13 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
La stagione estiva non è sinonimo di vacanze per tutti. Anziani, indigenti, senza fissa dimora, fragili sono costretti a combattere la calura estiva in città. E’ necessario quindi che i tanti servizi offerti da pubblici uffici, enti religiosi e associazioni del terzo settore continuino a essere operativi per i meno fortunati.
Prima di tutto la tutela nella stagione calda è rivolta alle fasce più deboli esposte a rischi di salute dovuti alle elevate temperature; molti comuni e le ASL hanno messo in campo una serie di accorgimenti e piani di informazione per affrontare al meglio il caldo tra cui il potenziamento dell’assistenza domiciliare e dei servizi di continuità assistenziale, l’attivazione del codice “calore” nei pronto soccorso e per i centri di accoglienza l’apertura anticipata già nelle ore pomeridiane. Il Centro di accoglienza “La Palma” (Salita di Mauro allo Scudillo 21) il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 13,00 alle 18:30 offre la possibilità di trascorrere le ore più calde della giornata presso la struttura, offrendo il pranzo e la partecipazione ad attività laboratoriali e ricreative. Possono essere accolti sia gli usuali ospiti della struttura sia persone non ospiti per un massimo di venti persone al giorno.
Per gli indigenti non viene mai a mancare il supporto delle mense. La più operosa sul territorio napoletano, la Mensa del Carmine, non chiude mai e dà sostegno a centinaia di persone a colazione e pranzo anche d’estate e anche nei giorni festivi così come la Mensa di Piazza del Gesù, nel centro storico partenopeo, che anche nel mese di agosto opererà i due turni di cena.
Il “Binario della solidarietà” della Caritas della Diocesi di Napoli (Via Taddeo da Sessa, 93) resterà sempre operativo per gli indigenti e i senza fissa dimora sia per tutti i pasti giornalieri che per una doccia ristoratrice, un cambio d’abito o il servizio di dispensario farmaceutico.
La Caritas della Diocesi di Pozzuoli, che copre il territorio flegreo dal quartiere di Fuorigrotta a Torregaveta mantiene attive tutta la stagione estiva le sue tre mense residenziali. Grazie ad un’associazione di volontari afferenti alla stessa diocesi vengono dati pasti serali anche a circa 50 persone senza fissa dimora nella zona della stazione ferroviaria di Campi Flegrei a Napoli.
Padre Giuseppe Carulli, direttore della Caritas Diocesana di Pozzuoli, sottolinea che «nei mesi estivi il numero di persone a cui viene solitamente offerto il pasto da asporto terribilmente aumenta perché ai consueti senza fissa dimora della zona si aggiungono molti immigrati nordafricani che dalla stazione partono per raggiungere la provincia di Caserta per la raccolta dei pomodori».
Per i disabili che restano in città e desiderano andare al mare la spiaggia pubblica Mappatella Beach alla Rotonda Diaz sul Lungomare di Napoli si è attrezzata per poter accogliere in sicurezza le persone in carrozzina. E’ stata istallata una pedana di 220 metri quadrati necessaria a permettere l’accesso direttamente in acqua alle persone con disabilità motoria. Sono state allestite inoltre nuove doccette a servizio di questa utenza specifica.
Sul litorale flegreo invece, sull’arenile di Miseno a Bacoli, nei mesi di luglio e agosto l’associazione di volontariato “Pro Handicap” gestisce il progetto “Mare per tutti”, per disabili con alto deficit motorio.
Sulla spiaggia sono posizionate pedane removibili che accompagnano in acqua i disabili; inoltre sono disponibili lettini appositamente modificati per l’accompagnamento in acqua, docce accessibili a carrozzine e postazioni per poter godere di ristoro e relax con i dovuti accorgimenti architettonici.
Per le tante famiglie meno fortunate che si appoggiano ad enti del terzo settore le attività non si esauriscono in estate. L’associazione Pianoterra, tra le tante, organizza per le famiglie che supporta sia a Napoli che a Castel Volturno, visite guidate sul territorio, uscite al mare, attività sportive e ludico-ricreative per tutte le fasce d’età.
Per chi invece vuol vivere un’estate all’insegna della cultura e trascorrere del tempo libero da turisti della propria città, il Comune di Napoli ha programmato un ricco calendario di iniziative.
«La rassegna Estate a Napoli – dichiara il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – offre a cittadini e turisti che vivono la città nei mesi estivi la possibilità di fruire di un cartellone multiculturale di ampio respiro, in grado di richiamare più target di pubblico e che evoca sia il tema dell’identità sia la pluralità dei linguaggi con rassegne cinematografiche, musicali e teatrali di diverse ispirazioni».
di Emanuela Nicoloro
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12 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
Torna il “Social Film Production Con il Sud” il bando che fa incontrare il mondo del Cinema – imprese cinematografiche italiane o internazionali – con il Terzo settore – organizzazioni non profit meridionali – per raccontare il Sud Italia attraverso le tematiche sociali. L’iniziativa, giunta alla terza edizione, è promossa da Fondazione Con il Sud e Fondazione Apulia Film Commission che mettono a disposizione complessivamente 500 mila euro per produrre 10 opere filmiche che affrontino il tema del processo virtuoso di sviluppo del capitale sociale nel Sud Italia.
L’iniziativa si rivolge a partenariati composti da almeno tre organizzazioni: l’impresa cinematografica proponente dovrà essere affiancata da almeno due enti del Terzo settore meridionale (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia), che avranno un ruolo di valorizzazione e promozione della tematica affrontata, nella fase di ideazione e realizzazione del prodotto audiovisivo e della promozione. Le riprese, così come le attività di promozione sul territorio, potranno essere svolte in una o più delle regioni meridionali in cui interviene la Fondazione Con il Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia).
Le opere potranno essere documentari (della durata compresa tra i 20 e i 52 minuti) o cortometraggi di animazione (della durata minima di 10 minuti). A disposizione 50.000 euro complessivi per progetto.
Le proposte potranno affrontare una o più tematiche sociali tra quelle previste nel bando. Beni comuni e territorio: tutela, cura e valorizzazione del patrimonio ambientale, del paesaggio, della biodiversità, del patrimonio culturale materiale e immateriale; valorizzazione di terreni incolti o abbandonati, di beni confiscati alle mafie, di periferie urbane, di biblioteche di comunità; promozione culturale e turismo responsabile; legalità: educazione alla legalità; contrasto alla criminalità organizzata; percorsi di inclusione socio-lavorativa di persone detenute; diritti: cura e integrazione delle persone con disabilità; cura e integrazione degli anziani; supporto ai caregiver; contrasto allo sfruttamento sessuale e lavorativo e integrazione degli immigrati; contrasto alla violenza e promozione della parità di genere; housing sociale; nuove generazioni: servizi per l’infanzia, contrasto alla dispersione scolastica e alle povertà educative; contrasto al lavoro minorile; accoglienza e interazione dei minori stranieri non accompagnati; promozione dei giovani talenti in ambito economico sociale e della ricerca scientifica; cittadinanza attiva: promozione della cittadinanza attiva, volontariato; promozione della partecipazione attraverso lo sport sociale, l’arte urbana; comunità e spopolamento: contrasto al fenomeno della denatalità e dello spopolamento al Sud, promozione della rigenerazione demografica, sociale e culturale delle comunità; promozione dell’economia sociale nell’ambito dello sviluppo locale del territorio; oltre i luoghi comuni e pensiero femminile: contrasto alla narrazione stereotipata di comunità e persone.
Attraverso le due precedenti edizioni del Social Film Production Con il Sud sono stati prodotti 16 documentari e 4 cortometraggi che, oltre a essere proiettati nelle sale e trasmessi in canali televisivi o piattaforme digitali, essere stati selezionati in numerosi festival nazionali e internazionali ottenendo importanti riconoscimenti, sono ancora al centro di incontri ed eventi partecipativi promossi in contesti istituzionali, sociali, culturali ed educativi legati ai temi affrontati.
I documentari e cortometraggi attualmente sono disponibili su Amazon Prime Video, che ha dedicato un carosello “Un Sud mai visto” all’iniziativa e su Rai Play, contribuendo ad alimentare e qualificare una originale narrazione sul Sud e sul sociale verso l’opinione pubblica.
L’iniziativa è realizzata in modo congiunto e integrato dalla Fondazione Con il Sud e dalla Fondazione Apulia Film Commission, sostenuta pariteticamente dai due enti e in particolare dalla Regione Puglia a valere su risorse del programma regionale per il Welfare culturale e con risorse private dalla Fondazione Con il Sud.
La documentazione necessaria per partecipare al bando è disponibile al seguente link.
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12 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
Districarsi tra le varie mappe di sostenibilità, balneabilità, biodiversità e criticità fornisce una fotografia molto chiara di quello che sta accadendo in questi mesi così caldi sia da un punto di vista meteorologico sia da un punto di vista economico. Già, perché in realtà non si può tanto parlare di “mare” quanto di “mari”: quello godibile e raggiungibile da chi anche quest’anno riuscirà in qualche modo a fare fronte a un generale rincaro per noleggiare ombrelloni, lettini e quello low cost, fruibile sì ma fino a un certo punto e con tanti punti interrogativi. La Campania è infatti tra le regioni italiane dove andare in spiaggia costa di più: che il mare sia tutto bello e alla portata di tutti è solo un’impressione.
CARO MARE, QUANTO MI COSTI?
Le media nazionale per concedersi una giornata al mare è di 35/42 euro per un ombrellone e due lettini, con un aumento dei prezzi dal 5 al 7 per cento. La Campania è però tra le regioni dove i rincari si sono fatti maggiormente sentire, soprattutto nel Cilento: nonostante un’offerta diversificata, con lidi, strutture e litorali capaci di soddisfare davvero ogni tipo di esigenza, gli aumenti stanno mettendo a dura prova le tasche, sempre meno piene, dei cittadini campani. Un report redatto da Altroconsumo mostra come Palinuro, l’unica campana tra 10 località monitorate, con un rincaro del 7% rispetto all’anno scorso, sia seconda solo a Senigallia per aumento dei prezzi di ombrelloni e lettini. Senza parlare dei prezzi alle stelle di Santa Maria di Castellabate dove i costi arrivano sotto i 100 euro. Un fatto assai singolare se si pensa che la Campania ha sempre offerto soluzioni diversificate, con litorali tra i più esclusivi al mondo e realtà popolari a buon prezzo.
GLI ARENILI LIBERATI E I PREZZI POPOLARI
Con la revoca di alcune concessioni agli stabilimenti balneari, con la riqualificazione di alcuni tratti costieri – si pensi al meraviglioso lungomare di Portici, nuovo di zecca – e con una forte presa di posizione da parte di alcune amministrazioni comunali, in alcuni casi di comitati cittadini, si è riusciti comunque ad attrezzare le spiagge di ombrelloni e servizi. A Bagnoli, presso la Rotonda Diaz, a San Giovanni a Teduccio, anche proprio a Portici, per citare alcuni luoghi, è possibile accedere agli arenili utilizzando ombrelloni e sedie messe a disposizione dal Comune, a prezzi calmierati, in modo vigilato, pure se con qualche criticità strutturale e organizzativa da risolvere. Tuttavia «la fruizione di mare e spiagge non bonificate potrebbe essere una vera e propria bomba ad orologeria». Una dichiarazione forte quella resa da Alberto Lucarelli, giurista e professore ordinario di Diritto Costituzionale, da anni in prima fila insieme a numerosi comitati cittadini nella lotta al “mare libero”. «Pensare di poter usufruire di determinati arenili senza una bonifica è una follia. A Napoli sono del tutto assenti politiche pubbliche di programmazione, di messa in sicurezza delle spiagge, manca una visione. E questo è dannoso ma soprattutto pericoloso. Si tende a proteggere le attività dei concessionari, in modo illegittimo e in contrasto sia con il diritto europeo che con la giurisprudenza del Consiglio di Stato. La verità è che al centro delle politiche pubbliche del Comune di Napoli non si pongono i diritti di migliaia di cittadini che non possono permettersi l’accesso ai lidi, per i costi sempre più insostenibili. Il mare non è per tutti, e una mancata vigilanza può trasformarsi in un problema veramente serio. Penso a quei tratti di mare vicini agli scarichi, che in caso di piogge forti riversano in mare immondizia e ratti. Penso a Bagnoli, dove decenni di inquinamento industriale e bonifiche mai realmente completate sono un insulto di fronte a una comunità che avrebbe invece bisogno di poter fruire di una grande spiaggia pubblica purché nell’ambito di un piano di rigenerazione».
Insomma, stando all’incrocio di questi dati, il mare, quello pulito, bagna solo i ricchi, o quantomeno chi può permetterselo. Nonostante gli sforzi enormi e l’immenso impegno di cittadini e associazioni. Basti guardare ad Ercolano, anch’essa “liberata” da lidi privati in attesa dei nuovi bandi. Al momento le spiagge aperte sono tutte libere e fruibili, accessibili anche ai disabili. «Tuttavia – spiega Ciro Borrelli, presidente dell’associazione Hippocampus – alcune sono impraticabili per situazioni di inquinamento ambientale e di abusi edilizi riconducibili ai vecchi concessionari, che sono anche oggetto di denuncia».
di Nadia Labriola
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12 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
Egidio Ciancio, coordinatore di ANPAS Campania, racconta il ruolo delle Pubbliche Assistenze nella provincia di Napoli, tra emergenza sanitaria, assistenza ai fragili e impegno civico.
Quali sono le principali attività che ANPAS svolge nella provincia di Napoli e come si sono evolute negli ultimi anni?
ANPAS Campania è presente con 60 Pubbliche Assistenze e da oltre trent’anni rappresenta un punto di riferimento per il sistema socio-sanitario regionale. Nella provincia di Napoli, operiamo in modo strutturato nell’area dell’ASL Napoli 2, con due presìdi principali: a Quarto, con la Croce Italia Area Flegrea, e a Grumo Nevano, con La Cura Solidale Odv. Da queste basi gestiamo 12 postazioni del 118, garantendo un servizio di emergenza urgenza H24. Ma l’attività non si ferma qui. Offriamo trasporti sanitari ordinari e specialistici, assistenza domiciliare e accompagnamento socio-sanitario per anziani, disabili e persone fragili, senza dimenticare il presidio sanitario durante grandi eventi culturali e sportivi, come il concerto dei Coldplay o le Universiadi. Abbiamo poi una presenza attiva a Cicciano con la PA Assistenza Infermieristica Solidale H24 Odv, e a Pomigliano d’Arco con il Nucleo Volontari di Protezione Civile.Negli ultimi anni, il nostro ruolo si è evoluto per rispondere a una crescente complessità sociale, acuita dalla pandemia e dalle disuguaglianze territoriali. Oggi non siamo più solo soccorritori: siamo parte di una rete di prossimità che opera per prevenire il disagio, accompagnare le fragilità e garantire servizi continuativi.
Come gestite le emergenze sanitarie e quali sono le principali difficoltà che affrontate sul campo?
L’emergenza viene gestita in coordinamento con le centrali operative territoriali. I nostri equipaggi sono formati per rispondere a qualunque tipologia di evento: dai traumi gravi ai malori improvvisi, fino ai trasporti protetti per pazienti vulnerabili. Tuttavia, le difficoltà operative sono numerose. Una delle più ricorrenti riguarda l’accessibilità ai luoghi di intervento: il traffico intenso, le strade strette dei centri storici e la scarsa pianificazione urbana rallentano i soccorsi. In alcune aree manca anche una distribuzione equilibrata dei presidi sanitari, rendendo il lavoro ancora più complesso. A tutto questo si aggiunge un problema che ci preoccupa molto: la sicurezza degli operatori. Sempre più spesso, i nostri volontari subiscono aggressioni, minacce o furti. In quartieri più problematici, intervenire può diventare rischioso. È un tema su cui chiediamo da tempo maggiore attenzione. Nonostante ciò, ANPAS Campania continua a garantire una risposta puntuale, professionale e umana.
Qual è la relazione tra ANPAS e le istituzioni pubbliche?
Lavoriamo in sinergia con le ASL, i Comuni, le Prefetture. Partecipiamo ai tavoli istituzionali previsti dal Codice del Terzo Settore, portando il nostro contributo alla programmazione dei servizi. Non ci limitiamo a fornire ambulanze: svolgiamo trasporti sanitari, assistenza domiciliare, supporto agli eventi pubblici complessi. In situazioni straordinarie, come calamità o crisi sanitarie, siamo parte integrante della macchina operativa: ci occupiamo di triage, logistica, supporto alla popolazione. Questa visione allargata ci consente di operare anche in ambito educativo e sociale, promuovendo campagne di sensibilizzazione e percorsi di cittadinanza attiva.
Che ruolo ha il volontariato nelle vostre attività, e che messaggio vuole rivolgere ai giovani?
Il volontariato è il cuore pulsante di ANPAS. Non è un accessorio, ma la base da cui nasce tutto. Il nostro modello è quello della cittadinanza attiva: persone che scelgono di mettersi a servizio della comunità, con competenza, dedizione e umanità. In Campania, i nostri volontari operano nel 118, nella Protezione Civile, nei servizi alla persona, nella formazione e nell’educazione sanitaria. Ogni attività è resa possibile da questa “infrastruttura invisibile” fatta di donne e uomini che credono in un’idea di società fondata su solidarietà, giustizia e corresponsabilità.
Ai giovani dico questo: il volontariato non è beneficenza. È un gesto politico e culturale. È un modo per conoscere il proprio territorio, per crescere, per costruire legami autentici. Non servono superpoteri, ma passione, ascolto e responsabilità. In un’epoca segnata da disillusione e precarietà, fare volontariato significa restare umani, allenarsi al dialogo, accettare la fatica. Lo ha ricordato anche Papa Francesco durante il Giubileo del Volontariato, rivolgendosi ai giovani: “Non lasciatevi rubare il desiderio di costruire un mondo migliore. Il volontariato è una delle vie privilegiate per mettere in pratica questo sogno.” È un messaggio che ANPAS Campania fa proprio ogni giorno.
di Francesco Gravetti
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11 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
Con il messaggio 11 agosto 2025, n. 2460, l’Istituto comunica che, dal 15 settembre al 14 novembre, è possibile presentare la domanda per usufruire del Bonus psicologo per l’anno 2025
Il Bonus psicologo consiste in un contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia a favore di cittadini che vivono condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica.
La domanda deve essere presentata esclusivamente in via telematica attraverso il servizio dedicato.
Al momento della presentazione della domanda, il richiedente deve essere in possesso di un ISEE valido e di valore non superiore a 50mila euro.
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11 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
C’è un’umanità in cammino che spesso vediamo solo nei numeri. Cifre che scorrono nei grafici, nei bollettini, nei titoli dei notiziari mentre stiamo cenando. Ma dietro quei numeri ci sono volti, storie, perdite e speranze. Sono i migranti e i rifugiati che ogni giorno attraversano confini, deserti, mari, per cercare una possibilità di vita.
Dal 1° gennaio al 4 luglio 2025 sono sbarcati in Italia 30.611 migranti, un dato in leggera crescita rispetto allo stesso periodo del 2024 (26.202) ma ancora ben lontano dai numeri del 2023, quando nello stesso arco di tempo si erano registrati 66.491 sbarchi. A colpire, più che i dati assoluti, è il lento calo dell’attenzione pubblica, quasi come se, al diminuire degli arrivi, si abbassasse anche il livello di umanità con cui guardiamo a questi fenomeni.
Il report diffuso dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza evidenzia che il Bangladesh rappresenta il primo Paese di provenienza dei migranti sbarcati quest’anno (32%), seguito da Eritrea (14%), Egitto (12%), Pakistan (9%), Etiopia (5%) e Sudan (4%). Numeri che, letti con attenzione, mostrano un tratto comune: si fugge da guerre, persecuzioni, regimi autoritari, instabilità cronica.
Un dato particolarmente significativo è quello relativo ai minori stranieri non accompagnati: nei primi sei mesi del 2025 ne sono sbarcati 5.328, una cifra che, seppur inferiore a quella del 2023 (oltre 18mila in tutto l’anno), conferma la presenza massiccia di bambini e adolescenti soli, esposti a rischi enormi di sfruttamento, tratta e abusi.
In questo scenario complesso, Napoli e la Campania giocano un ruolo di primo piano. Fino allo scorso anno, la regione contava oltre 190.000 cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti, di cui circa 100.000 nella città metropolitana di Napoli. A questi si aggiungono oltre 18.000 rifugiati di nazionalità ucraina, accolti in seguito alla guerra.
La Campania si è dunque posizionata tra le prime regioni italiane per accoglienza, dimostrando – nonostante le difficoltà – una capacità di risposta significativa. Il dato è stato sottolineato in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, celebrata con un convegno istituzionale al Maschio Angioino, a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, del sistema di accoglienza SAI, del mondo universitario e del terzo settore.
Ma non esiste solo l’accoglienza. Come ha denunciato di recente anche la Fondazione Migrantes, permangono sacche di disumanità nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR), luoghi in cuii diritti fondamentali sembrano sospesi.
Il problema non è solo giuridico, ma profondamente etico: è accettabile privare una persona della libertà senza che abbia commesso un reato, solo perché “irregolare”?
Proprio per questo, la narrazione intorno ai migranti e rifugiati non può limitarsi alla cronaca degli sbarchi o alle emergenze temporanee. Serve un racconto che metta al centro le persone, che dia spazio a storie di integrazione, di riscatto, di cittadinanza possibile.
In Campania non mancano buone pratiche: dai progetti di inclusione abitativa a quelli per il lavoro agricolo etico, dalle scuole multiculturali ai percorsi di supporto psicologico per i minori. Ma serve di più: serve una regia pubblica che investa con convinzione su politiche strutturali, capaci di trasformare l’accoglienza da atto emergenziale a visione di futuro.
L’integrazione non è una gentile concessione, ma una scelta politica. E come ogni scelta, va sostenuta da visione, risorse e coraggio. A Napoli e in Campania c’è un potenziale enorme, fatto di associazioni, reti territoriali, esperienze di prossimità e attivismo civico. Ma c’è anche il rischio – concreto – che l’attenzione cali, che le emergenze fagocitino la programmazione, che la solidarietà resti confinata agli slogan.
In un mondo in cui oltre 110 milioni di persone sono costrette a fuggire dalle proprie case, come ci ricorda l’UNHCR, ogni territorio deve fare la sua parte. E ogni cittadino deve interrogarsi su quale mondo vuole abitare: uno che alza muri o uno che costruisce ponti.
Perché il futuro, lo insegna ogni migrante, non si ferma ai confini. E spesso inizia proprio dove altri vedono solo fine.
di Francesco Gravetti
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