Volontariato internazionale: YearOut seleziona candidati

MILANO – YearOut è un’associazione Onlus che offre l’opportunità di fare esperienze di volontariato internazionale di breve e lunga durata in Africa, Centro America ed Asia in progetti di sviluppo di Associazioni partner.
I volontari potranno scegliere di partire per progetti in campo sociale, medico e ambientale lavorando a stretto contatto con la comunità locale.
Potrai scegliere se lavorare in un orfanotrofio, in una scuola, o in un centro professionale; potrai insegnare l’inglese o fare lezione di sport, fare lavori manuali di ristrutturazione, organizzare il tempo libero dei bambini e dei ragazzi. Inoltre potrai occuparti della salvaguardia dell’ambiente nei parchi nazionali con l’aiuto di esperti.
YearOut si occuperà di assistere, informare e seguire i propri volontari per prepararli al meglio alla partenza. Partire come volontario è un modo per acquisire nuove capacità attraverso un’esperienza formativa nella cooperazione internazionale esplorando e vivendo da vicino una realtà culturale lontana.
Gli incontri informativi mensili di YearOut sono un modo piacevole ed informale per venire a conoscenza dei progetti e scoprire come partire

Durante la giornata, avrai le risposte a queste domande:
• Che cosa significa essere volontario YearOut?
• Con quali associazioni lavoriamo?
• Quali programmi offriamo e dove?
• YearOut è l’organizzazione che fa per me?
• Quanto costa partecipare al progetto?
• Che tipo di formazione riceverò e quali attività svolgerò?
• …e a tutto quello che vorrai sapere!

Il prossimo InfoDay sarà il 14 LUGLIO presso la Fabbrica del Vapore – Lotto 15, in via Procaccini n.4 – Milano dalle 17.00 ALLE ORE 19.00
Per iscriverti, compila il form a questa pagina: http://www.yearout.it/it/diventarevolontario/iscrizione.asp
Per informazioni, manda una mail a coordinamento@yearout.it oppure a info@yearout.it

Per saperne di più sui progetti, visita il sito www.yearout.it

L’articolo Volontariato internazionale: YearOut seleziona candidati sembra essere il primo su Comunicare il sociale.

Sviluppo sostenibile, Giovannini «Un cambio di paradigma per stimolare la resilienza delle società» L’INTERVISTA

ROMA – Le risorse del pianeta non sono infinite, gli scienziati hanno lanciato l’allarme da tempo. Occorre cambiare modello di sviluppo economico e abbracciarne uno più rispettoso dell’ambiente e dei diritti umani e sociali. La crescita dei paesi deve misurasi con la sua sostenibilità. Oggi si rendono indispensabili politiche in grado di costruirela resilienza necessaria per affrontare eventuali, possibili, shock.

Lei è tra i promotori del Festival dello Sviluppo Sostenibile. Cosa ha mosso e cosa sta muovendo la vostra importante iniziativa?

«L’idea del Festival nasce alla fine del 2016 con l’intento di portare il tema dello sviluppo sostenibile tra la gente, al di là degli addetti ai lavori. Il successo dello scorso anno ci ha tanto incoraggiati da ribadire il nostro impegno anche nel 2018. In questa edizione gli eventi sono triplicati e coprono l’intero Paese, a testimonianza della bontà della nostra intuizione. Molte iniziative sono promosse dalle università o da gruppi studenteschi, ulteriore evidenza che questo tema tocca molto i giovani. Il Festival vuole lanciare un messaggio alla politica: date una risposta alla parte d’Italia già in cammino verso un nuovo modello di sviluppo».

A proposito della politica, a metà maggio è entrata in vigore la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. Quali novità contiene rispetto alla precedente?

«La scelta fondamentale della nuova strategia è quella di adottare l’Agenda 2030, e quindi i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e i 169 sottobiettivi, come guida per tutte le politiche. È evidente, dunque, che non parliamo solo di una strategia ambientale, ma di una strategia in cui economia, ambiente, società, istituzioni operano insieme. Come ASviS siamo molto lieti che il Presidente del Consiglio Gentiloni, nel marzo scorso, abbia firmato una direttiva per trasferire il coordinamento delle politiche per l’Agenda 2030 dal Ministero dell’Ambientea Palazzo Chigi».

Tra le azioni che come ASviS avete proposto al mondo politico, c’è l’inserimento nella Carta Costituzionale del concetto di sviluppo sostenibile. Una vera e propria rivoluzione copernicana.

«Si, per due motivi. Il primo è che lo sviluppo sostenibile interseca il concetto della giustizia tra generazioni, che in questo modo diventerebbe un principio fondamentale e ineludibile del nostro sistema giuridico. Il secondo è che ne deriverebbe l’obbligo di valutare da un punto di vista costituzionale tante normative oggi non indirizzate verso lo sviluppo sostenibile».

Nel suo recentissimo libro “L’utopia sostenibile” (edizione Laterza) lei propone un modello di sviluppo intorno ad un diverso paradigma. Ci illustra quale?

«Va preso atto che il vecchio modello di sviluppo nono solo ci ha portato in condizioni di insostenibilità, ma anche che esso non è adeguato a fronteggiare un mondo sempre più soggetto a shock di natura economica, finanziaria, ambientale. Pertanto, le politiche vanno ripensate intorno a cinque parole-chiave: preparare, prevenire, proteggere, promuovere, trasformare così da stimolare la resilienza dei singoli, delle imprese e dei territori, delle società e renderle in grado, una volte soggette ad un shock di “rimbalzare in avanti”, non solo di difendersi da tutti gli eventi improvvisi e dirompenti».

A suo giudizio, l’Italia a che punto è sullo sviluppo sostenibile?

«Siamo indietro, sia sul piano delle politiche sia su quello culturale. Abbiamo bisogno dell’Europa per promuovere programmi di sviluppo sostenibile su scala sistemica: abbiamo, quindi, bisogno di un’Italia orientata in questa direzione all’interno dell’Unione Europea la quale, sua volta, deve consolidare la propria posizione di “campionessa mondiale” di sviluppo sostenibile. Ce la potremo fare nella misura in cui non penseremo più che basta elargire un po’di soldi alle persone per far ripartire l’economia e così risolvere tutti i problemi».

di Ornella Esposito

L’articolo Sviluppo sostenibile, Giovannini «Un cambio di paradigma per stimolare la resilienza delle società» <font color="red">L’INTERVISTA</font> sembra essere il primo su Comunicare il sociale.

Azzardo, Consulta antiusura: “Primo passo ma lasciare contratti in vigore non è buon segno”

ROMA – “Dopo tanto parlare mi aspettavo qualcosa di più anche sulla pubblicità. È comunque un primo passo a cui diamo il benvenuto”. Lo ha detto il presidente della Consulta nazionale antiusura ‘Giovanni Paolo II’ Onlus, monsignor Alberto D’Urso, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, commentando il decreto dignità approvato dal Consiglio dei ministri in cui è presente una stretta alla pubblicità sul gioco d’azzardo.
“Il documento – ha aggiunto monsignor D’Urso – va però approfondito perché all’articolo 8 viene aggiunto un nuovo comma, il numero 5, non previsto che cede alle richieste delle società di gioco e azzardo, escludendo alla nuova normativa i contratti in vigore. Questo non è un buon segno. Le persone che guardano al loro profitto si sono date da fare per difendere i propri privilegi. Il divieto di pubblicità per noi è il minimo sindacale”.

“L’azzardo – ha concluso  D’Urso –  non è buon prodotto. Il mondo politico non può continuare su questa strada. Una sana economia non è legata alla presenza dell’azzardo. Non lo chiamo assolutamente gioco perché non socializza niente”.

L’articolo Azzardo, Consulta antiusura: “Primo passo ma lasciare contratti in vigore non è buon segno” sembra essere il primo su Comunicare il sociale.

Tutela della biodiversità: A Ottaviano ecco FestAmbiente

NAPOLI – Nell’ambito del progetto “Tuteliamo la biodiversità, valorizziamo i beni comuni”, promosso dal Csv Napoli e dalla Rete per i Beni Comuni, si è celebrata ad Ottaviano FestAmbiente bio, negli spazi dell’osservatorio “Ambiente e legalità” del Parco nazionale del Vesuvio, gestiti dal circolo Legambiente “Mimmo Beneventano” della cittadina vesuviana.

L’articolo Tutela della biodiversità: A Ottaviano ecco FestAmbiente sembra essere il primo su Comunicare il sociale.

Archeologia e musica: a Pozzuoli è tempo di Jazz Festival

NAPOLI – Ritorna il consolidato appuntamento con il Pozzuoli Jazz Festival, alla sua IX edizione. Note jazz che esaltano la bellezza delle aree archeologiche e naturalistiche che, dal 5 al 22 luglio, ospiteranno i concerti del Festival Jazz dei Campi Flegrei.
Quest’anno il Festival si avvale della straordinaria collaborazione del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, che mette a disposizione le sue suggestive location per ospitare i concerti.
Sedi prestigiose di questa edizione saranno, infatti, le Terme Romane di Baia, novità assoluta , il Castello aragonese di Baia e gli Scavi di Cuma – città bassa. A far da cornice agli appuntamenti in programma anche il panorama mozzafiato di Miseno dalla location panoramica del Cala Moresca e il Lago Lucrino, immerso nel verde della natura.
Napoli sarà più volte al centro del repertorio proposto dagli artisti, con tributi a Pino Daniele e versioni jazz di musica classica napoletana. Si scivolerà poi dallo swing di tradizione americana, ai tanghi e alle milonghe brasiliane, fino ad assistere all’ incontro tra la musica spirituale africana e il canto gregoriano europeo, e fino al jazz africano di impegno politico.
Apre il festival l’Emilia Zamuner Quartet, il 5 luglio al Cala Moresca a Miseno (Bacoli) con un omaggio a Pino Daniele; atmosfere intime e poetiche con improvvisazioni in perfetto stile jazzistico che regalano preziose sonorità. Alla voce, Emilia Zamuner, Paolo Zamuner al piano, Michele Sperandio alla batteria, Lorenzo Scipioni.

Il 7 luglio la città bassa di Cuma sarà la location d’eccezione di una grande band, la New Talent Jazz Orchestra diretta da Mario Corvini – Special guest Stefano di Battista con il progetto musicale OUR MONK, , ispirato a Thelonious Monk, scelto come modello e riferimento per il suo approccio esecutivo fuori dagli schemi. Un omaggio al singolare pianista e compositore statunitense, artista eclettico e originale che ha rappresentato la sfera be bop a New York. La partecipazione di solisti di eccezione e l’utilizzo delle nuove tecnologie di video-mapping completano e arricchiscono la proposta. Il progetto, promosso dalla Fondazione Musica per Roma, ha il sostegno del MiBACT e della SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
Note swing, che collegano le due meravigliose e creative città di Napoli e New Orleans, da Toledo a storyville, da Carosone ad Armstrong, dal mandolino al banjo, in una fusione tra tradizione europea e musica afro–americana, risuoneranno nel concerto di Dr. Jazz&Dirty Bucks Swing Band che il 13 luglio si esibirà alla Maison Toledo a Pozzuoli. (Alfredo “Dr. Jazz” Verga – chitarra e voce; Alessandro “Mr. Groove” Panella – contrabasso; Luciano “Mr.Chugga” De Ioanni – batteria; Ettore “Mr.Dirty” Patrevita – Sax).
Il 14 e 15 luglio lo splendido scenario delle Terme romane di Baia farà da cornice a due concerti dalla forte caratterizzazione.
Sonorità brasiliane nella musica di Yamandu Costa (il 14 luglio), chitarrista e compositore brasiliano, applaudito da Paco De Lucia. Le sue interpretazioni con la chitarra a 7 corde spaziano dalle milonghe ai tanghi alla zambas, allo chamanè. Yamandu ,con il suo tocco unico e l’accurata ricerca delle dinamiche, rappresenta oggi uno dei maggiori interpreti della musica brasiliana di tutti i tempi.

Il 15 luglio è la volta del sound aspro e sensuale dalle coloritura africane di Abbey Lincoln, nell’omaggio dell’ Ada Montellanico Quintet, con il progetto Abbey’s Road feat. Giovanni Falzone. Abbey Lincoln, cantante e autrice di grande originalità, fu figura leggendaria non solo in ambito musicale ma per l’intero movimento Black Power. Impegnata politicamente negli anni ’60 in seno alla comunità nera, fece della sua musica una cassa di risonanza nella denuncia delle discriminazioni razziali vissute dalla popolazione afroamericana. Ada Montellanicoripercorre la strada di Abbey, ricalcando la forza narratrice delle sue composizioni, il carattere africano del suo universo sonoro e la sua profonda aggressività. (Ada Montellanico – voce;Giovanni Falzone –tromba;Massimo Pirone-Trombone;Jacopo Ferrazza-contrabasso;Valerio Vantaggio –batteria)
Il 19 luglio al Lago Lucrino, presso l’AKademia Cucina & More, la voce e il piano di Lorenzo Helleger si esibirà assieme a Giovanni Campagnoli alla tromba e flicorno, raccontando Napoli nel bello e nel brutto, tra note classiche e swing.

Chiude il Festival il 21 luglio il grande pianista , compositore e direttore d’orchestra, Enrico Intra che con la cantante afroamericana Joyce Yuille, porta una proposta originale che mescola il cattolico ed europeo canto gregoriano con il protestante e afroamericano spiritual, un mix che conferisce una dimensione straniante e piena di suggestione all’antico canto liturgico. L’Enrico Intra –Joyce Yuille Ensemble si esibirà alCastello di Baia in blues, gregoriani e spirituals, accompagnati da Matteo Bortone ( già nuovo miglior talento per la critica italiana del TOP JAZZ) al contrabasso e Stefano Tamborrino alla batteria.

Tanti anche gli appuntamenti in programma nei PJF club del territorio flegreo. Per il programma completo e i dettagli degli eventi: www.pozzuolijazzfestival.it

Il Festival, è organizzato dall’Associazione Jazz & Conversation, impegnata da anni a testimoniare il proprio ruolo nella cultura dei Campi Flegrei, attraverso un percorso in cui la musica incontra il territorio, la suggestione dei suoi paesaggi, la sua storia e le sue contraddizioni.
Quest’anno Il Festival ha il sostegno della Faber Italia srl, azienda campana che produce macchine da caffè leader del settore per meccanica e design, particolarmente attenta ai fermenti culturali. Si avvale della collaborazione del Parco archeologico dei Campi Flegrei, del patrocinio morale del Comune di Pozzuoli, del Comune di Bacoli , dell’AACST di Pozzuoli, dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli.

L’articolo Archeologia e musica: a Pozzuoli è tempo di Jazz Festival sembra essere il primo su Comunicare il sociale.