Il bene è spaziale. Il nuovo numero di Comunicare il Sociale

Nell’infinità delle scelte, il bene è la costante guida che ci spinge a esplorare e a espanderci verso l’armonia universale.
Il bene è spaziale è il titolo del numero di febbraio di Comunicare il Sociale: storie, inchieste e interviste nel segno del sociale, del volontariato, del terzo settore e soprattutto del “bene”.
Comunicare il Sociale è disponibile in versione sfogliabile al seguente link:

Mobilitazione per chiedere una città a 30 km/h, più sicura e vivibile

Dopo Avellino, Messina e Reggio Calabria, approda anche a Napoli la campagna itinerante Città2030: le città e la sfida del cambiamento”, l’iniziativa organizzata da Legambiente nell’ambito della Clean Cities Campaign per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni.

In occasione della tappa napoletana, Legambiente insieme a Cicloverdi, Fiab Napoli, Napoli Pedala, Napoli Bike Festival, Greenpeace gruppo locale Napoli, Rete sociale Nobox e al Comitato per la Ztl Dante ha organizzato un flash mob per sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema della sicurezza stradale per la tutela di pedoni e ciclisti. I volontari delle associazioni si sono ritrovati in via Foria, angolo Via Duomo per lanciare un grido d’aiuto in una città dove negli ultimi diciotto mesi sono 17 il numero di vittime travolte da auto o scooter mentre attraversavano la strada.

La manifestazione di questa mattina – ha commentato Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania – vuole ribadire con forza la necessità che la città di Napoli si occupi senza ulteriori indugi della sicurezza stradale e dalla possibilità, soprattutto per le utenze fragili, di potersi muovere senza rischiare la vita compiendo una dei gesti divenuti più pericolosi in città, attraversare la strada. La realizzazione della Città 30 impone delle scelte come il restringimento della carreggiata, la realizzazione di piste ciclabili e dove utile l’individuazione di dossi per indurre la diminuzione della velocità delle auto, queste sono solo alcune delle soluzioni possibili e di facile attuazione che consentirebbero alla città di Napoli di garantire sicurezza ai suoi cittadini”.

In occasione della tappa, Legambiente ha presentato i dati sull’inquinamento atmosferico e le performance locali sui principali indicatori di mobilità urbana, accompagnando il tutto con proposte concrete per trasformare il capoluogo napoletano in una vera clean city entro il 2030. Napoli dovrà fare i conti con il poco tempo a disposizione, solo sei anni, per abbattere drasticamente le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici. Entro il 2030, infatti, dovrà ridurre del 28% il PM10, del 33% il PM2.5 e del 48% l’NO2 per rispettare i limiti previsti dalla nuova direttiva sulla qualità dell’ariaObiettivo raggiungibile intervenendo in maniera trasversale e strutturale sulle principali fonti, soprattutto per quanto riguarda il traffico e la mobilità. Il tasso di motorizzazione del capoluogo campano è, infatti, nella parte alta della classifica nazionale, con ben 60 auto ogni 100 abitanti. Il modal split evidenzia un’eccessiva dipendenza dal mezzo privato, che rappresenta il 53% degli spostamenti, mentre il trasporto pubblico locale si limita al 26% (Fonte: Istat).

L’alto tasso di motorizzazione e la necessità di migliorare la qualità dell’aria impongono urgenza anche nell’incentivare la mobilità attiva. In generale, sono previsti per la città 10 milioni di euro (PNRR) per creare almeno 35 chilometri di pista ciclabile, da sommare ai 20 milioni già esistenti. L’obiettivo è creare un collegamento tra punti di rilievo quali le stazioni ferroviarie e metropolitane di Napoli e le sedi dell’università. La pista ciclabile, in linea con il PUMS, potrebbe così rappresentare un ottimo incentivo alla mobilità attiva da e per l’Università Federico II. Nei programmi dell’amministrazione comunale c’è anche la realizzazione di un collegamento in bicicletta con il quartiere di Scampia, nel quadrante nord, dove recentemente è stata aperta la facoltà di medicina. La sharing mobility si potenzia da gennaio 2024 con 2100 nuovi monopattini distribuiti sul territorio urbano. A questi, si aggiunge la flotta di 80 auto completamente elettriche del servizio Amicar e 500 bici a pedalata assistita. Nonostante la nuova dotazione, la città dovrebbe puntare molto di più sulla sharing mobility, puntando a flotte di veicoli più numerosi e all’estensione capillare delle aree operative. Questo contribuirebbe a rendere l’intermodalità più diffusa ed efficiente. Interessante la sperimentazione MaasNaples, che potrebbe essere potenziata e meglio comunicata.

La conformazione di alcuni quartieri della città consentirebbe il sistema di isole ambientali a 30km/h, così da creare le condizioni ottimali per la trasformazione di Napoli in Città30. Ad oggi, sono operative 6 ZTL e sono state definite 9 aree pedonali con limitazione oraria e possibilità di transito per diverse categorie. Teoricamente avanzata, ma non sappiamo quanto rispettata, la norma in vigore dall’ottobre 2020, di divieto alla circolazione per tutti i veicoli Euro0 ed Euro1 per tutto l’anno, a cui si aggiunge il divieto di circolazione stagionale (da ottobre 2021 a marzo 2022) dei veicoli diesel sino all’Euro4 e delle moto e motorini sino all’Euro 2. Inoltre, il sistema il Tom Tom city index ci aiuta a superare la percezione circa l’impossibilità di poter percorrere le strade urbane a 30km/h, mantenendo inalterate le nostre abitudini e aumentando enormemente la sicurezza stradale. Napoli non fa eccezione: attualmente la velocità media nelle ore di punta è di 27 km/h, addirittura inferiore al limite suggerito.

La limitata disponibilità del trasporto pubblico – conclude Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania – determina ripercussioni sulla vita sociale ed economica e sulla scarsa accessibilità ai servizi di prossimità. Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Stili di Mobilità di Legambiente ed IPSOS, Napoli risulta la città più colpita da una condizione di precarietà nella mobilità dove ben il 29% del campione ha dovuto rinunciare ad una visita sanitaria o opportunità di cura a causa dei tempi di spostamento troppo lunghi, dei costi eccessivi del viaggio o per l’assenza dei servizi di mobilità”.

Città2030 di Legambiente è un viaggio in 18 capoluoghi italiani, da Nord a Sud, per promuovere una mobilità a zero emissioni e per chiedere città più vivibili e sicure. Dopo Napoli (15/02), si fermerà a Lodi (19/02), Trieste (20/02), Pescara (21-22/02), Bologna (24/02), Padova (24/02), Perugia (24/02), Roma (26/02), Milano (27/02), Latina (28/02), Firenze (29/02-1/03), Torino (1-2/03), Catania (1-2/03), Lecce (3-5/03) e Genova (04-05/03).

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Arriva al Santobono di Napoli l’ “ABF Digital Lab”: Andrea Bocelli Foundation supporta l’ospedale pediatrico partenopeo

Al via oggi al Santobono di Napoli l’ABF Digital Lab, progetto educativo della Andrea Bocelli Foundation Ente Filantropico (ABF) a favore della didattica in ospedale. Dopo essere stato avviato a novembre 2021 presso il presidio ospedaliero del Pausillipon, alla presenza del fondatore Andrea Bocelli, il progetto si estende ora anche al Santobono con la donazione da parte della Fondazione dell’ “ABF TeachBus”, un mobile progettato ed ideato per ospitare al suo interno tablet e computer utili all’implementazione della didattica a distanza; una vera e propria biblioteca di strumenti digitali consegnata insieme alla piattaforma “ABF Educational” che offre l’accesso a una ricca selezione di contenuti educativi. Da sempre attenta al tema dell’educazione come mezzo per avere accesso ad un futuro migliore, la Fondazione provvede con questo progetto anche alla formazione della figura dell’atelierista digitale, un professionista dell’educazione che supporta docenti, bambini e famiglie nell’utilizzo degli strumenti tecnologici accanto alla normale attività curricolare. L’ABF Digital Lab disegnato dall’Andrea Bocelli Foundation è realizzato grazie al sostegno di Generali e dei suoi agenti che sono da sempre al fianco di ABF nel garantire l’attività educativa a bambini e ragazzi in cura negli ospedali pediatrici italiani. «Ringraziamo la Andrea Bocelli Foundation -dichiara Rodolfo Conenna, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono-Pausilipon- per aver scelto di sostenere il nostro ospedale con un progetto che promuove il diritto allo studio dei bambini e che ci aiuta ad assicurare un’istruzione innovativa e al passo con i tempi. La Scuola in Ospedale è essenziale per i piccoli pazienti spesso costretti a lunghi periodi di degenza. Rappresenta un momento di normalità ed è fondamentale nel percorso di cura».

Ad oggi sono oltre 17.000 gli studenti che hanno beneficiato degli interventi progettuali ABF nelle scuole degli ospedali pediatrici aderenti ad AOPI come il Gaslini di Genova, il Meyer di Firenze, il Burlo Garofolo di Trieste, il Salesi di Ancona; da settembre 2020 sono stati consegnati 14 TeachBus in tutta Italia, non solo nelle scuole in ospedale ma anche in scuole statali, tra cui le scuole ricostruite dalla Fondazione a Sarnano, Muccia e Sforzacosta, località marchigiane colpite dal sisma 2016 del centro Italia. Presenti alla consegna il Direttore Sanitario dell’AORN Santobono Pausilipon, dott.ssa Maria Vittoria Montemurro, il Direttore Medico di Presidio, dott.ssa Daniela Schiavone, la Referente del PO Santobono per la Scuola in Ospedale, Caterina Battista, il Responsabile Formazione e Comunicazione, dott.ssa Fausta Mennella e la Direttrice della Fondazione Santobono Pausilipon Flavia Matrisciano. Presenti anche la Dirigente Scolastica della Scuola Primaria Vanvitelli Ida Francioni e la Dirigente Scolastica della Scuola Secondaria di I Grado Viale delle Acacie Ivana Nobler. Per la Andrea Bocelli Foundation hanno presenziato il Responsabile della Comunicazione Olimpia Angeletti e il Coordinatore Progetti Educativi Centro-Sud Francesca Favi«Questo è un progetto- spiega Laura Biancalani, Direttore Generale ABF- nato all’interno del protocollo d’intesa stipulato tra Fondazione Andrea Bocelli e il Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con l’Associazione Ospedali Pediatrici Italiana, e vuole riportare l’attenzione su un tema importante, quello del diritto all’educazione, per fare in modo che anche nei reparti ospedalieri i piccoli pazienti possano avere accesso ad una didattica innovativa e di qualità, base imprescindibile per il loro benessere e la loro crescita».

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Giornata mondiale contro il cancro infantile: Carabinieri incontrano un gruppo di bambini e li coinvolgono nelle attività dell’Arma

In occasione della Giornata Mondiale contro il cancro infantile, i Carabinieri di Castellammare di Stabia e l’associazione “Piccolo Grande Amore” di Santa Maria La Carità hanno promosso un evento speciale presso la caserma stabiese per sensibilizzare sull’importanza della lotta contro questa malattia.

29 bambini sono stati accolti con entusiasmo per partecipare a dimostrazioni coinvolgenti, tra cui sessioni con i cani antidroga del Nucleo Cinofili di Sarno e interazioni con il personale specializzato dei rilievi. Diversi gli stand installati nel cortile della caserma. A presentare ai piccoli il loro lavoro anche i carabinieri Forestali, quelli del radiomobile e gli artificieri. L’obiettivo principale di questa iniziativa è creare consapevolezza sulla realtà del cancro infantile e sottolineare l’importanza della solidarietà nel contrasto a questo terribile male.

L’impegno dei Carabinieri nel coinvolgere la comunità e sensibilizzare sui problemi legati al cancro infantile è un esempio di supporto e attenzione alla salute dei più giovani.Durante la manifestazione il presidente dell’associazione “ Piccolo grande amore”, Alfonso Malafronte, ha donato ai Carabinieri un albero di ulivo che è stato piantato in uno dei giardini che circondano la compagnia.

I bambini hanno vestito per un giorno i panni dei carabinieri, divertendosi tra le varie dimostrazioni pratiche. Hanno visitato la centrale operativa e hanno simulato una chiamata ad una delle pattuglie sul territorio. Sono saliti a bordo delle “gazzelle” del radiomobile e in sella alle moto equipaggiate per gli interventi in strada.

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Ritardi infrastrutturali, treni insicuri e corse soppresse: il rapporto Pendolaria sul trasporto ferroviario in Campania

Ritardi, soppressioni, tempo di attesa lento per una metropoli,insicurezza,risorse economiche inadeguate a rendere più competitivo il mezzo pubblico su ferrovia rispetto a quello privato su strada; ritardi.In Italia i servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico. Il Rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente fotografa una situazione statica e cronica dei servizi ferroviari regionali e il trasporto pubblico in Campania.

In Campania sono 241 i treni in circolazione con un’età media di 18,5 anni, in calo rispetto a 21,4 anni del 2021, ancora lontana dalla media nazionale pari a 15,8. La Campania racconta una situazione fatta da differenze clamorose tra le flotte di Trenitalia e quelle degli altri gestori. Infatti nella nostra regione pesa ancora l’anzianità del parco rotabile di EAV (ex Circumvesuviane, Sepsa e MetroCampania NordEst) con 21,4 anni di media, nonostante i primi nuovi treni stiano arrivando in maniera più costante negli ultimi anni, contro i 15,3 anni per Trenitalia. Se a livello nazionale continua il trend di ripresa del numero dei viaggiatori al giorno, in Campania si registra un calo del -9% rispetto al 2019, periodo pre-pandemico.

“ La fotografia scattata da Pendolaria- commenta Francesca Ferro direttrice Legambiente Campania- conferma che il processo di riconversione dei trasporti in Italia e in Campania, in chiave di decarbonizzazione, è fondamentale. Lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e al loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni climalteranti italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute rispetto al 1990. Lo ribadiamo da anni: quello del trasporto pubblico è uno dei pilastri su cui deve fondarsi un nuovo modello di città di società, da cui passano la libertà di movimento, i temi dell’occupazione e quelli dello sviluppo urbano e del mercato edilizio e della salute dei cittadini. La ricetta per rendere migliori e più semplici gli spostamenti delle nostre città è collaudata dalle migliori esperienze europee e nazionali: ferrovie suburbane, tranvie moderne e metropolitane efficienti ed efficaci, integrate con il servizio di adduzione locale su gomma e la shared mobility, con una rete di percorsi ciclabili e di aree urbane pedonali e di “zone 30”. Occorre- conclude la direttrice di Legambiente Campania– investire in infrastrutture, in alcuni casi davvero fondamentali e in ritardo da decenni, ma anche in servizi, treni moderni, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, e garanzie di accessibilità e inclusività. Quello che serve è avviare un programma di opere da realizzare al sud che sia in grado di cambiare la mobilità delle cittadine e dei cittadini meridionali, all’interno delle città e tra i centri urbani e i capoluoghi di provincia, includendo aspetti quali il rilancio del turismo e lo spostamento delle merci via nave e ferro. Tra gli esempi a cui guardare c’è il nuovo collegamento Afragola-metro, a Napoli, con una gara del valore di oltre due miliardi di euro, che prevede anche l’acquisto di 30 treni necessari per il servizio. La linea, di circa 15,5 km, consentirà di collegare la stazione ad alta velocità di Afragola a quella di Piazza Garibaldi a Napoli, l’aeroporto di Capodichino, Piazza Carlo III. Si stimano circa 200mila viaggiatori al giorno. ”

La non notizia di Pendolaria 2024 e la conferma ormai storica, tra le 12 linee peggiori a livello nazionale,delle ex linee Circumvesuviane, 142 km, ripartiti su 6 linee e 96 stazioni, che si sviluppano intorno al Vesuvio, sia lungo la direttrice costiera verso Sorrento, sia sul versante interno alle pendici del Monte Somma, fino a raggiungere Nola, Baiano e l’Agro nocerino sarnese. Dopo un 2022 segnato da continui disagi alla circolazione (passaggi a livello malfunzionanti, ritardi e soppressioni su varie direttrici, incidenti più o meno gravi, problemi tecnici sulle tratte, ecc.) anche il 2023 è stata un’annata all’insegna delle difficoltà e dei ritardi per i tanti utenti costretti spesso a rinunciare all’utilizzo del treno come mezzo quotidiano di trasporto perché inaffidabile. Va evidenziata anche una problematica rispetto agli orari di servizio delle linee in questione. La tratta Napoli-Sorrento, ad esempio, poco più di 70 chilometri, fa segnare 38 minuti di servizio in più la sera rispetto alla linea di Torre Annunziata, 133 minuti di servizio in più rispetto alla linea di Poggiomarino, 143 minuti di servizio in più rispetto alla linea di Baiano, 157 minuti di servizio in più rispetto alla linea di Sarno. Differenze notevoli che disegnano tratte e passeggeri di serie A e altre di serie B o C. Tardano ancora a concretizzarsi gli importanti investimenti annunciati ormai più di un anno fa dalla Regione Campania, attraverso l’acquisto di nuovi treni che sarebbero dovuti entrare in servizio a partire da settembre 2024. Il Presidente della Regione, De Luca, ha infatti spiegato ad inizio gennaio 2024 che ci saranno importanti ritardi sulle commesse per mancanza di materiale ferroviario per i nuovi treni. Si preannuncia dunque un’altra annata di disagi per i pendolari.

Un punto dolente per il trasporto ferroviario è l’inadeguata attenzione da parte delle Regioni. Mediamente, per il 2022, gli stanziamenti sono stati inferiori allo 0,68% dei bilanci regionali, in miglioramento rispetto allo 0,57% del 2021 e dello 0,34% registrato nel 2020. Sotto l’1% si trova la Campania e precisamente i finanziamenti della Regione Campania pari allo 0,80 % del bilancio regionale dove sono andati 1,62 milioni di risorse regionali per il servizio aggiuntivo per la metro di superficie di Salerno e oltre 237 milioni per il materiale rotabile, di cui 89,4 per l’acquisto di 12 treni Pop e 3 Rock destinati al servizio di Trenitalia e circa 177 milioni (media annua dell’investimento totale 2022- 2026 di 886 milioni) per nuovi treni destinati a EAV.

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