’accesso al Quiet Place sarà riservato ai giurati che parteciperanno all’edizione 2025 di Giffoni che ne faranno richiesta. L’iscrizione preventiva consentirà di organizzare al meglio l’area e garantire un servizio adeguato alle necessità di ciascuno, naturalmente con la flessibilità che un progetto del genere richiede, in visione anche del tema di quest’anno: “diventare umani”.
«Il nostro gruppo – incalza Tiziana Valeriani, vicepresidente del Gruppo Asperger Campania e referente per la sezione di Salerno – cerca tra le altre cose di dare voce alle difficoltà che incontrano le persone autistiche, soprattutto i giovani adulti, nel ricevere una diagnosi appropriata. È per questo che siamo particolarmente orgogliosi del protocollo d’intesa siglato con il Giffoni Film Festival. Il Quiet Place vuole essere una zona di decompressione, dove fermarsi, respirare, e recuperare le energie. Un luogo dove sentirsi al sicuro, lontano dal sovraccarico sensoriale e dalla fatica dell’iperstimolazione. Abbiamo scelto di chiamarlo così – Quiet Place – proprio perché rappresenta un rifugio, uno spazio di ascolto e ricarica, per poter poi tornare a vivere pienamente la bellezza e l’emozione del Giffoni Film Festival. La realizzazione di questa stanza – prosegue Valeriani – è solo un primo passo ma porta con sé un significato importante: è il simbolo di un Festival che si apre con sensibilità alla neurodivergenza e che sceglie di abbracciare le differenze anche nei modi di percepire e stare al mondo».
Claudio Gubitosi, fondatore e direttore di Giffoni spiega proprio come il “diventare umani” significhi «saper riconoscere e accogliere la diversità in tutte le sue forme. Talvolta, per diventarlo davvero, occorre anche superare i propri limiti: nei pensieri, nelle azioni, nelle scelte. La creazione del Quiet Place rappresenta per noi una conquista culturale ed emotiva. È il risultato di un ascolto attento e della volontà concreta di costruire un luogo dove ogni giurato possa sentirsi al sicuro, valorizzato e libero di esprimersi. Giffoni è, e sarà sempre di più, la casa di tutti i ragazzi, nessuno escluso».
di Nadia Labriola

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La foca monaca in Campania, a Ischia esperti a confronto

Dove vive la foca monaca, come mai è così rara e che cos’è il DNA ambientale, e perché ultimamente si sono registrati diversi avvistamenti sulle nostre coste? Come comportarsi in caso di avvistamento in mare o a terra. Per rispondere a tutte queste domande e fornire tante informazioni e curiosità sulla specie Monachus monachus è in programma un evento speciale dedicato alla foca monaca del Mediterraneo farà tappa a Forio d’Ischia (NA) stasera,  16 luglio alle ore 19.00, nella Sala L. Capuano, Piazzale Marinai d’Italia. L’evento organizzato nell’ambito del progetto europeo Life Sea.Net, coordinato da Legambiente, e che vede la collaborazione dei partner ISPRA, AMP Regno di Nettuno e AMP Punta Campanella rientra tra le attività in programma per “Aspettando Goletta Verde in Campania”, la storica campagna di Legambiente che nei prossimi giorni approderà in Campania con il suo veliero.
Un incontro per conoscere e proteggere la foca monaca
Dopo i recenti avvistamenti, circa dieci dallo scorso mese di aprile ad oggi, tra Punta Campanella, Capri, Ischia e nel Cilento, l’evento sarà un’occasione per conoscere più da vicino Monachus monachus, una delle specie più minacciate al mondo. Ricercatori e ricercatrici di ISPRA, insieme al personale delle Aree Marine Protette Regno di Nettuno e Punta Campanella – tutti partner del progetto europeo Life Sea.Net – condivideranno informazioni, curiosità e buone pratiche da adottare in caso di avvistamento.  L’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming sul canale YouTube di Legambiente.  L’appello di tecnici e ricercatori è quello di segnalare l’avvistamento ai canali ufficiali e organi competenti: al 1530 della Capitaneria di Porto, all’Area Marina Protetta più vicina e a Ispra con una mail a focamonaca@isprambiente.it o un messaggio alla pagina Facebook Foca Monaca Ispra.
Un incontro aperto al pubblico e, rivolto in particolare agli operatori economici del mare (pescatori, diving e società di charter ecc) e al personale delle Aree marine protette e Parchi Nazionali.
“È di fondamentale importanza segnalare tempestivamente l’avvistamento all’ISPRA, alla Capitaneria di porto e all’Area Marina Protetta più vicina. Una segnalazione puntuale supporterà le attività della ricerca scientifica per scoprire di più sull’esemplare osservato. Anche la condivisione di eventuali immagini, oltre localizzazione dell’avvistamento, ci aiuterà tantissimo – spiega Giulia Mo, ricercatrice di ISPRA. Nel nostro team siamo da anni impegnati nel valutare lo stato della popolazione di foca monaca in Italia, e lo facciamo con gli avvistamenti dei cittadini, con il monitoraggio tramite fototrappole e web-cam e ultimamente anche tramite l’analisi del DNA ambientale; un metodo efficace per individuare tracce di eventuali frammenti di materiale biologico e capire se la foca monaca è presente in zona e quali altre specie e organismi vi abitano. Il nostro appello a operatori economici del mare, turisti e bagnanti è quello di osservare le buone pratiche in caso di avvistamento e inviare le segnalazioni agli enti competenti, l’obiettivo comune è sapere di più sul ritorno della foca monaca nelle nostre acque e soprattutto proteggerla”.
In caso di avvistamento a terra o in mare è importante tenere una distanza di almeno 50 metri, se si è in barca provvedere a ridurre al minimo la velocità e non ostacolare il percorso dell’esemplare che in ogni caso non deve essere toccato o disturbato con rumori e richiami vocali.
“Gli avvistamenti spettacolari e numerosi di queste ultime settimane nelle acque che bagnano le coste della Campania devono costituire uno stimolo ulteriore verso la salvaguardia della biodiversità dei nostri mari. – dichiara Federica Barbera, ufficio Biodiversità di Legambiente. Con il progetto Life Sea.Net vogliamo appunto sottolineare il fondamentale ruolo delle aree protette e dei siti marini Natura 2000, grazie ai quali possiamo contribuire a garantire la sopravvivenza delle specie a rischio come la foca monaca, offrendo loro un ambiente sicuro in cui riprodursi, nutrirsi e rigenerare gli ecosistemi marini minacciati dall’attività umana. Per questo motivo è importante fare rete con gli operatori economici, con gli enti gestori e con i decisori politici. Dalle azioni di sensibilizzazione e informazione dobbiamo poi lavorare insieme per tradurre l’importante lavoro dei nostri scienziati in misure concrete di gestione anche allargando il territorio protetto a mare, per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Strategia europea per la biodiversità al 2030”.

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Torna il maltempo, emanata l’allerta meteo per alcune zone della regione

La Protezione Civile della Regione Campania, in considerazione delle valutazioni del Centro Funzionale, ha emanato un avviso di allerta meteo di livello Giallo per piogge e temporali valido domani, giovedì 17 luglio, dalle ore 11:00 fino alle ore 21:00.
Queste le Zone interessate: 2 (Alto Volturno e Matese), 3 (Penisola sorrentino-amalfitana, Monti di Sarno e Monti Picentini), 4 (Alta Irpinia e Sannio) e 5 (Tusciano e Alto Sele) del territorio campano.
Le precipitazioni riguarderanno in particolare i settori interni delle Zone interessate e saranno caratterizzate da rapidità di evoluzione: quindi potranno rivelarsi molto intense anche se in un arco temporale breve. Il quadro meteo è infatti caratterizzato da incertezza previsionale. Durante i temporali saranno possibili anche grandine, fulmini e raffiche di vento.
Attenzione dovrà essere posta al rischio idrogeologico: tra le principali conseguenze dell’impatto al suolo delle precipitazioni si segnalano possibili allagamenti, innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua, scorrimento delle acque nelle sedi stradali, caduta massi e frane.
A causa dei fulmini, della grandine e delle raffiche di vento potrebbero verificarsi danni alle coperture e alle strutture esposte alle sollecitazioni dei venti e del moto ondoso.

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