31 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Conflitti e instabilità economica, disastri climatici come siccità e inondazioni, grave insicurezza alimentare e scarsità di servizi essenziali per vivere: è la crisi umanitaria che sta vivendo il Sud Sudan, Repubblica nata nel 2011 nel centro-est dell’Africa: è la nazione più giovane al mondo e anche tra le più povere al mondo, con 9 milioni di persone, cioè il 75% della popolazione, che hanno bisogno di protezione e assistenza umanitaria. Oltre a queste, ci sono migliaia di rifugiati fuggiti dal conflitto in corso nel vicino Sudan; secondo l’ONU ogni giorno ne arrivano 1.500.
CBM Italia – organizzazione internazionale impegnata nella salute, l’educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità nel mondo e in Italia ‑ è presente in Sud Sudan con numerosi progetti, in particolare nelle zone più a rischio come il campo profughi di Gorom, alle porte della capitale Juba, dove vivono 14.000 rifugiati.
“Sono persone che non hanno più una casa e che al momento non hanno neanche la speranza di poter tornare nel loro Paese. Nella recente missione che abbiamo organizzato in questa zona dove l’emergenza è altissima – racconta Massimo Maggio, direttore di CBM Italia – abbiamo raccolto i bisogni primari della popolazione, come la necessità di usufruire di infrastrutture idriche e igieniche, indispensabili per la salute, la sicurezza e la qualità della vita di ogni persona, e in particolare delle persone con disabilità che nei contesti di crisi sono doppiamente vulnerabili perché esposte a un rischio maggiore di privazioni, stigma, morte”.
Uno dei progetti che CBM Italia ha avviato al campo profughi di Gorom è dedicato a 2.500 persone (1.500 rifugiati e 1.000 appartenenti alla comunità ospitante) per migliorare l’accesso all’acqua pulita e alle strutture igienico-sanitarie. Si chiama “Acqua, Igiene, Speranza: intervento Wash Inclusivo” e si concretizza – anche grazie al sostegno della Fondazione Prosolidar – nella costruzione di pozzi inclusivi con pompe manuali e la relativa formazione di meccanici per la loro manutenzione, e la creazione di un comitato di gestione di tutte le strutture idriche, oltre alla costruzione di latrine accessibili; e si completa con la fornitura di kit igienici specifici per le donne in età riproduttiva e incontri di sensibilizzazione sulla promozione dell’igiene.
In parallelo CBM Italia ha sviluppato a Gorom il progetto “Nutrire il futuro”, dedicato alla sicurezza alimentare (in linea con l’Obiettivo 2 dell’Agenda 2030), con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri italiano, rivolto a 550 persone (sia rifugiati e membri della comunità ospitante) attraverso varie azioni: formazione sulla produzione e conservazione degli alimenti, le norme igieniche di base, le tecniche agricole resistenti al clima ed efficienti per la gestione dell’acqua. A questo si aggiunge la consegna di attrezzi da lavoro, strumenti di irrigazione e sementi.
I due progetti sono realizzati insieme all’associazione locale Across.
A Gorom sono inoltre presenti le cliniche mobili non chirurgiche che portano servizi oculistici del Buluk Eye Centre (BEC) di Juba, centro oculistico avviato dieci anni fa da CBM con il sostegno di AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e punto di riferimento nazionale per la salute visiva: è l’unico che dispone di un reparto oculistico pediatrico (da settembre 2024).
Racconta Morjakole Santino Alex, responsabile clinico oftalmico del BEC, a capo delle cliniche mobili inviate da CBM Italia al campo di Gorom: “Raggiungiamo 200 persone al giorno con screening oculistici gratuiti, diamo medicinali e occhiali. Una delle malattie che riscontriamo più spesso è il tracoma, una malattia tropicale negletta (una patologia infettiva che colpisce chi vive in condizioni di povertà, ndr) che nello stadio avanzato – quando cioè le ciglia si rivoltano all’interno continuando a sfregare la cornea – può portare a una cecità irreversibile. Ma con una diagnosi precoce, somministriamo antibiotici e, in caso serva un intervento chirurgico, mandiamo il paziente al BEC in modo che possa essere operato e così guarire.
Quando porti qualcuno dalla cecità a vedere di nuovo, quella persona non ti dimenticherà mai: ecco perché continuerò a dedicarmi all’oftalmologia. Nel rapporto tra noi medici e i pazienti, siamo pochissimi, ma sono molto felice perché ogni giorno vedo i cambiamenti nei servizi che offriamo alle persone, mi sento davvero al servizio della nazione”.
Oltre agli interventi nel campo profughi di Gorom (Acqua, Igiene, Speranza; Nutrire il futuro) e al progetto di salute visiva che fa capo al Buluk Eye Centre – volto a migliorare l’accesso ai servizi oculistici, anche pediatrici, e riabilitazione negli Stati di Equatoria Centrale, Orientale e Lakes – CBM Italia è presente in Sud Sudan con progetti specifici di prevenzione e cura di tracoma e oncocercosi (cecità fluviale).
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31 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
“Così divenne pazzo.” Antimo Casertano descrive lo spettacolo che sarà in scena il 2 Febbraio da Henna -Teatro e Arte. Insieme a lui in scena ci sarà la sua compagna di vita, Daniela Ioia, nota al grande pubblico per i ruoli di Rosa in Un Posto al Sole, di Armida ne Il sindaco del Rione Sanità e Tiziana in Gomorra.
“Gemito – L’arte d’ ‘o pazzo” è la storia di Vincenzo Gemito, uno scultore tra i pilastri dell’800 napoletano, abbandonato alla nascita alla ruota degli esposti.
Una vita tormentata e ossessionata dalla continua ricerca della perfezione e dal maniacale tentativo di lavorare non per la conquista del successo ma per la conquista della verità.
Cosa porta alla rovina, cosa ci spinge al blocco emotivo, psichico e professionale? Fare arte, oggi, è un lavoro? Quanto il lavoro dell’artista influisce sulle scelte personali e familiari?
Quanto spesso non riusciamo più a ritrovare noi stessi, a dare un senso concreto all’arte, alla professione, al proprio lavoro?
La compagnia Teatro Insania con Gemito ha attraversato rinomate realtà teatrali, tra cui il Campania Teatro Festival, il Teatro Bellini di Napoli e ora arriva a Santa Maria Capua Vetere (CE), da Henna – Teatro e Arte
Testo e regia: Antimo Casertano
Con Antimo Casertano, Daniela Ioia, Luigi Credentino e Ciro Giordano Zangaro
Progetto grafico e illustrazioni: Angelo Rauso.
Domenica 2 Febbraio ore 18:00.
Presso Henna – Teatro e Arte, Via G. Amendola 16, Santa Maria Capua Vetere (CE) (nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria).
Link biglietti online https://oooh.events/evento/gemito-larte-d-o-pazzo-henna-teatro-e-arte-biglietti/
I posti sono limititati, dunque la prenotazione è obbligatoria.
Prenota al 327 0148209 – 347 9625074
oppure tramite la mail info.hennateatroearte@gmail.com
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30 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha condannato lo Stato italiano per la sua inazione di fronte allo scarico, al sotterramento e all’incenerimento di rifiuti, spesso effettuati da gruppi criminali organizzati, nella TERRA DEI FUOCHI, nei pressi di Napoli. Sversamenti, così come riporta l’agenzia giornalistica Dire, che hanno provocato nella popolazione un grave aumento dei casi di cancro nell’area interessata, roghi di rifiuti tossici e l’inquinamento delle acque sotterranee.
La Cedu ha stabilito che l’Italia deve introdurre, entro due anni, una strategia correttiva. Il ricorso alla Corte è stato avanzato da 41 cittadini italiani residenti nelle province di Caserta o Napoli e cinque associazioni campane assistiti, tra gli altri, dall’avvocata Centonze del Foro di Nola, dall’avvocata Antonella Mascia del Foro di Verona, dall’avvocato Ambrogio Vallo del Foro di Napoli Nord e dall’avvacoto Armando Corsini del Foro di Napoli.
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30 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Nel quartiere Miano, periferia nord di Napoli, da circa 10 anni opera l’Associazione Oratorio ANSPI San Francesco Caracciolo, realtà del terzo settore legata all’omonima parrocchia.
L’associazione si muove sul territorio cercando di contrastare la povertà educativa, l’assenza di luoghi di cultura e di socializzazione e il forte stato di deprivazione socio-economica nel tentativo di creare inclusione sociale, alternative sane in una realtà devastata da dispersione scolastica e devianza sociale, possibilità lavorative e l’acquisizione di competenze e strumenti spendibili sul territorio.
L’impegno di tutti gli associati, molti dei quali già negli anni precedenti partecipavano alle attività parrocchiali, assieme ai valori cristiani che li muovono, permettono di dare una mano a molte famiglie del territorio e ai loro figli. Numerose sono infatti le richieste di adesione all’associazione da parte delle famiglie della municipalità per far partecipare i propri giovani e giovanissimi figli alle proposte culturali e ludiche e ai progetti educativi che l’Associazione propone. Tante le iniziative messe in campo per bambini e ragazzi tra cui la ludoteca, le attività di supporto scolastico, tanti laboratori creativi e artistici e incontri di lettura in biblioteca. Per gli abitanti del territorio è aperto anche uno sportello di accoglienza con funzioni di segretariato che mette in connessione il cittadino con professionisti in ambito fiscale, la municipalità o altri enti di pubblico servizio.
Per offrire alle famiglie la continuità delle attività, l’Associazione Oratorio San Francesco Caracciolo è in costante ricerca di nuovi volontari e tirocinanti.
La call prevede il reclutamento di nuove leve che possano essere di supporto nell’organizzazione delle attività didattiche e ricreative ma anche nella stesura di possibili nuovi progetti, nella gestione degli eventi e nelle attività di back office. Si ricercano risorse che siano di aiuto a livello organizzativo e logistico e si impegnino fattivamente perseguendo l’obiettivo comune associativo.
Nessuna particolare competenza è richiesta ma è sicuramente preferibile avere una formazione che permetta di dare in maniera adeguata assistenza ai minori e alle loro famiglie. Anche l’impegno di tempo da dedicare è certamente flessibile.
«Il presidio deve vivere quotidianamente» afferma Annalisa Caccioppoli dell’Associazione e per far questo c’è bisogno dell’impegno di tante persone. Per informazioni è possibile visitare il sito internet dell’associazione.
di Emanuela Nicoloro
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30 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Il bene passa attraverso la cura, il bello, la condivisione. Anche quando la memoria svanisce e i ricordi diventano labili, anche quando la possibilità di una vita autonoma diventa un fatto complicato. E proprio in virtù della condivisione del bello, e in linea con quanto portato avanti ormai da tredici anni, sta per essere presentata a San Giorgio a Cremano la terza edizione della mostra d’arte degli utenti del Caffè Alzheimer.
Si tratta della terza mostra dedicata alle opere artistiche create dai partecipanti, utenti di un centro d’incontro per il benessere psicologico degli utenti e anche dei loro familiari.
Il progetto è ideato ed ospitato da TAM -Tieni A Mente, una associazione di volontariato nata a San Giorgio a Cremano nel 2012. In particolare le attività del Caffè Alzheimer aiutano l’anziano a mantenere uno stile di vita attivo attraverso momenti di socializzazione e riabilitazione cognitiva e motoria grazie al supporto di operatori e specialisti, e attraverso numerose e diverse attività fondamentali sia da un punto di vista medico e morale, ma anche e soprattutto da un punto di vista sociale.
Parola d’ordine semplicità: il laboratorio d’arte dal quale verrà poi fuori la mostra d’arte, propone in modo pratico agli utenti del progetto di esprimersi attraverso le arti pittoriche e manipolative. La stimolazione creativa, la sperimentazione del colore, il disegno e l’opportunità di mettersi in gioco in un ambiente protetto, offrono l’opportunità alle persone con difficoltà di esprimersi liberamente, riconoscendo e a volte anche ricostruendo la propria identità.
Dal punto di vista delle attività ad oggi la Tam organizza e gestisce un centro di incontro per persone con demenza nel territorio di San Giorgio a Cremano; attività di stimolazione cognitiva domiciliare per persone con demenza; un laboratorio di musicoterapia individuale per persone con problematiche neuropsicologiche o con demenza; terapie domiciliari; un laboratorio di potenziamento delle abilità sociali per ragazzi con disabilità psichica e relazionale, e con difficoltà diverse; attività di inserimento lavorativo per persone con disabilità; attività di potenziamento cognitivo; progetti di servizio civile universale e di inclusione. Da associazione di volontariato il gruppo di lavoro si è ulteriormente ampliato fondando anche una cooperativa sociale ed una Srl impresa sociale, permettendo a circa 40 professionisti del settore della riabilitazione in ambito psicologico e neuropsicologico di mettere a disposizione la propria professionalità.
Per ulteriori informazioni www.tieniamente.it
di Nadia Labriola
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