NAPOLI – Con l’iniziativa di oggi, la Commissione Ue ha ufficializzato la volontà di mettere al bando la plastica monouso nell’intento di ridurre quanto prima la quantità di rifiuti che invadono mari e spiagge europee. Si tratta del primo vero impegno preso a livello internazionale che va in questa direzione e per questo motivo le associazioni ambientaliste non possono che ritenersi soddisfatte.
Greenpeace, insieme alla coalizione ReThink Plastic Alliance, considera la nuova proposta di direttiva della Commissione Europea sulla plastica usa e getta un primo passo, importante e positivo, verso la riduzione degli imballaggi e dei contenitori in plastica monouso. La proposta prevede, tra i vari provvedimenti, il bando per cannucce, piatti e posate di plastica usa e getta e l’incremento del riciclo delle bottiglie.
“Se vogliamo invertire la rotta, è fondamentale eliminare al più presto tutti quegli oggetti per i quali sono già disponibili alternative sostenibili. La proposta della Commissione Ue è un buon passo avanti ma è necessario avere più coraggio e ambizione: chiediamo ai membri del Parlamento Europeo di definire obiettivi precisi sulla riduzione della produzione e immissione sul mercato di imballaggi monouso. La proposta, altrimenti, è inefficace e non sufficiente per affrontare il grave inquinamento da plastica dei nostri mari”, commenta Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Concorde anche Legambiente che sottolinea come i marine litter sia una delle due più gravi emergenze ambientali globali insieme ai cambiamenti climatici, e più in generale per ridurre gli impatti che l’uso non responsabile di questo materiale causa all’ambiente.
Secondo Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, “Non tutte le misure previste però affrontano alla radice i problemi veri. Mancano ad esempio norme sui bicchieri di plastica usa e getta e sull’eliminazione di sostanze tossiche. L’assenza di obiettivi specifici di riduzione per gli Stati membri, inoltre, rischia di essere controproducente. Per questo chiediamo al Parlamento e al Consiglio di mettere in atto obiettivi concreti e attuabili nel breve periodo per andare oltre la plastica monouso e per alimentare sempre di più il modello di economia circolare europeo con la gestione dei rifiuti plastici”.
E precisa: “Su questo tema l’Italia può vantare una indiscussa leadership normativa, essendo stata la prima a mettere al bando gli shopper di plastica, i cotton fioc non biodegradabili e le microplastiche nei cosmetici. È importante ora che tutta Europa faccia fronte comune, promuovendo le misure previste anche a tutti gli altri Paesi del Mediterraneo. Chiediamo al Parlamento europeo e ai ministri dell’UE, che nei prossimi mesi discuteranno di queste norme, di mettere in atto obiettivi ancora più stringenti, prevedendo una revisione intermedia non dopo sei ma tre anni dall’entrata in vigore in modo da garantire una sua applicazione più efficace”.
Nella direttiva europea, sottolinea Legambiente, va inoltre prevista una norma anche sulle bottiglie di plastica. Oltre la responsabilità dei produttori e l’obiettivo di raccogliere entro il 2025 il 90% delle bottiglie in Pet, la direttiva deve spingere sull’uso delle acque del rubinetto più controllate, sane e meno inquinanti di quelle in bottiglia.
Secondo l’ultimo rapporto Beach Litter di Legambiente, solo sulle spiagge italiane il 31% dei rifiuti censiti è stato creato per essere gettato immediatamente o poco dopo il suo utilizzo. Parliamo di imballaggi di alimenti, carte dei dolciumi, bastoncini per la pulizia delle orecchie, assorbenti igienici, barattoli e latte alimentari, mozziconi di sigaretta. I rifiuti plastici usa e getta sono stati rinvenuti nel 95% delle spiagge monitorate, a dimostrazione della gravità del problema.
NAPOLI – Bottiglie di plastica, cannucce, stoviglie, agitatori per bevande, bastoncini di cotone per le orecchie e bastoncini per palloncini in plastica. Tutti questi oggetti nel loro insieme rappresentano il 70% dei rifiuti marini. Per questo, la Commissione europea ha oggi lo scorso 28 maggio formalmente l’impegno a raccogliere e ridurre entro il consumo di plastica monouso all’interno dei confini dell’Unione. Le nuove regole mettono al bando i prodotti di plastica monouso per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative, mentre si limiterà l’uso di quelli di cui non esistono valide alternative. Con queste nuove norme l‘Europa è la prima a intervenire incisivamente su un fronte che ha implicazioni mondiali.
“La plastica è un materiale straordinario, che dobbiamo però usare in modo più responsabile”, ha spiegato Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, “I prodotti di plastica monouso non sono una scelta intelligente né dal punto di vista economico né da quello ambientale, e le proposte presentate oggi aiuteranno le imprese e i consumatori a preferire alternative sostenibili. L’Europa ha qui l’opportunità di anticipare i tempi, creando prodotti che il mondo vorrà procurarsi nei decenni a venire e valorizzando le nostre preziose e limitate risorse. L’obiettivo per la raccolta delle bottiglie di plastica concorrerà anche a generare i volumi necessari a far prosperare il settore del riciclaggio.”
L’iniziativa di oggi traduce l’impegno, annunciato nella strategia europea sulla plastica, di affrontare con un intervento legislativo il dispendioso problema dei rifiuti di plastica e dei relativi danni, iniziativa accolta con favore sia dal Parlamento europeo e dal Consiglio che dai cittadini e dai portatori di interessi. Le misure proposte aiuteranno l’Europa a compiere la transizione verso un’economia circolare, a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e a onorare gli impegni assunti sul fronte del clima e della politica industriale.
Grazie alla direttiva proposta si trarranno benefici ambientali ed economici, ad esempio si eviterà l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente; si scongiureranno danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di EUR entro il 2030; si genereranno risparmi per i consumatori dell’ordine di 6,5 miliardi di euro.
NAPOLI. L’appartenenza alla mafia non è una questione di famiglia. Non è scritta nel dna. Non sempre almeno. Ci sono storie che insegnano che si può scegliere di cambiare strada. Storie che insegnano che si può decidere di stare dalla giusta parte. Storie come quelle di Alessandro Gallo e Antonio Prestieri, in arte Maldestro. Due giovani napoletani che hanno scelto la strada dell’arte e della cultura, non solo come professione, ma anche come contrasto alla mafia. Le storie di Alessandro Gallo e Maldestro saranno raccontate in un’intervista a cura di Ciro Oliviero nel corso di uno degli appuntamenti della rassegna “Giugno giovani”, promossa dall’assessorato ai Giovani del Comune di Napoli. Appuntamento venerdì 8 giugno alle 17.30 presso la biblioteca comunale “Guido Dorso” sita in piazza G. Zanardelli 20 nel quartiere napoletano di Secondigliano.
NAPOLI – #diventavolontario è l’hashtag che accompagna la nuova campagna di comunicazione del CSV Napoli. Da oggi, infatti, il Centro di Servizio per il Volontariato di Napoli e provincia lancerà una serie di iniziative con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza all’attenzione verso l’altro, soprattutto verso chi vive in condizioni di marginalità, educare alla solidarietà e promuovere il volontariato come occasione per crescere, divertirsi e partecipare.
La campagna #diventavolontario prevede affissioni sui bus di Napoli e provincia, una serie di video virali da condividere sui social network e uno spot che racconta proprio l’agire volontario nei nostri territori.
Da maggio, i bus di Napoli e provincia accoglieranno illustrazioni, realizzate dalla disegnatrice Ilaria Grimaldi, che mostrano i gesti, semplici e autentici, di volontari impegnati nell’assistenza ad anziani, minori, migranti, disabili, in protezione civile, a tutela dell’ambiente ambiente, in clown terapia, negli ospedali, nelle carceri.
“Pregiudizi in-volontari” è, invece, il titolo di quattro video realizzati con lo youtuber Daniele Ciniglio, che saranno diffusi, con cadenza bisettimanale, attraverso i social network. Nelle quattro storie, Daniele è un ragazzo imbranato alle prese con delle persone considerate “diverse”: tra gaffe e battute inadeguate, si imbatterà nei più classici luoghi comuni e negli stereotipi che queste persone vivono, costrette a fronteggiare continuamente i pregiudizi della gente.
Infine è stato realizzato uno spot, che sarà lanciato nelle prossime settimane, col quale viene raccontata la grande gioia di essere volontari: due versioni, una breve di circa 1 minuto e una più lunga di 8 minuti, per mostrare le attività a sostegno dei più fragili messe in campo dalle associazioni e che rappresentano uno straordinario patrimonio sociale e culturale per il territorio napoletano e per il suo hinterland.
A Napoli e provincia sono quasi 1500 le associazioni di volontariato che operano silenziosamente, con un numero stimato di volontari non inferiore a 10 mila persone. Il CSV Napoli segue e accompagna il percorso di questo piccolo esercito, fornendo gratuitamente servizi di formazione, comunicazione e consulenza. Il Centro dei Servizi per il Volontariato, fin dal momento della sua costituzione, avvenuta nel 2004, ha determinato i propri orientamenti sulla base di alcuni obiettivi trasversali in particolare la promozione della strategia di rete e la promozione della partecipazione. Tutte le azioni si realizzano attraverso modalità che non sono improntate ad una logica sostitutiva del volontariato stesso, ma sono invece orientate a facilitare e supportare l’azione volontaria e la sua capacità di intervenire nelle situazioni di disagio e di tutela dei diritti negati.
ECCO IL LINK AL PRIMO VIDEO REALIZZATO DALLO YOUTUBER DANIELE CINIGLIO
NAPOLI- L’associazione “Sempre più in alto” onlus, che si dedica al sostegno dei genitori di bambini affetti da disturbi del neuro-sviluppo, ha ottenuto la certificazione di “Centro per la famiglia” dalla Direzione Centrale Welfare e Servizi Educativi del Comune di Napoli. In questo modo, viene riconosciuta l’utilità sociale della sua attività di aiuto, consulenza educativa e formazione. Il prossimo 26 maggio aprirà le porte della sua sede di Salita Mauro 21, nel Rione Sanità, per presentarsi e promuovere la propria missione e i propri valori.
Nata dall’iniziativa di Veronica Tuccillo, avvocato penalista che ha lasciato la sua professione da tempo, per dedicarsi al recupero del suo bambino affetto da autismo, l’associazione opera con un metodo sperimentale articolato intorno alla centralità dei genitori, che diventano protagonisti del percorso riabilitativo del proprio figlio e ne assumono la responsabilità quotidiana. Si avvale di una rete di sostegno, composta da specialisti medici e scientifici, educatori e insegnanti di musica e di sport, che lavorano insieme per consentire lo sviluppo simultaneo delle capacità cognitive, motorie, comunicative e comportamentali dei bambini e il supporto ai loro genitori. “Sempre più in alto onlus” risponde a un’emergenza sociale crescente: se si considera il solo autismo, le stime affermano che le persone affette dal tale disturbo sarebbero 500.000 in Italia e 24.000 in Campania. Proprio in ragione di questa urgenza, i frati francescani minori dell’Istituto Sant’Antonio La Palma hanno offerto ospitalità all’associazione e oggi al nuovo “Centro per la famiglia”, presso la propria sede. L’Istituto, che già accoglie la cooperativa “La Locomotiva” attiva nel sostegno a nuclei familiari in difficoltà, minori e persone senza dimora, realizza così pienamente il suo obiettivo, come definito dal fondatore Padre Ludovico da Casoria, ovvero: posizionarsi come luogo di riferimento per i più deboli. L’incontro del prossimo sabato 26 maggio illustrerà sia le finalità dell’Istituto Sant’Antonio La Palma sia il metodo di lavoro di “Sempre più in alto” onlus grazie agli interventi di neurologi, neuropsichiatri e psicologi che affiancano l’associazione nelle sue attività.