Nola, in migliaia alla marcia dei diritti dei ragazzi

NAPOLI – Con la marcia dei diritti dei ragazzi si chiude la sesta edizione del Festival dei diritti dei ragazzi, la kermesse organizzata dall’ufficio scuola della Diocesi di Nola, dalla cooperativa Irene 95 e dall’assessorato alla cultura del Comune di Nola. Migliaia gli alunni partecipanti, provenienti da 18 scuole di ogni ordine e grado dell’area vesuviana e nolana. Proprio le scuola sono state, come ogni anno, protagoniste dell’evento, che ha visto l’alternanza di iniziative ludiche e spettacoli a convegni culturali e sociale. L’esperienza del Festival nasce “dal basso”, nella logica della comunità educante, tra una rete di soggetti pubblici e privati (scuola, associazioni, enti non profit, Comune) con l’intento di creare un movimento educativo e sociale che contribuisca attivamente a conseguire la promozione della dignità delle ragazze e dei ragazzi del nostro territorio.

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Nasce “la città del bello”, spazio aggregativo senza barriere architettoniche

NAPOLI- Uno spazio rivolto ai bambini d Napoli, un luogo dove offrire un’opportunità di crescita sana, mettendo a disposizione competenze e luoghi. È questo l’obiettivo di “Free Entry – la città del bello”, progetto promosso dalla Fondazione di comunità San Gennaro ONLUS e realizzato anche con contributo della Cei, del Gruppo Saint-Gobain (che ha fornito anche supporti pratici), di UniCredit Italia, di Banca d’Italia e Fondazione Cattolica, per un totale di oltre 265 mila euro raccolti.Negli ultimi anni l’Arcidiocesi di Napoli, insieme al Terzo Settore, ha accompagnato e sostenuto lo sviluppo del Rione Sanità, mettendo a disposizione della Comunità spazi e competenze; ha donato una nuova luce al quartiere ri-abilitando luoghi in disuso, riqualificando i beni artistici e architettonici presenti nel Rione, accompagnando le nuove generazioni ad acquisire competenze e favorire l’auto-imprenditorialità.

Gli spazi a disposizione dei centri educativi, però, non riescono più a rispondere alle numerose richieste di accompagnamento, sostegno e proposte educative che vengono dagli abitanti.
Da qui la scelta di realizzare un centro dedicato ai minori, con particolare attenzione a quelli disabili, valorizzando gli spazi situati all’interno del Complesso Monumentale della Basilica del Buon Consiglio a Capodimonte, spazio messo a disposizione gratuitamente dall’Arcidiocesi di Napoli. La scelta nasce dalla posizione favorevole del luogo, che è facilmente accessibile da qualsiasi punto della città di Napoli con i mezzi di trasporto ed è ben collegato al Rione Sanità. Con questi input sono partititi i lavori di adeguamento degli ambienti dell’Ipogeo della Basilica del Buon Consiglio a Capodimonte, per renderli consoni allo svolgimento delle attività previste da “Free Entry – la città del bello”. Il progetto prevede l’attivazione di laboratori educativi gratuiti e di avviamento al lavoro nel Rione Sanità. Le attività laboratoriali che coinvolgeranno i centri Educativi si svolgeranno in fascia pomeridiana, 5 volte alla settimana per tre ore al giorno, e riguarderanno l’informatica, il restauro, il teatro, la musica, il riciclo, ceramica e porcellana, l’orto didattico, la fotografia e la stampa tridimensionale.

I lavori di manutenzione e impiantistica sono stati affidati ad una Cooperativa Sociale di Tipo B “Officina dei Talenti” ONLUS che, tra le altre attività, svolge lavori di adeguamento, ristrutturazione e manutenzione di beni artistici e architettonici. La parte laboratoriale e i lavori di adeguamento, effettuati dalla società specializzata Saint-Gobain Weber, sono stati realizzarti e pensati in stretta collaborazione con l’Associazione Tutti a Scuola Onlus, realtà che da oltre 10 anni si occupa di diritti di persone con disabilità. I luoghi di “Free Entry – la città del bello” saranno completamente accessibili, per permettere la piena fruibilità degli spazi e delle opportunità. L’intervento pratico sostenuto da Saint-Gobain è stato mirato al risanamento delle mura umide in ambiente interrato, affette da infiltrazioni e muffe, con eccellenti risultati di comfort abitativo e risparmio energetico. “Free Entry – la città del bello” è stato resto possibile grazie al contributo della Cei, di Saint-Gobain, di UniCredit, di Banca d’Italia e Fondazione Cattolica. L’intervento di UniCredit è stato realizzato grazie ai fondi raccolti da UniCreditCard Flexia Classic Etica, la carta di credito flessibile che, senza alcun costo aggiuntivo per il cliente, permette di contribuire a iniziative solidali ad ogni utilizzo.  Grazie al suo particolare meccanismo, una percentuale di ogni spesa effettuata con la carta va ad alimentare un fondo di beneficienza. La donazione di UniCredit ha reso possibile l’acquisto degli arredi per l’allestimento dei laboratori educativi gratuiti.
















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«Pompieropoli», bambini alla riscossa nel Real Bosco di Capodimonte per l’educazione stradale

“La strada ci insegna” e “Pompieropoli” sono le due iniziative che daranno la possibilità ai più piccoli di imparare codici e norme stradali.

La giornata comincerà alle 10 del mattino per concludersi alle 13 e alla fine del percorso i bambini riceveranno una patentina da parte dell’associazione e l’attestato dei Vigili del Fuoco, oltre a gadget e piccoli ricordi da portare a casa.

Cittadinanzattiva: al via progetto su partecipazione civica in sanità

ROMA – Bisogna lavorare ancora molto perché la partecipazione dei cittadini alle politiche sanitarie diventi effettive ad efficace. La partecipazione civica rappresenta un elemento strategico del Servizio Sanitario Nazionale ma esistono ancora barriere che impediscono ai cittadini di apportare contributi alle diverse fasi di cui si compone il ciclo delle politiche pubbliche. Da questo assunto muove il progetto “Consultazione sulla partecipazione civica in sanità”, realizzato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, con il contributo non condizionante di Novartis. Obiettivo: “Qualificare le pratiche di democrazia partecipativa favorendo un maggior empowerment e coinvolgimento dei cittadini nell’ambito sanitario”, spiega l’associazione.
Il punto di partenza è che “negli ultimi anni hanno iniziato a farsi strada alcuni processi di coinvolgimento dei cittadini, ma molta strada c’è ancora da fare perché la partecipazione dei cittadini alle politiche sanitarie divenga fattiva ed effettiva”. Da qui la ragione del progetto, che porterà a realizzare un documento con indicazioni operative per superare gli ostacoli alla partecipazione, utile a tutti coloro che sono chiamati a qualificare la partecipazione civica in sanità.
Nel biennio 2018-2019 il progetto si articola in quattro fasi, che prevedono la costituzione di un comitato scientifico, l’analisi dello scenario esistente, l’indagine qualitativa sulle pratiche di democrazia partecipativa e un evento di consultazione con il diretto coinvolgimento di un centinaio tra referenti civici, delle istituzioni e stakeholder rilevanti. A partire da oggi, Cittadinanzattiva avvia dunque l’indagine qualitativa con l’obiettivo di raccogliere e analizzare le pratiche di democrazia partecipativa attivate lungo l’intero ciclo delle politiche pubbliche al fine di individuarne i punti di forza e le criticità.
“La partecipazione dei cittadini è l’ingrediente indispensabile per qualificare le politiche socio-sanitarie pubbliche. Non è un vezzo o un modo come un altro per generare consenso o tacitare possibili proteste, ma una necessità reale che serve innanzitutto alle nostre amministrazioni per creare servizi su misura e rispondenti ai reali bisogni e priorità delle persone – commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva – La partecipazione civica non si limita a dare trasparenza alle scelte, ma concorre ad esempio a identificare i bisogni e definire le priorità, a ridurre il rischio di decisioni errate, a misurare i risultati e ad implementare le decisioni assunte. Valorizzare il protagonismo dei cittadini è una opportunità da cogliere per le amministrazioni e non una cosa di cui aver paura. E’ indispensabile a maggior ragione in questo momento storico, che chiama le istituzioni ad assumere decisioni su aspetti vitali come l’erogazione delle cure, il mantenimento della salute delle persone e la tutela di un bene comune come il nostro Servizio Sanitario Nazionale”.

di Danila Navarra

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Pedofilia e pedopornografia, Telefono Azzurro: 40% delle vittime ha meno di 10 anni

ROMA – Un abuso sessuale su un minore ogni 72 ore. Nel 40% dei casi la vittima ha meno di 10 anni. Un terzo delle vittime rimane in silenzio e tace dell’abuso per paura, senso di colpa o vergogna, mentre in molti raccontano tardi. Il fenomeno è drammatico e gravemente sottostimato, denuncia Telefono Azzurro, proprio perché si fa fatica a parlare e la denuncia arriva spesso dopo anni. Le nuove forme di abuso viaggiano sul web e stanno aumentando. Domani l’associazione affronterà tutto questo e lancerà una chiamata all’azione in vista della Giornata Nazionale contro la Pedofilia e Pedopornografia.
“Nel 2017, ogni 72 ore circa si è verificato un caso di abuso sessuale su minore, in 4 casi su 10 la vittima ha meno di 10 anni, con una prevalenza di bambine (71,7%)”: questi i dati anticipati dal Telefono Azzurro in occasione del convegno “Abuso sessuale e pedofilia: conoscere il fenomeno per rompere il silenzio”, organizzato domani da SOS Il Telefono Azzurro Onlus. “I dati del 2017 mostrano un quadro sostanzialmente stabile rispetto al 2016 e al 2015, ma si tratta di un fenomeno fortemente sottostimato, del quale è difficile fornire una fotografia strettamente realistica. Basta pensare che 1 vittima su 3 tace per paura, per vergogna o senso di colpa e molti denunciano troppo tempo dopo, anche a venti o trent’anni dall’accaduto”.
Secondo i dati relativi alla linea 114 Emergenza Infanzia dell’Associazione, “le denunce di abuso sessuale o pedofilia rappresentano circa il 7,5% del totale dei casi gestiti dal servizio. Il 70,4% degli abusi si verifica offline, la maggior parte rientra nella categoria dei toccamenti (21,7%), seguito da penetrazione vaginale (8,6%) e dalla costrizione ad assistere ad atti sessuali (4,4%)”. C’è poi la crescente minaccia del web che offre nuovi spazi ai predatori della Rete, che si celano dietro false identità e anonimato per adescare bambini e adolescenti. Sono tante le nuove forme di abuso veicolate dal web. C’è il sexting, l’invio di contenuti sessualmente espliciti attraverso e-mail o chat. C’è il sextortion, diffuso soprattutto tra gli adolescenti, che consiste nel forzare qualcuno ad inviare video o immagini sessualmente espliciti. C’è il grooming, o adescamento online tramite chat, app e siti web. E c’è il live distant child abuse, cioè la condivisione in live-streaming di video pedopornografici. Tutti insieme rappresentano il 24,5% degli abusi online e hanno fatto registrare una crescita di circa un punto percentuale in soli 12 mesi. Nell’ultimo anno, inoltre, sono pervenute alla linea di ascolto 114 Emergenza Infanzia 1.250 segnalazioni di contenuti pedopornografici presenti su internet e sui media, e 23 situazioni di incitamento alla pedofilia.
Telefono Azzurro si mobiliterà per rompere il silenzio su tutto questo e “attivare una vera e propria call to action rivolta a tutti gli adulti, genitori ed educatori in primis, affinché imparino a riconoscere le situazioni di crisi ed intervengano in modo pronto.”

di Danila Navarra

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