31 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Minori sparano in aria con un kalashnikov al lido Azzurro a Torre Annunziata. Bande incappucciate si affrontano a sprangate a Chiaia: sono studenti del Mercalli e dell’Umberto; quindicenne ammazzato durante uno scontro a fuoco con coetanei ai Quartieri Spagnoli; diciannovenne ucciso con un colpo di pistola esploso da un diciassettenne a San Sebastiano al Vesuvio; diciottenne colpito a morte ai Tribunali da un gruppo di minorenni; tredicenne accoltellato da un undicenne a Giugliano; quattordicenne fermato con una mannaia in un centro scommesse di Pollena Trocchia; quattordicenne a scuola con la pistola. Gli elenchi, a volte, servono. Sono l’unica istantanea possibile di fenomeni di devastante impatto e incalcolabile danno. E questo è il freddo e forse incompleto elenco di quanto è successo negli ultimi mesi tra Napoli e provincia, una lista che esclude stupri di gruppo, aggressioni e omicidi con minorenni per vittime e carnefici avvenute in altre città d’Italia. Non è un fenomeno nuovo, ma un’emergenza ciclica che ogni volta che si ripresenta impone riflessioni a breve termine e mea culpa del giorno dopo. Poi, salvo nuove tragedie, si riprende come se nulla fosse. I genitori s’interrogano – quando hanno tempo – sui perché e i per come di tanta violenza e si chiedono come preparare i figli ad affrontare la società. Ché, ormai è chiaro, il coltello o la pistola, la spranga o il passamontagna, non sono più equipaggi dei barrios de malamuerte o di famiglie disastrate, ma una “moda” trasversale che prende ricchi e poveri, figli di delinquenti e figli di persone perbene.
Un fenomeno che il professor Michelangelo Pascali, docente di Sociologia del diritto e della devianza alla Federico II, analizza nella sua complessità. “Non c’è una sola origine e non c’è una ricetta per affrontare un fenomeno che si ripresenta periodicamente e che adesso appare più massivo che in passato – spiega Pascali. – La genesi va ricercata nella indifferenza che accompagna le nuove generazioni. Indifferenza istituzionale, con le famiglie sole nel percorso educativo e spesso a loro volta indifferenti verso i figli perché troppo presi dal culto dell’individualismo; indifferenza verso il ruolo della scuola, ormai in balìa del precariato; indifferenza verso il bisogno di un conflitto generazionale che non ha più motivo di esistere”. Un aspetto, quest’ultimo, che si spiega, in parte, anche con l’appiattimento generazionale avvenuto attraverso i social network. “Genitori e figli sono sullo stesso piano digitale, un piano che spesso prevarica quello reale. Non c’è necessità di trasgredire, non c’è esigenza di differenziarsi da chi li ha preceduti, non si sente il bisogno di scontrarsi. Non siamo stati in grado di creare modelli attrattivi ai quali ambire o contro i quali lottare. Venuto meno il conflitto verticale, si è canalizzata la fisiologica pulsione allo scontro dovuta all’età a livello orizzontale. Di qui il bisogno di contrasto con i propri coetanei, spesso dai risvolti tragici”. Una chiave di lettura che responsabilizza una generazione di genitori che rifugge la responsabilità col ricorso sistematico alla delega. Sono cambiati i genitori, è cambiata la società. E anche la criminalità si è adeguata, visto che ormai arma chiunque. E infatti fa impressione la facilità di accaparramento di armi da fuoco da parte dei ragazzini. Contestualmente, si sono polverizzati i cliché di lettura paracamorristica della violenza giovanile, ma in una metropoli come Napoli l’assenza del movente gangheristico inquieta perché sorprende. Non si spara per la scalata al clan o per la droga, ma per celebrarsi o per fare gruppo, senza un perché materiale. La banalità del male è ancor più banale se trasforma minorenni in killer spietati. Il tutto mentre i social convertono in star autori di testi improbabili che scimmiottano criminali e cantano di sangue, soldi, sesso. Roba da far impallidire quel Nello Liberti con la sua “O capoclan”, corrido ercolanese in onore del boss Olivieri nel cui videoclip figuravano, interpretando se stessi, diversi camorristi, brano che ha creato un precedente con la condanna del cantante per istigazione a delinquere. Ma, oggi, chi emula chi? Gli artisti rispondono a una domanda di mercato o cantano ciò che li circonda? E c’è davvero una connessione tra i messaggi dei media e l’esplosione di violenza tra i ragazzi?
“Che ci sia un vuoto dentro il quale certi messaggi attecchiscono più facilmente è innegabile, non riusciamo a creare modelli per le nuove generazioni e loro se ne formano di deviati: il lusso viene inteso come un diritto da raggiungere con qualunque mezzo, ma il fenomeno ha numerose concause”, dice Pascali. E va affrontato con diversi mezzi. “Il primo passo è potenziare gli assistenti sociali, valido supporto di analisi precoce delle situazioni di disagio. Il loro sostegno alle famiglie, con l’analisi di contesti e comportamenti, permette di interpretare in tempo i campanelli di allarme e prevenire situazioni di violenza. I genitori vanno affiancati, a volte anche nei contesti più sani. Lo abbiamo compreso, una volta di più, dopo lo scontro tra il Mercalli e l’Umberto, quando abbiamo assistito a situazioni di negazione da parte delle famiglie: anche questa è una forma di abbandono morale. In secondo luogo, bisogna ridare centralità e dignità agli insegnanti: le persone motivate funzionano ciascuna nel proprio ruolo in società. Rafforzare la presenza delle forze dell’ordine è un altro aspetto, ma guai a delegare alla sola repressione un problema di questo tipo. Bisogna investire sul lungo termine, impegnando le risorse necessarie anche dal punto di vista economico”, conclude il professor Pascali.
di Mary Liguori
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31 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
È stato pubblicato il bando per il Servizio Civile Universale 2024, un’opportunità rivolta a ragazze e ragazzi tra i 18 e i 28 anni per contribuire attivamente al cambiamento sociale attraverso progetti che si realizzeranno nel periodo 2025-2026.
I volontari e le volontarie potranno partecipare ad attività che si svolgeranno a Napoli presso la Cooperativa Lazzarelle e la Cooperativa Neapolide, nell’ambito del progetto “Women for Change”. Questa iniziativa regionale coinvolge sei cooperative di Legacoop e la Commissione Pari Opportunità di Legacoop Campania.
Cosa prevede il progetto?
I volontari e le volontarie parteciperanno per un periodo di 12 mesi, con un impegno di 6 giorni a settimana e un totale di 1145 ore annuali. Il progetto prevede attività culturali, sociali e formative con l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale e contrastare le disuguaglianze di genere.
Le attività previste comprendono:
- percorsi formativi sull’uso di un linguaggio inclusivo
- iniziative di advocacy contro la violenza di genere e azioni per superare gli stereotipi di genere
- progetti di empowerment femminile, volti a rafforzare l’autonomia e la leadership delle donne.
I volontari e le volontarie supporteranno inoltre le attività svolte dalle detenute impiegate presso le cooperative, collaborando nei diversi settori operativi: bistrot, servizi di catering, social cleaning e torrefazione di caffè.
Per maggiori informazioni consulta la scheda progetto.
Requisiti per partecipare
- Età compresa tra i 18 e i 28 anni
- Presentare domanda entro le ore 14:00 del 18 febbraio 2025
- Disporre di uno SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) per accedere al portale di candidatura.
Per ulteriori specifiche consultare direttamente il Bando sul sito del Dipartimento per le Politiche Giovanili.
Come candidarsi?
Per presentare la candidatura, accedi al sito www.domandaonline.serviziocivile.it e compila il modulo online selezionando il progetto “Women for Change”. Sono disponibili due opzioni per collaborare con noi:
- 4 posti presso la Cooperativa Lazzarelle con sede a Napoli;
- 6 posti presso la Cooperativa Neapolide con sede presso il Bistrot Lazzarelle a Napoli;
Perché scegliere il servizio civile universale?
Il Servizio Civile rappresenta un valido strumento di transizione tra il mondo del lavoro e il percorso scolastico o universitario. È un’opportunità per mettersi alla prova, acquisire consapevolezza delle proprie capacità e delle competenze da migliorare, e magari scoprire quale strada intraprendere in futuro.
Il nostro progetto ti permetterà di ampliare i tuoi orizzonti, uscire dalla tua comfort zone, immergerti in un contesto spesso poco conosciuto e raramente raccontato, come quello delle carceri femminili.
Potrà anche rappresentare un modo per contribuire in modo tangibile al miglioramento della società, permettendoti di lavorare a stretto contatto con la comunità e diventare parte attiva del cambiamento che desideri vedere nel mondo.
Maggiori informazioni
Per ricevere maggiori dettagli, contattaci ai numeri
347 973 42 49 – 081 359 1152.
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31 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Il Servizio Civile Universale: profilo, percezione e potenzialità per i giovani
Il Dipartimento ha realizzato, in collaborazione con SWG, un’analisi sul Servizio civile universale (SCU) per esplorarne il livello di conoscenza e consapevolezza tra i giovani, nonché eventuali motivazioni.
I risultati forniscono un quadro dettagliato sui valori, le opportunità e i punti di attenzione che caratterizzano la partecipazione, oltre a costituitire una chiave di lettura preziosa per capire come rendere il Servizio civile più accessibile e coinvolgente per le nuove generazioni.
Il 75% dei giovani intervistati ha sentito parlare del SCU, ma solo il 34% dichiara di sapere bene di cosa si tratti, mentre il 41% possiede una conoscenza superficiale e il 25% non ne ha mai sentito parlare. La lacuna informativa è particolarmente accentuata tra i giovani ai margini delle reti sociali e digitali (57% di questi non conosce l’Istituto).
Le principali fonti di informazione sono le reti informali, come amici (39%) e social media (37%). La consapevolezza della presenza di enti che offrono esperienze SCU è più alta tra i giovani del Centro-Sud e quelli con precedenti esperienze di partecipazione sociale.
Motivazioni, prospettive e barriere alla partecipazione
Il SCU è percepito come un’esperienza positiva e arricchente, soprattutto come un’occasione per crescere a livello personale (33%) e acquisire competenze utili per il lavoro (23%). La dimensione economica risulta meno rilevante, citata solo dal 12%.
Il 48% dei giovani coinvolti nella rilevazione si dichiara interessato a partecipare al SCU, il 15% è indeciso, mentre il 36% non è interessato. Tuttavia, emerge uno scarto significativo tra il numero di giovani potenzialmente interessato a partecipare e chi partecipa concretamente: solo l’8% presenta domanda e appena il 3% conclude l’esperienza.
Le principali difficoltà segnalate dai giovani sono:
- Impegni di studio o lavoro (59%);
- Percezione di opportunità poco stimolanti (25%);
- Scarsa chiarezza sulle modalità di accesso al servizio (10%).
Anche dal punto di vista dei settori di intervento, i giovani esprimono un interesse diversificato per i progetti SCU, con una preferenza per progettualità relative a: Ambiente e tutela del territorio (34%), Educazione e promozione culturale (32%), Patrimonio artistico e culturale (31%), Progetti digitali (31%). Ambiti più tradizionali, come l’assistenza sociale (29%) o la protezione civile (28%), risultano comunque rilevanti.
I dati confermano, quindi, che il Servizio civile universale rappresenta un’importante politica giovanile, capace di offrire opportunità di crescita personale e professionale. Ovviamente, per aumentare la partecipazione, tutti gli attori coinvolti nell’attuazione del SCU – dalle istituzioni alle organizzazioni accreditate, passando per il mondo della scuola e dell’informazione – dovranno lavorare insieme per rimuovere le barriere e promuovere il valore del servizio civile come strumento di cittadinanza attiva e solidarietà.
a questo link la ricerca
https://www.politichegiovanili.gov.it/media/twohm22f/swg-report-di-sintesi-scu-dicembre-2024.pdf
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31 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Asia Napoli S.p.A. e la Cooperativa Sociale Ambiente Solidale donano 100 coperte alle persone senza fissa dimora, ricavate dalle attività di raccolta differenziata.
L’azienda di raccolta rifiuti del Comune di Napoli e la Cooperativa Sociale Ambiente Solidale Onlus, affidataria e incaricata della raccolta di tessuti e indumenti, hanno donato circa 100 coperte all’Associazione La Ronda del Cuore, che si occuperà della distribuzione alle comunità di accoglienza e a chi vive per strada.
La consegna è avvenuta ieri mattina in Piazza Garibaldi, alla presenza di Carlo Lupoli, Direttore dei Servizi Generali di Asia; Benino Maddaluno, Direttore delle Risorse Umane Asia; Antonio Capece, Presidente della Cooperativa Sociale Ambiente Solidale; e Giulio Colella, Vicepresidente dell’Associazione La Ronda del Cuore.
La donazione delle coperte nel periodo invernale è un’iniziativa di Asia Napoli e Ambiente Solidale che si ripete da anni e rappresenta il connubio tra impegno per l’ambiente e impegno sociale, come sottolinea l’Amministratore Unico di Asia, Domenico Ruggiero: «Questo progetto – spiega Ruggiero – è un esempio tangibile di come le attività di differenziazione nel conferimento dei rifiuti, oltre alle altre attività di riciclaggio dei materiali, possano andare a beneficio della collettività e, in particolare, delle persone in difficoltà. Questa iniziativa in favore delle persone fragili e più bisognose è un ulteriore risultato concreto dell’impegno dei tantissimi napoletani che si dedicano alla raccolta differenziata» .
Nel 2024 la percentuale di rifiuti differenziati a Napoli (al 44,7%) è aumentata di quasi 3 punti rispetto all’anno precedente. Una crescita dovuta alle iniziative di raccolta e all’impegno dei cittadini, evidente anche nel conferimento di materiali tessili.
«Solo nel Comune di Napoli, con Asia, Ambiente Solidale raccoglie circa 710.000 kg di rifiuti tessili – spiega Antonio Capece, Presidente della Cooperativa Ambiente Solidale –. E’ un dato significativo che porta l’attività della cooperativa relativa alla raccolta di indumenti e tessuti sopra la media nazionale. In totale, Ambiente Solidale raccoglie oltre un milione di kg di tessuti e indumenti all’anno ed è, inoltre, impegnata in iniziative di distribuzione di materiale di prima necessità».
«Queste coperte – sottolinea l’Assessore all’Ambiente del Comune di Napoli, Vincenzo Santagada – sono state realizzate grazie al prezioso contributo dei cittadini napoletani, che hanno partecipato attivamente alla raccolta differenziata di abiti usati. L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di come l’impegno nella raccolta differenziata possa trasformarsi in un beneficio tangibile per la comunità, in particolare per coloro che vivono in condizioni di maggiore fragilità. L’amministrazione comunale di Napoli è fermamente impegnata a promuovere iniziative di questo tipo».
di Valerio Di Salle
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31 Gen, 2025 | Comunicare il sociale
Prende il via dall’8 febbraio e proseguirà fino a maggio la terza edizione dell’Archeofestival, un evento che celebra la ricchezza storica, culturale e sociale di una parte del territorio regionale.
L’iniziativa, organizzata dal Gruppo Archeologico “Terramare 3000” in collaborazione associazioni, enti del Terzo settore e pubbliche amministrazioni, si innesta nel progetto «Dalla Terra promessa alla Terra Permessa» promosso dal Mo.V.I. Campania. È un invito a riscoprire luoghi e storie antiche attraverso un affascinante tour tra aree archeologiche e musei poco noti ma dal valore inestimabile.
In particolare, l’Archeofestival 2025 si propone di rigenerare il tessuto culturale e sociale della Campania, con il coinvolgimento di numerose realtà socio-istituzionali. Le tappe toccheranno il Nolano, la Valle del Sarno, l’Agro Nocerino-Sarnese-Pompeiano, il Vesuviano e la Costiera Torrese, offrendo al pubblico l’opportunità di immergersi in racconti di antiche civiltà.
Il tema portante di questa edizione è il ruolo delle donne nella storia campana, dalle figure emblematiche dell’antichità come Brutia, Maxima e Poppea, fino a una riflessione sulla società contemporanea e la differenza di genere.
Queste le tappe principali dell’Archeofestival 2025:
- 8 febbraio: Sarno – Una principessa e una dama al Museo Archeologico
- 22 febbraio: Nuceria – La Meretrice e la Fanciulla
- 7-8 marzo: Poggiomarino e Striano – Brutia, la Regina dei Sarrasti
- 22 marzo: Terzigno – Fedra o la follia dell’amore
- 17 maggio: Pompei – Le donne di Pompei presso il Parco Archeologico
Ogni tappa prevede attività didattiche, rievocazioni storiche e spettacoli teatrali. Non mancheranno approfondimenti sul programma Erasmus+ per l’educazione degli adulti, con l’obiettivo di promuovere l’apprendimento permanente.
Ogni tappa, inoltre, prevede l’AperiAntico offerto a Sarno dalla Pro Loco, a Terzigno e Striano dai rispettivi Comuni, a Poggiomarino dal Gruppo Archeologico «Terramare 3000», a Boscoreale dall’associazione «Vesuviando», a Nocera Superiore dal Gruppo Archeologico «Nuceria», a Cimitile dall’I.S. «Striano-Terzigno», a Oplonti dall’Archeoclub «Mario Prosperi» di Torre Annunziata, a Palma Campania dal Gruppo Archeologico Terrra di Palma.
Il primo appuntamento è a Sarno, l’8 febbraio, con inizio alle 9 al Museo Archeologico della Valle del Sarno e, a seguire, un ricco programma di incontri, visite e iniziative fino a sera.
Tutte le attività del festival sono gratuite, comprese le visite ai siti archeologici e musei. È necessaria la prenotazione tramite il sito ufficiale www.archeofestival.it. Per ulteriori informazioni, contattare il numero 329 975 6435. Archeofestival si avvale del contributo di SCABEC (Società Campana Beni Culturali) per la pubblicazione finale e gli spettacoli di rievocazione storica e teatrale
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