In Campania, riconosciuti quattro nuovi ecomusei. Si tratta del Moss-Ecomuseo diffuso di Scampia, dei Transluoghi-Ecomuseo del Bussento Contemporaneo di Salerno, dell’Ecomuseo dei Picentini-Le Terre di Felicità, sempre nel salernitano e dell’EcuRu-Ecomuseo delle Cucine Rurali dell’Alta Irpinia ad Avellino. La Regione Campania, attraverso l’articolo 4 della Legge regionale 13 del 2023, “Riconoscimento e promozione degli ecomusei della Campania’’, ha attribuito il riconoscimento per l’importanza che tali realtà hanno costituito sui territori operando per la conoscenza, la tutela e la promozione dei beni immateriali e materiali e del patrimonio verde dei loro territori.
Gli Ecomusei, come ricordato durante la conferenza stampa di presentazione nella sede di Chi Rom e Chi No di Scampia dove si trova il Moss, promuovono arte pubblica e sperimentazioni, itinerari paesaggistici e culturali, tradizioni e gestualità, narrazioni e sostenibilità ambientale ed economica, formazione e lavoro in territori complessi e considerati periferici. Al contempo pieni di storie, umanità e biodiversità. Tra gli obiettivi principali della loro nascita è quello di rendere gli ecomusei luoghi ricchi di esperienza e formazione per la fruizione pubblica nonché attrattori culturali.
I quattro ecomusei- L’ecomuseo Moss di Scampia è il primo nella città di Napoli. Lungo i percorsi si trovano installazioni artistiche e temporanee, che è possibile conoscere attraverso passeggiate sociali nel quartiere a Nord del capoluogo le varie lotte per la resistenza, sviluppo e valorizzazione del territorio. L’Ecomuseo dei Picentini-Le Terre della Felicità si snoda in un territorio di 371 km raccordando tutte le componenti culturali, storiche, artistiche, archeologiche, ambientali, gastronomiche e paesaggistico del territorio che comprende diversi comuni di quest’area del salernitano. L’Ecomuseo del Bussento (Sa) permette di vivere sette percorsi tematici percorribili a piedi o in bicicletta, con la possibilità di esplorare l’intero patrimonio culturali e paesaggistico come l’Oasi del WWF, il mulino ad acqua, l’eremo di San Michele, il Museo Etnografico, il Palazzo Baronale, la Ferriera. Visitando l’Ecuru, nell’avellinese, si ha la possibilità di conoscere le realtà contadine attive che sino agli anni ’50 capaci di avere l’accesso all’acqua, all’energia, al riscaldamento, alla refrigerazione, essicazione, conservazione dei cibi e la loro produzione utilizzando le risorse naturali in un modo oggi non più sperimentato.
di Antonio Sabbatino
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