INCONTRO SULLA DISLESSIA: UN PERCORSO RACCONTATO DA CHI L’HA AFFRONTATA

L’Associazione “D.S.A. un limite da superare APS” mercoledì 26 febbraio 2025 ore 15:30   ha organizzato  un seminario gratuito che ha come titolo  “LA DISLESSIA: UN PERCORSO RACCONTATO DA CHI L’HA AFFRONTATA…IN UN MARE  DI OPPORTUNITÀ”.
Un incontro che vedrà come protagonisti storie di dislessia affrontate in classe e all’università. Percorsi di studio vissuti  tra alti e bassi, tra criticità e opportunità con l’obiettivo di realizzare la propria aspirazione. Racconti, quelli dei nostri testimonial, Dario Vitale (Psicologo), Luca Visaggio (Dottore in Ingegneria, Software engineer / developer)Viviana Di Pasquale (Docente scuola primaria), che hanno l’obiettivo di condividere le proprie storie e strategie di apprendimento con gli studenti con DSA, ma anche con docenti, genitori, tecnici del settore e  tutte le persone interessate.

Specialista e Docente formatore il Dott. Andrea Di Somma che parlerà di DSA e perché gli strumenti compensativi   siano indispensabili. Si parlerà, inoltre, dell’importanza del ruolo della famiglia con Titti Gaeta,  Presidente Ass.”D.S.A.” e genitore.

L’evento è organizzato in collaborazione con la   “Società dei Naturalisti” e l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” nell’ambito del  Progetto “Biblio Young Naples. Un mare di sentimenti” .
L’incontro, rivolto a studenti, docenti, genitori, tecnici del settore, si terrà a Napoli presso la Biblioteca della Società dei Naturalisti via Mezzocannone n. 8.
Per partecipare: si potrà inviare un’email di richiesta a   associazionedsa.segreteria@gmail.com  indicando a quale ruolo si appartiene con le seguenti informazioni:
  • STUDENTI:nome e cognome – età – scuola o università che si frequenta – anno di frequenza scolastica o universitaria
  • GENITORI: nome e cognome
  • DOCENTI: nome e cognome – scuola o università presso la quale si insegna

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Canevale sociale di Afragola, appuntamento alle Salicelle

“Diritti e rovesci. Tagliano i rami, restano le radici!” è il tema del Carnevale sociale 2025 che si terrà sabato 1 marzo al rione Salicelle di Afragola. La partenza della parata è prevista per le ore 10.00 dall’ I.C. Europa Unita in viale Europa a Afragola e prevede le percussioni della Murga Frente Murguero Campano, M’abbrucia o ‘Fronte, balli popolari, momenti artistici con attori ed esibizioni scuole, animazione con clown e trampolieri, degustazioni di dolci carnevaleschi, tanta musica e coriandoli.
Il Carnevale Sociale è un evento che già da anni si organizza nelle periferie della città di Napoli a partire dall’esperienza del Gridas di Scampia con il maestro Felice Pignataro. E’ una festa di popolo, di gioia e riscatto, costruita dal basso. I carri, gli striscioni realizzati dai vari gruppi, dai bambini e dalle scuole, con materiali poveri e di riciclo, portano in strada, con ironia, la voce dei cittadini, i sogni e le utopie di un mondo migliore.
Il Carnevale Sociale ha l’ambizione di riconquistare spazi di socialità e di crescita per i bambini e le bambine dei nostri quartieri; di mettere in rete le esperienze territoriali dei gruppi e delle realtà che lavorano ogni giorno nel quartiere e nella città per ritrovare nella pratica del corteo del Carnevale un momento di sintesi e incontro dando vita a un processo di mobilitazione collettiva e riappropriazione degli spazi urbani e di partecipazione civica.
“Le associazioni- spiegano gli organizzatori del carnevale sociale delle Salicelle-i movimenti, le parrocchie, le scuole, i docenti, i cittadini tutti a partecipare alla III edizione del Carnevale- scendendo per le strade e sfilando insieme tra carri, maschere, musica, balli e colori. Sarà un momento di gioia e allegria”.

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In Italia il 45% dei giovani sente una disconnessione tra vita online e offline, influendo negativamente sul benessere mentale. La ricerca di Lenovo e Telefono Amico

L’esperimento ha facilitato conversazioni significative e sentite tra i partecipanti, i loro familiari e gli avatar, conversazioni che altrimenti non sarebbero potute accadere nella vita reale. I familiari o non conoscevano il mondo online del partecipante della Generazione Z o non lo capivano e non lo accettavano: che si trattasse delle scelte di carriera o dell’identità di genere. Ponendo domande agli avatar digitali e conversando in tempo reale, ogni membro della famiglia ha acquisito informazioni preziose sull’identità espressa nel mondo online dalla propria figlia o nipote ed è stato in grado di comprendere meglio e riconnettersi nella vita reale. Il progetto è una prova pionieristica che mostra l’impatto positivo che la tecnologia può avere nel promuovere un cambiamento positivo in un’epoca in cui la salute mentale dei giovani affronta sfide nuove, spesso aggravate dalla difficoltà di bilanciare due distinte identità online e offline.

 

“Quando conversiamo con una macchina possiamo perdere consapevolezza di ciò che abbiamo davanti” – commenta Massimo Chiriatti, Chief Technology & Innovation Officer di Lenovo in Italia che ha recentemente teorizzato il Sistema 0 nell’interazione umano-AI.

 

“Una condizione che può essere percepita come negativa, se vuole essere utilizzata per manipolare le persone; in Lenovo invece abbiamo il compito di aiutarle a comprendere la natura e l’uso del digitale, che è esterno agli umani. Al tempo stesso, mettendo a disposizione le nostre soluzioni, riteniamo che la tecnologia sia uno strumento fondamentale per aiutare medici, professionisti ed esperti della salute mentale ad aiutare le persone che ne hanno bisogno”.

 

Secondo la ricerca commissionata da Lenovo, in Italia quasi la metà (49%) degli intervistati della Generazione Z afferma che parlare con un professionista qualificato darebbe loro la fiducia necessaria per parlare più apertamente con le persone che amano nel mondo reale.

 

Nel tentativo di espandere il supporto e le risorse per la salute mentale per le nuove generazioni, Lenovo ha stretto partnership con diverse organizzazioni, come ‘Shout’, nel Regno Unito, ‘Crisis Text Line’ negli Stati Uniti, che opera in inglese e spagnolo e ‘Anata no Ibasho’ in Giappone. Oggi in Italia, in occasione della giornata mondiale per la sicurezza in rete, Lenovo ha annunciato la collaborazione con ‘Telefono Amico Italia’, che prevede un servizio telefonico e di messaggistica di testo gratuito, confidenziale, disponibile 7 giorni su 7 per i giovani che ne hanno bisogno. Queste organizzazioni formano dei volontari per fornire loro tutti gli strumenti per sostenere, attraverso l’ascolto empatico e in maniera non giudicante, migliaia di persone che hanno bisogno di essere ascoltate e capite.

 

“La tecnologia, se utilizzata in maniera responsabile, può giocare un ruolo cruciale nel supportare le persone, specialmente i giovani, che soffrono di solitudine o vivono momenti di disorientamento e disagio. Grazie al supporto di Lenovo possiamo ulteriormente potenziare il nostro servizio di sostegno empatico: il semplice fatto di sentirsi ascoltato può fare una differenza significativa nella vita di chi si sente isolato”, ha detto Cristina Rigon, Presidente Telefono Amico Italia.

 

Nel 2024 Telefono Amico ha gestito oltre 12 mila richieste di aiuto provenienti da under 26, un dato in costante crescita negli ultimi 4 anni. Attualmente, i giovani rappresentano oltre il 30% dell’utenza del servizio di ascolto via e-mail e quasi il 40% dell’utenza del servizio di ascolto via WhatsApp, aperto a tutti ma istituito proprio per offrire ai più giovani un canale di comunicazione più vicino alle loro esigenze e più affine alle loro abitudini. Il suo servizio di messaggistica aiuta persone di tutte le età, ma è stato creato appositamente per i giovani consentendo un supporto on-demand tramite Whatsapp.

 

Chiunque si rivede in questi casi raccontati nell’esperimento di Lenovo, lottando per conciliare le proprie identità online e offline e connettersi più profondamente con i propri amici e familiari, o che ha semplicemente bisogno di consigli su come raggiungere qualcuno vicino a loro, può chiedere supporto inviando un messaggio a Telefono Amico Italia.

 

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Workshop Artrogriposi: un convegno all’Auditorium del Centro Coordinamento Malattie Rare al Monaldi

Un evento di grande rilevanza scientifica e sociale si è svolto all‘Auditorium del Centro Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania, nell’Ospedale Monaldi. Il “Workshop Artrogriposi: una giornata di conoscenza”, un convegno sull’Artrogriposi Multipla Congenita (AMC) che ha riunito esperti, medici, istituzioni e pazienti con un obiettivo chiaro: accendere i riflettori su una patologia rara e ancora poco conosciuta, promuovere la formazione dei professionisti sanitari e avviare la costruzione di un protocollo di riferimento, finora inesistente in Italia. Il convegno è organizzato dall’Associazione Artrogriposi Italia con il sostegno della Regione Campania, dell’Azienda Ospedaliera dei Colli e del Centro Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania. L’associazione è stata fondata da Valentina AlbaMarianna Sagliocco ed Emily Ferraro, tre mamme con bambini affetti da Artrogriposi. Unite dall’esperienza condivisa, hanno deciso di collaborare per affrontare e risolvere le sfide legate a questa rara patologia. Il convegno ha visto gli interventi del Prof. Giuseppe Limongelli direttore del Centro Coordinamento Malattie Rare, del consigliere regionale Fulvio Frezza, della presidente dell’Associzazione Valentina Alba, che hanno sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e associazioni per garantire un futuro migliore ai pazienti affetti da AMC. La giornata è proseguita con la relazione della dott.ssa Valentina Maestri dirigente medico Ortopedia pediatrica dell’Ospedale Salesi di Ancona ed esperta in Italia della patologia, che ha delineato le sfide cliniche e terapeutiche della patologia, affiancata dal dott. Gianluigi Falcone, tecnico ortopedico titolare dell’ Ortopedia Centro Posturale Falcone di Pesaro. È stato infatti affrontato l’argomento della tutorizzazione su misura e della sua complessità per questi pazienti. Sono inoltre emerse anche le criticità burocratiche legate a questo ambito.
L’Artrogriposi Multipla Congenita è una condizione rara che coinvolge circa 1 neonato su 12.000, caratterizzata da contratture congenite che interessano più articolazioni, con un impatto significativo sulla mobilità e sulla qualità della vita dei pazienti. Una diagnosi precoce può garantire una qualità di vita migliore per i piccoli pazienti. È necessario, dunque, modificare l’approccio a livello neonatale, perché la patologia può essere riconosciuta prima ancora della nascita ma bisogna formare i professionisti che sono attualmente in Campania, i quali, in mancanza di linee guida condivise individuano con difficoltà evidenze cliniche legate alla patologia, che si presenta con multiple contratture articolari. Il centro specializzato più vicino presente sul territorio internazionale è in Germania, il Kind im Zentrum Aschau.
L’Associazione Artrogriposi Italia sta lavorando attivamente per colmare questo vuoto, promuovendo il censimento dei pazienti presso i centri di coordinamento malattie rare regionali e sensibilizzando le istituzioni sull’urgenza di strutturare un percorso di diagnosi e trattamento. Un ruolo chiave è stato svolto dalla Regione Campania e dal consigliere regionale Fulvio Frezza, che ha attivato una rete di collaborazione con il Prof. Giuseppe Limongelli per coinvolgere i migliori specialisti nel settore.Ha presenziato al convegno anche il dott. Daniele De Brasi, genetista dell’AORN Santobono Pausilipon e Antonio Gianfico segretario generale internazionale della società di S.Vincenzo De Paoli.
Durante il convegno è emersa con forza la necessità di formare neonatologi, pediatri, fisioterapisti e genetisti per migliorare la capacità di riconoscere la malattia fin dalla nascita e intervenire tempestivamente. Per avere dei codici esenzione, l’assistenza post operatoria, dei tutori adatti, è necessario il riconoscimento della patologia. In questa direzione, un contributo fondamentale arriva dalla dott.ssa Maestri, esperta a livello internazionale in Artrogriposi, che si è resa disponibile a portare la sua esperienza in Campania per avviare un percorso di formazione specifico. Le prospettive future tracciate dall’evento includono la creazione di un’unità multidisciplinare per la gestione della patologia, l’aggiornamento del nomenclatore tariffario per il riconoscimento dei dispositivi medici personalizzati e il rafforzamento della collaborazione con i centri di riferimento nazionali ed europei. È in fase di progettazione un nuovo incontro dedicato alla formazione specialistica, per garantire che ogni bambino affetto da AMC possa ricevere una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato.

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BIBLIOTECHE “DELEDDA”: DA SPAZIO DIMENTICATO A CUORE CULTURALE DELLA PERIFERIA ORIENTALE DI NAPOLI 

Una crescita del 300% negli accessi in due anni, oltre 1.000 nuovi libri catalogati e una comunità sempre più attiva.
Negli ultimi due anni, la Biblioteca Grazia Deledda di Ponticelli ha vissuto una trasformazione significativa. Da luogo quasi inutilizzato, con un patrimonio librario fermo e pochi utenti, è diventata oggi uno dei poli culturali più dinamici della periferia orientale di Napoli.
Secondo i dati del report di monitoraggio 2024, redatto dall’associazione Noi@Europe, la biblioteca ha registrato oltre 6.200 accessi nel 2024, contro i 1.558 del 2022, un incremento del 300%. Nell’ultimo anno sono stati catalogati oltre 1.000 nuovi libri e i prestiti sono più che raddoppiati, registrando un aumento del 139%. L’80% degli utenti è costituito da giovani sotto i 35 anni.
Il percorso di rilancio è stato possibile grazie a un progressivo investimento sulla biblioteca, in particolare attraverso i progetti “Socializziamo in Biblioteca 1 e 2” (2021-2023) e, dal novembre 2023, con PerifeBiblio, finanziato dal Centro per il Libro e la Lettura (Cepell) e dalla Fondazione Con Il Sud.
“La Biblioteca Deledda è oggi un modello innovativo di gestione condivisa, in cui gli enti del terzo settore svolgono un ruolo centrale nel garantire attività e servizi essenziali. L’intervento delle associazioni ha permesso non solo di riattivare il prestito librario e la catalogazione, che erano rimasti di fatto sospesi per anni, ma anche di estendere l’orario di apertura. Senza questo contributo, la biblioteca chiuderebbe alle 15.30, limitando fortemente l’accessibilità per studenti e lavoratori”, dichiara il partenariato composto dalle associazioni Noi@Europe, Terra di Confine e Cooperativa Sepofà. 

 

“I numeri in grande crescita degli ultimi due anni dimostrano che se le biblioteche offrono un servizio di qualità e sono “amiche” del contesto, si attiva una domanda spontanea per studiare, lavorare, ma anche semplicemente per incontrarsi e organizzare attività insieme. Bisogna andare avanti su questa strada e rendere irreversibile il processo già avviato”, concludono gli enti.

Grazie al lavoro del partenariato di PerifeBiblio, la Biblioteca Deledda non è più solo un luogo di lettura e studio, ma un centro di aggregazione per il territorio. Le realtà associative si occupano anche della programmazione culturale e dell’attivazione di servizi che vanno oltre la semplice fruizione del patrimonio librario.

Tra le attività promosse, rientrano il servizio di prestito, i laboratori per bambini, i corsi di italiano per stranieri, il cineforum, la comunicazione e la promozione degli eventi. La collaborazione tra pubblico e privato sociale ha permesso di creare un sistema sostenibile, che consente alla biblioteca di restare aperta e di essere percepita come un punto di riferimento culturale.

I numeri e l’interesse crescente dimostrano che il rilancio della Biblioteca Deledda è solo all’inizio. Il 2025 si prospetta come un anno di ulteriore consolidamento, con nuove iniziative volte a rafforzare il legame tra il territorio e il suo spazio culturale.

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