Bruce LaBruce a Napoli, luci nel Teatro antico di Neapolis

Prosegue il soggiorno di Bruce LaBruce a Napoli. Ieri sera l’artista canadese, punto di riferimento internazionale per le tematiche di genere, ha animato il Teatro antico di Neapolis. La performance, curata dal Teatro Stabile delle Arti Medioevali guidato da Gian Maria Cervo, ha rappresentato una apertura straordinaria del sito archeologico incastrato nel cuore della città.
L’evento nella speciale location a due passi da via Duomo, anche conosciuto come Teatro romano dell’Anticaglia, ha visto protagonista Bruce LaBruce – regista, fotografo, scrittore e artista che vive a Toronto ma lavora a livello internazionale, vincitore di un Teddy Award alla Berlinale, il prestigioso Festival Internazionale del Cinema di Berlino – che ha portato a Napoli il progetto cine-teatrale – in collaborazione artistica con Gian Maria Cervo – che ha visto in scena gli attori-performer Roberto Caccioppoli ed Eugenio Castaldo e gli stessi spettatori che hanno scelto di far parte delle riprese dell’opera.
Nell’antica location è andata in scena “La magia dell’uovo” di Gian Maria Cervo, testo che ha un forte legame con Napoli avendo debuttato due anni fa proprio in città e che ora è stata rianimata grazie al coinvolgimento di grandi artisti internazionali nell’evento che ha visto la co-curatela di Roberto D’Avascio dell’associazione Arci Movie e la collaborazione di Museum Film. L’iniziativa si è svolta grazie al supporto del Servizio Grande Progetto UNESCO e del Servizio Cultura del Comune di Napoli e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli il cui sinergico ed estenuante lavoro sta permettendo di valorizzare il sito di cui è possibile apprezzare una vasta porzione della cavea che era in grado di ospitare circa cinquemila spettatori.
Bruce LaBruce resta in città per essere protagonista dell’appuntamento di sabato 2 agosto alle ore 18 presso il Parco Attianese di Pianura per la performance finale del workshop parte di “Pianura Opera House 3”, rassegna promossa dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Affabulazione” e finanziata a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.31

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Festival di EMERGENCY 2025, ecco il programma dell’edizione

Dal 5 al 7 settembre 2025, Reggio Emilia ospiterà la quinta edizione del Festival di EMERGENCY: tre giorni di incontri, performance artistiche, laboratori, musica, cinema e teatro per riflettere insieme sulle grandi questioni del nostro tempo.
Anche quest’anno moltissimi i protagonisti e le protagoniste del mondo del giornalismo, della letteratura, dell’attivismo, dell’arte, della filosofia, del cinema che animeranno piazze, teatri e luoghi simbolo della città. Tra gli ospiti la scrittrice e storica Benedetta Tobagi, l’artista, attore e autore Alessandro Bergonzoni, lo scrittore Gianrico Carofiglio, l’attrice e scrittrice Tezetà Abraham, il violoncellista Simone De Sena, la regista, sceneggiatrice e attrice Sabina Guzzanti, il regista Paul Jay, lo stand-up comedian e regista Salvo di Paola, le giornaliste Tonia Cartolano, Marianna Aprile, Lucia Goracci, Chiara Piotto, Simonetta Sciandivasci, la saggista e giornalista Paola Caridi, il giornalista Stefano Nazzi, il rettore universitario Tomaso Montanari e molti altri.
Il Festival darà spazio alle parole e alle esperienze di chi lavora per indagare il presente e immaginare un futuro più giusto.
UN FESTIVAL, MOLTI MODI DI FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE
Il tema di quest’anno, “La voce”, è un invito ad ascoltare, raccontare e farsi sentire. Prendere voce significa molto più che parlare: è un atto di coraggio, di partecipazione, di immaginazione. E questo è anche lo spirito che, da oltre 30 anni, guida l’azione di EMERGENCY, impegnata a difendere il diritto alla voce di chi viene messo ai margini: le vittime della guerra, della povertà, dell’ingiustizia.
Il Festival si costruisce attraverso diversi format, pensati per raggiungere vari pubblici, ma che insieme compongono un’unica, ampia narrazione collettiva. Il programma si articola in un’alternanza di “Dialoghi” con ospiti nazionali e internazionali e lo staff di EMERGENCY, testimonianze del lavoro sul campo con il ciclo “A lezione con EMERGENCY” e brevi interventi come le “Domande per pensare”, dove in 20 minuti un relatore risponde a quesiti su temi chiave. Non mancano, poi, spazi più informali come “Un caffè con…” e format innovativi come quello curato dal giornalista di Radio24 Giampaolo Musumeci, sul ruolo dell’attivismo in contesti internazionali. L’arte come strumento di denuncia trova spazio nella rassegna “Make art, not war”, mentre una riflessione sull’attualità è al centro della collaborazione con “Il Post”. Completano il programma spettacoli teatrali, eventi musicali e di intrattenimento, proiezioni cinematografiche e gli appuntamenti mattutini di “Voci in scena” e “Al risveglio”.
Durante il Festival sarà allestita al Palazzo dei Musei la mostra “CONTRO LA GUERRA – sguardi e immaginari”, che resterà visitabile con ingresso gratuito fino al 26 ottobre. L’esposizione è un progetto di EMERGENCY a cura di CHEAP ed è un percorso immersivo sul tema della guerra nei suoi effetti fisici, psicologici, sociali e politici che si struttura attraverso diversi livelli visivi e gradi di coinvolgimento.
Tra i momenti in cui il pubblico sarà chiamato a far sentire la propria voce è previsto per venerdì 5 settembre alle ore 21:30 quando piazza Prampolini si trasformerà in un “HardKoro”, un grande coro pop formato da tutto il pubblico che imparerà un brano a sorpresa, diretto da un maestro. Durante tutta la manifestazione sarà peraltro attiva “Se telefonando, io potessi…”, un’esperienza aperta e partecipativa allestita nel cuore del centro storico. Lo spazio sarà accessibile in diversi momenti del Festival: venerdì 5 settembre dalle ore 16 alle 20; sabato 6 settembre dalle ore 10 alle 14 e dalle 16 alle 20; domenica 7 settembre dalle ore 10 alle 14.
Grande attenzione è dedicata anche ai più giovani, con il palinsesto “Generazioni”, attraverso cui il Festival offre esperienze, laboratori, letture animate ed eventi pensati per bambine, bambini, ragazzi, ragazze e famiglie, esplorando insieme temi come la pace, la creatività e il diritto all’espressione.

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“Punti nascosti”, il corto per contrastare la violenza economica

Una gabbia silenziosa che si costruisce controllando o negando l’accesso al denaro, ai conti correnti, alle carte di credito, sabotando la carriera o imponendo di rinunciare al lavoro. Una violenza che non lascia lividi ma erode la libertà. È questa la realtà che racconta “Punti nascosti”, il cortometraggio diretto da Beatrice Baldacci e presentato in anteprima al Giffoni Film Festival.
Un film breve ma necessario, che affronta uno dei fenomeni più taciuti e pervasivi: la violenza economica, spesso invisibile, che colpisce le donne limitandone – fino ad annullarla – l’autonomia, la libertà di scelta, il futuro.
Il corto è il punto di arrivo del progetto (IN)Dipendenza Economica, ideato da Giffoni Innovation Hub e realizzato con il contributo di UniCredit e della sua Banking Academy e la collaborazione di Telefono Rosa Piemonte e Caritas Italiana. Un’iniziativa di comunicazione civile e valoriale, che riflette l’impegno attivo di UniCredit nel contrasto alla violenza economica, sostenendo l’autodeterminazione delle donne.
“La violenza contro le donne, in particolare quella economica, rappresenta una delle emergenze sociali più gravi del nostro Paese – dichiara Annalisa Areni, Head of Client Strategies di UniCredit –. In questo contesto, il nostro impegno si traduce in azioni concrete: dal Microcredito di Libertà, pensato per restituire autonomia a chi si trova in situazioni di vulnerabilità, ai percorsi formativi offerti dalla nostra Banking Academy, fino al sostegno di iniziative promosse dagli Enti del Terzo Settore.
La decisione di affiancare Giffoni nel progetto (IN)Dipendenza Economica nasce dalla volontà di contribuire allo sviluppo di una società più equa e inclusiva. Siamo orgogliosi di aver collaborato alla realizzazione di un cortometraggio pensato per sensibilizzare sul tema della violenza economica, con un linguaggio accessibile e vicino alle nuove generazioni”.
Il progetto nasce come naturale prosecuzione di Finance4Future, iniziativa avviata all’inizio del 2024 da Giffoni Innovation Hub insieme alla Banking Academy di UniCredit, per promuovere l’educazione finanziaria tra le nuove generazioni. Proprio grazie al dialogo con ragazze e ragazzi, è emersa la necessità di approfondire il tema della violenza economica, riconoscendo la carenza di informazione e consapevolezza sul fenomeno.
Il cortometraggio andrà in 600 scuole in cui UniCredit è presente con il programma Start Up Your Life.
L’impegno di UniCredit inoltre si articola anche in ulteriori programmi quali ad esempio:
  • Il Microcredito di Libertà, uno strumento finanziario dedicato alle donne vittime di violenza, per aiutarle a ricostruire un’autonomia economica concreta;
  • percorsi formativi della Banking Academy di ESG Italy, che accompagnano giovani e adulti nel rafforzare competenze e indipendenza finanziaria;
  • La sinergia con le Organizzazione del Terzo Settore, per creare un sistema che accolga, ascolti e accompagni le donne nel percorso di fuoriuscita dalla violenza.
Il progetto (IN)Dipendenza Economica si è sviluppato in due fasi: prima con la raccolta, tramite una landing page dedicata, di testimonianze anonime da parte di donne vittime di violenza economica, grazie alla collaborazione con Caritas Italiana e Telefono Rosa Piemonte e poi stesura condivisa della sceneggiatura e la produzione del cortometraggio a cura di Giffoni Innovation Hub, con un cast scelto da Giffoni, per parlare in modo autentico e diretto alla Generazione Z.
La proiezione di “Punti nascosti”, prevista oggi alle ore 16:00, sarà seguita da un dibattito con 250 giovani spettatori e gli speaker protagonisti del progetto: la regista Beatrice BaldacciIvana Neffat coordinatrice della Banking Academy di ESG Italy, UniCredit, Anna Ronfani, Vicepresidente dell’Associazione Volontarie del Telefono Rosa Piemonte e Caterina BocaCoordinatrice Caritas Italiana
Un confronto reale, aperto e generazionale su un tema urgente, in cui UniCredit sceglie di essere non un semplice interlocutore, ma un attore di cambiamento.
Con “Punti nascosti”, UniCredit consolida il proprio ruolo di banca impegnata nella costruzione di un’economia in cui la finanza può diventare motore di riscatto e prevenzione.
SINOSSI DEL CORTOMETRAGGIO:
Dopo la morte del marito, Clara, settantacinque anni, si ritrova sola con una vita che non ha mai avuto il potere di gestire. L’incontro con Anna, giovane sarta intrappolata in una quotidianità fatta di fatica e controllo, risveglia in lei un riconoscimento profondo. Tra loro nasce un legame silenzioso che si fa libertà, consapevolezza e rinascita.

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Estate e zanzare, cosa sapere e cosa (non) fare. Ecco i 5 consigli degli esperti di insetti

Non servono paludi lontane o foreste tropicali: per far nascere una zanzara può bastare un tappo di bottiglia con dell’acqua stagnante. E con l’estate in pieno svolgimento, la presenza delle zanzare è in aumento in tutta Italia, dalle città alle località turistiche. Ne esistono oltre 3.500 specie nel mondo ma solo le femmine pungono per nutrire le proprie uova. Gli esperti di SC Johnson  condividono alcuni consigli semplici ed efficaci per aiutare ad evitare le punture di zanzare e ridurre il rischio di trasmissione di malattie come malaria, dengue, chikungunya e febbre del Nilo occidentale.
Per contestualizzare il fenomeno nel panorama attuale del nostro paese, l’azienda ha chiesto un parere all’infettivologo Spinello Antinori, Professore Ordinario di Malattie Infettive presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche dell’Università degli Studi di Milano, Direttore UOC Malattie Infettive 3 dell’ASST Fatebenefratelli Sacco e Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali dell’Università degli Studi di Milano.
“Le zanzare non sono tutte uguali- precisa Antinori- e non si limitano a pungere. Alcune specie sono in grado di trasmettere virus che ormai non sono più confinati alle zone tropicali. Anche se i rischi sono più contenuti rispetto ad altre aree del mondo, negli ultimi anni, complici cambiamento climatico e globalizzazione, anche in Italia abbiamo avuto focolai autoctoni di malattie trasmesse dalle zanzare come dengue, chikungunya e il virus del Nilo occidentale occidentale da oltre quindici anni è considerato endemico nel nostro Paese”.
Ulteriore conferma arriva dall’Istituto Superiore di Sanità che nel I semestre del 2025 (dati aggiornati al 15 luglio 2025) ha registrato 83 casi confermati di Dengue (82 dei quali associati a viaggi all’estero e 1 caso autoctono) e 51 casi confermati di Chikungunya (50 dei quali associati a viaggi all’estero e 1 caso autoctono). Sempre dai dati Iss risulta anche che al 23 luglio 2025 sono 32 i casi confermati di infezione da West Nile virus nell’uomo in Italia dall’inizio dell’anno, oltre 20 dei quali sono stati segnalati dalla Regione Lazio, tutti in provincia di Latina.
E, secondo una recente circolare del Ministero della Salute, il nostro paese è ormai considerato area a rischio per la trasmissione autoctona di virus tipici dei Paesi tropicali. In Italia, la zanzara tigre è diffusa ovunque, anche nelle città. In estate, con l’umidità e il caldo, il rischio si amplifica. Non a caso, negli ultimi anni si sono verificati focolai di dengue autoctona in Emilia-Romagna, Marche e Lombardia. Alcuni partiti proprio da giardini privati, con infestazioni legate ad acqua stagnante in sottovasi, grondaie o giochi da giardino.
“Le zanzare necessitano di acqua per deporre le uova e dare origine alla propria progenie- spiega Antinori- L’acqua che rimane negli invasi dei fiori presenti nei giardini o sui balconi, ad esempio, rappresenta un ottimo incubatore e può trasformare un ambiente domestico in un perfetto luogo di riproduzione. Proteggersi diventa così indispensabile, a casa e all’aperto”.
Da oltre 65 anni, SC Johnson riunisce le competenze entomologiche del suo Center for Insect Science for Family Health, continuando ad affermare la propria leadership nella ricerca sugli insetti e un impegno di 5 generazioni per un mondo migliore per le future generazioni.

  • Ed ecco 5 consigli degli esperti di insetti:

-FAI IL CHECK-UP DELL’ACQUA STAGNANTE (ED ELIMINALA PRIMA DI PARTIRE)- Controlla regolarmente balconi, sottovasi, bidoni e grondaie e svuotali periodicamente. Riserva loro un’attenzione in più prima di partire per le per le zanzare durante la tua assenza. Ricorda che anche un cucchiaio d’acqua può bastare ad una zanzara per deporre le uova.
-USA IL REPELLENTE (IN MODO CORRETTO E CON LE GIUSTE INDICAZIONI) ANCHE IN ITALIA – Soprattutto se sei all’aperto all’alba o al tramonto, quando le zanzare sono più attive, applica sempre un repellente a base di Deet o Icaridina. Prima di utilizzarlo leggi attentamente l’etichetta e segui le istruzioni: non è un cosmetico ma un dispositivo di protezione. Spray, lozioni e salviette sono efficaci solo se applicati correttamente. Non spruzzare o strofinare mai il prodotto sotto i vestiti né su tagli, ferite o pelle irritata. Per utilizzare il repellente sul viso, applicalo prima sulle mani e poi distribuiscilo sul viso e sul collo. Se un repellente personale entra in contatto con gli occhi, sciacquali con acqua.
-PROTEGGI ANCHE I PIÙ PICCOLI CON ATTENZIONE- Non lasciare che i bambini si applichino da soli il repellente. Spruzzalo prima sulle tue mani poi sulla pelle esposta del bambino. Non esagerare con la quantità (una dose abbondante non è garanzia di una protezione migliore o più duratura) e non applicarlo mai su mani, occhi o bocca. Ricorda di utilizzare prima la protezione solare e di applicare solo successivamente il repellente.
-IN SPIAGGIA O IN CAMPEGGIO, PORTA CON TE ANCHE UN REPELLENTE SPAZIALE – Repellenti spaziali, come diffusori elettrici e dispositivi da giardino, possono aiutare a ridurre la presenza di zanzare in un’intera area tenendole lontane da zone comuni come balconi e terrazzi, aree picnic o tende da campeggio. Scegli sempre prodotti certificati e leggi prima molto attentamente l’etichetta.
-SCEGLI CON CURA L’ABBIGLIAMENTO (VIA LIBERA AD ABITI CHIARI E COPRENTI)
Maniche e pantaloni lunghi, colori chiari e tessuti leggeri aiutano a tenere lontane le zanzare (che sono invece attirate dai colori scuri) e possono contribuire a ridurre notevolmente le punture. Attenzione ai tessuti sintetici: ci sono repellenti che non vanno usati con alcuni di questi tessuti tra i quali, ad esempio, rayon, spandex e acetato.
“La prevenzione è il miglior alleato per un’estate serena- conclude l’infettivologo Antinori- e adottare piccoli accorgimenti quotidiani, come quelli suggeriti, è il modo migliore per proteggere, in città ma anche in vacanza, se stessi e i propri cari”.

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Obiettivo Napoli, un punto di riferimento per giovani ragazzi nel cuore della città

L’associazione “Obiettivo Napoli”, un presidio di legalità in un territorio complicato, quello di Mercato-Pendino, tra i quartieri più popolari e poveri della città, lì dove la percentuale dei percettori dell’Assegno di Inclusione raggiunge è tra le più alte della città. Nata oltre 30 anni fa, l’organizzazione napoletana svolge per i minori e le famiglie della zona una serie di attività educative e formative, dai laboratori di Educativa Territoriale, che coinvolgono ogni giorno intorno ai 50 bambini e ragazzi, al progetto di “istruzione parentale” che arriva lì dove l’istituzione scolastica non attecchisce.

Le attività per minori e famiglie Delle attività rivolte ai più piccoli ci parla Vittorio Bruno, psicologo, coordinatore dell’Educativa Territoriale realizzata da “Obiettivo Napoli” per il Comune di Napoli: «Siamo un punto di riferimento per queste famiglie da circa 20 anni – spiega – Cinquanta sono i ragazzi che frequentano il nostro centro fino ai 16 anni circa, ma quaranta sono quelli in lista d’attesa, per cui servirebbe addirittura raddoppiare l’offerta. L’obiettivo è quello di dare a questi ragazzi una alternativa alla strada, ma il primo intervento da fare è sul contesto familiare e sociale».
Presso la sede dell’associazione in via Cosenz, proprio a un passo dal Centro Servizi Sociali della II Municipalità di Napoli, i ragazzi dell’Educativa vengono coinvolti in tre gruppi, diversi a seconda dell’età, attraverso un piano educativo che è al contempo individuale e collettivo. «Collaboriamo in maniera costante sia con le assistenti sociali, che ci segnalano situazioni particolari, sia con la rete informale di risorse presenti sul territorio» continua Vittorio, secondo il quale una delle principali emergenze di questa parte della città è la “povertà culturale” che non è necessariamente legata a quella materiale. «Ed è lì che bisogna intervenire per invertire la tendenza».
Insegnare la bellezza tra degrado e rifiuti- Qui, ai giovanissimi che non hanno tanta voglia di studiare, si trasmette l’importanza della lettura: a questo scopo è stata anche allestita, non senza fatica, una piccola biblioteca che non è escluso, più avanti, possa anche aprire al territorio. Per ora, a consultare i libri sono i giovani utenti di “Obiettivo Napoli” ed è già una bella conquista. Anche la musica può essere uno strumento di integrazione, come dimostra l’esperienza dei “Dudu parata transistor”, una band musicale formata dai bambini del quartiere – il cui nome è un acronimo di Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – e nata grazie a un contributo economico di Energas, che si esibisce nel corso di iniziative sociali.
Insomma, a pochi chilometri dal degrado della Stazione Centrale, su una strada stracolma di cumuli di immondizia, si cerca di educare i ragazzi alla bellezza. «Sembra una contraddizione – sottolinea Vittorio Bruno – Tra le nostre mura diamo segnali di speranza e di riscatto ai giovani, poi però questi escono fuori e si ritrovano in una discarica a cielo aperto, a causa di bidoni in cui la gente getta di tutto anche da altri quartieri della città, nell’indifferenza più totale, per quanto sia stato chiesto più volte di rimuoverli». Un altro paradosso colpisce: si indica una alternativa alla strada, ma le famiglie chiedono spazi. Dove sono questi spazi per i giovani?
L’associazione sta lavorando a questa possibilità da anni: «Qui non c’è nulla per i bambini e ragazzi. Abbiamo chiesto più volte un’area per farne un parco giochi, e l’avevamo anche individuata in una scuola qui accanto che è stata chiusa un paio di anni fa e oggi versa in uno stato di abbandono proprio lì, davanti ai bidoni. Anche questo è un messaggio che non dovrebbe passare. A ogni modo, siamo tuttora in dialogo con l’assessore comunale al Welfare Luca Trapanese, che ci ha assicurato la piena collaborazione, e con il Comitato adolescenti».
L’istruzione parentale e il Servizio Civile- Una delle attività più importanti di “Obiettivo Napoli” è il progetto di istruzione parentale, di cui parliamo con la coordinatrice, l’educatrice Luisa Amalfi: «Accogliamo i ragazzi che hanno difficoltà a restare nel circuito scolastico, quelli destinati a disertare per sempre la scuola. Spesso questi ragazzi finiscono per rappresentare un disturbo per l’intera classe e non permettono un sereno apprendimento né per sé ne per gli altri. È lì che, in stretta collaborazione con le scuole del territorio e con le famiglie, interveniamo noi». Si tratta di una scuola “alternativa”, certamente più leggera e dinamica, in cui gli orari possono essere più flessibili, c’è una maggiore tolleranza per le assenze rispetto alla scuola tradizionale e l’atmosfera è decisamente informale.
Alla fine del percorso, che passa anche per un riconoscimento formale, è possibile conseguire il titolo da privatista. Chi arriva al traguardo è stato sostenuto durante l’anno scolastico nella ricerca di un campo di interesse e nella motivazione a non mollare, da ragazzi di poco più grandi di lui, ovvero i volontari del Servizio Civile, opportunamente formati allo scopo, grazie a due progetti educativi che l’organizzazione porta avanti con successo da anni.
«La nostra mission è quella di dare ai giovani un orientamento formativo e professionale, contrastare la dispersione scolastica, promuovere occasioni lavorative. Ne abbiamo di storie da raccontare dopo 33 anni», chiosa il presidente di “Obiettivo Napoli” Giuseppe Gilardi.

di Maria Nocerino

 

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REGIONE CAMPANIA E CITTÀ DELLA SCIENZA DI NAPOLI ANNUNCIANO LA RINASCITA DEL “SCIENCE CENTRE”

Si è tenuta questa mattina, alle ore 11:30, presso la Sala “De Sanctis” di Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, la conferenza stampa congiunta tra la Regione Campania e Città della Scienza, un evento cruciale per annunciare la rinascita del “Science Centre” di Bagnoli, dopo il rogo che aveva distrutto il Museo Scientifico il 4 marzo 2013.  La conferenza ha segnato un momento storico con la presentazione ufficiale dei rendering del nuovo “Science Centre” e l’annuncio del via alla gara d’appalto per la sua realizzazione.

Ad aprire i lavori è stato il Presidente di Città della Scienza, Riccardo Villari, che ha illustrato le linee guida e le ambizioni del progetto: “L’obiettivo principale è la ricostruzione del Science Centre, incendiato nel 2013, per restituire alla comunità un museo scientifico, data la forte mobilitazione popolare per la sua rinascita. Il progetto è a buon punto e i promotori si dichiarano molto soddisfatti. Il costo totale stimato per l’intera opera è di circa 70 milioni di euro. La realizzazione avverrà per lotti funzionali. Per l’avvio dei lavori, è stato stanziato un primo lotto funzionale di circa 21,5 milioni di euro. Questi fondi provengono dai FSC 2007-2013, che sono stati riattivati e riassegnati. Nello specifico, i primi 21,5 milioni sono stati recuperati dall’annualità 2007-2010.

La disponibilità dei restanti fondi necessari per completare i 70 milioni complessivi avverrà durante la realizzazione stessa dell’opera, attingendo alle annualità successive. Tuttavia, la gara d’appalto sarà unica e riguarderà l’intero progetto da 70 milioni, sebbene la costruzione procederà per lotti funzionali, una modalità già adottata in passato per la realizzazione del precedente museo.

 

Il Presidente Villari ha poi aggiunto: “Città della Scienza nel 2013 ha avuto una ferita mortale ma è sopravvissuta: oggi finalmente possiamo partire con la ricostruzione del museo andato a fuoco nel 2013.  Dopo aver completato la fase istruttoria, validato il progetto e confermato la disponibilità dei fondi, si prevede di avviare la gara d’appalto a inizio 2026 per l’assegnazione dei lavori e l’apertura del cantiere. Il progetto del nuovo museo è ambizioso e promettente. I rendering mostrano una struttura che includerà ampi spazi per grandi mostre ed eventi, oltre a numerose aree modulari e interattive dedicate alla divulgazione scientifica, replicando l’approccio del precedente museo. Prima dell’incendio, Città della Scienza accoglieva circa 350.000 visitatori all’anno, un numero sceso oggi a circa 200.000.

Vorrei infine sottolineare il ruolo cruciale degli circa 80 lavoratori che, nonostante le difficoltà oggettive, anche economiche, hanno continuato a lavorare con dedizione, mantenendo viva l’istituzione. Il loro sacrificio è stato riconosciuto e premiato. Con la ricostruzione rilanciamo un’infrastruttura che parla di futuro, di scienza, di modernità e che parla a tutti, in particolare alle giovani generazioni”.

 

 

 

Le conclusioni della conferenza sono state affidate al Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha ribadito il forte impegno della Regione nel sostenere la ricostruzione e lo sviluppo di Città della Scienza: “Consapevoli di aver fatto una scelta importante per la struttura, ricordiamo ovviamente con affetto anche Vittorio Silvestrini.  Abbiamo messo in atto un piano di risanamento finanziario e oggi diciamo all’Italia che Città della Scienza riparte grazie all’investimento della Regione Campania. È un motivo di onore per Napoli, per la regione, per il nostro Paese: è l’inizio di una sfida che si sta vincendo”.

 

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