NAPOLI – “Un’altra strada è possibile, che cosa cambierei nella Società e nella mia vita” questo il tema centrale della XI edizione del premio “Carlo Castelli” che si è tenuta presso il centro europeo di studi dell’istituto penale minorile di Nisida, venerdì 5 ottobre, a partire dalle 10. L’edizione 2018 del premio Castelli, istituito nel 2007, con una sua particolare formula – quella della solidarietà nella condivisione dei premi organizzato dalla Società San Vincenzo de Paoli – ha visto la collaborazione del Ministero della Giustizia (dipartimento per la giustizia minorile e di comunità), dell’istituto penale per minorenni di Nisida e della Fondazione Fabbrica della Pace. Il premio, inoltre, beneficia del patrocinio del Comune di Napoli e del Csv Napoli. È stato previsto un esercizio di scrittura che ha chiamato alla riflessione le persone detenute negli istituti penitenziari del territorio nazionale, compresi gli istituti per i minori, offrendo così spunti di riflessione su temi etici, per agire in coscienza alla scelta di cambiamento. “La scrittura nel carcere è fondamentale per cristallizzare il proprio pensiero e raggiungere la consapevolezza della propria doppiezza” questa la testimonianza del primo classificato in concorso Massimiliano Adesani, ex trafficante di droga che ottiene il premio con il testo “la mia vita”. La scrittura creativa quindi si palesa come strumento di elaborazione e rieducazione. Tutte le opere premiate sono state stampate nella raccolta dal titolo: “Alla ricerca della strada perduta”.
Alla premiazione, condotta dalla giornalista Alessandra Ferrario, erano presenti consiglieri comunali, esponenti del terzo settore, in particolare del volontariato, avvocati penalisti, magistrati, e pedagogisti, è seguito un convegno dal titolo “Strade sbagliate, vie alternative”, con vari interventi tra cui quello di Vincenzo Spadafora, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle Pari Opportunità.
L’evento che ha visto un confronto costruttivo tra tanti soggetti coinvolti, ha avuto l’obiettivo principe di stilare nuove linee guida da consegnare alle istituzioni politiche, affinché vengano adottate strategie inclusive in modo da rimettere al centro la “persona” in regime di detenzione e per rimarcare l’importanza dei percorsi educativi ed inclusivi.

“Il volontario come agente sociopolitico per mettere a confronto tutti gli attori che operano intorno al fenomeno della devianza nel sistema penitenziario”, queste le parole di Antonio Gianfico, presidente nazionale Società San Vincenzo De Paoli che ha presidiato tutti i lavori. I partecipanti alla manifestazione hanno avuto modo di gustare pasticcini e pietanze preparate e servite dai ragazzi dell’associazione “Monelli tra I fornelli” che avvia a percorsi di inclusione i giovani dell’istituto penale minorile di Nisida.

di Giovanna De Rosa

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