CESVI, infanzia maltrattata: incombe l’incertezza per guerre e carovita

Lo strascico della pandemia pesa ancora sul benessere di bambine e bambini quando si parla di maltrattamento all’infanzia e trascuratezza, ma si rilevano finalmente anche i primi segnali di ripresa. Questi ultimi andranno consolidati, mentre sulle famiglie pesa l’incertezza causata dalla situazione geopolitica legata alle guerre, così come dinamiche economiche, tra cui l’inflazione e il caro energia. L’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, curato da CESVI, in questa sesta edizione disegna punti di forza e di debolezza delle Regioni italiane rispetto ai fattori di rischio e ai servizi. Ne emerge, ancora una volta, un’Italia spaccata dove il Nord è generalmente più virtuoso del Mezzogiorno.
Il focus di questa edizione dell’Indice, dal titolo Le parole sono importanti, è dedicato al ruolo del linguaggio nel maltrattamento e nella cura all’infanzia. Lo studio si concentra sull’impatto del linguaggio abusante: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’abuso psicologico, di cui la violenza verbale fa parte, è la forma più diffusa di maltrattamento infantile tra i 55 milioni di bambine e bambini che in Europa subiscono abusi, con prevalenza del 36,1%. Quello che emerge dal rapporto è che uno degli strumenti per la prevenzione del fenomeno è investire sull’educazione alla cura e al linguaggio positivo di bambini, genitori e comunità educante, partendo proprio dalla formazione dei professionisti e dalla ricerca di un linguaggio condiviso su maltrattamento e cura nei tavoli di coordinamento territoriale.
«Il maltrattamento all’infanzia è un grave problema sociale, che ha conseguenze negative sulla salute fisica e mentale di chi viene maltrattato sia nel breve sia nel lungo periodo, ma anche su tutta la comunità», dichiara Stefano Piziali, direttore generale di CESVI. «È un problema di diritti dell’infanzia e di salute pubblica, non solo una questione individuale o familiare: per questo istituzioni, organizzazioni e servizi territoriali devono agire insieme per contrastarlo, ma ancor prima per garantire servizi volti a diminuire i rischi nei diversi territori e prevenire il problema. Con le Case del Sorriso, CESVI fa un importante lavoro di prevenzione e di cura anche in questo ambito, sostenendo i bambini e le loro famiglie, accompagnandoli in percorsi di crescita e consapevolezza finalizzati a promuovere il benessere familiare, a creare ambienti protetti e sicuri dove potersi esprimere e opportunità educative e formative. Attraverso il Programma Case del Sorriso un’attenzione specifica viene data al linguaggio, inteso sia nel rapporto tra professionista e beneficiario, sia come strumento per costruire un dialogo positivo nei nuclei familiari, sia come mezzo per esprimersi ed esternare il proprio stato d’animo. A partire dalla parola è possibile gettare le basi per una vita più degna per bambini e bambine a rischio», ha aggiunto.
L’Indice regionale sul maltrattamento e la cura all’infanzia in Italia, redatto dalle ricercatrici di CESVI Giovanna Badalassi e Federica Gentile, è stato presentato a Roma, alla presenza dello stesso Piziali, del Viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, del Consigliere del Ministro dell’Università, della Ricerca e dell’Alta formazione artistica, Alessandra Gallone, della ricercatrice Badalassi, della Presidente del Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia (CISMAI), Marianna Giordano. Il rapporto presenta una graduatoria basata su 64 indicatori, classificati rispetto a sei diverse capacità: capacità di cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare, di accedere a risorse e servizi. Con l’espressione “maltrattamento infantile” si fa riferimento a varie forme di abuso e trascuratezza nei confronti di persone con meno di 18 anni. Le tipologie riconosciute sono abuso fisico, abuso sessuale, abuso psicologico e trascuratezza, che in comune hanno conseguenze di danni a salute, sopravvivenza, sviluppo e dignità del minore.
«La tutela dell’infanzia e dell’adolescenza sono una priorità di questo Governo. Lo abbiamo dimostrato sin dal nostro insediamento con una serie di azioni introdotte a supporto della natalità, della famiglia e della protezione dei minori tutti, in particolare di quelli più fragili. Siamo convinti che offrire luoghi in cui i ragazzi possono incontrarsi, fare sport, arte, musica, ricevere sostegno psicologico e pedagogico, sia una delle chiavi di volta per prevenire l’esclusione sociale, combattere la povertà educativa e la violenza contro i minori. Per tale motivo, abbiamo destinato oltre 300 milioni di euro per l’apertura di Comunità per adolescenti, centri dove i ragazzi possono gratuitamente trovare quelle opportunità educative che troppe volte vengono loro negate. Come istituzioni abbiamo il compito di prenderci cura dei loro sogni, di sostenerli in un percorso di vita sana e lontana da ogni tipo di maltrattamento. Lo stiamo facendo e continueremo a farlo», ha dichiarato il Viceministro Maria Teresa Bellucci.
 IL LINGUAGGIO: STRUMENTO D’ABUSO MA ANCHE DI CURA. La violenza include anche quella inflitta con le parole, che può avere pesanti conseguenze sulla salute mentale, sia nell’infanzia sia una volta diventati adulti. La nuova edizione dell’Indice considera il ruolo del linguaggio nel maltrattamento e nella cura di bambine e bambini, rilevando quanto sia fondamentale una comunicazione da parte degli adulti che promuova un’idea positiva di sé stessi e che sviluppi la sicurezza emotiva. Forme di abuso verbale, come gli insulti e la denigrazione, hanno un impatto negativo sulla crescita, non solo nella percezione del senso di sé, ma anche nel comportamento appreso attraverso l’imitazione.
La violenza verbale include vari comportamenti (come insultare, criticare, minacciare) che di solito sono compresi nella definizione di abuso psicologico, anche definito abuso emotivo. È un fenomeno pervasivo: l’Oms lo rileva come la forma più diffusa di maltrattamento infantile, con una prevalenza del 36,1%.
Esserne vittima può avere serie conseguenze sulla salute mentale in termini di ripercussioni emotive e psicologiche, e sul comportamento, da bambini e una volta divenuti adulti. Può determinare un forte ritardo nello sviluppo del linguaggio e nella comprensione in bambini di età tra 0 e 6 anni, violenta aggressività verbale dopo i 10 anni, spesso svalutante e discriminatoria come bullismo e cyberbullismo, sessualizzazione precoce e inconsapevole.
La violenza verbale di bambini e adolescenti può essere influenzata da social media, musica e coetanei, ma soprattutto da quanto ascoltato in famiglia, sia tra genitori e figli, sia tra i genitori. L’abuso verbale in famiglia è spesso legato alla pedagogia “nera”, retaggio di valori educativi arcaici ancora oggi adottati, con cui si dà legittimazione “morale” a comportamenti maltrattanti o abusanti. L’inconsapevolezza del peso delle parole può far sì che i genitori pronuncino insulti con intenzioni “affettuose” o “educative”, usando toni ed espressioni umilianti e sprezzanti.
In questo scenario, emerge l’importanza dell’utilizzo di un linguaggio positivo e orientato alla cura come presupposto fondamentale per il cambiamento: una piena consapevolezza del suo valore nel rinforzare i fattori protettivi, superare traumi importanti, contribuire al recupero psicofisico e allo sviluppo armonioso di personalità ferite negli anni più delicati della crescita.
 INDICE REGIONALE: PRIMI SEGNALI DI RIPRESA DOPO STRASCICO PANDEMIA. In questa edizione dell’Indice si coglie ancora l’impatto della pandemia, ma si rilevano i primi segnali di ripresa, che andranno consolidati. Nel frattempo, pesa l’incertezza: la situazione geopolitica legata alle guerre è fonte di preoccupazione generale, mentre dinamiche economiche come inflazione e caro energia possono vanificare i progressi occupazionali e aumentare l’impatto della povertà.
Le Regioni italiane dove il contesto legato ai fattori di rischio è più favorevole a bambine e bambini sono Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, stabili al primo e secondo posto dalla precedente rilevazione. Seguono Emilia-Romagna e Lombardia, che salgono rispettivamente di una e di due posizioni arrivando al terzo e quarto posto, e poi Veneto, che dal terzo passa al quinto posto. Il fattore di rischio complessivo è massimo invece in Campania, all’ultimo posto e preceduta nell’ordine da Sicilia, Puglia e Calabria, tutte invariate rispetto alla rilevazione precedente. Altre variazioni positive di due posizioni riguardano l’Umbria, di una posizione le Marche, la Basilicata e il Molise. Rimangono invariati anche Toscana e Piemonte, mentre arretrano di una posizione la Valle d’Aosta, il Lazio, l’Abruzzo, la Sardegna, di due posizioni il Veneto e la Liguria.
Rispetto ai servizi di prevenzione e cura del maltrattamento all’infanzia, la Regione con la miglior dotazione strutturale è l’Emilia-Romagna, seguita da Veneto, Toscana, Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna. Le prime tre sono in posizione invariata dalla rilevazione precedente, le tre successive sono migliorate. Le Regioni con maggiori criticità sono la Campania, all’ultimo posto in posizione invariata, preceduta dalla Sicilia al penultimo posto, peggiorata di un gradino, e ancora Calabria e la Puglia, entrambe in peggioramento. Queste Regioni sono considerate “ad alta criticità”: a fronte di fattori di rischio elevati, non corrisponde una reazione del sistema dei servizi, rimasti al di sotto della media nazionale. Rientrano tra esse anche Molise, Basilicata, Abruzzo, Lazio e Piemonte. Variano di posizione anche il Piemonte, arretrato di quattro, la Sardegna che migliora di tre, il Trentino-Alto Adige, la Liguria e il Friuli-Venezia Giulia che ne hanno perse altrettante.
Sulla capacità di fronteggiare il maltrattamento all’infanzia, nella sintesi tra fattori di rischio e servizi, l’Emilia-Romagna si conferma al primo posto. Seguono Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, nelle stesse posizioni dalla precedente edizione, così come la Lombardia. Le Regioni con le maggiori criticità rimangono Sicilia e Campania. Le Marche migliorano di tre posizioni, la Valle d’Aosta di due, l’Umbria, la Sardegna, l’Abruzzo, la Basilicata, il Molise e la Calabria di una. Peggiorano di tre posizioni la Liguria, il Piemonte e il Lazio, mentre la Toscana e la Puglia perdono una posizione ciascuna.
Prevenzione per diminuire i fattori di rischio e aumentare i fattori protettivi. Il rapporto sottolinea l’importanza di adottare un approccio che permetta di prendersi cura degli abusati, intervenire su chi abusa, interrompere la trasmissione intergenerazionale della violenza e prevenire l’abuso, individuando i fattori di rischio e rafforzando i fattori protettivi, considerando il contesto sociale. I fattori di rischio che aumentano la probabilità dei bambini di subire il maltrattamento possono essere contrastati o mitigati dai fattori protettivi, che agiscono come efficaci strumenti preventivi, riducendo la probabilità di subire maltrattamento e prevenendo in modo strutturale il fenomeno.
LE CASE DEL SORRISO. CESVI affronta il problema del maltrattamento e della trascuratezza verso bambine e bambini in Italia con progetti di prevenzione e contrasto. Interviene, in particolare, in alcune delle Regioni rilevate dall’Indice come estremamente problematiche, Campania, Sicilia e Puglia. Qui gestisce le Case del Sorriso, parte di un programma mondiale dedicato a bambini e bambine a rischio di maltrattamento o che vivono in condizioni di trascuratezza e povertà educativa. Tra le attività previste ci sono interventi di supporto alla genitorialità, laboratori psicomotori, sportivi, artistico-espressivi, spazi di ascolto sicuro e gruppi di parola. Gli spazi di ascolto sicuro prevedono incontri individuali, consulenze psicologiche e percorsi di supporto psicologico. I gruppi di parola sono momenti di confronto con minorenni o adulti per prevenire il disagio sociale, incentrati anche sulla cura della parola e dell’espressione del sé, affrontando temi come bullismo e cyberbullismo, comunicazione positiva e non violenta, alfabetizzazione emotiva, alfabetizzazione digitale, violenza di genere, ecc.
All’estero, le Case del Sorriso si trovano in Regioni con alti livelli di povertà e mortalità infantile. In Brasile, ad Haiti, in India, Sudafrica, Perù e Zimbabwe offrono spazi protetti di gioco e distribuzione di pasti, sostegno alle attività scolastiche e igiene personale, sia a minori, sia a famiglie in difficoltà. Il Programma prevede inoltre interventi a favore dell’infanzia in zone colpite da gravi emergenze umanitarie come Ucraina, Turchia, Libia e Marocco, dove la Fondazione ha istituito i Child Safe Space, centri diurni su misura per minori in cui svolgere attività educative e ricreative insieme ai propri coetanei e dove ricevere supporto psicosociale.

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Una pizza “arcobaleno”per donare un sorriso ai piccoli pazienti di oncologia pediatrica:

Pomodorini del piennolo rossi, pomodorini gialli semidry, fiordilatte, pesto di basilico, basilico, parmigiano e olio evo pregio estratto a freddo. Non è però la sapiente scelta degli ingredienti né tantomeno la maestria del suo ideatore, Gennaro Melillo, a rendere speciale la pizza Rainbow che da oggi è nei menù di OMG!, quanto il cuore: dedicata ai bambini del reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale Santobono Pausilipon, per ogni singola pizza  Rainbow sfornata nel locale di via Diocleziano un euro verrà devoluto in beneficenza alla Fondazione Santobono Pausilipon per sostenere iniziative a loro sostegno. Il tutto con un’idea ben precisa: l’arcobaleno è di tutti ed è per tutti.
Melillo non è nuovo a tali iniziative: sin dall’apertura della pizzeria OMG! ha interpretato l’impresa come qualcosa di radicato sul territorio e che al bene del territorio, inteso come collettività, deve contribuire. Già nei primi mesi di vita del suo ristorante, Melillo ha voluto ospitare le associazioni rosa del territorio e ha contribuito a una raccolta fondi per le famiglie a rischio esclusione sociale.
L’iniziativa della pizza Rainbow arriva invece a chiusura di un primo anno di attività da incorniciare per il giovane pizzaiolo che – dopo la gavetta tra gli astri della pizza – ha deciso di lanciarsi non senza difficoltà nella prima avventura solista. Riscuotendo un enorme successo: oltre alle recensioni entusiaste OMG! è stata eletta pizzeria dell’anno per la guida I Cento Napoli e la sua pizza in pala è finita nel volume Calici & Spicchi di Antonella Amodio.
L’iniziativa a favore della Fondazione Santobono – Pausilipon partita in queste ore durerà (almeno) fino al prossimo Natale, quando si tireranno le somme delle pizze Rainbow battute e verrà effettuata la corrispettiva donazione. “Condividiamo gratitudine – spiega Gennaro Melillo – così come condividiamo i pasti in tavola: coinvolgendo. Non saremo quindi solo noi, ma tutti i nostri clienti i protagonisti di questa maratona solidale, che da un lato vuole donare un sorriso ma dall’altro ci ricorda di rinsaldarci come comunità che condivide umanità”.
“Il rione Flegreo che mi ospita e a cui sono grato per ciò che mi sta restituendo in termini umani e professionali – continua Melillo – conosce bene cosa vuol dire combattere con determinate patologie. Ce lo ricordano del resto le ciminiere che si intravedono a pochi passi dall’ingresso. Da sempre come artigiano, pizzaiolo e ora imprenditore ho creduto che la presenza sul territorio si dovesse tradurre in ricchezza per tutti. Oggi credo che questa ricchezza debba diventare coinvolgimento attivo. Ci sono ragazzi che combattono ogni giorno per continuare a vivere ed è a loro che voglio arrivare, esattamente come un arcobaleno che da qui arrivi alle loro stanze: visibile a tutti, ma dedicato a loro”.

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A Napoli, Catania e Palermo una nuova strada per i neet: 90 giovani formati dalle associazioni coordinate dall’Avsi

Sono 90 le ragazze e i ragazzi neet dai 16 anni che a Napoli, Palermo e Catania hanno lasciato la scuola e sono stati recuperati dalle associazioni dei territori per corsi che hanno insegnato loro dei mestieri. E’ questo il bilancio che è stato fatto oggi a Napoli della prima metà del progetto “Oltre la Pandemia”, sostenuto dal Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo e da Fondazione con il sud, e organizzato nelle tre città da AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale) insieme all’Associazione Quartieri Spagnoli ONLUS e CONSVIP, per presentare i risultati raggiunti.
    “Siamo soddisfatti – spiega  Franco Argelli, coordinatore del progetto oltre la pandemia per Fondazione AFSI – di come sta andando il progetto che ha due elementi fondamentali. Uno è che questo percorso aiuta davvero i giovani a riscoprire se stessi, il proprio valore, le proprie risorse, le proprie potenzialità e quindi a riattivarsi. Secondo aspetto è che il progetto ha insegnato competenze, tecniche, mestieri creando artigiani, guantai, lavoratori in pizzerie o in bar. Questo vuol dire dare ai giovani chance di trovare poi un’opportunità effettiva di lavoro. Tutto passa per la parte pratica, perché i ragazzi hanno potuto sperimentare queste cose attraverso i tirocini e qui dobbiamo fare un ringraziamento anche alle aziende”. Un modello che le associazioni portano avanti e che mostrano alle istituzioni, stimolando la nascita di grandi progetti nazionali: “Crediamo fermamente – ha aggiunto Argelli – che occorra partire dalla sperimentazione pilota sul campo e una volta che si vede che funziona si possa anche ampliare di scala, porre l’attenzione delle istituzioni pubbliche sia locali che nazionali, partendo dalla metodologia applicata”.
   A Napoli Alessandro Pezzella per l’Associazione Quartieri Spagnoli ha lavorato con la sua squadra sul progetto “Oltre la pandemia” che “è partito – spiega Pezzella – da marzo 2023 e ha coinvolto nella fase di aggancio, accoglienza e formazione circa 15-20 ragazzi. Poi sul primo gruppo abbiamo avuto un finanziamento per attivare 6-10 tirocini, della durata di 6 mesi ognuno, pagando ai ragazzi 500 euro al mese. Lo abbiamo applicato nell’ambito della ristorazione, dell’estetista, del parrucchiere e al termine di questa prima fase 7 ragazzi hanno ricevuto un’offerta del lavoro che avevano imparato dalle imprese in cui hanno svolto il tirocinio. Quindi si sono formati bene. Adesso è finito il primo ciclo, abbiamo iniziato con un secondo gruppo di ragazzi che da settembre-ottobre inizierà”. Tra le aziende in campo per la formazione anche il bar ristorante della Fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli di Napoli: “La Fondazione Focus – spiega Francesco Frascione , responsabile del bar che ha coordinato il progetto – vive nel cuore dei Quartieri e ha adottato questa strategia di formazione dei ragazzi. I due ragazzi da noi inizialmente erano un po’ titubanti, ma al termine del tirocinio sono formati: uno al bar e l’altro in cucina e al termine della loro prima esperienza hanno dimostrato di aver imparato bene e verranno assunti da settembre. Per loro è un grande passo avanti e noi siamo orgogliosi”.
   A Catania, spiega la responsabile di “Oltre la pandemia” Domenica Sapienza della coop sociale “Centro orizzonte lavoro”: “Abbiamo fatto formazione – spiega – di 11 ragazze come baby sitter e assistenza negli asili nido. Ci siamo impegnati sulle ragazze su questo progetto in una Sicilia in cui molte persone ancora dicono alle ragazze che non vale la pena studiare e prepararsi. Il progetto è andato bene, è cominciato insegnando subito il pronto soccorso dei bambini e poi il lavoro quotidiano. Alla fine delle 11 scelte 10 hanno fatto tirocinio, 9 lo hanno terminato imparando e hanno tutte avuto contratti di lavoro ora. A settembre parte la seconda fase del progetto a Palermo, cominciamo con 5 ragazze in corsi di baby sitting”.

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La lettura in…mostra: a Villa Fernandes bambini protagonisti

Storie e avventure, letture, letture e poi ancora letture. Laboratori legati ai libri, circle time, momenti di condivisione grazie alla fantasia scatenata da carta, parole, voce e intonazione. A Portici si cresce così, con le iniziative di Crescere Lib(e)ri, un innovativo quanto semplice – inteso come genuino – progetto di lettura ideato e organizzato dall’associazione Tells Italy. E per celebrare il terzo anno che il progetto tiene banco nelle scuole Primarie e dell’Infanzia, tutti i lavori sono stati esposti al pubblico a dimostrazione che quando si vuole, si può: per una settimana i lavori dei bambini, lavori scaturiti dai momenti di lettura a scuola e poi riportati fuori attraverso disegni e realizzazioni pittoriche, sono stati esposti in Villa Fernandes, bene confiscato alla criminalità e restituito alla città e ai cittadini grandi e piccini.

A spiegare più nel dettaglio l’iniziativa, è Antonella Renzullo, punto di riferimento del progetto e più in generale, di varie iniziative legate ai libri e alla cittadinanza attiva attraverso le buone pratiche: «Tells italy ha portato il suo progetto “Crescere lib(e)ri” nelle scuole di Portici e da tre anni stiamo provando a costruire insieme qualcosa di bello e di opportuno per i nostri territori». Ma cos’è il progetto Crescere Lib(e)ri? «Si tratta di un progetto di educazione alla lettura al suo terzo anno di svolgimento, nato per rafforzare l’offerta culturale e combattere la povertà educativa a partire dal territorio di Portici»

Finalità:
L’intento è quello di contribuire allo sviluppo della rete per il Patto locale per la lettura, cercando, attraverso l’azione congiunta di vari soggetti pubblici e privati (Amministrazione Comunale, biblioteche, librerie, editori) di superare i gap sociali, ampliare le opportunità culturali per i cittadini e promuovere e qualificare positivamente il territorio.
La mostra.
L’esposizione dei lavori dei bambini è stata organizzata a Villa Fernandes da lunedì 24 a giovedì 27. I bambini hanno illustrato in classe le storie lette dalle volontarie di Tells Italy, che concordano con le scuole il calendario delle letture, che li accompagnano per l’intero anno scolastico.
«Le letture proposte – spiega Ancora Antonella Renzullo – sono coerenti con gli orientamenti programmatici di ciascuna scuola, e una certosina attività di Tells Italy è proprio la ricerca di storie e albi illustrati in linea con i suggerimenti dei docenti, ma in grado di sviluppare il pensiero critico, analitico e concreto, di coinvolgere i bambini, la loro empatia, la costruzione di relazioni positive, rispetto, accoglienza e solidarietà.
Periodicamente le volontarie organizzano anche laboratori di lettura disseminati sul territorio e destinati gratuitamente ai piccoli e ai loro genitori, con l’intento di avvicinare alla lettura, e promuovere l’abitudine alla lettura spontanea anche nelle famiglie caratterizzate da maggiori difficoltà socioeconomiche o con minor predisposizione alla lettura». In questi anni, nel corso dei vari incontri , sono stati trovati degli spazi per coinvolgere anche i genitori: « Stiamo provando a spiegare anche agli stessi genitori – conclude Antonella Renzullo – l’importanza di leggere ai bambini creando relazioni positive attraverso l’educazione alla lettura».
Ma per quale ragione un gruppo di persone sceglie di impiegare il proprio tempo per andare a leggere a scuola, a bambini sconosciuti? A rispondere per tutti è Lina Misasi, ex insegnante coinvolta in prima persona nel progetto: «Perché vado a leggere ai piccoli con il progetto di Crescere lib(r)eri? È presto detto: sono stata un’insegnante e non è un mestiere, ma una nuova pelle che ti cuci addosso nel momento in cui inizi e non riuscirai più a toglierla; perché la lettura è importante per i piccoli, i giovanissimi ed anche per gli adulti, ma in tanti se lo sono scordato; perché l’entusiasmo dei piccoli che ti aspettano ti dà una carica incredibile e non vorresti più smettere; perché l’associazionismo è importante, crea comunità ed io nel mio piccolo voglio ancora dare per quanto mi sarà possibile».

di Nadia Labriola

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Disabilità e inserimento lavorativo per ragazzi con autismo, la cooperativa napoletana “Il Tulipano” selezionata come buona pratica alle Settimane Sociali di Trieste

La Cooperativa Sociale “Il Tulipano” è stata selezionata tra le buone pratiche che presenteranno il loro lavoro durante le Settimane Sociali. La manifestazione, giunta alla 50esima edizione, si svolgerà dal 3 al 7 luglio a Trieste e sarà inaugurata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre a Papa Francesco saranno affidate le conclusioni.
La cooperativa “Il Tulipano” da anni si occupa di inserimento lavorativo per persone con autismo e/o disabilità cognitiva, con il modello di welfare culturale  Tulipano Art Friendly. Nel corso dell’evento di Trieste i giovani del Tulipano si occuperanno della gestione delle attività presso lo stand del Servizio Nazionale Pastorale per Persone con Disabilità e presenteranno le proposte realizzate nella rete dei musei campani aderenti a Tulipano Art Friendly.
“Siamo felicissimi di partecipare alle Settimane Sociali e di essere stati scelti come buona pratica” ha dichiarato Giovanni Minucci, presidente del Tulipano “Per i nostri giovani sarà un’esperienza unica nonché una sfida. Si allontaneranno per quasi una settimana dalla famiglia, affronteranno un viaggio accompagnati solo dagli educatori (già questa è una grande conquista) e si occuperanno dell’accoglienza e delle attività presso lo stand situato all’interno del Villaggio delle Buone Pratiche. Un momento di crescita importante che consente ai ragazzi di confrontarsi con il mondo, abbattendo gli ostacoli e le distanze tra le persone, ognuna con le proprie peculiarità e differenza. È questa la mission della nostra Cooperativa che cerchiamo di portare avanti coniugando arte, bellezza, e inserimento lavorativo con il nostro progetto culturale e sociale. Con i nostri giovani e adulti da tempo ci occupiamo di accoglienza museale nei luoghi della cultura della Campania. Stiamo sviluppando progetti di inserimento lavorativo al Parco Archeologico di Pompei, al Museo Archeologico di Eboli e in diversi musei napoletani, come il Mann, il complesso Museale dei Pellegrini e il Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi. Oltre ad aver progettato, sempre con il fondamentale contributo dei giovani di Tulipano Hub, percorsi di visita inclusivi, sfruttando le agende visive o la realtà virtuale. Siamo fermamente convinti che attraverso la cultura queste persone potranno costruirsi un futuro di autonomia e indipendenza nella filiera dei servizi culturali”. Ha concluso Minucci.
La Cooperativa Sociale “Il Tulipano” presenterà il proprio lavoro nel corso del “Dialogo sulle buone pratiche”, dal titolo “Tutti in gioco. Per una democrazia capace di inclusione”, che si svolgerà venerdì alle ore 11,00 presso la Casa della Musica di Trieste.

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Raccolta fondi: al via la nuova indagine IID sulla propensione al dono in Italia

La XXII edizione dell’Indagine IID sull’andamento della Raccolta fondi è inserita nel progetto più ampio dell’Osservatorio sul Dono (qui il Report 2023) che, in occasione del Giorno del Dono di ogni anno, si pone l’obiettivo di tracciare le tendenze sulla propensione al dono degli italiani.
Contribuiranno al Report 2024 dell’Osservatorio sul dono anche ASSIF, BVA Doxa, Caritas Italiana, Fidas, Istat, Osservatorio di Pavia, Scuola di Fundraising di Roma, WaldenLab. Enti patrocinanti: Centro Nazionale Sangue, Centro Nazionale Trapianti, CMW e Euconsult Italia.
Dalle risposte al questionario verrà elaborata la consueta ricerca che da oltre 10 anni restituisce al non profit stesso tutte le tendenze rispetto alle dinamiche delle raccolte fondi.
I dati trattati dal questionario, la cui compilazione richiede non più di 10 minuti, verranno analizzati in forma aggregata ed anonima nel rispetto del GDPR, Regolamento Generale sulla protezione dei dati 2016/679. I risultati del questionario saranno resi noti il prima possibile e inviati a tutti coloro che avranno partecipato.
COMPILA IL QUESTIONARIO CLICCANDO QUI
Per tutti gli aggiornamenti via social: #OsservatorioDono.
L’Istituto Italiano della Donazione invita tutti gli enti non profit interessati e che parteciperanno al questionario ad iscriversi anche al Giorno del Dono sulla piattaforma dedicata.

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