27 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
Legalità e inclusione sociale attraverso il lavoro specializzato e la formazione: sono i pilastri del progetto sviluppato da Webuild con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) del Ministero della Giustizia italiano per la formazione e il reinserimento lavorativo di detenuti, che vede la sua prima applicazione concreta su uno dei cantieri dell’Alta Velocità ferroviaria tra Napoli e Bari, grazie alla collaborazione con il Provveditorato della Campania. Il progetto segue la collaborazione tra Webuild e Ministero della Giustizia avviata nel 2023 con la firma di un Protocollo di Intesa per dare l’opportunità a detenuti selezionati di poter intraprendere un concreto percorso di reinserimento sociale attraverso il lavoro.
Nel ringraziare per il risultato raggiunto sia i Funzionari Giuridico pedagogici dell’Istituto che il personale di Webuild, il direttore della Casa Circondariale di Benevento, Gianfranco Marcello evidenzia che l’opportunità lavorativa offerta è altamente professionalizzante e non gode sovvenzione e/o fondi pubblici (salvo la generale decontribuzione della legge Smuraglia) e rappresenta, pertanto, una costruttiva eccezione nel panorama del lavoro penitenziario nella regione Campania. La prima fase operativa del progetto, che prevede complessivamente l’assunzione di circa 10 persone, è partita dalla Casa Circondariale di Benevento. Dopo una selezione condotta con il DAP e l’agenzia per il lavoro Randstad, sono stati individuati i primi 4 candidati che nell’ambito del programma “Cantiere Lavoro Italia”, percorso di formazione e lavoro offerto gratuitamente da Webuild, hanno l’opportunità di riqualificarsi a livello professionale per poter lavorare in sicurezza nei grandi cantieri del Gruppo. I partecipanti, dopo aver completato la “Scuola del Territorio”, corso di formazione preassunzione erogato direttamente nell’Istituto penitenziario, hanno preso parte al centro di formazione “Scuola dei Mestieri”, un programma di formazione intensivo tenutosi presso la sede dell’ente paritetico che si occupa della formazione dei lavoratori del comparto delle costruzioni FORMEDIL Avellino, Atripalda (AV).
I partecipanti, una volta formati, sono dunque stati assunti, iniziando a lavorare presso il cantiere del lotto Apice-Hirpinia dell’Alta Velocità/Alta Capacità in costruzione tra Napoli e Bari commissionata da RFI (Gruppo FS Italiane), un’infrastruttura di mobilità strategica per l’intero Sud Italia. Sulla direttrice Napoli-Bari Webuild è impegnata nella realizzazione di quattro lotti (Napoli Cancello, Apice-Hirpinia, Hirpinia-Orsara, Orsara Bovino), impiegando ad oggi circa 2.300 persone, tra personale diretto e di terzi, con circa 2.500 imprese della filiera coinvolte da inizio lavori. Il progetto si sta già ampliando alla Casa Circondariale di Ariano Irpino (Avellino), dove sono attualmente in corso i colloqui di selezione per 5 nuovi partecipanti destinati all’inserimento lavorativo nel cantiere del lotto Hirpinia-Orsara in provincia di Avellino, tratto centrale della direttrice Napoli-Bari.
Il progetto rientra tra le tante iniziative di formazione e assunzione sviluppate da Webuild per rispondere alla crescente domanda di figure tecniche qualificate, in particolare operai e tecnici, registrata nel settore. Iniziative con cui il Gruppo contribuisce allo sviluppo infrastrutturale italiano, con 30 principali progetti in corso in Italia che includono l’Alta Velocità/Alta Capacità Napoli-Bari, l’Alta Capacità ferroviaria Palermo Catania-Messina, il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova, la nuova diga foranea di Genova e la Linea C della Metro di Roma. La presenza sempre più forte in Italia e nel mondo di Webuild ha favorito la crescita occupazionale del Gruppo che ha raggiunto un totale di oltre 95.000 occupati, tra personale diretto e di terzi, di cui circa 19.500 in Italia. Nel solo 2024 Webuild ha assunto oltre 13.000 persone, di cui circa 2.900 in Italia.
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27 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
Aperte le iscrizioni alla Scuola di Giornalismo Investigativo di Casal di Principe: la «Summer School Ucsi». Il tema sarà «Il burattinaio»: racconteremo cosa c’è dietro i fatti. La Scuola è promossa dall’Ucsi Caserta, con il sostegno dell’Agenzia pubblica per la legalità Agrorinasce e dell’Ordine dei Giornalisti della Campania ed è espressione dell’Ucsi nazionale. Quest’anno si occuperà non solo del territorio italiano ma andrà anche oltre i confini e potrà contare sulla presenza di tanti esperti e giornalisti di fama internazionale.
La Summer School Ucsi 2025 è dedicata alle economie criminali che corrodono e distruggono la nostra società dall’interno, mentre le persone normali non se ne accorgono. Unico antidoto il giornalismo d’inchiesta, di approfondimento, il vero giornalismo. Il titolo sottolinea l’intenzione di puntare l’attenzione su quanto sta avvenendo in Italia ma anche all’estero. La scuola avrà inizio il prossimo 26 settembre alle 15 e si chiuderà il 28 settembre, tra Santa Maria Capua Vetere, San Tammaro, Santa Maria la Fossa e Casal di Principe. I seminari si terranno negli spazi messi a disposizione dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere o a «Villa Liberazione», la cosiddetta ex villa Scarface, bene confiscato a Walter Schiavone, fratello del capoclan dei Casalesi; o in altri beni confiscati.
Come avvenuto nelle precedenti edizioni, sono previste 10 borse di studio per l’ospitalità, riservate a giovani giornalisti, precari o disoccupati. Per ottenerle bisogna inviare una richiesta motivata all’indirizzo della Scuola: summerschoolucsi@gmail.com. Anche per iscriversi è sufficiente inoltrare la richiesta e il curriculum all’indirizzo e-mail: summerschoolucsi@gmail.com. Le richieste dovranno arrivare entro il 20 settembre prossimo per gli studenti residenziali. La scuola, come nello spirito dell’Ucsi, è gratuita, nonostante la sua altissima professionalità. La Scuola è accreditata per la formazione giornalistica sulla piattaforma Sigef per ognuno dei suoi seminari.
La tre giorni è patrocinata dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dalla Fnsi, la Federazione nazionale della Stampa; l’Ordine dei Giornalisti della Campania e il Sindacato unitario dei giornalisti regionale, la Sugc; la Fisc, la Federazione italiana settimanali cattolici; la Diocesi di Aversa; l’Ucsi Campania; l’Assostampa Caserta.
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26 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
Quieta Nina, quieta! Nina e il mondo dei bimbi luccicanti è un piccolo libro illustrato realizzato da VIDAS – organizzazione che dal 1982 a oggi ha assistito gratuitamente 45mila persone con malattie inguaribili, adulti e minori – che narra con delicatezza e profondità la storia di Nina, una cagnolina shih tzu, e di Luca, un bambino affetto da una rara malattia genetica, la Sindrome di Miller-Dieker.
Il libro è
disponibile gratuitamente in formato digitale su vidas.it. Con questo progetto, l’organizzazione desidera sensibilizzare il pubblico sulle tematiche della malattia, della perdita e sull’importanza di un supporto che abbraccia tanto le cure fisiche quanto l’assistenza emotiva e psicologica.
Scritto dalla psicologa e psicoterapeuta Chiara Tosini, che con VIDAS ha accompagnato la famiglia di Luca lungo tutto il difficile percorso della malattia, il racconto esplora con delicatezza uno dei temi più difficili e dolorosi da affrontare: la perdita di un figlio. La storia è narrata dal punto di vista di Nina, la cagnolina che osserva e accompagna il suo “fratellino” Luca nel suo mondo speciale, fatto di luce, amore e, soprattutto, silenzio. Attraverso gli occhi di Nina, il lettore entra nel mondo dei “bimbi luccicanti”, quei bambini che, pur nella loro fragilità, emettono una luce particolare, un’aura che arricchisce chi li circonda.
Nina racconta con amore e innocenza la sua percezione di un bambino che, pur non parlando, comunica attraverso sguardi e suoni delicati. Nel libro, Nina non solo osserva Luca, ma lo “sente” in modo profondo che va oltre le parole. Attraverso Nina, il lettore comprende come un bambino come Luca, pur nel suo silenzio, emetta una luce che tocca ogni cuore, trasformando la fragilità in una bellezza che non ha bisogno di essere espressa a parole. I “bimbi luccicanti” non sono solo fragili, sono anche testimoni di una forza invisibile che arricchisce la vita di chi li accoglie con amore, come Nina, che con la sua presenza silenziosa e affettuosa offre sostegno incondizionato, anche nei momenti più dolorosi.
Nel libro si fa riferimento a Casa Sollievo Bimbi, il primo hospice pediatrico della Lombardia, inaugurato da VIDAS nel marzo 2019. Questa struttura offre cure palliative gratuite a bambini e famiglie che affrontano malattie gravissime, in un ambiente accogliente e specializzato. Qui Luca e i suoi genitori, Fabiana e Fabrício, ma anche Nina, sono stati accolti durante i momenti più difficili. In questa “altra casa”, VIDAS ha offerto alla famiglia di Luca un ambiente dove, insieme a cure specialistiche di altissimo livello, ha potuto trovare serenità, supporto psicologico e conforto emotivo in un contesto che non solo si occupa della malattia, ma anche dell’anima.
La presenza della cagnolina ha avuto un ruolo fondamentale nel percorso di cura di Luca. Come spesso accade con gli animali domestici, Nina ha saputo regalare all’intera famiglia una forma di supporto emotivo inestimabile, con la sua presenza costante. Numerosi studi dimostrato che il legame con un animale domestico può avere effetti terapeutici, in grado di ridurre lo stress, l’ansia e di portare un conforto psicologico, soprattutto nei momenti di malattia e dolore. Il racconto di Nina e Luca è un inno all’amore incondizionato che un animale può offrire, specialmente in un periodo di difficoltà come quello che ha vissuto la famiglia.
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26 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
Imperdibile presentazione per l’opera prima di Maria Rosaria De Stefano che presenterà il libro “Quando il tempo è cattivo”, pubblicato dalla Giannini Editore nella collana La Cisterna. L’appuntamento è previsto per venerdì 29 agosto alle ore 19,00 presso l’Associazione Vivara, via Marcello Scotti 24, Procida. Dialogheranno con l’autrice: lo scrittore Sergio Zazzera e Tiuna Notarbartolo giornalista e direttrice del Premio Elsa Morante.
“Quando il tempo è cattivo” è un breve romanzo che ripercorre le vicende di una coppia di innamorati che sfidano le convenzioni del piccolo centro in cui si trovano a vivere. Per una serie di motivi che il lettore scoprirà leggendo, la bambina frutto dell’amore contrastato verrà allontanata dalla famiglia di origine con enorme dolore per i protagonisti della vicenda. La storia parla di famiglia, amore, odio, litigi, equivoci ed incomprensioni. È la vicenda di una delle tante famiglie di oggi, di ieri e di domani, che percorre una cronologia ben definita che inizia e finisce con una nascita. Vi si svelano dinamiche di potere ma anche di amore sullo sfondo di un’isola che specialmente nell’epoca in cui è ambientato il romanzo, era particolarmente pittoresca. Il romanzo si snoda infatti sullo sfondo di una Procida consueta, gretta e piccolissima che consentirà, nonostante tutto, all’io narrante di costruire una propria vita completa, appagante e felice.
Maria Rosaria Di Stefano nasce a Procida nel 1955, figlia di un professore e di una casalinga. Porta avanti gli studi umanistici e si laurea a pieni voti presso l’Università ‘Suor Orsola Benincasa’ di Napoli. In seguito persegue gli studi e le abilitazioni che le consentono, dopo un anno di prova nella città di Padova, di diventare docente negli istituti superiori. Oggi vive tra Roma e Procida. “Quando il tempo è cattivo” è la sua opera prima.
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26 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
“Un ospedale non è un bersaglio, ma un luogo di cura” – così Damiano Rizzi, Psicologo clinico e Presidente di Fondazione Soleterre commenta l’attacco al Nasser Medical Complex, l’ospedale pubblico che, con il bombardamento e la parziale distruzione dell’ospedale Al-Shifa, è diventato il principale centro di riferimento per emergenze, feriti di guerra e malati cronici nella parte sud di Gaza.
Fondazione Soleterre lancia una campagna di raccolta fondi, sostenuta tra gli altri da Every Child Is My Child e dalla sua presidente attrice e attivista Anna Foglietta, con l’obiettivo di acquistare farmaci, acqua, carburante e cibo per consentire all’ospedale di portare avanti la propria attività di assistenza e cura. “Bisogna essere forti in questo momento e agire in maniera sistematica. Gli ospedali non devono rimanere senza la possibilità di curare perché i pazienti vengono prima di tutto. E a Gaza i feriti e gli ammalati in ospedale sono bambini, uomini e donne vittime di guerra” – prosegue Rizzi.
Fondazione Soleterre sta siglando accordi con 3 enti attivi a Gaza con l’obiettivo di fornire supporto nella gestione dei pazienti in cura presso l’Ospedale Nasser, supporto psicologico alla popolazione colpita dal confitto e un aiuto concreto nella distribuzione di cibo. “Colpire un ospedale è un crimine di guerra. Il Nasser Hospital di Khan Younis non è un obiettivo militare: è il principale ospedale del sud di Gaza, con oltre 350 posti letto e migliaia di accessi ogni mese. È l’unico presidio rimasto operativo per centinaia di migliaia di civili, in una Striscia dove secondo l’OMS oltre il 70% della popolazione soffre di insicurezza alimentare acuta e più del 60% dei bambini presenta sintomi di trauma psicologico severo. Colpire un ospedale significa fermare la chirurgia d’urgenza per i feriti, bloccare la dialisi per i malati cronici, interrompere le terapie salvavita per i bambini oncologici. Significa lasciare senza cure un territorio dove già oggi il sistema sanitario opera al di sotto del 40% della sua capacità. Si uccidono i giornalisti perché testimoni, si uccidono i medici perché testimoni nelle sale operatorie della totalità dei civili colpiti. Un ospedale è un luogo di cura, non un bersaglio. Fermare chi bombarda un ospedale significa difendere il diritto alla vita, alla salute e alla verità. È difendere la nostra stessa umanità” – conclude Rizzi.
Dopo i bombardamenti al Nasser Hospital di Gaza, mancano medicine, acqua e cibo. Abbiamo bisogno del tuo sostegno. Dona ora: https://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=7NTVPZHK974RA
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25 Ago, 2025 | Comunicare il sociale
L’equipe prelievi cornee del San Leonardo di Castellammare di Stabia nel corso dell’ultimo week-end ha prelevato quattro tessuti corneali da due persone decedute in ospedale.
I tessuti prelevati sono stati inviati presso la banca degli occhi regionale campana diretta da Luigi Capasso per essere messi a disposizione di pazienti che necessitano di un trapianto urgente per riacquisire la vista in un occhio gravemente compromesso.
Il prelievo è stato realizzato dall’equipe del reparto oculistico dell’ospedale diretto da Marco Verolino con la collaborazione di Salvatore Ambrosio anestesista e coordinatore espianti e prelievi presso il presidio ospedaliero stabiese.
Una volta constatato il decesso, la decisione di donare è stata presa dai familiari, supportati dallo staff di rianimatori e specialisti.
“Non solo prelievi – afferma il primario Verolino – Il reparto oculistico area stabiese nel mese di agosto 2025 ha incrementato l’attività chirurgica con l’obiettivo di ridurre le liste di attesa, offrire una attività di pronto soccorso in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini con problemi dell’apparato visivo con tempestività, professionalità e umanità. Un lavoro che si inserisce in un programma generale di miglioramento dei servizi sanitari offerti dall’Asl Napoli 3 Sud diretta da Giuseppe Russo”.
Presso il San Leonardo di Castellammare di Stabia è, inoltre, attivo l’ambulatorio di patologie corneali dove è possibile effettuare tutte le procedure diagnostiche utili a valutare i pazienti da sottoporre ai vari tipi di trapianto e i controlli postoperatori.
Tutti i pazienti con patologie della cornea possono accedere alle visite con prenotazione attraverso il centro unico di prenotazione (Cup).
L’obiettivo è dare assistenza ai pazienti affetti dalle malattie rare che colpiscono la cornea come il cheratocono e le distrofie corneali. Tra le attività dell’ambulatorio le procedure propedeutiche per valutare l’applicazione di trattamenti crosslinking per cheratocono e l’opportunità di sottoporsi ai vari tipi di trapianto.
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