“In realtà- ragiona Di Marco- dovremmo riflettere su un altro fattore, sempre sul piano normativo: non siamo normativamente soli. Ci sentiamo soli perché chiediamo all’Europa di darci una mano, però sul piano normativo noi rispondiamo a fenomeni internazionali come le convenzioni con le quali molto spesso la nostra legislazione, proprio perché non di sistema, non riesce a trovare un paradigma culturale adeguato”. Quando poi, incalza il segretario generale dell’Anf, “vengono fatte delle leggi un po’ pasticciate, un po’ temporanee, succede che il fenomeno lo scarichi a valle, cioè lo metti nelle mani della magistratura, degli avvocati e quindi si regola un fenomeno nella forma inversa” rispetto a quanto bisognerebbe fare. “Nella visione utilitaristica c’è chi fa notare che tra qualche anno” senza immigrati “le pensioni non le paghiamo. Ma tra qualche anno sempre la porta d’Europa saremo”, conclude Di Marco.
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