NAPOLI – Il fenomeno della violenza sulle donne è una questione che rimane drammaticamente centrale nonostante i mutamenti sociali, i diritti acquisiti e le leggi varate negli ultimi decenni. Quando si parla di abusi nei confronti del gentil sesso ci si riferisce a quelli di tipo sessuale, a maltrattamenti fisici come percosse, lesioni, sino ad epiloghi estremi come l’omicidio e non solo. Anche la violenza psicologica e verbale, infatti, frutto di ricatti, minacce e denigrazioni, nonché la violenza economica (dove a farla da padrona è la privazione di risorse, dei beni per la sopravvivenza) rientrano in quella cerchia di comportamenti distorti che spingono molte donne a credersi assoggettate dal proprio aguzzino. Le analisi degli ultimi anni mostrano che sono 6 milioni e 743 mila le donne che dai 16 ai 70 anni subiscono, dentro e fuori la famiglia, da partner o ex tali, violenza fisica o sessuale; nel 96% dei casi le molestie non vengono denunciate. Al drammatico quadro nazionale si aggiunge un dato particolarmente allarmante, quello campano: solo il 5,7% sul 29,8% della popolazione femminile di questa regione sceglie di mettere fine a un vita da incubo recandosi alla caserma più vicina per chiedere aiuto.

Qualcosa è stato fatto, per fortuna, all’interno dell’Ambito 26: spazio territoriale che abbraccia i comuni di San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, Palma Campania, Striano, Terzigno, Poggiomarino e San Gennaro Vesuviano. Lo scorso 25 Novembre, infatti, alla presenza di tutti gli amministratori dell’Ambito, è stato sottoscritto un protocollo di intesa tra le associazioni dei Centri Antiviolenza Lilith e la Camera del Lavoro di Napoli (Cgil). Il protocollo ha voluto tracciare un percorso di formazione ed accompagnamento all’inserimento lavorativo delle utenti: percorso che fonda la sua azione sulla consapevolezza che le donne vittime di violenza non sono soggetti “deboli”, da proteggere, ma soggetti da sostenere e guidare in un cammino di autodeterminazione e, soprattutto, nella ricerca di un reddito stabile. Secondo una stima approssimativa, sarebbero almeno 15mila le donne che, in tutto l’ambito, potrebbero aver bisogno dell’assistenza fornita dallo sportello. “Aprire, oltre al Centro Antiviolenza principale di Ottaviano, anche altri sportelli in tutti i comuni dell’ambito è una sfida importante che, grazie all’attenzione degli amministratori locali, ci permetterà di offrire un servizio più vicino a tutte le donne che hanno bisogno di supporto – ha dichiarato il coordinatore dei Centri Antiviolenza Lilith Giovanni Russo – L’obbiettivo principale delle nostre attività – continua Russo – è combattere la violenza di genere al fianco delle donne. Un progetto che intendiamo sviluppare e che vorremmo diventasse un punto cardine del nostro intervento, è quello dell’accesso al lavoro delle utenti. Gli sportelli, da soli, non sono sufficienti a contrastare ed eliminare il fenomeno della violenza”.
Non è un caso, infatti, che molte donne, madri e figlie, si sentano costrette a sopportare per anni soprusi di ogni genere perché prive di un lavoro che possa loro offrire indipendenza economica e sociale. Scelte come quella di rimanere vittime del proprio carceriere, anziché trasformarsi in artefici del proprio destino sono dettate dalla paura di dover ricominciare da zero, senza una speranza a cui aggrapparsi, una concreta possibilità di crescita personale, di impiego. Lo scopo del centro antiviolenza di Ottaviano è proprio quello di sopperire a queste mancanze tramite l’attivazione di servizi come quello di Prima Accoglienza, volto all’analisi della domanda, del difficile contesto in cui la donna avverte, suo malgrado, di essere immessa. Ad esso seguiranno attività di sostegno e consulenza attraverso cui le donne potranno ricevere supporto e indicazioni specifiche – psicologiche e legali – e di orientamento al lavoro. È fondamentale, infatti, fornire alle vittime una maggiore conoscenza dei propri diritti e dell’effettiva portata giuridica della situazione che vivono, nonché un’adeguata consulenza psicologica individuale, o, di gruppo, laddove sia ritenuto necessario. Previsto, inoltre, anche un supporto sanitario in accordo con il Distretto competente, il numero 50, e la divulgazione delle iniziative in cantiere riguardo temi inerenti la violenza, per sensibilizzare la cittadinanza e favorire una sempre maggiore consapevolezza delle potenzialità femminili, del fatto che nessuna donna è sola, e che nessuna di esse deve rimanere indietro.

Il Centro antiviolenza “Lilith: uscire dal silenzio” è attivo ad Ottaviano, in via San Michele 16, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12 e il martedì e giovedì dalle 15 alle 18. Per informazioni sugli altri sportelli dell’Ambito 26 (il Comune capofila San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Striano, San Gennaro Vesuviano e Palma Campania) è possibile chiamare il telefono rosa (800960209) o collegarsi al sito www.sportellolilith.it

di Francesca Coppola