10 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
Sono state 463 le nuove richieste di aiuto giunte l’anno scorso alla Rete dei Centri Antiviolenza del Comune di Napoli. È quello che emerge dai dati raccolti nel 2024 dalle strutture che operano sul territorio, analizzati e raccolti in un dossier consultabile sul sito del comune di Napoli. Dallo studio si evince che non ci sono quartieri in cui la violenza attecchisce più che in altri e, inoltre, ci sono sempre più ragazze, dai 18 ai 25 anni, che si rivolgono alle strutture comunali. “Il dato che va messo in evidenza perché molto grave, riguarda le ragazze che già a 18 anni vengono a chiedere supporto – evidenzia l’assessora alle Pari opportunità del comune di Napoli Emanuela Ferrante – Sicuramente, dipende dal fatto che ne stiamo parlando molto nelle scuole, dove spieghiamo quali possono essere i tipi di violenza: da quella fisica, sessuale, o anche più subdole, come quella psicologica, economica, così come la gelosia eccessiva che è anche quella chiaramente una forma di violenza”.
Quello che le cifre sintetizzano è un problema trasversale: rispetto ai contesti sociali, economici e culturali. Casi di violenza si registrano in tutte le Municipalità in maniera quasi uniforme (dai 33 della Prima ai 56 della Quinta) con le eccezioni della Settima e dell’Ottava (rispettivamente 9 e 7 casi). Quattrocento persone seguite sono italiane, altre 16 provengono da Paesi europei, 47 da Paesi extraeuropei. Tra le vittime figurano sia donne coniugate (169) che nubili (184), sia lavoratrici con occupazione stabile o saltuaria (232) che non occupate (169), ma anche casalinghe (21), studentesse (27) e pensionate (10). La maggior parte (301) ha un diploma o una laurea. Per Rosa Di Matteo, presidente di Arcidonna e coordinatrice dei centri antiviolenza comunali “la violenza sulle donne è assolutamente trasversale, non ha confini, non ha geografia, non ha classe sociale, non ha classe economica. Infatti i nostri dati lo dicono chiaramente. Noi abbiamo il Vomero e la nona municipalità Soccavo-Pianura che esprimono gli stessi numeri”.
La fascia di età in cui si registra il maggior numero di casi (193) è quella che va dai 40 ai 49 anni, ma non mancano segnalazioni di minorenni (2) e di donne ultra 69enni (17). Molte vittime (193) si sono rivolte spontaneamente ai Centri antiviolenza, gli altri casi sono stati segnalati, tra l’altro, dai pronto soccorso o dalle forze dell’ordine.
Secondo l’assessora Ferrante e la dottoressa Di Matteo oggi ci sono gli strumenti per intercettare i casi di violenza, ma bisogna anticipare l’intervento delle istituzioni agendo prima che si verifichino, con azioni culturali e di formazione. “La formazione è importante e sarebbe necessario farla fare a tutti gli operatori del settore, – spiega l’assessora – a partire anche dagli stessi insegnanti delle scuole che dovrebbero poter intercettare eventuali casi di disagio da parte dei ragazzi e quindi adoperarsi. I giovani non sono più abituati ad avere relazioni normali tra di loro, quindi occorrerebbe intervenire nella scuola che è l’unico presidio al di fuori della famiglia, che può intercettare se ci sono problematiche. Un altro elemento fondamentale di prevenzione è la formazione degli operatori del settore, perché anche negli ospedali ad esempio, se non nei percorsi rosa che comunque sono pochi a Napoli, non c’è magari il personale qualificato a ricevere e capire se una donna è stata vittima di violenza. Come pure ci vuole formazione presso le forze di polizia, anche lì molto spesso le donne trovano operatori non qualificati che tendono culturalmente a sminuire l’episodio”.
“Laddove noi troviamo formazione nella catena degli attori, dei diversi attori, il percorso di fuoriuscita non solo è più efficace e più efficiente, ma dura molto meno, perché parliamo la stessa lingua, – spiega la Di Matteo – non c’è bisogno che ci spieghiamo le cose, non c’è bisogno che ci dobbiamo confrontare subito a determinate cose, perché ci siamo formate e sappiamo fare tranquillamente la differenza tra violenza e conflitto. Questo ci consente praticamente di camminare in maniera più efficace, più efficiente, ma soprattutto più velocemente”.
Andando ad analizzare l’ambiente in cui si sono consumati i casi di violenza e la tipologia di violenza subita, emerge che gli aggressori sono soprattutto coniugi e partner conviventi (163), partner non conviventi (40), ex coniugi o ex partner conviventi (76) ed ex partner non conviventi (102). Altri 24 casi sono riconducibili comunque all’ambiente familiare. Molto spesso le violenze si consumano davanti agli occhi dei figli. Quattro, infine, i casi segnalati in cui l’aggressore è il datore di lavoro. Da quasi tutte le storie delle vittime emerge come la violenza psicologica (422 casi) sia una costante, sovrapponendosi quasi sempre ad altri tipi di violenza: fisica (326 casi), economica (227 casi), sessuale (121 casi considerando anche le molestie) o di tipo persecutorio (138 casi). Tre i casi di mobbing.
L’assessora Ferrante, poi, si sofferma su di un altro tipo di violenza, e cioè quella economica: “Circa il 65% delle donne che subiscono violenza sono quelle che non hanno un’indipendenza economica e quindi devono sottostare naturalmente, come dire, al ricatto perché non sanno dove andare. Quindi occorrerebbero una serie di misure a supporto per sviluppare e consentire ancora di più alle donne di trovare una loro autonomia lavorativa. Noi abbiamo preso 150mila in bilancio dei fondi comunali da destinare alle donne che hanno fatto il percorso dei nostri centri antiviolenza e che sono fuoriuscite dalla violenza di seguire dei tirocini extra curricolari utili poi all’inserimento lavorativo”.
di Adriano Affinito
L’articolo Violenza sulle donne, i dati della città di Napoli e il lavoro dei CAV proviene da Comunicare il sociale.
10 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
“Siediti, ascolta e comprendi. Un battito d’ali per un grande cambiamento” questa la nuova Campagna di disease awareness 2025 di Fondazione LICE presentata in conferenza stampa in occasione della Giornata Internazionale per l’Epilessia alla presenza di rappresentanti delle Istituzioni (e in particolare di membri della X Commissione del Senato, presso la quale è in discussione il Disegno Di Legge sulla tutela dei diritti delle Persone con Epilessia) e dei referenti delle principali Associazioni nazionali e internazionali delle Persone con Epilessia, come l’International Bureau for Epilepsy (IBE), la Federazione Italiana Epilessie (FIE), l’Associazione Italiana Epilessie (AIE) e l’Alleanza Epilessie Rare e Complesse.
Il colore viola, simbolo universale del pregiudizio e della discriminazione ancora oggi legati all’Epilessia; la Triple Bench, l’originale panchina viola disegnata da Chris Bangle e realizzata per LICE da Big Bench Community Project, dove sedersi per ascoltare e comprendere, mettendo al centro la Persona con Epilessia; il volo di farfalle, a simboleggiare il butterfly effect, così definito nella Treccani “infinitesime variazioni nelle condizioni iniziali che producono variazioni grandi e crescenti”: questi gli elementi principali che ricorrono quest’anno nella nuova Campagna di Fondazione LICE con l’obiettivo di diffondere una corretta conoscenza delle Epilessie e favorire, quindi, in un crescendo, l’abbattimento dello stigma che tuttora circonda le Persone affette da Epilessia e i loro familiari e caregiver.
“La Giornata Internazionale per l’Epilessia rappresenta un’importante occasione per sensibilizzare le Istituzioni su una condizione che colpisce milioni di persone in tutto il mondo – sottolinea il Sen. Ignazio Zullo, membro della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale). È fondamentale promuovere la consapevolezza e l’inclusione, garantendo che chi soffre di epilessia riceva il supporto e le cure necessarie per vivere una vita piena e dignitosa. Come Relatore dei disegni di legge in materia presso la 10° Commissione del Senato, rinnovo il mio impegno affinché i bisogni dei pazienti trovino da parte della politica una risposta efficace e tempestiva”.
“Sarà una grande emozione anche quest’anno – dichiara Oriano Mecarelli, presidente della Fondazione Epilessia LICE – poter assistere all’installazione di nuove panchine viola dedicate all’Epilessia, ad oggi sono oltre 40 su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo della Campagna di Fondazione LICE per il 2025 è quello di far conoscere le problematiche psico-sociali correlate all’Epilessia attraverso il linguaggio universale dell’arte, con performance che includeranno danza, musica, teatro e arti visive, come strumento di educazione e consapevolezza, al fine di sensibilizzare il pubblico sulla condizione delle persone che ne soffrono”.
Nella serata del 10 febbraio numerosi monumenti ed edifici pubblici italiani, come il Colosseo a Roma, si illumineranno di viola. Sempre a Roma, domenica 16 febbraio a cura di LICE sarà installata presso il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo – la Triple Bench, panchina viola progettata dal designer statunitense Chris Bangle, fondatore del Big Bench Community Project, e attorno ad essa si svolgeranno performance artistiche a cura degli allievi e professionisti della Rome University of Fine Arts (RUFA) e la performance live dello street artist Luca Vollono (@lucamaleonte) che dipingerà dal vivo una grande tela con la rappresentazione del volo di farfalle, simbolo della Giornata.
Contestualmente, a partire dal 10 febbraio, attività di questo tipo prenderanno il via in molte altre città italiane, con l’intento di diffondere, il più possibile sul territorio nazionale, l’installazione di nuove panchine viola e la realizzazione di murali (anche su pareti fisse) con rappresentazioni evocative dei simboli descritti, in particolare del volo di farfalle viola.
“Siamo davvero felici di annunciare la Campagna 2025 – evidenzia Carlo Andrea Galimberti, presidente LICE – che proseguirà tutto l’anno portando avanti progetti di ampio respiro. Anche in questa nuova edizione, vogliamo ribadire il nostro impegno contro lo stigma sociale nei confronti delle Persone con Epilessia per continuare a sensibilizzare tutta la comunità. L’Epilessia è una malattia cronica che impatta inevitabilmente sulla vita quotidiana di chi ne soffre e di chi se ne prende cura. LICE da sempre sostiene le Persone con Epilessia, affinché non si arrendano alla propria condizione, lottando per raggiungere una sempre migliore qualità di vita”.
La Giornata Internazionale per l’Epilessia darà il via a numerose iniziative che LICE supporterà per tutto il 2025 e che dal mese di marzo si concentreranno anche sull’organizzazione di un contest nazionale dedicato alla comunicazione visiva e al design per gli studenti dei Licei Artistici e degli Istituti Professionali, e per gli allievi di alcune Accademie d’Arte, che verranno invitati a creare elaborati artistici sul tema dell’Epilessia, utilizzando come fil rouge simbolico la panchina e la farfalla viola. Alla scuola vincitrice Fondazione LICE donerà una panchina viola da collocare nel proprio cortile interno e un premio in denaro. Le opere artistiche più significative verranno raccolte in un supporto digitale e diffuse attraverso i canali social di LICE e Fondazione LICE. I partecipanti saranno inoltre invitati a partecipare alle future attività di Fondazione LICE, per testimoniare il loro impegno e raccontare della personale interpretazione artistica sul tema delle Epilessie e in generale su tutto quello che riguarda la lotta al pregiudizio e alla discriminazione.
La Campagna di sensibilizzazione per la Giornata del 10 febbraio 2025 ha il sostegno di RAI per la Sostenibilità per il supporto informativo attraverso i canali editoriali Rai.
Un ringraziamento speciale va, infine, alle Aziende che oggi sono qui al fianco di LICE e di Fondazione LICE per aver sostenuto la Giornata Internazionale dell’Epilessia 2025 e per il loro impegno straordinario che dedicano tutti i giorni in questo ambito: Angelini Pharma, Jazz Pharmaceuticals, UCB Pharma, Ecupharma, Eisai, LivaNova e Lusofarmaco, per il contributo non condizionante alla Campagna.
Con oltre 50 milioni di persone colpite nel mondo, l’Epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse, per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’Epilessia come malattia sociale. Si stima che nei Paesi industrializzati interessi circa 1 persona su 100: in Italia soffrono di Epilessia circa 600.000 persone, ben 6 milioni in Europa. Nei Paesi a reddito elevato, l’incidenza dell’Epilessia presenta due picchi, rispettivamente nei primi anni di vita e dopo i 75 anni. Nel 2022 l’OMS ha ratificato il Piano d’Azione Globale Intersettoriale per l’Epilessia e gli altri Disturbi Neurologici 2022 – 2031 (Intersectorial Global Action Plan for Epilepsy and other Neurological Disorders, IGAP), il primo piano d’azione globale sulla gestione dell’epilessia, che detta fondamentali obiettivi per gli Stati Membri nei prossimi dieci anni. Gli scopi principali dell’IGAP sono: ottenere l’assistenza sanitaria universale con la fornitura di medicinali essenziali e tecnologie di base necessarie per la loro gestione; l’aggiornamento delle politiche nazionali esistenti riguardo l’Epilessia e gli altri disturbi neurologici, con idonee campagne di sensibilizzazione e programmi di advocacy; la realizzazione di programmi intersettoriali destinati alla promozione della salute del cervello e alla prevenzione dei disturbi neurologici; lo sviluppo di un’idonea legislazione al fine di promuovere la lotta allo stigma e proteggere i diritti umani delle Persone con Epilessia.
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10 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
Diversi studi internazionali hanno evidenziato un legame tra vivere in ambienti con un comfort termico inadeguato e un aumento del rischio di malattie respiratorie, soprattutto tra gli anziani.
In risposta a questa sfida, l’ENEA e ADA Napoli hanno collaborato nell’ambito della Campagna ‘Italia in Classe A’ per sensibilizzare gli anziani sulla riqualificazione delle loro abitazioni.
L’obiettivo è stato non solo di risparmiare denaro, ma anche di migliorare le condizioni ambientali e di vita. Il progetto “Casa in Salute” tiene conto delle preoccupazioni degli anziani riguardo ai cantieri di riqualificazione, cercando soluzioni per mitigare la paura e l’insicurezza associate.
L’evento conclusivo del progetto è previsto per sabato 22 febbraio dalle 9.30 nel Complesso Santa Chiara a Nola; alla giornata parteciperanno, tra gli altri Biagio Ciccone, segretario generale UILP Campania, Mara D’Onofrio, presidente ADA Napoli, Antinio Disi di ENEA, Antonio Derinaldis, segretario nazionale ADA, Carmelo Barbagallo, segretario nazionale UILP e Mariagiovanna Gaglione di ENEA.
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07 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
Torna il “Pacco Alimentare”, l’aiuto concreto per cittadini e famiglie in difficoltà. Anche nel 2025, dunque, il comune di Pollena Trocchia ha aderito al progetto promosso dal Banco Alimentare Campania ONLUS “Condividere i bisogni per condividere il senso della via”: grazie ad esso settanta famiglie del territorio in condizioni di disagio socio-economico e ambientale potranno ricevere mensilmente, per un intero anno, alimenti di prima necessità. «Possono accedere al beneficio del “Pacco Alimentare” i nuclei familiari e le persone sole, privi di reddito o con reddito insufficiente, che risiedono a Pollena Trocchia, hanno una attestazione ISEE inferiore o uguale a seimila euro e non percepiscono un beneficio analogo da altre associazioni o da altri enti religiosi operanti sul territorio. Dopo che saranno pervenute tutte le istanze, gli uffici comunali preposti redigeranno un’apposita graduatoria per individuare quali tra tutte le richieste pervenute potranno essere soddisfatte» ha spiegato Carmen Filosa, assessore alle Politiche sociali del comune di Pollena Trocchia.
Le famiglie interessate devono presentare domanda entro martedì 18 febbraio utilizzando l’apposita modulistica disponibile presso l’Ufficio Politiche sociali dell’Ente o scaricabile dal sito istituzionale. «Questa Amministrazione comunale opera costantemente per garantire sostegno e sussidio tangibile a chi ha maggior bisogno, specialmente in una fase storica come quella attuale, nella quale le difficoltà di singoli e famiglie diventano sempre più critiche anche a causa del costante aumento del costo della vita» ha detto Carlo Esposito, sindaco del comune vesuviano.
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07 Feb, 2025 | Comunicare il sociale
“Si può fare scuola”, un bando aperto alle proposte e alle idee dei giovani. Un ammontare complessivo di 20 mila euro per gli studenti delle scuole superiori di Frattamaggiore (Na), con i quali sono invitati a realizzare iniziative sociali, artistiche e culturali per la propria comunità.
L’obiettivo è quello stimolare la creatività e l’impegno dei ragazzi e le ragazze per lo sviluppo sociale e culturale del territorio e di promuovere interventi di partecipazione civica e progettazione partecipativa, che valorizzano il protagonismo giovanile.
La “call d’idee” invita a presentare proposte e ad elaborare microprogetti come: interventi per favorire l’aggregazione dei giovani, la socializzazione, il recupero di spazi e luoghi in disuso, interventi artistici, eventi di animazione territoriale, iniziative di volontariato, festival a tema, workshop, cortometraggi, flash mob e simili. L’intervento prevede l’affiancamento dei gruppi giovanili, che saranno accompagnati dalla progettazione alla presentazione delle proposte fino alla loro realizzazione.
Questa opportunità nasce grazie al progetto “Il Cantiere – Piattaforma di Cooperazione e Contaminazioni”, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini, e coinvolge in questa azione denominata “Si Può Fare Scuola” il Comune di Frattamaggiore, l’organizzazione Cantiere Giovani e i seguenti Istituti Superiori di Frattamaggiore: IPIA “M. Niglio”, ISIS “G. Filangieri”, Liceo scientifico “C. Miranda” e Liceo Classico e delle S.U. “F. Durante”.
“Si Può Fare Scuola” è un intervento che rientra nel modello di partecipazione giovanile sviluppato dalla Rete Nazionale “Si Può Fare” www.sipuofare.net .
Per partecipare basta andare sul sito www.sipuofare.net e cliccare “Partecipa” per accedere alla sezione Campania e compilare la domanda online direttamente tramite la piattaforma.
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