Una semplice panchina, verniciata di bianco, sarà collocata a pochi metri dal luogo in cui Rita Granata ha perso la vita. Aveva 27 anni. È stata investita mentre attraversava via Leopardi, in pieno quartiere Fuorigrotta, da un’auto che viaggiava a velocità ben oltre i limiti consentiti. In quello stesso giorno, sempre a Fuorigrotta, moriva anche Sara Romano, 23 anni, travolta in via Cattolica.

La panchina bianca nasce come simbolo di memoria per le vittime della violenza stradale. Il colore scelto – il bianco – richiama l’assenza, l’invisibilità, ma anche la luce: vuole rappresentare coloro che troppo spesso vengono dimenticati, trasformati in numeri, in statistiche, in presenze silenziose nella memoria collettiva.

Quella per Rita sarà la terza panchina bianca installata a Napoli, a testimonianza di un impegno che non si arresta. Napoli Pedala, in sinergia con Napoli Città 30, porta avanti una campagna forte e chiara: “Non chiamateli incidenti”, è il claim. Perché quando a determinare una morte è l’eccesso di velocità, l’assenza di infrastrutture sicure, la mancata tutela degli utenti più deboli della strada, allora non si tratta di fatalità ma di responsabilità.

L’appuntamento è per sabato 10 maggio alle ore 19:00 presso la Chiesa di San Vitale, da dove prenderà avvio un momento di raccoglimento e consapevolezza collettiva. Alle 19:30 ci si sposterà in via Leopardi angolo Largo Lala, dove sarà scoperta la panchina dedicata a Rita.

L’obiettivo dell’iniziativa è duplice: onorare la memoria delle vittime e chiedere interventi concreti. Perché Fuorigrotta, come molte aree urbane di Napoli, è un quartiere densamente popolato, attraversato da flussi di traffico intensi e ancora carente di misure strutturali per la moderazione della velocità e la protezione di pedoni e ciclisti.

Il 2024 è stato un anno tragico: secondo i dati raccolti, è stato registrato il più alto numero di investimenti di pedoni e ciclisti degli ultimi tre anni. Il 75% degli incidenti avviene per eccesso di velocità, e il 50% ha luogo in ambito urbano. E il 2025, purtroppo, sembra avviarsi nella stessa drammatica direzione.

“Non è solo un gesto simbolico – spiegano gli organizzatori – ma un segnale di presenza. Ogni panchina bianca è un grido muto, che chiede ascolto. È tempo di agire, di realizzare attraversamenti sicuri, piste ciclabili protette, rallentatori, controlli. È tempo di rendere Napoli una vera Città 30”.

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